Pagine

mercoledì 11 gennaio 2017

IL "COME" ED IL "SE"

Avevano cominciato in Gran Bretagna. Dopo la clamorosa vittoria della brexit abbiamo assistito a proteste, manifestazioni di piazza, minacce di secessione, richieste di invalidazione del referendum, per finire con la scandalosa sentenza dell'alta corte che ha rimandato tutto al parlamento. Insomma, prima si da la parola agli elettori, poi, visto che questa paola non è quella che si sarebbe voluta sentire si intima: “contrordine compagni! Il risultato referendario non conta una mazza, è il parlamento che deve decidere”. Per fortuna la Gran Bretagna è una democrazia liberale troppo vecchia e gloriosa perché i simili squallidi tentativi abbiano successo. Pare (PARE) che dalla brexit non so torni indietro.
Negli Stati Uniti è successo anche di peggio. Prima manifestazioni di piazza, a volte violente, contro l'esito del voto. Poi tentativi, miseramente falliti, di invalidare la vittoria di Trump con il riconteggio dei voti (dove c'è stata ha visto la netta riconferma del vincitore). Poi le pressioni fortissime per indurre i grandi elettori repubblicani a non confermare il presidente eletto. Poi la storia degli Hacker russi. Stamattina i giornalai dei vari TG annunciavano, col fiato rotto dall'emozione, “nuove gravissime indiscrezioni” sul prossimo neo presidente. Il gioco ormai è chiaro. Non mirano (probabilmente) tanto ad invalidare l'elezione di Trump, sarebbe troppo difficile da ottenere ed avrebbe comunque conseguenze devastanti per gli USA, quanto a fare del nuovo inquilino della casa bianca un presidente dimezzato, sottoposto a ricatti e pressioni mediatiche fortissime, in rotta con una parte del suo stesso partito. Insomma, la classica politica dei “pozzi avvelenati”: visto che Trump ha avuto l'ardire di vincere, cerchiamo di impedirgli di governare. Le stesse, ultime, mosse di Obama sono andate nella stessa direzione. Creazione artificiosa di un clima di guerra fredda con la Russia, peggioramento drammatico delle relazioni con Israele: tutti ostacoli, e che ostacoli, sulla strada del nuovo presidente.

Naturalmente i pennivendoli italici si sono spellati le mani applaudendo. Nuove rivelazioni su Trump! Una pacchia!!! Pare che il neo presidente si sia accompagnato a Mosca, nel 2013, con una prostituta. Mamma mia! Orrore! Come può l'America essere governata da uno che è andato con una "escort"? E' troppo ricattabile!!!!
Su altre cosette i  pennivendoli restano invece assai freddi. Pare, lo sottolineo, PARE, che fra i debitori morosi del monte Paschi ci sia anche la Fondazione Clinton. Si tratta, lo sanno tutti, di una benefica istituzione che tanto ha fatto e fa in difesa dei poveri e degli oppressi di tutto il mondo. Però ha ricevuto , PARE, una barca di soldi non solo dal Monte dei Paschi di Siena, ma anche da un paese come l'Arabia Saudita. Democratico paese, dove le donne vengono lapidate o frustate se adultere, agli apostati si taglia la testa e gli oppositori politici vengono crocifissi. Ma che bello!!!
Queste inezie però non emozionano più di tanto, val la pena di ripeterlo, i pennivendoli di regime. Figuriamoci, sono molto più importanti le “clamorose indiscrezioni” su Trump.

Ormai è chiaro. La democrazia che ancora sopravvive in occidente, ed in particolare in Italia, è una democrazia del COME, assai diversa dalla democrazia del SE.
Mi spiego. Finché si discute di come fare certe cose esiste ancora un livello di libertà accettabile e gli stessi media forniscono ancora al popolo bue una informazione decente. Le cose però cambiano radicalmente quando qualcuno si permette di chiedersi se sia giusto farle, quelle certe cose.
Si può discutere liberamente, ed avere una informazione decente, su come stare in Europa e nella moneta unica, ma guai si qualcuno chiede se valga davvero la pena di restare nell'una e nell'altra. Si può discutere su come organizzare l'accoglienza dei “migranti”, non se sia accettabile o giusto  riempire il nostro paese di clandestini. Non appena su certi temi sensibili qualcuno osa passare dal come al se, scatta la canea. I pennivendoli abbandonano l'aria di apparente imparzialità e si scatenano. I media bombardano il popolo bue di servizi grondanti faziosità, qualcuno comincia a teorizzare che la democrazia non è poi tanto importante e che su tante cose è meglio, molto meglio, non votare. Molti hanno ormai sostituito la parola democrazia con la parola: “populismo
Nel 1906 la prima Duma, concessa dallo zar Nicola dopo i moti del 1905, chiese rispettosamente al sovrano di avere autentici poteri legislativi su materie importanti. Il governo, responsabile di fronte allo Zar e non alla Duma, rispose proponendo al parlamento di discutere sulla costruzione di nuovi giardini e di una pubblica lavanderia. Ecco, non dico che siamo a questo punto, ma... ci stiamo avvicinando.
Non a caso sono sempre più frequenti le richieste di controllare la rete, formidabile ostacolo alla involuzione autoritaria in atto.
Ci attendono tempi molto, molto difficili.

4 commenti:

  1. Caro Giovanni, ti apprezzo molto, ma io, tu e qualcun altro possiamo fare ben poco con le nostre prediche. Ci vorrebbe una rivolta. Ma, per fare una rivolta, ci vuole un popolo che la faccia. Ed io penso che il popolo italiano, troppo indaffarato con il Festival di San Remo ed il Campionato di calcio, non abbia voglia o non sia in grado di farla. Anzi, non so nemmeno più se esista un popolo italiano.

    RispondiElimina
  2. Se ho capito bene, finché la vincono loro, si può decidere democraticamente.
    Se si rischia che vincano altri, allora la democrazia non vale più, e si sostituisce il termine populista al termine democratico.
    Di fatto la democrazia è finita da un pezzo (dal punto di vista reale), secondo me.
    Stiamo solo passando alla fase in cui, non potendo negare l'evidenza, si elimina quel che restava di democratico, la facciata. Sempre di più.


    RispondiElimina
  3. Per gli USA (e ancor peggio per l'Europa) non capisco perchè si vuol continuare imperterriti la stupida ostilità verso la Russia.
    Con Trump sono contenta che finalmente i rapporti USA/Russia possono migliorare, ma invece c'è Madame Mørkel che preferisce rompere(vigliaccamente) le palle ai russi perchè sa che tanto non reagiranno mai come reagiscono i suoi amati musulmani ad un 'No'.
    Ma poi chi li ha scoperti gli hacker russi? Spie professioniste oppure giornalistuncoli il cui mestiere non è certo quello del detective o della spia professionista?.

    RispondiElimina
  4. Ah, la Fondazione Clinton fa il bene nel Terzo Mondo? Provi ad andarlo a raccontare ad Haiti, poi, se sopravvive, torni a riferire.
    C'è di buono che, non avendo più un "prodotto" da vendere, ovvero l'accesso all'amministrazione USA, sta praticamente chiudendo (in culo, fra gli altri, al Montepaschi).

    RispondiElimina