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giovedì 6 ottobre 2016

DI COSA POSSIAMO DISCUTERE LIBERAMENTE IN ITALIA?

In Italia esiste pluralismo, libertà di discussione, informazione almeno un po' imparziale e pluralista? Dipende dagli argomenti che si trattano. Questi possono essere, grosso modo, divisi in tre categorie.

La prima categoria riguarda argomenti su cui la discussione è relativamente libera e l'informazione non è completamente a senso unico.
La signora Raggi si sta comportando bene o male? Val la pena di aiutare certe banche in difficoltà? Hanno ragione i fautori del SI o quelli del NO per il referendum istituzionale di Dicembre? L'economia va bene o va male? Su queste cose la discussione è ancora abbastanza libera, per lo meno, su simili argomenti è ancora possibile ascoltare punti di vista contrastanti.

La seconda categoria è costituita da argomenti su cui esiste una (molto) relativa libertà di discussione ed una informazione non completamente faziosa, a condizione che ci si limiti a discutere certi problemi senza risalire alle loro cause ed al loro fondamento.
Un esempio lampante è l'Europa. Si può discutere sulla “flessibilità” o sulle esternazioni della signora Merkel, ma non si può, non si deve assolutamente mettere in discussione la UE. La UE è fattore di pace, giustizia, progresso sociale, civile e culturale, sviluppo. Se qualcuno non la pensa così è uno sciovinista reazionario, un provinciale ignorante, un vecchio rincoglionito cui andrebbe tolto il diritto di voto. L'atteggiamento tenuto dai media in occasione della “brexit” è sintomatico. I favorevoli alla brexit sono stati presentati come dei barbari fautori di un folle ritorno al medio evo. Non una sola parola è stata spesa dai vari commentatori per cercare di esporre con un minimo di imparzialità al popolo bue le loro tesi, giuste o sbagliate che fossero. Gli esempi potrebbero moltiplicarsi.

La terza categoria è data da quegli argomenti su cui nessuna discussione è possibile e su cui i media propagandano continuamente, in maniera martellante, ossessiva gli stessi triti e ritriti luoghi comuni.
L'Islam è una religione di pace, con cui il terrorismo non ha nulla a che vedere. I terroristi sono finti islamici, nemici del “vero” islam, che è tanto buono e pacifico. Non esiste alcun legame fra migrazioni e terrorismo. Dietro al terrore ci sono i mercanti di morte ed il “Dio denaro”. I migranti sono una preziosa risorsa, in ogni caso abbiamo l'obbligo etico di accoglierli. L'integrazione è sempre possibile, basta che noi la vogliamo. Quelli che vengono spacciati per atti di terrorismo sono spesso gesti isolati di disturbati mentali. Se Israele la smettesse di opprimere i poveri palestinesi il terrorismo cesserebbe. Bisogna costruire ponti e non muri, eccetera eccetera.
Su cose di questo genere non si può, non si DEVE discutere. Chi non crede che l'Islam sia una “religione di pace” è un islamofobo intollerante. Chi avanza dubbi sulla accoglienza senza regole è, con tutta evidenza, uno sporco “razzista, chi non crede ai “disturbati mentali” e si chiede sommessamente come mai ci siano tanti “disturbati” fra i musulmani è uno xenofobo reazionario.
Se c'è di mezzo l'Islam, e le migrazioni, e il terrorismo la propaganda di regime diventa oppressiva, non lascia spazio alcuno al dubbio. I vari TG ripetono di continuo le stesse formulette, senza neppure curarsi di renderle non contraddittorie fra loro. Prima dicono che i migranti sono una preziosa “risorsa” e cinque minuti dopo affermano che i vari paesi europei devono “abbandonare l'egoismo e farsene carico”, senza pensare che degli egoisti sarebbero ben felici di “farsi carico” di “preziose risorse”. Prima parlano di “disturbati mentali”, un minuto dopo cinguettano che quel certo“disturbato” si è “radicalizzato” perché, poverino, viveva in un orribile ghetto, lo stesso che un mese prima era orgogliosamente presentato come un “modello di integrazione”. Coerenza, serietà, decenza, vanno letteralmente a farsi fottere quando ci sono di mezzo i nostri fratelli.

Non val la pena di spendere altre parole. Basta ricordare che gli argomenti su cui si può discutere liberamente sono di gran lunga i meno importanti. L'operato di Virginia Raggi, il direttorio dei cinque stelle, lo stesso referendum istituzionale sono poca cosa di fronte alla guerra che il fondamentalismo islamico ha dichiarato a se stesso e all'occidente, o di fronte all'impatto del nostro continente con milioni di potenziali, e non solo potenziali, migranti.
Sulle cose davvero importanti, decisive, si deve tacere ed ascoltare solo una voce, dolce ed insinuante certe volte, perentoria se non minacciosa altre. Fino al giorno incui l'unica voce che potremo ascoltare, noi come i servi sciocchi del regime politicamente corretto, sarà quello del Califfo Abu Bakr Al Baghdadi.

1 commento:

  1. Il problema di questi punti è che anche la gente comune ne è d'accordo. Su Facebook e altri blog trovi commenti di comuni mortali in favore delle tre cose.
    Purtroppo è proprio vero quando si dice che il dittatore regge perchè la gente è per lo più d'accordo.

    Ma a me pare (leggewndo in giro) che mentalità e censure analoghe le ritrovi un pò ovunque. Senti tedeschi e francesi dire le esatte stesse cose, quindi non credo sia un problema italiano, ma per lo più europeo.

    I ghetti sono stati costruiti dagli stessi musulmani, non è certo colpa nostra. anni fa in Norvegia, i boss del del ghetto di Oslo 'Grønland' (originariamente frequentato dai gay, che poi sono scappati all'arrivo dei musulmani) avevano richiesto al governo norvegese di farne una 'palestina', una 'striscetta di Gaza', uno statarello indipendente all'interno del paese dove potevano esercitare la shariah liberamente. Sono loro che si isolano volontariamente, non certo di noi 'i brutti e cattivi christiani bianchi (perchè magicamente la donna bionda con gli occhi azzurri che si converte all'islam, diventa nera o bianca all'occorrenza, dipende da cosa va bene per accusare l'antislamico di razzismo)

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