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giovedì 7 gennaio 2016

COLONIA

La notte di San Silvestro a Colonia decine di nord africani hanno pesantemente molestato, in certi casi addirittura violentato, diverse donne. Questi i fatti. Ma, si sa, ormai in occidente i fatti contano poco. Così su questa notizia è calato un assordante silenzio. I media tedeschi hanno cercato sino all'ultimo di nascondere gli eventi o almeno la nazionalità dei molestatori. La verità è solo una convenzione, dicono tanti “intellettuali progressisti”, e nell'occidente politicamente corretto la convenzione dominante è, più o meno, la seguente: “i migranti sono tanto bravi, costituiscono una preziosa risorsa ed in ogni caso noi abbiamo il dovere di accoglierli”. Tutto ciò che non quadra con questa “convenzione” viene cancellato. Se la realtà non si adegua all'ideologia, tanto peggio per la realtà.
Perché rivelare la nazionalità dei molestatori, in fondo? Basta dire: "degni uomini hanno molestato delle donne". Dire di più alimenta il razzismo. Con un simile modo di ragionare non bisognava rivelare, a suo tempo,che nel paradiso dei lavoratori centinaia di miglia di lavoratori erano ridotto in una situazione di schiavitù, nei gulag. Dirlo avrebbe alimentato “l'anticomunismo viscerale”. Ed in effetti personaggi come Palmiro Togliatti, considerato da qualcuno uno dei padri della repubblica italiana, per anni ed anni negarono l'esistenza dei campi di lavoro forzato in URSS. La verità è solo una questione di convenzione...
No, rivelare la nazionalità dei molestatori non serve ad alimentare il razzismo, serve invece a verificare se sono vere o meno le rassicuranti scemenze che i media ci propinano ogni giorno sulle “migrazioni”. Ogni persona di buon senso, di fronte ad eventi come quello di Colonia dovrebbe chiedersi: “una immigrazione incontrollata è o non è destinata a moltiplicare simili brutture?”. Ma gli occidentali “buoni” non si pongono simili, fastidiose domande. Né se le pongono le femministe starnazzanti, quelle del “se non ora quando?” o del “femminicidio”, della “deputata”, della “ministra” e della “presidenta”. Quando ci sono di mezzo i migranti le oche cassano di starnazzare.

Di fronte a fatti come quello di Colonia gli occidentali politicamente corretti assumono, spesso contemporaneamente, due diversi atteggiamenti. Il primo potremmo definirlo di estrema individualizzazione. “E' da razzisti”, dicono “sottolineare nazionalità, religione o colore della pelle di stupratori e molestatori. La responsabilità è sempre individuale, quindi occorre cercare i singoli responsabili di questi atti deplorevoli, giudicarli e, se colpevoli, condannarli, punto e basta”. Certo, giuridicamente la responsabilità è sempre individuale. Quando si tratta di appurare chi sia il responsabile di un certo crimine occorre cercare il singolo individuo che lo ha commesso, bella scoperta! Ma qui non sin tratta di scoprire i singoli responsabili di atti criminosi, ma di giudicare un fenomeno sociale: una immigrazione clandestina di dimensioni sempre più enormi. Questo fenomeno ha o non ha fra le sue varie conseguenze quella di creare aree di marginalità e di violenza sempre più estese?
Lo sanno tutti, la gran maggioranza dei “migranti” viene da culture che considerano la donna un essere inferiore. Le più “evolute” donne musulmane escono di casa velate, con addosso pesanti camicioni che le coprono sino alle caviglie. Altre sono immerse in sacchi neri che lasciano liberi solo gli occhi. Per la maggioranza dei “migranti” così si devono vestire le donne “per bene”. Le ragazze in jeans o minigonna sono per loro “puttane”, ed una “puttana” ha il dovere di concedersi ai maschi, se non lo fa... la si può costringere. L'immigrazione senza limiti e controlli mette sempre più a contatto ragazze con jeans attillati o minigonna e “migranti” che le considerano “puttane” e “adescatrici”. In una simile situazione è o non è ragionevole prevedere un fortissimo incremento dei casi di molestie e di stupro? Questa domanda dovrebbero porsi i “progressisti” politicamente corretti e le femministe. Non lo fanno. Fino a ieri la sinistra si caratterizzava per dare spiegazioni sociali per ogni volo di mosca. C'è un incidente sul lavoro? La colpa è del “capitalismo”. Un marito picchia sua moglie? Colpa della cultura fallocratica dominante. C'è un incidente stradale? E' conseguenza di un “modello di sviluppo” che privilegia la motorizzazione privata... si potrebbe continuare. Per tutto ci sono spiegazioni socio economiche e culturali, anche quando queste appaiono leggermente ridicole, o diventano un alibi per non appurare le responsabilità individuali. Quando però ci sono di mezzo i “migranti” tutto si riduce al singolo. Solo di lui si deve parlare, tutto il resto è “sciovinismo” e “razzismo”. Alì, Abdul e Jasser hanno violentato delle ragazze? Guai a trarre conclusioni generali da simili fatti! Questi riguardano solo Alì, Abdul e Jasser. Un po' come se dopo la notte dei cristalli del novembre 1938 qualcuno avesse detto che il nazismo non c'entrava,: quello che era successo riguardava solo Franz, Helmut e Friedrich...

Accanto alla estrema individualizzazione gli occidentali "buoni" assumono, di fronte ad eventi come quello di Colonia, un atteggiamento che potremmo definire di estrema generalizzazione.
A Colonia gruppi di nord africani hanno molestato e violentato molte ragazze? La cosa è esecrabile, ma riguarda il maschilismo, il maschilismo in generale. Certo, esiste il maschilismo in generale, esistono, ovunque, atteggiamenti violenti e prevaricatori dei maschi nei confronti delle femmine; si tratta di qualcosa di profondo, che affonda le sue radici nello stesso mondo animale e che sarebbe sciocco negare. Ma assimilare fatti come quello di Colonia, e magari altri, come le lapidazioni delle adultere, la poligamia o l'infibulazione, ad un generico “maschilismo” è un po' come dire che la “pietà” di Michelangelo è un pezzo di marmo. La “pietà” è anche un pezzo di marmo, ma non è solo un pezzo di marmo. E' un pezzo di marmo con una sua specifica particolarità che ne fa un meraviglioso capolavoro. Le molestie di Colonia, come le lapidazioni, la poligamia e le infibulazioni, sono anche maschilismo, ma non sono solo quello. Sono una specifica forma di maschilismo egemone in una determinata cultura, con caratteristiche diverse dal maschilismo presente in altre culture. Da noi uno stupratore è considerato una canaglia anche dalla gran maggioranza degli uomini, nelle culture islamiche invece è la gran maggioranza delle donne ad approvare o giustificare chi violenta una ragazza in minigonna. Da noi nessuno pensa che una adultera debba essere punita, neppure con una multa, altrove molti, e molte, applaudono alla sua lapidazione. Non si tratta di differenze secondarie. Sono differenze essenziali. Nasconderle sotto la generica categoria del “maschilismo” significa non voler condannare stupratori e molestatori, non voler giudicare le società e le culture che li producono. E significa, soprattutto, non voler far nulla per difendere la nostra società e la nostra cultura dal degrado e dalla violenza di cui stupratori e molestatori sono espressione.
Così vanno le cose qui da noi, Purtroppo.

5 commenti:

  1. perfetto, piu' preciso e chiaro di cosi e' impossibile. Condivido in toto

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    1. Grazie. Fa piacere constatare che c'è gente che non accetta il pensiero, melio il NON pensiero, unico politicamente corretto.

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  2. La cosa che più mi sconcerta è che proprio quelle persone che si battono per l'emancipazione delle donne, che si battono per l'accettazione completa di ogni pretesa gay, ecc. poi abbracciano con convinzione le tesi medievali maschiliste e razziste di certe persone.
    Se uno trova da ridire qualcosa contro le quote rosa, per esempio, è un incivile retrogrado, ecc., ma poi gli sta bene che la donna sia umiliata con il burqa, lapidata se adultera, ecc. Insomma, da un eccesso all'altro, disinvoltamente.
    Qualcuno non gradisce il matrimonio gay, l'adozione di un bimbo da parte di genitori gay ? Strali scandalizzati contro di lui, da parte delle stesse persone che tacciono con allarmante complicità sulle esecuzioni dei gay in certi Paesi.
    Se non trovo giusto affidare un bambino ad una coppia gay, sono da condannare, mentre vanno bene quelli che i gay li buttano dai palazzi.
    Insomma le esagerazioni vanno bene, il buonsenso no.
    Secondo loro.

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  3. La boldrina ha definito quanto avvenuto a Colonia (e non solo a Colonia, per chi conosce il francese) "una mancanza di rispetto": serve dire altro?
    https://ilblogdibarbara.wordpress.com/

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