NON SI DEVE ODIARE.
Lo ripetono fino alla noia. E fanno anche leggi in proposito. Viene punito “l'incitamento all'odio”, e se in rete qualcuno scrive frasi che sembrano esprimere odio nei confronti di qualcun altro subito queste vengono censurate. E guai se in un quotidiano compare qualche titolo che può essere interpretato come ispirato dall'odio. Il direttore di tale giornale rischia la radiazione dall'ordine dei giornalisti
In realtà ad essere censurate non sono le frasi, o i titoli, da cui emerge un generico odio. Ad essere particolarmente preso di mira è l'odio, vero o presunto, verso ciò che non è, o non viene considerato, occidentale. Stranezze.
Ma questo in fondo è solo un dettaglio. Veniamo alla sostanza.
Gli angioletti che amano tutto e tutti dovrebbero rispondere a tre semplicissime domande.
PRIMA DOMANDA. E' possibile obbligare qualcuno a non odiare, addirittura ad amare qualcun altro?
E' un bel quesito, mi pare. Cercare di obbligarmi a non odiare, o addirittura ad amare Tizio è un po' come cercare di costringermi a vedere “rossa” una macchia che vedo “verde”. Mi si può convincere che la macchia è “davvero” rossa, ma malgrado tutto io continuo a vederla “verde”. E continuo a vederla verde anche se sono sottoposto a torture o minacce. Certo, in questo caso potrò dire: “è rossa”, ma continuerò a vederla verde. Nessun ragionamento, nessuna minaccia e nessuna costrizione possono far si che io provi una sensazione che non provo. Fino a che io provo X nulla può impedirmi di provarlo. E quello che vale per le sensazioni fisiche vale per i sentimenti. Posso anche essere razionalmente convinto che è male odiare Tizio, ma continuo ad odiarlo. Forse conoscendo meglio Tizio potrò cessare di odiarlo, magari inizierò anche ad amarlo, ma qui si tratta della modifica di un sentimento. Provavo un certo sentimento e questo si è modificato, esattamente come vedevo un certo colore e un po' di tempo dopo, in una situazione di diversa luminosità, ne vedo un altro. Ciò non toglie che finché provo quel sentimento, o vedo quel colore, nulla, ma proprio nulla, può far si che provi un sentimento, o veda un colore diverso.
SECONDA DOMANDA. E' giusto non odiare mai nessuno? Addirittura amare sempre chiunque?
Le vittime condotte al macello hanno o non hanno il diritto di odiare i loro aguzzini? O sono moralmente obbligate ad amarli? Era o non era naturale, umano, GIUSTO che gli ebrei ammassati nella camere a gas odiassero i boia delle SS? I contadini chiusi nei vagoni piombati e mandati a morir di freddo in Siberia commettevano forse un grave peccato se odiavano Stalin ed i suoi scherani? E' lecito che la madre di un bambino ucciso in un attentato suicida odi il fanatico criminale che si è fatto esplodere per uccidere un po' di “infedeli”?
Esattamente come è umano, naturale, GIUSTO amare chi compie opere benefiche è giusto, naturale, umano odiare chi commette atti malvagi. Eliminare l'odio nei confronti dei malvagi è come eliminare l'amore verso chi è davvero buono. Non detestare il male è in fondo come non apprezzare il bene. Amare tutti equivale a mettere tutti sullo stesso piano, vittime e carnefici, oppressori ed oppressi, assassinati ed assassini. L'amore generalizzato, o il generalizzato rifiuto dell'odio, eguaglia tutto, e distrugge ogni differenza fra bene e male. L'esatto contrario dell'etica.
TERZA DOMANDA. E' logicamente coerente non odiare mai nessuno e amare tutti?
Se davvero non si deve mai odiare nessuno, o addirittura si devono amare tutti, odiare è cosa malvagia. Questo pone chi incita a non odiare mai e ad amare sempre di fronte ad un problema non da poco: che atteggiamento deve prendere nei confronti di quella cosa malvagia che è l'odio? L'odio va amato oppure odiato? Se lo si ama lo si accetta in quanto odio, se lo si odia lo si condivide, almeno in un caso. Chi incita a non odiare mai cade in una evidente aporia: deve odiare l'odio o deve amarlo, trasformandolo in questo modo in cosa buona. In entrambi i casi è in contraddizione con se stesso.
Da qualsiasi punto di vista si consideri la cosa il rifiuto totale, generalizzato di ogni forma di odio è insostenibile.
Da un punto di vista logico questo rifiuto è chiaramente aporetico. Dal punto di vista normativo è contrario a qualsiasi principio etico perché ogni tipo di etica si basa sulla distinzione nettissima fra bene e male, e sulla contrapposizione dei sentimenti che a bene e male sono collegati. Dal punto di vista empirico infine qualsiasi tentativo di costringere qualcuno a non odiare è semplicemente impossibile.
Tutti i discorsi grondanti bontà si basano in ultima analisi su slogan e dichiarazioni insincere di buone intenzioni.
L'occidentale politicamente corretto strilla contro l'odio e chiede generalizzato amore nel momento stesso in cui odia la propria civiltà ed ama teneramente i suoi nemici.
Un copione già visto e rivisto, innumerevoli volte.
Lo ripetono fino alla noia. E fanno anche leggi in proposito. Viene punito “l'incitamento all'odio”, e se in rete qualcuno scrive frasi che sembrano esprimere odio nei confronti di qualcun altro subito queste vengono censurate. E guai se in un quotidiano compare qualche titolo che può essere interpretato come ispirato dall'odio. Il direttore di tale giornale rischia la radiazione dall'ordine dei giornalisti
In realtà ad essere censurate non sono le frasi, o i titoli, da cui emerge un generico odio. Ad essere particolarmente preso di mira è l'odio, vero o presunto, verso ciò che non è, o non viene considerato, occidentale. Stranezze.
Ma questo in fondo è solo un dettaglio. Veniamo alla sostanza.
Gli angioletti che amano tutto e tutti dovrebbero rispondere a tre semplicissime domande.
PRIMA DOMANDA. E' possibile obbligare qualcuno a non odiare, addirittura ad amare qualcun altro?
E' un bel quesito, mi pare. Cercare di obbligarmi a non odiare, o addirittura ad amare Tizio è un po' come cercare di costringermi a vedere “rossa” una macchia che vedo “verde”. Mi si può convincere che la macchia è “davvero” rossa, ma malgrado tutto io continuo a vederla “verde”. E continuo a vederla verde anche se sono sottoposto a torture o minacce. Certo, in questo caso potrò dire: “è rossa”, ma continuerò a vederla verde. Nessun ragionamento, nessuna minaccia e nessuna costrizione possono far si che io provi una sensazione che non provo. Fino a che io provo X nulla può impedirmi di provarlo. E quello che vale per le sensazioni fisiche vale per i sentimenti. Posso anche essere razionalmente convinto che è male odiare Tizio, ma continuo ad odiarlo. Forse conoscendo meglio Tizio potrò cessare di odiarlo, magari inizierò anche ad amarlo, ma qui si tratta della modifica di un sentimento. Provavo un certo sentimento e questo si è modificato, esattamente come vedevo un certo colore e un po' di tempo dopo, in una situazione di diversa luminosità, ne vedo un altro. Ciò non toglie che finché provo quel sentimento, o vedo quel colore, nulla, ma proprio nulla, può far si che provi un sentimento, o veda un colore diverso.
SECONDA DOMANDA. E' giusto non odiare mai nessuno? Addirittura amare sempre chiunque?
Le vittime condotte al macello hanno o non hanno il diritto di odiare i loro aguzzini? O sono moralmente obbligate ad amarli? Era o non era naturale, umano, GIUSTO che gli ebrei ammassati nella camere a gas odiassero i boia delle SS? I contadini chiusi nei vagoni piombati e mandati a morir di freddo in Siberia commettevano forse un grave peccato se odiavano Stalin ed i suoi scherani? E' lecito che la madre di un bambino ucciso in un attentato suicida odi il fanatico criminale che si è fatto esplodere per uccidere un po' di “infedeli”?
Esattamente come è umano, naturale, GIUSTO amare chi compie opere benefiche è giusto, naturale, umano odiare chi commette atti malvagi. Eliminare l'odio nei confronti dei malvagi è come eliminare l'amore verso chi è davvero buono. Non detestare il male è in fondo come non apprezzare il bene. Amare tutti equivale a mettere tutti sullo stesso piano, vittime e carnefici, oppressori ed oppressi, assassinati ed assassini. L'amore generalizzato, o il generalizzato rifiuto dell'odio, eguaglia tutto, e distrugge ogni differenza fra bene e male. L'esatto contrario dell'etica.
TERZA DOMANDA. E' logicamente coerente non odiare mai nessuno e amare tutti?
Se davvero non si deve mai odiare nessuno, o addirittura si devono amare tutti, odiare è cosa malvagia. Questo pone chi incita a non odiare mai e ad amare sempre di fronte ad un problema non da poco: che atteggiamento deve prendere nei confronti di quella cosa malvagia che è l'odio? L'odio va amato oppure odiato? Se lo si ama lo si accetta in quanto odio, se lo si odia lo si condivide, almeno in un caso. Chi incita a non odiare mai cade in una evidente aporia: deve odiare l'odio o deve amarlo, trasformandolo in questo modo in cosa buona. In entrambi i casi è in contraddizione con se stesso.
Da qualsiasi punto di vista si consideri la cosa il rifiuto totale, generalizzato di ogni forma di odio è insostenibile.
Da un punto di vista logico questo rifiuto è chiaramente aporetico. Dal punto di vista normativo è contrario a qualsiasi principio etico perché ogni tipo di etica si basa sulla distinzione nettissima fra bene e male, e sulla contrapposizione dei sentimenti che a bene e male sono collegati. Dal punto di vista empirico infine qualsiasi tentativo di costringere qualcuno a non odiare è semplicemente impossibile.
Tutti i discorsi grondanti bontà si basano in ultima analisi su slogan e dichiarazioni insincere di buone intenzioni.
L'occidentale politicamente corretto strilla contro l'odio e chiede generalizzato amore nel momento stesso in cui odia la propria civiltà ed ama teneramente i suoi nemici.
Un copione già visto e rivisto, innumerevoli volte.
infatti, proprio questi che cianciano di amore sono in realtà pieni di odio.
RispondiEliminaMa parlano di amore perché sono anche immensamente ipocriti.
Scrivo (per esempio) 'Lo shintoismo non mi piace'. Mi rispondono 'questione di gusti.
RispondiEliminaScrivo (per esempio, ma anche no) 'L'islam non mi piace'. Mi rispondono 'Rassista, xenofobba! Fassista! Nassista...' La lista è lunga.
Comunque hanno fatto un altro attentato. Stavolta in islamia (precisamente Iran), per colpire gli shiiti, che anche se innocenti non sono, non significa che l'attentato va giustificato, anzi (e comunque come sempre hanno colpito i civili. Mai si arrischierebbero di colpire i terroristi iraniani. Quelli dell'isis sono i classici vigliacchi, forti con i deboli, cagasotto con i loro simili).
Una volta con i muslims non avevo problemi. Ci parlavo tranquillamente, si parlava anche di religione. Poi, notando il loro silenzio dopo ogni attentato ho fatto delle ricerche. Nelle loro sedi (I loro siti, il forum italiano dedicato ai musulmani, il sito per iraniani che vivono in Italia, anche musulmani che vivono nei loro paesi ed esprimono i loro sentimenti più liberamente. Tra (soprattutto) apoligia alla shariah e lodi ad al Qaeda, senza contare i vari 'Però gli USA... Però Israele... Anche i cristiani nel medioevo...'
Ora con i musulmani ci parlo ancora. Di cose generali, (l'ultima riguardava la festa della liberazione), ma non mi fido più di loro. Penso che sia giusto mantenere toni civili, ma è anche DOVEROSO ostacolarli quando vogliono costruire le loro moschee (luogo di propaganda) ed imporre la shariah nei nostri paesi.
In nuova Zelanda l'unica moschea attiva potrebbe essere chiusa per istigazione al terrorismo.
E comunque anche i buonisti poverinisti che parlano d'amore odiano qualcuno: per esempio odiano Salvini, odiano la le Pen, odiano Wilders, Trump e tutti quelli di destra. Odiano anche quelli che hanno lasciato l'islam, come Ali Sina e Aiyan Hirsi Ali.
In Svezia si arriva al peggio del peggio, come il padre che sorride all'uomo che ha violentato sua figlia. E consapevole dell'accaduto.