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mercoledì 22 giugno 2016

LA SCELTA DEL PONTEFICE

 

Lo dico sinceramente. Mi è capitato più di una volta di stupirmi per certe dichiarazioni di papa Francesco. Non posso, in tutta sincerità, pensare che un uomo come il sommo pontefice creda davvero che guerre e terrorismo siano la conseguenza del “mercato delle armi” o che davvero non capisca che l'immigrazione senza alcun limite e controllo metta a rischio la sopravvivenza stessa della nostra civiltà.
Certo, il papa è... il papa. Per lui parole di umana compassione, pietà, amore per il prossimo sono praticamente obbligatorie. Ma non necessariamente queste devono tradursi nella esaltazione di fenomeni la cui portata distruttiva è sotto gli occhi di tutti. Papa Benedetto aveva detto a chiare lettere che prima del diritto all'accoglienza viene quello a non dover emigrare. Parole molto significative che papa Francesco non si è mai neppure sognato di pronunciare. L'attuale pontefice, a differenza di chi lo ha preceduto, da un lato nega qualsiasi legame fra terrorismo ed Islam, dall'altro è impegnato in una autentica campagna mediatica perché tutti, ma proprio tutti siano accolti qui da noi. Il terrore è la conseguenza del “Dio denaro” e dei “mercanti di morte”, quanto ai “migranti”, prego, si accomodino. Se anche tutta l'Africa volesse trasferirsi in Europa, magari solo in Italia, noi non potremmo far altro che aprire accoglienti le braccia.

Come è possibile, ci si può chiedere, che un uomo del calibro del papa, sostenga posizioni tanto assurde? Il papa non è blogger tutto sommato.
Qualcuno ritiene che l'attuale pontefice sia una persona poco intelligente e molto poco istruita. Sbaglia, a mio modesto parere. Certo, Papa Francesco ama presentarsi come un “semplice”, ma si tratta, con tutta evidenza, di pose. Papa Bergoglio è un gesuita ed i gesuiti tutto potranno essere ma non persone ignoranti o poco acute. I gesuiti sono le truppe d'assalto della fede cattolica, autentici combattenti di Cristo, agguerriti, preparati. Certo, Papa Francesco non ha la cultura filosofica e teologica di papa Benedetto e neppure lo sguardo d'aquila di Giovanni Paolo secondo, ma considerarlo un “sempliciotto” è un errore madornale.
Bisogna avere il coraggio di ammetterlo: Papa Francesco mira, con perfetta consapevolezza e lucida coerenza a favorire la distruzione, o quanto meno la radicale, profonda, modifica della nostra civiltà. Non si limita a condannare, come precedenti pontefici, alcuni aspetti della civiltà occidentale inaccettabili per la Chiesa cattolica. Nel suo mirino c'è la civiltà occidentale in quanto tale, nella sua globalità.

Papa Francesco non ama l'occidente. Non lo ama non perché in esso esistono ancora sacche di povertà, ma, al contrario, per la sua opulenza, il suo benessere diffuso. Non critica l'occidente per le sue carenze, perché in occidente le libertà personali e la democrazia liberale non sono ancora compiutamente realizzate. Lo critica proprio perché è una civiltà che si basa sui diritti personali e la democrazia liberale. La civiltà occidentale è troppo prospera, troppo individualista, consumista, soprattutto troppo laica e secolarizzata per piacere a Papa Francesco. L'attuale pontefice considera un valore la povertà ed un disvalore la ricchezza, detesta il consumismo, preferisce i vincoli comunitari alla libertà individuale. Si sente a casa sua, lo ha ripetuto infinite volte, nelle baraccopoli ed a disagio nelle vie sfarzose delle grandi città. Come può non detestare l'occidente? Ed infatti lo detesta.
Inoltre papa Francesco ha capito benissimo che nella nostra civiltà lo spazio per la Chiesa cattolica è destinato a comprimersi sempre più. Nell'occidente laico e materialista c'è poco spazio per la fede. Lo avevano capito anche i suoi predecessori. Per questi tuttavia lo spazio ridotto riservato alla fede nella nostra civiltà rappresentava una sfida. Occorreva riconquistare l'occidente alla fede proprio per salvaguardare le grandi realizzazioni culturali della nostra civiltà. Papa Benedetto contrapponeva al relativismo dell'occidente contemporaneo i grandi valori che storicamente la civiltà occidentale aveva acquisito, e lo stesso faceva papa Wojtyla. La scelta consapevole di Papa Francesco è radicalmente diversa. Per lui la salvezza della Chiesa è, per intero, nel terzo mondo. Le masse del terzo mondo, la gran folla dei poveri non ancora corrotti dal consumismo, con la loro mentalità semi tribale, sono la speranza, l'unica speranza. Quindi dobbiamo accoglierli in casa nostra, senza limiti, tutti! In uno storico discorso papa Wojtyla incitò i fedeli a “spalancare le porte a Cristo”. Papa Bergoglio invita tutti a spalancare le porte ai “migranti”.

Ma la gran maggioranza delle masse del terzo mondo, specie dell'Africa, è costituita da musulmani, e questi non hanno alcuna intenzione di convivere alla pari con i cristiani. Nei paesi musulmani i cristiani sono, nel migliore dei casi, cittadini di serie B, nel peggiore devono subire persecuzioni e massacri.
Il massimo che un cristiano può aspettarsi nella società islamica è la condizione del “dhimmi”, letteralmente il “protetto”. La dhimmitudine è la condizione giuridica del non musulmano che vive in una società dominata dal diritto islamico. Nel mondo islamico un cristiano può praticare la sua fede solo a patto di pagare una tassa e, soprattutto, di accettare una condiziona sociale di permanente subalternità. Il cristiano può pregare il suo Dio, ma non cercare di convincere qualcuno a convertirsi alla sua fede, non a caso in tutto l'Islam la apostasia è un reato, spesso punito con la morte. Non può esibire in maniera ostentata i simboli sella sua fede e deve astenersi da comportamenti che i musulmani possano ritenere “offensivi”. Ovviamente non esiste reciprocità alcuna. La condizione del “dhimmi” è del resto sempre instabile. E' possibile che prevalgano fra i musulmani posizioni più radicali ed anche i pochi diritti di cui i “protetti” godono possano venir meno.
Favorendo ed incoraggiando la immigrazione senza limiti Papa Francesco mira consapevolmente a trasformare gli occidentali cristiani, meglio, gli occidentali tout court, in “dhimmi”. Il pontefice preferisce una Chiesa cristiana a sovranità limitata in una teocrazia islamica ad una Chiesa completamente libera in una società laica e secolarizzata. Meglio essere subalterni ad un'altra fede che liberi in un mondo in cui c'è sempre meno spazio per la fede, questa, a mio parere, la scelta consapevole, lucida di papa Francesco.
Ed è anche una scelta miope, perché, a parte ogni altra considerazione, non fa i conti fino in fondo col radicalismo islamico che in questo momento non è intenzionato a concedere agli infedeli neppure la degradante condizione dei “protetti”. I terroristi dell'Isis, e con loro quelli di Al Qaeda, Boko Haram, Hammas, talebani, fratelli musulmani e tanti altri non fanno prigionieri.

Bisogna rassegnarsi. La politica di papa Francesco non è determinata da scarsa cultura o da incapacità di comprendere ciò che accade nel mondo. Papa Francesco non è un “semplice”, un uomo troppo buono che sbaglia. E' un papa politico che porta aventi con coerenza e piena consapevolezza la sua politica. Certo, si tratta di una politica lucidamente suicida, destinata a fare a pezzi la nostra civiltà e con questa la Chiesa cattolica. E allora? Non è la prima volta che accadono simili fenomeni. Si può solo sperare che nella Chiesa ci siano forze capaci di opporsi alla deriva impostale da questo papa. Prima che sia troppo tardi, ammesso che non sia già troppo tardi.

6 commenti:

  1. Per diventare gesuita, mi ha spiegato una volta uno di loro, bisogna laurearsi in teologia e in almeno una facoltà laica (di solito la prescelta è giurisprudenza), studiare latino greco ebraico e sanscrito e quattro lingue moderne, frequentare il conservatorio e diplomarsi in almeno uno strumento. Ovviamente queste cose vanno fatte in contemporanea, altrimenti non ci arrivi neanche a novant'anni. Questo per dire che un gesuita tutto potrà essere, ma tardo e ignorante sicuramente no. Ovviamente il contrario di tardo non è necessariamente intelligente.

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  2. Da credente condivido il tuo pensiero e le tue preoccupazioni.

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  3. Le guerre si fanno anche con le pietre, e con i bastoni. Facevano così gli uomini della preistoria, fanno così le scimmie più intelligenti (gorilla, chimpanze, orango ecc).

    Il punto è che neppure le persone di cui racconta la Bibbia erano prive di senno come il papa. Facevano la carità, aiutavano i poveri, ma avevano il senno per non fare ciò che era fuori dalla loro portata.

    Non capisco come un pontefice, che deve conoscere abbastanza bene anche le altre religioni (Soprattutto quelle che hanno dei rappresentanti) possa difendere l'islam. Dovrebbe averlo letto il corano, e mi risulta che il corano sia piuttosto esplicito nei suo versetti.

    In parole povere il papa è un comunista e i comunisti, si sa, amano i poveri.
    Secondo me quando era piccolo era ricco. Solo chi non è mai stato povero sceglie il comunismo (vedi anche Che Guevara).

    La fede in Occidente c'è. Solo che al contrario dei nostri vicini di casa non c'interessa ostentarlo, perchè riteniamo la religione una scelta personale e ce la teniamo per noi.

    "Ma la gran maggioranza delle masse del terzo mondo, specie dell'Africa, è costituita da musulmani"
    Non è vero, l'africa subsariana è cristiana, il sudamerica è cristiano, altri paesi del terzo mondo sono buddhisti e induisti. Vero però che i musulmani sono i soli che migrano. Ai cristiani, ai buddhisti e agli induisti non interessa migrare se non c'è urgenza, e anche in quei casi, più della metà delle volte cercano di stare il più possibile vicino a casa.

    Ma il cristianesimo non è solo cattolicesimo. Cio sono i protestanti, gli ortodossi e tanti altri, e non sempre hanno il papa in simpatia.

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    1. l'africa subsariana è cristiana
      Sempre meno, man mano che l'invasione islamica avanza. E in Sudamerica l'islam si sta infiltrando e imponendo alla grande.

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    2. Non m'aspettavo in Sudamerica dove il cristianesimo è praticamente pubblico.

      Allora è proprio vero come ha detto uno studioso occidentale 'è roprio la violenza e la tracotanza presenti nell'islam ad attirare nuovi fedeli, perchè percepiscono queste cose come segno di una religione sicura di se.

      Un ex musulmano ha detto che l'islam funziona come il bullismo. Se lo pompi non solo sottomettendoti, ma anche con la propaganda nel mondo islamico, cresce. Ma se i muslim li schiacci in guerra, se nessuno dovesse filarsi l'islam al di fuori dei musulmani, perderebbe consensi anche all'interno della comunità islamica.

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  4. 2 problemi:
    1-Ho conosciuto qualche gesuita nel corso della mia vita e ne ho dedotto che essi sono un po' come tutti. Nel caso di papa Francesco, senza scomodare i paroloni, si può dire che egli non è ben fornito e quindi è semplicemente inadeguato al suo ruolo?
    2-"Si può solo sperare che nella Chiesa ci siano forze capaci di opporsi alla deriva impostale da questo papa. Prima che sia troppo tardi, ammesso che non sia già troppo tardi." Ecco, penso che sia già troppo tardi.Fuori tempo massimo.

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