sabato 24 febbraio 2018

5 PUNTI SUL "FASCISMO"

1) La costituzione, all'articolo 12 delle disposizioni transitorie e finali recita:
“E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.
Questo articolo NON vieta la costituzione di partiti la cui filosofia politica si richiami, direttamente o indirettamente, al fascismo. Vieta la “riorganizzazione” di un determinato partito, quello che distrusse le istituzioni parlamentari, organizzò la dittatura e condusse il paese alla guerra. Se si interpreta in maniera estensiva tale proibizione nessun partito potrebbe far riferimento a livello culturale ad un Gentile, uno Spengler od un Nietzsche. Un po' eccessivo.
2) Partiti i cui programmi dichiarino di accettare senza riserve il quadro istituzionale democratico e di rispettare i fondamentali diritti civili NON possono, a rigore, essere definiti fascisti, anche se la loro ideologia rimanda in qualche modo a quella fascista..
Non sono sinceri, si potrebbe obiettare. Bene, quando dimostreranno nei fatti di non esserlo, quando attenteranno alle istituzioni democratiche andranno resi inoffensivi, anche con la forza.
3) In ogni caso non spetta al signor Grasso e alla signora Boldrini, agli “antagonisti” e meno che mai ai centri sociali stabilire se un partito può essere messo fuori legge in base all'articolo 12 delle disposizioni transitorie e finali della costituzione.
4) Meno che mai spetta a questi signori il diritto di stabilire CHI è “fascista” e CHI non lo è.
5) Circola la seguente uguaglianza: A - Chi è fascista va messo fuori legge. B - Chi è razzista è fascista. C – Chi non accetta l'immigrazione fuori controllo è razzista. Quindi, per la proprietà transitiva, chi non accetta l'immigrazione fuori controllo va messo fuori legge.

Per qualche "democratico antifascista", metà o più delle forze politiche italiane sarebbero razziste, quindi fasciste, quindi andrebbero messe fuori legge. Domenica prossima potremmo scegliere al massimo fra Renzi e Pietro Grasso, in attesa che anche Renzi diventi “fascista”. Ad essere davvero fascisti sono coloro che si dilettano con simili idiozie!

AGENTI PROVOCATORI

Tizio aspetta da mesi le autorizzazioni per poter costruire un box auto nel giardino di casa sua. Si reca un comune per avere notizie della sua pratica e un impiegato mai visto prima gli sussurra: “guardi, mi sa che dovrà aspettare ancora anni per il suo box. Però... ungendo qualche assessore forse la sua pratica può sveltirsi”. Tizio resta interdetto. “Non so” dice... “chissà, forse...”.
ALTO LA'. L'impiegato era un “provocatore” e Tizio viene accusato di corruzione.
Caio è un aitante giovanotto. Una sera va a ballare. Lo avvicina una bella ragazzza e i due fanno presto amicizia. Ballano, si divertono. La ragazza prende Caio per mano e gli sussurra: “lo sai che mi piaci davvero?” Caio la bacia.
ALTO LA'! La ragazza era una “provocatrice” minorenne e Caio è accusato di pedofilia.
Sempronio e un anziano pensionato. Dopo pranzo si sdraia sul divano e schiaccia un pisolino. E' svegliato da rumori che provengono dalla cucina. Va a vedere e si trova di fronte ad un giovanotto grande e grosso, armato di un coltello. “Dammi subito i soldi” gli urla minaccioso il giovane. Sempronio è spaventato, afferra una pistola scarica che tiene nel cassetto della credenza e la punta sul giovane.
ALTO LA'. Il giovanotto è un “provocatore” e Sempronio è accusato di eccesso di legittima difesa e tentato omicidio volontario.

I grillini, sulle orme di Marco Travaglio vogliono gli agenti provocatori. Gente che ti spinge a commettere qualche reato per verificare la tua onestà.
La legge non punisce più i reati che si commettono, ma quelli che si potrebbero, forse commettere. Una versione aggiornata della psicopolizia di Orwell. Ma che bello!!!

mercoledì 21 febbraio 2018

IL PARTITO DELLA GUERRA CIVILE

Legato e preso a sprangate un militante di forza nuova. Il TG5 nel dare la notizia ha ricordato che il ragazzo aggredito aveva a sua volta in passato aggredito dei migranti. E allora? Se domani un gruppo di militanti di forza nuova prende a sprangate un ragazzo dei centri sociali che in passato aveva tirato pietre all'auto di Salvini, la cosa sarebbe giustificata? Le eventuali aggressioni di ieri giustificano le aggressioni di oggi? Se così fosse lo sparatore di Macerata sarebbe in qualche modo giustificato. Uno spacciatore nigeriano fa a pezzi una ragazza ed io sparo ad altri nigeriani che con tutta probabilità sono a loro volta spacciatori.
Lo vogliamo capire che questa è l'ottica della GUERRA CIVILE? E' questo che si vuole? Sostituire lo scontro fisico al dibattito politico, anche aspro? Vogliamo davvero sostituire i pugni alle parole? E le pietre ai pugni? E i proiettili alle pietre? E' una strada senza ritorno che va fermata, SUBITO!!!
E basta per favore con la litania dell'antifascismo! La costituzione vieta la ricostituzione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito nazionale fascista, non la formazione di gruppi la cui ideologia possa avere legami con quella fascista. In un paese democratico occidentale la legge punisce i comportamenti, non le idee. Se un gruppo di estrema destra cerca di mettere in atto comportamenti che minacciano la democrazia va messo nella impossibilità di nuocere; se e fino a quando non lo fa ha diritto di svolgere, nel rispetto della legge, la sua attività. Discorsi analoghi possono essere fatti per i gruppi di estrema sinistra.
E stiano attenti quelli che giocano con le parole! E' molto facile appiccicare a tutti l'etichetta di “fascista”. Casa Paund è fascista, dicono alcuni, forse non a torto. Ma sono gli stessi per i quali è "fascista" Matteo Salvini e con lui lo sono Giorgia Meloni e Donald Trump. Ieri era “fascista” Berlusconi, domani potrebbe esserlo Renzi, anzi, per alcuni il leader del PD è, già oggi, "fascista". Per qualcuno gli unici partiti legittimati a presentarsi alle elezioni dovrebbero essere LeU e “potere al popolo”. Domani, chissà, anche Pietro Grasso potrebbe odorare di "fascismo". Qualcuno non ci crede? Beh... si studi la storia. Scoprirà che nel 1932 era "fascista", anzi "socialfascista", Karl Kautsky, prestigioso leader della socialdemocrazia tedesca.
Il fascismo e con lui tutte le ideologie totalitarie si combattono difendendo la democrazia e la libertà di espressione. Per tutti.
Al di fuori di questo c'è solo il partito della guerra civile.

domenica 18 febbraio 2018

LO SPREAD E LE FAKE NEWS

Si avvicinano le elezioni. E conduttrici e conduttori dei TG si chiedono angosciati: “come facciamo a difenderci dalle fake news”? E sospirano. Come sarebbe bello se la rete non ci fosse. Però... visto che c'è la si potrebbe imbavagliare, più di quanto già non lo sia.
Eppure coloro che in passato sono stati avvantaggiati dalle fake news sono stati i loro amiconi, e loro, i vari TG, hanno contribuito a diffonderle. Per cercare di dimostrarlo mi limito ad un piccolo esempio: la famosa crisi dello spread che ha portato alla caduta dell'ultimo governo Berlusconi nel lontano 2011.

Lo spread è il differenziale d'interesse fra i titoli di stato a lunga  italiani e quelli tedeschi. Nello specifico riguarda i BTP decennali, titoli a reddito fisso.
Come funziona?
I titoli hanno due diversi tipi di valore, il valore nominale ed il prezzo di mercato. Il valore nominale è quello su cui viene calcolato l'interesse e che viene rimborsato alla scadenza. Il prezzo di mercato indica quanto si deve pagare per acquistare sul mercato un titolo già emesso e regolarmente in circolazione.
Compro un BTP decennale 4% del valore nominale di 100, pagandolo 100 (in realtà di solito pago un po' meno, ma al fine del nostro discorso possiamo non tenerne conto). Poniamo che dopo due anni decida di vendere il BTP. Il suo valore nominale è 100, ma lo venderò a 100? Molto probabilmente no. Il prezzo di mercato del BTP potrà essere 105 o 95, 108 o 90. Dipende dalla domanda e dall'offerta del titolo, legate a loro volta a molti fattori fra cui è fondamentale la fiducia nei confronti dell'ente emittente. Io quindi venderò il mio titolo non a 100, ma, poniamo, a 95.
Domanda: quale sarà per Tizio che ha comprato il mio titolo il suo rendimento reale? Il titolo rende il 4%, ma questo viene calcolato su 100, mentre Tizio lo ha pagato 95. Il rendimento effettivo del titolo è più alto. Un calo dei corsi, cioè dei prezzi, dei titoli fa aumentare i loro rendimenti e viceversa. Ovviamente l'aumento o la diminuzione dei rendimenti farà aumentare o diminuire lo spread. Questo è particolarmente vero per i titoli a reddito fisso a lunga, come i BTP.
Questo incremento dei rendimenti fa però aumentare immediatamente l'onere per l'emittente, lo stato nel nostro caso? La risposta è NO!!!
Io ho venduto il mio BTP 4% a 95 e questo fa aumentare il suo rendimento effettivo oltre il 4%, ma il BTP è un titolo a reddito fisso e lo stato continua a pagare su quel titolo il 4% esattamente come prima. Nell'immediato l'aumento dei rendimenti non provoca alcun incremento di onere per lo stato. L'incremento di onere si avrà in occasione della prossima emissione di BTP perché il tesoro dovrà tener conto che i rendimenti effettivi dei BTP in circolazione si sono alzati ed i titoli di nuova emissione non sarebbero sottoscritti se il loro rendimento non si adeguasse. L'aumento dello spread avrà ripercussioni negative in futuro e queste saranno limitate ai titoli di nuova emissione. Una cosa comunque grave, è innegabile, ma meno grave di un impatto generalizzato ed immediato dello spread sulla spesa per interessi. Si può aggiungere che se lo spread si alza oggi e la prossima emissione ci sarà fra sei mesi non è detto che fra sei mesi la situazione sia uguale a quella di oggi, potrebbe migliorare.

Chiediamoci ora. I media a suo tempo informarono in questi termini il popolo bue? Assolutamente NO. L'aumento dello spread venne presentato come qualcosa che di giorno in giorno incrementava paurosamente la spesa per interessi, col rischio di un fallimento dello stato dall'oggi al domani. Val la pena di aggiungere che ci furono in quel periodo massicce operazioni di vendita di BTP da parte di banche tedesche e questo, ovviamente, portò ad un calo dei corsi con conseguente aumento dei rendimenti e dello spread. Questa notizia venne taciuta o relegata fra i "titoli di coda" o presentata come ulteriore prova della sfiducia nell'economia italiana invece che come concausa della stessa.

Per farla breve, la crisi dello spread fu astutamente manovrata dalla UE per far fuori Silvio Berlusconi. In Italia il capo dello stato, il signor Fini ed altri prossimi transfughi del centro desta prepararono la sua caduta. La magistratura infine inferse al cavaliere il colpo finale.
I media dal canto loro fecero da cassa di risonanza per questa manovra. La crisi dello spread venne artificiosamente gonfiata. Fu data in pasto alla pubblica opinione l'immagine di un governo che stava letteralmente facendo affondare il paese. Questo contribuì a minare la fiducia dei risparmiatori e quindi la solidità dei titoli sul mercato. Grazie anche alla campagna mediatica la crisi iniziò ad auto alimentarsi: le grida “la nave affonda” contribuirono a fare pericolosamente inclinare la nave.

Diffondere fake news non vuol dire solo o prevalentemente fare affermazioni false. Il falso clamoroso è facilmente smontabile, tutto sommato. Le fake news vere, pericolose sono costituite dalla notizie date in maniera parziale, distorta, incompleta. L'esempio dello spread è solo uno dei tanti. Altri se ne potrebbero fare. Ad esempio quando i media parlano di “rappresaglia israeliana contro Gaza” dopo aver taciuto per giorni sui razzi che da Gaza colpivano israele, o quando si da notizia di un “cittadino francese” che accoltella un pensionato sul metrò, e non si dice neppure il nome di quel “cittadino francese”.
Le menzogne più pericolose sono le mezze verità. Josepf Goebbels lo sapeva benissimo. Ed anche Giuseppe Stalin. Forse lo sanno bene anche molti giornalisti dei nostri tempi.

giovedì 15 febbraio 2018

PICCOLO DIALOGO SURREALE

A. Vorrei votare per Tizio.
B. Non puoi.
A. Perché?
B. Dieci anni fa ha subito una condanna a tre anni di carcere. Non può candidarsi, è un pregiudicato.
A. Ma a me della condanna non frega niente. Non ho mai creduto alla sua colpevolezza, inoltre ha scontato la pena ed è di nuovo libero cittadino. Personalmente trovo più affidabile un pregiudicato come Tizio che tantissimi altri.
B. Insomma, non lo puoi votare e basta. Non può essere in lista.
A. E va bene, allora voterò per Caio.
B. Caio? no, non puoi votarlo.
A. Perché mai?
B. E' titolare di una grandissima azienda. C'è rischio di conflitto di interessi, quindi non può essere candidato.
A. Ma perché? Se userà la sua carica a fini privati potrà essere incriminato per interesse privato in atti d'ufficio, ma fino a che non commette un reato e non è condannato è un libero cittadino, ed un libero cittadino può candidarsi alle elezioni.
B. Meglio prevenire che reprimere.
A. Con questo discorso aboliremo aerei ed autostrade per evitare incidenti stradali o aerei. O le banche, per evitare le rapine.
B. Sei cavilloso. Comunque, non puoi votare Caio. Non può candidarsi.
A. Pazienza, voterò Sempronio.
B. Sempronio? No, non lo puoi votare, è un uomo.
A. Ed allora?
B. Devono essere elette almeno il 50% di donne. Gli uomini hanno già raggiunto il 50%, quindi tutti i posti disponibili devono essere femminili, e Sempronio è maschio.
A. Nulla da dire contro le donne elette. Per me possono prendersi anche il 100% dei posti disponibili, se i cittadini le votano. Io però ho diritto di votare per chi mi pare, maschio o femmina che sia.
B. La tua è una visione vecchia. Comunque, hai poco da agitarti, Sempronio non lo puoi votare.
A. E va bene, voterò il partito X quale che sia il candidato o la candidata.
B. Il partito X? Non puoi.
A. E perché mai?
B. Pare ci siano irregolarità nelle firme raccolte a sostegno della lista.
A. Ma a me non frega una mazza delle firme! E poi chi mi assicura che ci siano davvero queste irregolarità?
B. I giudici del TAR.
A. E loro non potrebbero far cose irregolari? Chi li controlla?
B. Che fai, discuti le sentenze dei magistrati?
A. Non sia mai! Comunque, io come elettore ho il diritto di votare X, firme o non firme.
B. E' inutile che continui a fare inutili contestazioni. Non puoi votare il partito X.
A. E va bene. Voterò il partito Y.
B. Non puoi.
A. Perché mai?
B. E' un partito fascista.
A. Ma no! Non lo è affatto! I suoi leader hanno da sempre posizioni antifasciste. Hanno addirittura governato e mai hanno ristretto le libertà politiche e civili.
B. E' tutto un inganno. Sono dei fascisti oggettivi. Non puoi votarli
A. E va bene, voterò il partito Z.
B. Non puoi, è razzista.
A. Ma come razzista, fra i suoi candidati c'è un nero africano.
B. Un traditore della sua gento. Non puoi votare per Z.
A. Ma.. per chi posso votare allora?
B. Per il partito D.
A. Ma non mi piace, voglio una alternativa!
B. Tu non rispetti le regole della democrazia.





mercoledì 7 febbraio 2018

IMPRESSIONI E NUMERI TORTURATI

Se ne incontrano tanti. Sono quelli che non giudicano in base a vaghe impressioni, che non si lasciano ingannare dalle apparenze. Loro si rapportano “scientificamente” al reale, sulla base di inoppugnabili dati statistici.
Ho avuto una discussione con uno di questi signori. Val la pena di parlare degli “argomenti” che ha tirato fuori dal cilindro; non perché abbiano una qualche dignità intellettuale, semplicemente perché sono un campione abbastanza rappresentativo dei sofismi da quattro soldi che in tanti usano per cercare di convincere la gente normale che non esiste alcuna relazione fra incremento della criminalità ed immigrazione fuori controllo.

Numeri torturati.
Il signore in oggetto ha iniziato presentando un grafico che relaziona il numero degli omicidi volontari con quello dei migranti. I migranti crescono e gli omicidi decrescono. L'immigrazione irregolare non c'entra nulla con la criminalità è stata la conclusione di questo sapientone.
Non approfondisco le ricerche sul grafico, non mi chiedo in base a quali criteri gli omicidi vengano o meno definiti “volontari". Non serve perché in realtà il grafico non dimostra assolutamente NULLA. Prendiamo due serie di fenomeni, la serie X e quella Y. X aumenta ed Y diminuisce. La domanda da farsi è: Y diminuisce GRAZIE o MALGRADO l'aumento di X? Il numero degli omicidi volontari è diminuito grazie o malgrado l'aumento della immigrazione clandestina? In Italia le persone nate all'estero sono circa l'8% della popolazione globale, ma costituiscono quasi un terzo della popolazione carceraria. Si noti che nell'otto per cento di cui stiamo parlando sono compresi anche gli stranieri regolari. Se si restringesse il campo ai soli irregolari la sproporzione fra il loro numero e quello della popolazione carceraria sarebbe ancora più clamorosa. In particolare nel 2016 c'erano in Italia 2028 stranieri e 6781 italiani in carcere per omicidio volontario (quello del grafico) Insomma, l'8% circa della popolazione commette quasi un terzo degli omicidi! Con tutta evidenza la diminuzione nel numero degli omicidi è avvenuta malgrado, non grazie all'incremento della immigrazione irregolare. Se questa dovesse diminuire avremmo un calo più che proporzionale degli omicidi. Considerazioni simili, basate su cifre simili, possono farsi per i furti, le rapine, gli scippi e gli stupri.

Non contento di questo exploit il signore in oggetto ha tirato fuori un altro numero. Il tasso di criminalità per 100.000 stranieri è inferiore a quello per 100.000 italiani. Su ogni centomila italiani ci sono più delitti che su ogni centomila stranieri. Un dato davvero impressionante!
Che però non vale nulla. In questo caso bisogna infatti porsi due domande:

Prima domanda. Da quale campione sono estratti i famosi centomila? Se volessimo analizzare quanti delitti si commettono in Italia ogni centomila abitanti ed escludessimo dal campione gli abitanti delle regioni col più alto tasso di criminalità avremmo un risultato significativo? Se i centomila su cui conteggiare i delitti abitassero tutti nel centro di Milano il dato avrebbe un minimo di credibilità? NO, ovviamente. Parlare di “stranieri” è fuorviante perché esclude dal calcolo i clandestini che, appunto perché tali, sono difficilmente censibili, o non lo sono affatto. Se si paragonano con gli italiani gli stranieri regolari non stupisce che non ci siano variazioni importanti nei tassi di criminalità. Infatti il problema sono i clandestini. Elementare Watson!
Seconda domanda. A quali delitti si riferisce la cifra? Questo è il punto fondamentale. E' infatti fin troppo evidente che ci sono crimini che la maggioranza degli stranieri e la totalità degli irregolari non possono commettere. Penso ai reati finanziari, alla corruzione, alla concussione o a tutta quella vastissima area di reati che presuppongono la buona conoscenza della lingua italiana (i vari tipi di truffa) o un buon inserimento in certi tessuti sociali (i reati di mafia).  Confrontare i delitti per centomila stranieri con quelli per centomila italiani ha poco senso se non si depura il numero dei delitti da quelli che sono preclusi o quasi a molti stranieri ed alla totalità degli irregolari.

Sempre per puntellare le sue tesi questo signore ha poi sottolineato che le denunce nei confronti di crimini commessi da stranieri sono diminuite (ci credo, per quello che servono) o che gli stranieri irregolari ricorrono meno alle misure alternative al carcere, dimenticando che queste misure, a mio avviso molto criticabili, riguardano persone considerate “recuperabili”. Evidentemente molti irregolari non sono giudicati tali.
Infine ha esposto un "argomento" davvero persuasivo: per i reati che prevedono pene più brevi gli stranieri detenuti sono in numero maggiore degli Italiani. La percentuale di stranieri detenuti cala invece per i reati che prevedono pene più lunghe. Questo dimostrerebbe che il peso degli stranieri sul tasso di criminalità è scarsamente rilevante.
Dunque, per i reati che prevedono pene fino a 5 anni gli stranieri incarcerati sono in numero maggiore rispetto agli italiani, per gli altri sono ivece in testa gli italiani. Ad esempio
per i reati punibili da 10 a 20 anni di reclusione il 10,3% dei detenuti sono stranieri mentre il 17,2% sono italiani. Dati molto interessanti che vanno letti però partendo dalla premessa che la popolazione straniera è pari all'otto per cento della popolazione globale! Gli stranieri che scontano pene dai 10 ai 20 anni sono oltre la metà degli italiani pur essendo l'otto per cento della popolazione globale e questo avallerebbe la tesi che non esiste rapporto fra immigrazione e criminalità! E' proprio vero che se torturi i numeri questi ti dicono quello che vuoi!
Ma quello che vorrei sottolineare è un altro aspetto della questione. Per i reati puniti con lunghe pene detentive la percentuale della popolazione carceraria italiana rispetto a quella straniera è gonfiata dal fatto che ad oggi sono in carcere italiani che hanno iniziato a scontare la loro pena dieci, venti o più anni fa, quando ancora non c'era il boom della immigrazione clandestina. Oggi gli stranieri sono l'otto per cento della popolazione totale; dieci, venti o trenta anni fa erano molto meno, quindi non potevano andare ad ingrossare di molto le fila dei condannati a 20, 30 anni o all'ergastolo. La cosa davvero clamorosa è che, malgrado questo evidente fattore attenuante, il peso degli stranieri in carcere sia pari a circa un terzo del totale dei carcerati


Percezioni e sensazioni.
Non è il caso di continuare. Ho dedicato spazio agli argomenti di questa persona solo perché, lo ripeto, sono un campione dell'armamentario propagandistico con cui i media ci martellano tutti i giorni.
Parlando di cose serie, è vero o non è vero che non bisogna affidarsi alle sensazioni? Che le impressioni sbagliano? Che la statistica deve sostituire l'esperienza?
Che impressioni e sensazioni possano sbagliare, che occorra un approccio più attento al reale è di certo vero. Ma è menzognero affermare che le impressioni siano sempre o quasi ingannevoli! La scienza spiega il reale a livelli profondi, ma non elimina la realtà. La teoria della gravitazione spiega perché la mela cade, non arriva alla conclusione che la mela è irreale! La fisica dei quanti cerca di scoprire cosa c'è sotto e dietro al mondo macroscopico, ma non dice che il mondo in cui esistono i tavoli ed i gatti sia un teatro di menzogne.
Soprattutto, nel campo del sociale, questa contrapposizione fra approccio “scientifico” e impressioni empiriche è completamente errata. Se esiste ed è estremamente diffusa la percezione empirica di un certo fenomeno questo fenomeno esiste. Le statistiche potranno quantificarlo, aiutarci a meglio comprenderlo, ma, se oneste, non potranno eliminarlo. Oggi esiste la diffusissima percezione di un incremento della insicurezza. Su cosa si basa questa percezione? Forse sulla propaganda dei “seminatori di odio”? Non diciamo idiozie! La propaganda va oggi, tutta, in direzione opposta. Dal papa al capo dello stato, dal presidente della repubblica ai presidenti di camera e senato, passando per il presidente dell'INPS, dai TG alla quasi totalità della carta stampata è tutto un coro di rassicurazioni. Non esiste alcun rapporto fra immigrazione irregolare, terrorismo e criminalità; i migranti sono preziose risorse che ci pagano le pensioni eccetera.
Però la gente non ci crede. Chi deve attraversare certe zone delle periferie, o viaggiare in treno o in metro non è tranquillo, e di certo non perché plagiato da Salvini.
La percezione che le cose non vanno si basa non sulla propaganda, ma sulla esperienza diretta di milioni di esseri umani. Persone normali che spesso neppure guardano in TV le trasmissioni politiche, ma che hanno paura e notano il fatto “strano” che da un po' di tempo a questa parte le chiese sono presidiate e le piazze circondate da barriere di cemento.
Una cosa che gli pseudo intellettuali amanti delle statistiche non vedono è che è proprio questa percezione veritiera del reale ad influenzare le statistiche e a spiegare certi dati apparentemente rassicuranti.
La gente vede che la situazione peggiora e si comporta di conseguenza. Esce meno di casa, munisce gli appartamenti di nuove serrature, porte blindate o allarmi elettronici. Le ragazze non girano da sole dopo una certa ora, si prende meno il treno o il metrò, i bambini escono solo accompagnati e tutto questo provoca una moderata contrazione dei reati. Succede per la criminalità qualcosa di simile a quello che succede per il terrosismo. Si ha la percezione del pericolo terrorista, si prendono contromisure e questo attenua la portata del fenomeno. Per il proggressista con le statistiche alla mano tutto questo però dimostrerebbe che "la percezione è sbagliata". Patetico.
Le persone normali non sbagliano quando percepiscono il deteriorarsi della sicurezza. Per convincersi delle loro ragioni non occorrono statistiche, basta vivere. VIVERE la vita reale, qualcosa che i pseudo intellettuali “progressisti” disprezzano profondamente.
Preferiscono i numeri (torturati) e le statistiche (taroccate).