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domenica 26 giugno 2016

MILIARDI IN FUMO?

“Tot miliardi di euro andati in fumo in borsa”. Lo si sente ripeter spesso dagli “esperti” e in questi giorni di post brexit lo si sentirà ripetere ancora più spesso.
Ma, ha senso dire che le variazioni di borsa distruggono, o creano ricchezza?
Nel 1600 ci fu in Olanda, ormai è abbastanza noto, la famosa crisi dei tulipani. Il prezzo dei tulipani saliva precipitosamente e molti iniziarono a speculare. Compravano tulipani con l'intenzione di rivenderli ad un prezzo più alto. Per un po' le cose andarono bene, poi ci fu l'inevitabile crollo dei prezzi ed un bel po' di gente rimase, come suol dirsi, col cerino acceso in mano, ed in tasca un sacco di soldi in meno.
Qualcuno può pensare che mentre il prezzo dei tulipani saliva si stava creando nuova ricchezza e quando invece ci fu il crollo venne distrutta ricchezza? No, ovviamente. La ricchezza esistente in Olanda era esattamente la stessa sia nella fase del rialzo che in quella del ribasso. Nulla venne creato nella prima e nulla andò “in fumo” nella seconda. Nella fase di ascesa un mazzo di tulipani valeva quanto una casa, in quella di discesa con un mazzo di tulipani non si sarebbe comprato neppure un mattone. La ricchezza globale era esattamente la stessa prima e dopo. Le variazioni di prezzo derivanti da ondate speculative, momenti di euforia o di panico fanno variare i prezzi relativi delle varie merci, ma non creano o distruggono nulla. Certo, le crisi borsistiche possono avere conseguenze pesantissime sulla economia reale, soprattutto possono minare la fiducia degli operatori nel sistema bancario, con esiti distruttivi, ma, in quanto tali, non “mandano in fumo” un bel niente.
Quindi la smettano gli “esperti” di parlare di miliardi “andati in fumo” a causa della Brexit. Quando i mercati si assesteranno gli “esperti” scopriranno che non è successo nulla di particolarmente traumatico.
Il giorno successivo alla brexit la borsa che ha reagito in maniera più composta è stata quella di Londra, che ha contenuto le perdite in un modesto 3%. Milano invece ha avuto un tonfo del 12%. Una situazione “paradossale” hanno gracchiato gli “esperti”. Ne siamo proprio sicuri?
Passato un momento di sbandamento i mercati si assesteranno, ed allora scopriremo che ad essere andata in fumo per la Brexit è solo l'arroganza degli euroburocrati.

1 commento:

  1. Non successe poco nulla neppure dopo il recente default dell'Argentina, anzi. Sui giornali hanno scritto che l'Argentina fallisce talmente spesso che gli investitori sono prudenti ed il mondo ci è abituato.
    Quando fallì l'argentina una decina di anni fa, si diceva che c'era la crisi del caffè, o qualcosa del genere (ero solo un adolescente, quindi non ci facevo molto caso, anche se avevo una vaga idea su quali fossero i segnali precedenti ad un default). Però ho continuato a bere caffè tutte le mattine, senza problemi.

    Comunque questo credo sia un cigno nero. Dubito una crisi economica al pari di questa, tra l'altro all'interno di quella già in corso, soprattutto per una diciamo 'secessione'.
    Non successe nulla di grave quando ci fu la secessione della Cecoslovacchia, ne quando ci fu l'unificazione della Germania.
    Non sono queste cose a causare una crisi finanziaria.

    Per quanto riguarda gli esperti, all'inizio della crisi economica sui giornali hanno iniziato a pubblicare notizie allarmistiche 'imminente default U.S.A., imminente default Cina, imminente nuova crisi ecc'. Poi non successe nulla, e le notizie continuavano ad apparire puntuali, a mo' di copia ed incolla (le parole non cambiano mai), ogni anno sulla stessa testata giornalistica, adesso mi fermo alle prime righe.

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