Inizialmente chi approdava sulle nostre coste proveniente dal nord Africa era un “clandestino”.
Poi è diventato un “migrante”.
Il termine “migrante” però è pericoloso: richiama a fenomeni storici quali le “migrazioni”. Trasferimenti di popoli da una parte all'altra del globo con conseguente colonizzazione delle terre di nuovo insediamento, sostituzione di popolazioni.
Il termine “migrante” è stato così sostituito dal termine “profugo”, cui si può alternare, a piacere, “richiedente asilo.” Chi arriva nel nostro paese sui barconi è un “profugo che fugge da guerre, fame e persecuzioni”. Qualcuno aggiunge anche i “mutamenti climatici”.
Poi i nostri amatissimi governanti iniziano a rendersi conto che i flussi migratori stanno assumendo dimensioni incontrollabili e cercano goffamente di mettere in atto qualche timida misura capace di rallentarli un po'.
Tanto basta perché i “profughi” diventino “vittime dei trafficanti di esseri umani”. La “fuga da guerre, fame e persecuzioni" diventa “traffico di esseri umani”.
Qualcuno però non è d'accordo. Scopre che i migranti ci pagano le pensioni e trasforma le “vittime dei trafficanti di esseri umani” in “preziose risorse”.
Ogni minima variazione della politica nei confronti dei migranti è accompagnata da modifiche linguistiche. Da “clandestini” a “migranti”, da “migranti” a “profughi”, da “profughi” a “vittime dei trafficanti di esseri umani”, da “vittime … eccetera” a “risorse”.
E i “giornalisti” dei media seguono in coro. Come un sol uomo, o una sola donna, cambiano le parole al cambiare di ogni brezza politica. Profughi, vittime … eccetera, risorse...
Senza fallo!
Bravi, applausi!!!
Diversamente autoctoni.
RispondiElimina(sul fatto che quelli siano senza fallo e senza annessi, non c'è ombra di dubbio)