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martedì 17 novembre 2015

CATTIVA FANTASCIENZA

Gennaio 1941, la Germania è padrona d'Europa. Ha sconfitto Polonia, Danimarca, Francia. Stalin è ancora in ottimi rapporti con Hitler e si guarda bene dal disturbarlo. Gli Stati Uniti non vogliono saperne di entrare in guerra, solo la Gran Bretagna resiste ancora.
Dalle spiagge della Normandia iniziano a partire grandi barconi diretti verso la Gran Bretagna. Gli inglesi sono perplessi, ma generosi. Si tratta di profughi in fuga dal nazismo dicono molti di loro, dobbiamo accoglierli.
Però c'è qualcosa di poco chiaro. Le autorità tedesche in Francia non fanno nulla per frenare l'esodo verso la Gran Bretagna, al contrario, sembrano agevolarlo. I barconi pieni di profughi partono sotto lo sguardo benevolo di alti ufficiali delle SS. Fra i fuggiaschi ci sono alcuni ebrei, qualche intellettuale, militanti di partiti democratici, ma ci sono anche moltissimi tedeschi che sbarcano in Inghilterra gridando: “Heil Hitler” e salutando col braccio teso gli stupefatti agenti di polizia britannici.
A Londra e nelle principali città del Regno Unito la popolazione degli immigrati aumenta a vista d'occhio. Non si accontentano di essere stati accolti, vogliono che vengano rispettate le loro peculiarità culturali. Criticano gli Inglesi, li trovano terribilmente arroganti ed anti tedeschi. Nei centri di accoglienza si lamentano per il vitto. “Continuate a farci mangiare pesce fritto con contorno di patatine fritte” dicono, “ma noi non siamo abituati a mangiare roba simile. Vogliamo crauti e salsicce”. Alcuni britannici reagiscono con veemenza a tali pretese. Ci sono momenti di tensione, qua e la nascono tafferugli.
Ma i britannici non dimenticano la loro storia fatta di tolleranza. Le autorità vogliono frenare l'esplosione di sentimenti ostili ai profughi, e lo fanno, senza esitazione alcuna.
Nel codice penale britannico viene inserito un nuovo reato: “incitamento all'odio anti tedesco” ed una nuova parola sorge come per incanto. La radio britannica non fa che ripeterla: “germanofobia”.
Chi accusa gli immigrati, che ora vengono definiti “migranti”, di essere complici dei nazisti fa il gioco di Hitler, si sente ripetere fino alla noia nelle trasmissioni radio britanniche. “I migranti sono nostri amici, arricchiscono la nostra cultura. I veri nemici della Gran Bretagna sono quelli che vorrebbero bloccare il flusso di ingressi nel paese”.

In realtà il flusso non si blocca per niente, al contrario, diventa tutti i giorni più massiccio. Malgrado attraversi uno dei momenti peggiori della sua storia la Gran Bretagna trova le risorse per dare ai profughi una accoglienza dignitosa. E sorgono nuovi problemi. In una scuola alla periferia di Londra si volevano accompagnare i bambini ad assistere alla rappresentazione di una tragedia di Shakespeare. I genitori di alcuni studenti tedeschi si sono ribellati. “Ci volete imporre i vostri modelli culturali” hanno gridato, “noi non vogliamo che i nostri figli assistano alle rappresentazioni di un super nazionalista britannico”. E in una università un gruppo di studenti di origine tedesca contesta le lezioni dedicate a Spinoza. “Si tratta di un filosofo ebreo, nemico della nostra cultura” dicono indignati.
Intanto la guerra continua. Aerei inglesi bombardano alcune città tedesche, causando numerose vittime, anche fra i civili. Gli immigrati reagiscono con rabbia, ci sono manifestazioni, proteste, scontri con la polizia. Un brutto giorno accade un fatto tragico. In una strada di Londra un giovane di origini tedesche si mette a sparare all'impazzata sulla folla, uccide 18 persone prima di essere ucciso a sua volta. La popolazione britannica reagisce con rabbia. “mandiamo a casa loro queste canaglie” urlano i più nel corso di manifestazioni spontanee. “Blocchiamo gli sbarchi dei clandestini”, aggiungono altri.
Ma le autorità britanniche non intendono cedere ad alcuna deriva sciovinista. “Quel giovane assassino non rappresenta i migranti” dicono, “il suo è stato un atto criminale isolato”.

Un atto criminale isolato che però ha scosso il mondo intellettuale inglese. Qualche acutissima mente inizia a porsi domande fondamentali, che mettono in discussione nella sua globalità la politica britannica. “Noi continuiamo a dire di voler distruggere il nazismo, lo definiamo una dottrina aberrante, ma è proprio così che stanno le cose? In fondo il nazismo ha radici nella storia tedesca, criminalizzarlo non equivale e criminalizzare i profughi che abbiamo accolto?”
Quando queste parole di Daniel Fa, noto drammaturgo, vengono pubblicate da una prestigiosa rivista britannica si apre un dibattito che coinvolge le migliori teste del Regno Unito. Molti le criticano, altri le sostengono ed accusano i critici di essere affetti da “sciovinismo e xenofobia”. La magistratura inglese intanto apre un fascicolo a carico di una nota intellettuale di Cambridge, Orienne Fallaci, di origine francese; è sospettata di “germanofobia”.
Poi, dagli stati Uniti un eminente filosofo inglese, profondo conoscitore di Heidegger, John Vahttim, rompe gli indugi: “dobbiamo dirlo una volta per tutte” scrive su una famosa rivista di filosofia, “non si può considerare il nazismo come una filosofia criminale, così facendo rendiamo impossibile, tra le altre cose, une effettiva integrazione dei migranti nella società britannica. Certo, esistono nel nazismo aspetti aberranti, ma aspetti aberranti esistono in tutte le filosofie politiche. Correttamente interpretato il nazismo è una filosofia di pace”.
L'esempio di Vatthim è seguito da altri. “Stiamo combattendo da anni”, dice un noto pacifista, “con che risultati?” Un altro aggiunge: “che senso ha fare la guerra a cento milioni di tedeschi? Combattere la prima potenza economica e militare del mondo? Dobbiamo trasformare il nemico in interlocutore”. La pubblica opinione britannica è confusa.
Infine un eminente giornalista italiano emigrato in Gran Bretagna nel 1940, Giuliano Chiesetta, pubblica sul “Time” un articolo bomba. “Abbiamo sempre dato per scontato che le responsabilità della guerra siano tedesche”, afferma, “le cose stanno ben diversamente. Non è vero che è stata la Germania ad invadere la Polonia, la Germania si è limitata a reagire ad un tentativo di aggressione da parte della Polonia. La guerra che stiamo combattendo è stata originata da un diabolico complotto".
Lo scandalo è enorme, i dibattiti infuocati, lo sconcerto fra la pubblica opinione al massimo. Dagli Stati Uniti John Vahttim rincara la dose: “i danni che i nostri bombardamenti causano alla Germania sono molto più alti che quelli che i bombardamenti tedeschi causano a noi. I caduti tedeschi sono più numerosi di quelli inglesi. Basta col terrorismo psicologico, con le demonizzazioni dei nostri fratelli tedeschi. Le bombe di Hitler sono poco più che armi giocattolo”.

Intanto Hitler decide di rompere gli indugi. Una grande flotta tedesca si appresta ad invadere la Gran Bretagna. L'isola è scossa da grandi manifestazioni pacifiste. I migranti tedeschi marciano per le vie di Londra in prima fila, a braccetto dei pacifisti inglesi. La pubblica opinione preme sul governo affinché cessi l'inutile massacro.
Alla fine del 1941 si aprono in gran segreto le trattative fra il governo tedesco e quello britannico. Nel marzo del 1942 la Gran Bretagna dichiara la resa. La pace ha vinto!

Fantascienza vero? Si, cattiva fantascienza. Ma ricorda, mutatis mutandis, quanto avviene in Europa, da un giorno lontano: l'undici settembre 2001.

3 commenti:

  1. Grazie, ma si tratta solo di buon senso, quello che manca a tanta gente, purtroppo... :-(

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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