lunedì 28 maggio 2018

LA CRISI


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Molti ricordano, in queste ore convulse, che già in passato il presidente della repubblica non aveva accettato alcuni ministri proposti dal presidente del consiglio incaricato. E' vero, ma non si trattava in quei casi di veti di carattere politico. Ad essere in discussione era lo spessore di certi personaggi, la loro credibilità ed adeguatezza a coprire certe cariche, la presenza di procedimenti penali a loro carico. In tutto questo la politica entrava, ovviamente, ma solo, per così dire, in maniera trasversale, indiretta. Nel caso di Savona NO. Il suo nominativo è stato respinto in base a motivazioni chiaramente, esplicitamente politiche, provenienti, forse, dall'estero. Savona è stato rifiutato per le posizioni da lui assunte in passato sull'euro, giudicate inaccettabili. Ma... ma anche Salvini ha fatto spesso e volentieri dichiarazioni euroscettiche, la Lega nel suo insieme ha assunto posizioni fortemente euroscettiche. Ragionando come certi fans  del presidente Mattarella si dovrebbe arrivare alla conclusione che uomini della lega non possono far parte del governo, anzi, che la lega non ha diritto di governare, MAI. Non lo avrebbe anche se ottenesse il 90% dei voti. Tutto questo è, anche lontanamente, compatibile coi principi di una democrazia liberale? Direi propri di no. Anche i più innamorati dell'euro ammettono, credo, che la moneta Europea non rappresenta Dio in terra. Un tempo l'Italia aveva la lira, la ha abbandonata per entrare nell'euro, quindi si può cambiare moneta senza per questo essere accusati di blasfemia e bruciati sulla pubblica piazza. Abbandonare l'euro sarebbe un errore, una catastrofe, provocherebbe la fine del mondo? Forse, ma il punto non è questo. Il punto è: se ne può discutere o si tratta di un argomento tabù? Chi si permette di dubitare della magnificenza dell'Euro conserva i diritti politici o diventa politicamente un paria? Tutto qui.

Che le motivazioni di Mattarella siano interamente politiche lo ha in fondo confermato lo stesso presidente nel suo messaggio di ieri alla nazione. Fra le varie altre cose il presidente ha detto infatti che respingendo Savona si è posto l'obiettivo di tutelare i risparmi degli italiani. Tutelare i risparmi degli italiani è un nobile obiettivo, ma è per intero un obiettivo POLITICO. Stabilire in che modo tutelare questi risparmi è una scelta politica. Competono al capo dello stato simili scelte? Può porsi simili obiettivi? Fanno parte delle prerogative che la costituzione gli assegna?
L'articolo 87 della costituzione stabilisce quali sono le prerogative del capo dello stato:

Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale.
Può inviare messaggi alle Camere
Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione
Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo .
Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti
Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.
Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato .
Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere
Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere
Presiede il Consiglio superiore della Magistratura.
Può concedere grazia e commutare le pene.
Conferisce le onorificenze della Repubblica

E' fin troppo chiaro: il capo dello stato non ha potere di indirizzo politico. Non può averlo proprio in quanto rappresenta l'unità nazionale. Chi dirige politicamente un paese non rappresenta l'unità nazionale precisamente perché compie scelte, mette in atto, nel rispetto delle minoranze e dei fondamentali diritti dei cittadini, la politica di una maggioranza, quindi di una parte, del paese.

La vicenda del contrasto Mattarella – lega, 5S pone anche un altro interrogativo. Il presidente della repubblica può, ovviamente, avanzare eccezioni sulla lista dei ministri, proporre modifiche, indicare nomi alternativi. Si solito se ne discute e si arriva ad una mediazione. Ma nel caso in cui questa mediazione si riveli impossibile, a chi spetta l'ultima parola? I militanti del PD non hanno dubbi, meglio, non li hanno oggi, visto che al colle siede un presidente da loro scelto. Quando era presidente Francesco Cossiga l'allora PCI non esitò a scatenare contro il capo dello stato una incredibile campagna diffamatoria, con tanto di cortei e cartelli “Kossiga vattene” esposti in strade e piazze. Dicevo, i miltanti del PD non hanno dubbi: in caso di contrasto insanabile l'ultima parola spetterebbe al capo dello stato. Ma, se così fosse, si potrebbe allegramente rinunciare alla farsa delle consultazioni: il governo lo potrebbe fare il presidente della repubblica, punto e basta, forse si potrebbe anche rinunciare a quella cosa dispendiosa che sono le elezioni. I fans di Mattarella dimenticano una cosa elementare: il governo che esce dal lavoro congiunto di capo dello stato e presidente incaricato deve ottenere la fiducia delle camere. Se il capo dello stato, cui per alcuni spetterebbe l'ultima parola, imponesse i suoi nomi il governo NON avrebbe la fiducia ed il paese resterebbe ingovernabile a tempo indeterminato. Sarebbe una situazione costituzionalmente normale? Mi sembra lecito dubitarne.

Ieri era possibile la formazione di un nuovo governo, buono o cattivo che fosse (personalmente lo ritenevo assai più cattivo che buono, ma questo conta poco). Il capo dello stato ha impedito che questo governo si formasse e pare voglia mandare alle camere un governo che non avrebbe, salvo incredibili sorprese, alcuna possibilità di ottenere la fiducia. Mattarella ha preferito, pare, un governo privo della maggioranza ad uno che la maggioranza la aveva. In questo modo il paese precipita in una crisi verticale destinata ad influenzare pesantemente la borsa ed i mercati. Il tutto in nome della “difesa dei risparmi”. Con tutta la buona volontà del mondo è' molto difficile, a mio parere, difendere una scelta simile.

5 commenti:

  1. Insomma, comanderà una minoranza-maggioranza (il PD).

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  2. Avevo letto un testo di diritto costituzionale all' epoca del referendum; a mio avviso è chiaro come il sole che il pdr non può porre veti al pdc in merito ai ministri, se non come suggerimento. E così è sempre stato prima del PD al governo. Comunque una cosa mi ha insegnato il judo: una posizione di forza rigida e senza basi finisce per diventare una posizione di debolezza. A volte cedere significa accompagnare alla sconfitta l' avversario e vincere. Se Mozzarella avesse voluto logorare un esecutivo debole ( perchè quelli sono i numeri ) avrebbe potuto farlo in cento modi cucinandoli a fuoco lento con i poteri che gli competono . Ha scelto invece la strategia da Renzi dell' autocrazia del picchio qui ed ora. Il risultato della sua insipienza politica ( negando prima a Salvini e Di Maio l' incarico al governo e poi con la bestialità di ieri ) è che gli euroscettici andranno uniti alle elezioni asfaltando i vecchi partiti , con una maggioranza tale da poter fare le riforme costituzionali e aggirare presidenti della repubblica, corti costituzionali e tutti gli altri ruoli politici in mano ancora ai vecchi partiti. Oltretutto ormai sono saltati i tappi e sono certo che , quando si insedierà un nuovo governo, fioccheranno le vendette su giornali , giornalisti e giornalai e saranno feroci; non ci sarà spazio per l' opposizione nei vari consigli di amministrazione o altro. Insomma con questa vigliaccata di Mattarella parte una guerra civile istituzionale che il PD e Fi sono destinati a perdere malamente , ma c'è da dire che la bastonata se la sono cercata con tutte le loro forze.

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  3. Comunque in queste settimane ho cambiato idea su Di Maio. Intendiamoci non è certo diventato Giolitti , basti vedere la domanda di impeachment che si sa benissimo che non porterà a nulla. Però ha avuto per lo meno il coraggio di trovare un' accordo ragionevole e di provarci e a mio avviso questo è già tanto e dimostra una onestà intellettuale che ormai è sempre più raro trovare.

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  4. Soprattutto, un governo senza maggioranza come governa? A colpi di decreto legge generosamente firmati e rinnovati dopo 60 giorni dal presidente/re? Quanto vorranno tirare la coperta della cosiddetta ordinaria amministrazione?

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