lunedì 6 marzo 2017

IL BURKA E LA MINI

L'immagine può contenere: 1 persona, persona seduta


Una donna col velo integrale accanto ad un'altra, vestita in maniera piuttosto sexy. C'è chi dice che la seconda sia in realtà un trans e che sia vestita in maniera non tanto sexy quanto volgare, ma si tratta di dettagli ininfluenti. Il punto importante è un altro. Questa foto simbolizza davvero la LIBERTA' come dicono alcuni? Io penso di NO.

Per stabilire se il velo accanto alla mini simbolizzi davvero la libertà occorre innanzitutto farsi alcune domande.
La foto è stata scattata a New York, chiediamoci: avrebbe potuto essere scattata a Teheran? O Alla Mecca? O a Islamabad? Per farla breve, avrebbe potuto essere scattata in una qualsiasi delle numerose repubbliche islamiche sparse per il mondo? Basta porre la domanda per avere la risposta, e la risposta è un
NO grande come una casa.
Nei paesi islamici le donne
devono mettere il velo. In alcuni basta un velo, diciamo così, normale. In altri il velo deve essere integrale. In nessun caso una donna può andare in giro vestita come la donna, o il trans, della foto. E questo non sembra essere precisamente un fatto di libertà.
Qualcuno potrebbe obiettare che le donne musulmane sono ben contente di velarsi. Può essere vero, ma non dimostra nulla. A parte il fatto che sarebbe interessante verificare cosa farebbero le donne pakistane o iraniane se fossero libere di scegliere, a parte questo dettaglio, ad essere decisivo non è cosa empiricamente facciano le donne musulmane, ma cosa siano
libere di fare. Se in tutto il mondo musulmano anche una sola donna volesse togliersi il velo, avrebbe il diritto di farlo? La risposta è di nuovo NO. E di nuovo questo no è la negazione della libertà.
E veniamo così alla domanda fondamentale.
Le due donne della foto sono davvero egualmente libere? La donna in mini volendo può indossare il burka, ma la donna in burka volendo potrebbe indossare la mini? Per la terza volta la risposta è NO.
Sento gli strilli dei politicamente corretti. “E no, sbagli!” dicono indignati. “La foto non è stata mica scattata a Teheran, è stata scattata a New York e in quella città la donna in burka volendo può indossare la mini!!!”
O che teneri angioletti! Quando parlano di mini e burka che simboleggiano la libertà si riferiscono alle città dell'occidente! Non hanno mica in mente Islamabad o Medina, o Gaza! Ma no, hanno in mente Londra, Parigi o Tel Aviv. Dove l'Islam (per ora)
NON domina, dove NON esiste (per ora) la sharia, una donna in burka, può, teoricamente, indossare la mini. La legge la tutela. Peccato che a tutelarla sia la legge occidentale! E da cosa la tutela questa legge? Elementare: la tutela dalla sharia, dalla legge islamica, dall'Islam! La donna in burka è libera non grazie, ma malgrado l'Islam. Questo piccolissimo particolare sfugge ai cherubini della illimitata bontà e tolleranza.
Ma è poi davvero libera, anche a New York, la donna in burka? Ancora una volta la risposta è
NO!
Legalmente, astrattamente, è libera, grazie alle leggi laiche che ancora esistono in occidente. Ma le leggi spesso non bastano. La donna in burka ha un padre, un marito, dei fratelli, dei figli e questi esercitano su di lei una autorità, una violenza che difficilmente la legge può sconfiggere. I militanti della sinistra parlano da sempre, e quasi sempre a sproposito, di una libertà “sostanziale” da opporre ad una “secondaria” libertà solo formale e poi, di fronte all'esempio macroscopico di una libertà formale che, malgrado il suo valore, può risultare impotente, diventano i paladini della pura forma, contrapposta ad ogni sostanza. Segno dei tempi.


Libertà non vuol dire far vivere, l'una accanto all'altra, persone libere e persone in catene. Si ha la libertà quando non esistono persone in catene. La libertà politica non sarebbe più ampia in Italia se accanto ai partiti già esistenti ci fosse un partito neonazista con dimensioni di massa. Il crollo del comunismo non ha ridotto la libertà solo perché, mettendo fuori gioco una ideologia che ha prodotto decine di milioni di morti, ha “ridotto” il numero delle opzioni ideologiche a disposizione. Il giorno in cui l'Islam diventasse una religione come tutte le altre, e non ci fossero più adulte lapidate e apostati decapitati, ed il velo fosse davvero il frutto di una scelta libera, quel giorno ci sarebbe più, non meno libertà, anche se, molto probabilmente, non sarebbe più possibile scattare foto come quella che alcuni scambiano per un simbolo della libertà.
Per essere chiari: non sto dicendo che il velo “normale” andrebbe vietato (quello integrale si, almeno per motivi di sicurezza). Visto il ginepraio in cui ci siamo cacciati una simile misura creerebbe molti più problemi di quanti non potrebbe risolverne e rischierebbe di diventare illiberale.
Semmai andrebbero inaspriti i controlli e le misure repressive a tutela delle donne, senza comunque farsi troppe illusioni.
Sto dicendo una cosa diversa:
la coesistenza di minigonna e velo NON è un simbolo né un sintomo di libertà. E' al contrario il simbolo ed il sintomo della situazione di crisi in cui versa l'occidente di oggi.
Qualcuno può dire in tutta sincerità che la donna in burka e quella in mini possono diventare amiche? Qualcuno le vede andare una sera a cena inseme in un ristorante del centro? O organizzarsi per una scampagnata, o una escursione in montagna? Quelle due donne sono estranee, anche se sedute l'una accanto all'altra nel metrò. Non esiste fra loro nessuna “integrazione” reale.
Questa è oggi la situazione dell'occidente. Una civiltà sempre meno integrata, attraversata da divisioni culturali non sanabili. Non qualcosa di unitario, ma aggregato di etnie, forse addirittura di tribù, che si ignorano nel migliore dei casi, si combattono nel peggiore.
Se la foto di cui stiamo parlando simboleggia qualcosa questo qualcosa è la disgregazione della nostra vecchia, gloriosa civiltà. Altro che "libertà"!


1 commento:

  1. La tristissima foto non fa che dimostrare che , pur ipotizzando di abbattere tutti i muri ai confini, i muri risorgono lo stesso; finiscono per essere come i campi di forza dei supereroi, invisibili , portatili ed invalicabili.

    RispondiElimina