“Aiutiamoli a casa loro”.
Fino a ieri chi lo diceva era subito accusato di “razzismo”. Oggi questa parola d'ordine è diventata, chissà perché, più accettabile. Aiutarli a casa loro? Se ne può parlare, si, si può fare, in fondo pare che in Italia tutta l'Africa non ci stia, con tutta la buona volontà di questo mondo.
Certo, qualcuno la interpreta a modo suo. Dobbiamo aiutarli a casa loro ed intanto continuare ad accogliere tutti, affermano prestigiosi esponenti della Curia. Altri ricordano al popolo bue che il futuro dell'Europa si decide in Africa, e sembrano sottintendere che fino a quando l'Africa non avrà raggiunto livelli di sviluppo e di benessere europei dovremo continuare con la politica della “accoglienza”. Una “accoglienza” equamente distribuita, generalizzata all'intera Europa. Noi facciamo entrare tutti e voi ve ne prendete un po': questo è il messaggio. Peccato che i vari paesi europei non ci sentano da questo orecchio.
Chiacchiere, scemenze.
Sarebbe ora di cominciare a considerare gli africani non eterni bambini da accogliere o mantenere vita natural durante, ma persone adulte e responsabili. Esseri umani capaci di fare ciò che tutti i popoli del mondo hanno fatto o stanno facendo: costruire in prima persona le basi del loro sviluppo economico e del loro benessere.
Aiutarli a casa loro va bene se l'aiuto è aiuto per lo sviluppo, se dietro agli aiuti ci sono patti chiari, impegni verificabili. I programmi vanno messi in atto, i prestiti restituiti, gli accordi rispettati.
L'Africa ha ricevuto montagne di sodi in aiuti vari. Gran parte di questi è finita nelle tasche, o nei conti all'estero, di elites corrotte, è servita a comprare consensi o è addirittura andata a finanziare terrorismo e guerre civili.
In Africa deve decidersi non il futuro dell'Europa a quello dell'Africa. E sono gli africani i primi responsabili del loro futuro. Ai “buoni” questo non piace. Per loro gli Africani sono sempre bravi, sempre innocenti. Noi dobbiamo farci carico di tutti i loro problemi, nostra è la responsabilità dei loro insuccessi e fallimenti. Gli africani come bambini insomma, peggio, come simpatici cagnolini da vezzeggiare ed accudire, a cui non si può mai imputare nulla.
Sono i “buoni” i veri razzisti. Ed il loro razzismo zuccheroso sta conducendo alla rovina il nostro martoriato paese. E probabilmente anche l'Africa.
Fino a ieri chi lo diceva era subito accusato di “razzismo”. Oggi questa parola d'ordine è diventata, chissà perché, più accettabile. Aiutarli a casa loro? Se ne può parlare, si, si può fare, in fondo pare che in Italia tutta l'Africa non ci stia, con tutta la buona volontà di questo mondo.
Certo, qualcuno la interpreta a modo suo. Dobbiamo aiutarli a casa loro ed intanto continuare ad accogliere tutti, affermano prestigiosi esponenti della Curia. Altri ricordano al popolo bue che il futuro dell'Europa si decide in Africa, e sembrano sottintendere che fino a quando l'Africa non avrà raggiunto livelli di sviluppo e di benessere europei dovremo continuare con la politica della “accoglienza”. Una “accoglienza” equamente distribuita, generalizzata all'intera Europa. Noi facciamo entrare tutti e voi ve ne prendete un po': questo è il messaggio. Peccato che i vari paesi europei non ci sentano da questo orecchio.
Chiacchiere, scemenze.
Sarebbe ora di cominciare a considerare gli africani non eterni bambini da accogliere o mantenere vita natural durante, ma persone adulte e responsabili. Esseri umani capaci di fare ciò che tutti i popoli del mondo hanno fatto o stanno facendo: costruire in prima persona le basi del loro sviluppo economico e del loro benessere.
Aiutarli a casa loro va bene se l'aiuto è aiuto per lo sviluppo, se dietro agli aiuti ci sono patti chiari, impegni verificabili. I programmi vanno messi in atto, i prestiti restituiti, gli accordi rispettati.
L'Africa ha ricevuto montagne di sodi in aiuti vari. Gran parte di questi è finita nelle tasche, o nei conti all'estero, di elites corrotte, è servita a comprare consensi o è addirittura andata a finanziare terrorismo e guerre civili.
In Africa deve decidersi non il futuro dell'Europa a quello dell'Africa. E sono gli africani i primi responsabili del loro futuro. Ai “buoni” questo non piace. Per loro gli Africani sono sempre bravi, sempre innocenti. Noi dobbiamo farci carico di tutti i loro problemi, nostra è la responsabilità dei loro insuccessi e fallimenti. Gli africani come bambini insomma, peggio, come simpatici cagnolini da vezzeggiare ed accudire, a cui non si può mai imputare nulla.
Sono i “buoni” i veri razzisti. Ed il loro razzismo zuccheroso sta conducendo alla rovina il nostro martoriato paese. E probabilmente anche l'Africa.
Io penso a questo. Noi europei ci siamo passati nella situazione africana. A quei tempi non c'erano paesi del primo mondo dove (andare a vivere a sbaf...) scappare. Abbiamo dovuto costruire. certo, ci sono state anche le colonie, ma c'è da dire che avevamo già i mezzi per permetterci delle conquiste così vaste (con questo non intendo giustificare, ma non si può negare che senza il nostro livello tecnologico di arrivare in India, in Africa o in America ce lo potevamo scordare).
RispondiEliminaQuesti giovani africani che arrivano sono i buontemponi che tanto lo sono qua quanto lo sono in Africa. In Africa ci sono persone che si sono fatti imprenditori, scommettendo sulleloro terre, grazie alle quali molte famiglie non muoiono di fame, e possono mangiare cibo genuino e controllato. In molti paesi africani le strade sono si rustiche, ma sono perfettamente pulite. Molti paesi africani sono decantati per l'organizzazione e l'efficenza, seppur nei limiti delle loro attuali possibilità. Gli aiuti che potremmo dare agli africani secondo me è investire nell'istruzione nei loro paesi, mandando giù di preferenza volontari neri. Perché per molti africani vi è la mentalità che il bianco è più capace perchè è bianco, e che non ha senso per un nero lavorare per ottenere. Così in tanti paesi si aspetta lo straniero bianco che porti cibo, soldi e cemento. Se invece i volontari sono neri, questi africani vedendo le capacità delle loro stesse genti, capiscono che anche loro possono lavorare per migliorare la loro condizione. E forse di recente si fa già qualcosa in questo senso, visto che nei recenti video dove si parla di beneficenza, medici e scienziati sono tutti neri, mentre quando ero bambina, in TV vedevo solo medici bianchi prendersi cura di bambini neri.
Penso che queste persone che vedono gli africani come eterni bambini sono persone che non ne hanno mai conosciuto uno, che si lasciano fuorviare dalle feste colorate con le danze che si fanno in Africa, oppure che hanno il cervello farcito di immagini di bambini neri, e questo ha storpiato l'istinto di protezione nei confronti del bambino includendo chiunque abbia la pelle nera.
Molte persone hanno difficoltà a parlare con un nero. Anche se questo nero è adottato fin da neonato da una famiglia europea, che parla solo l'italiano ed il dialetto, che tifa Juve e che vota Lega Nord, e che è cresciuto con mentalità occidentale. C'è sempre la paura di offenderli, di aspettarsi che i neri si sentono insicuri e diversi a causa del colore della loro pelle, anche se ai neri del colore della loro pelle non gliene frega niente.
Da adolescente mi piaceva immaginare un Africa con città pulitissime e palazzi scintillanti, con gente indaffarata. Villaggi con case sempre fatte a mo di capanne ma moderne, comfortevoli e sicure, e la cultura di base intatta. Invece l'africa sarà sempre un inferno del terzo mondo, e l'Europa sarà pari pari. Ed i buonisti saranno felici, poichè si dice 'il comunismo ama così tanto i poveri che ne crea di nuovi'.
1. La stragrande maggioranza dei cosiddetti migranti vengono da Paesi che hanno sotto il culo petrolio, oro, diamanti, coltan ecc. ecc.: perché dovremmo dare del nostro per aiutare loro?
RispondiElimina2. Secondo Dambisa Moyo, economista africana di altissimo livello, il motivo per cui in Africa si muore di fame sono i nostri aiuti: https://ilblogdibarbara.wordpress.com/2014/05/19/la-carita-che-uccide/
Quindi non si tratta di decidere se far venire qui i nigeriami o mandare i nostri soldi in Nigeria: si tratta di far stare i nigeriani in Nigeria e i soldi italiani in Italia. Per il bene di tutti, soprattutto dei nigeriani.