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giovedì 11 giugno 2015

BIBLICO, EPOCALE...





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E' l'argomento principe degli “intellettuali” politicamente corretti. “Ma come”, dicono quando sono messi alle strette, “davvero potete credere che un fenomeno epocale come le grandi migrazioni possa essere affrontato distruggendo i barconi? Siamo di fronte ad eventi biblici e voi chiedete più controllo alle frontiere? Non siete all'altezza dei problemi”.
Dicono questo con aria corrucciata e severa ed improvvisamente il loro avversario sembra diventare piccolo piccolo. Da una parte profondi intellettuali che pensano alla grande, dall'altra piccoli uomini preoccupati di inezie come l'occupazione, la sicurezza, la diffusione della criminalità. Confrontarsi con tali piccoli ometti terra terra appare quasi offensivo per le grandi aquile del pensiero astratto.
A dire il vero però anche queste aquile, non appena si debba passare dalle grandi proclamazioni alle proposte concrete, abbassano di molto l'altezza dei loro voli, diventano passerotti. In cosa si traducono i grandi pensieri sugli eventi “biblici” ed “epocali”? Trasformare una vecchia caserma in dormitorio, proporre ai cittadini italiani di “adottare un migrante”, smistare un po' di “migranti” nei paesi confinanti, dove tutti sembrano sordi alle esigenze che gli eventi “epocali“ pongono ai maestri del pensiero. Quando ci si deve misurare con la vile, prosaica realtà tutti volano basso, quale che sia la portata “biblica” dei problemi.

Ma, tralasciamo le facili polemiche. Dietro a tante parolone sugli eventi biblici ed epocali si cela una concezione che raramente viene esplicitata, e non a caso. Secondo questa concezione se un evento è “epocale” o “biblico” non ci si può opporre ad esso, bisogna accettarlo. Le “migrazioni sono un evento “biblico” quindi vanno accettate; cercare di porre limiti e regole sarebbe “inadeguato” alla ampiezza del fenomeno, un goffo tentativo di opporsi all'inevitabile. Partiti da nobili considerazioni sull'etica ed il “dovere della accoglienza” i “grandi intellettuali” non fanno altro che riproporre il vecchio determinismo metafisico. Non si tratta di una novità "epocale", a pensarci bene.
Però, se davvero è scritto nel libro del destino che migrazioni di portata “biblica” portino milioni, o decine, o centinaia di milioni, di “migranti” sulle nostre coste, allora nello stesso libro sono scritte anche le conseguenze di un simile fenomeno. E si, perché i processi di immigrazione incontrollata provocano reazioni, bibliche quanto i fenomeni contro cui sorgono. Se è inevitabile essere sommersi da una marea di “migranti” sono inevitabili anche i fenomeni di rigetto, i rigurgiti razzisti, gli scontri etnici e religiosi. Nell'ottica del determinismo polemizzare contro chi si oppone alle “migrazioni” è altrettanto inutile che il polemizzare contro chi le migrazioni le favorisce. Tutto è scritto, quindi tutto resta come prima.

Ma, svolazzi metafisici a parte, è proprio vero che un grande fenomeno, un fenomeno, usiamo pure la parola, epocale è qualcosa che si può solo accettare, che non può essere contrastato? La risposta è NO!
Il nazismo è stato un fenomeno epocale ed ha causato sofferenze bibliche a centinaia di milioni di esseri umani, ma non è vero che la affermazione di Hitler fosse inevitabile, né è vero che il secondo conflitto mondiale dovesse necessariamente scoppiare. Se le potenze occidentali si fossero opposte risolutamente ad Hitler quando questi era militarmente ancora debole la seconda guerra mondiale si sarebbe potuta evitare, e con questa i circa 50 milioni (cifra, questa si, biblica) di morti che ha causato. Considerazioni analoghe possono farsi sull'esperienza storica del comunismo, altro evento epocale che ha riguardato (ed in parte ancora riguarda) masse sterminate di esseri umani, ed ha imposto a questi carestie, migrazioni forzate, repressioni di portata biblica, ma la cui affermazione non era affatto scritta nel libro del destino. Chiunque conosca anche per sommi capi la storia della rivoluzione russa sa che senza il ritorno di Lenin in patria nell'aprile del 1917 il colpo di mano dell'ottobre non ci sarebbe stato, e tanto basta a tacitare tutti i teorici della presunta “inevitabilità” dei grandi eventi “epocali”.
Tutti coloro che nascono prima o poi muoiono, questo è un fatto inevitabile. Però, una volta stabilito che una persona prima o poi morirà non si è ancora detto nulla di rilevante sulla sua vita. Si può fare una analoga considerazione sugli eventi storici e sociali. Esiste qualcosa, o molto, di inevitabile nella vita e nella storia delle società, ma questo non riesce a darci conto delle loro caratteristiche concrete.
Nel clima avvelenato che gravava sull'Europa nel periodo fra le due guerre era in una certa misura inevitabile il sorgere ed il diffondersi di ideologie totalitarie, non era però inevitabile che i loro esponenti prendessero il potere in paesi chiave del continente e precipitassero il mondo nella guerra più distruttiva di tutti i tempi.
Allo stesso modo, che nel mondo ci siano flussi migratori è un fatto inevitabile, come lo è che questi assumano carattere più massiccio in un mondo globalizzato. Questo però non ci dice ancora nulla o quasi sulle caratteristiche di questi processi, sulla loro ampiezza, le loro conseguenze politiche, economico sociali, culturali. Una cosa è accogliere 10.000 emigranti, altra cosa 100.000 clandestini, altra cosa ancora 1.000.000 di “migranti”. Ed ancora: una cosa è accogliere persone che condividono i valori fondanti della nostra cultura, cosa del tutto diversa accoglierne altre che questi valori detestano. Una cosa sono flussi migratori controllati, sottoposti a filtri e limiti, altra cosa un esodo incontrollato, con i paesi obiettivo dei flussi ridotti al ruolo di tassisti. Nessuna persona di buon senso pensa che sia possibile bloccare i flussi migratori, ma chiunque non sia accecato dalla ideologia politicamente corretta si rende conto che è necessario controllarli questi flussi, limitarne la portata, stabilirne modalità, tempi, caratteristiche. Non affrontare tematiche di questo genere e limitarsi a frasi ultra generiche sul carattere “biblico ed epocale” delle migrazioni non vuol dire essere profondi, ma solo affetti da stupidità ideologica.

Su un punto molti malati di ideologia politicamente corretta hanno ragione: i processi migratori in corso hanno, probabilmente, carattere epocale. Però, di nuovo, dire che un processo è epocale significa dire poco o nulla sul processo stesso. Un evento epocale è positivo o negativo? Avrà conseguenze progressive o distruttive? Va assecondato o contrastato, e come? Questi sono i veri problemi, sui quali coloro che si riempiono la bocca con le parole “biblico” o “epocale” non dicono mai nulla. O, quando dicono qualcosa, cadono in puerili contraddizioni con le stesse affermazioni da cui erano partiti.. Si, puerili contraddizioni, perché, dopo aver detto che le “migrazioni” sono eventi “biblici ed epocali”, quindi, per loro, inevitabili, questi signori iniziano a rassicurare il popolo bue dicendo che tutto sommato i “migranti” non sono poi tanto numerosi, che si tratta di una “emergenza”, che col tempo tutto si normalizzerà e palle di questo genere. Le visioni generali del mondo lasciano posto alla propaganda spicciola, con le sue ridicole menzogne.
Personalmente sono convinto che un esodo senza limiti, freni e controlli come quello a cui stiamo assistendo non possa avere altro che conseguenze profondamente negative. Non è solo destinato ad aggravare la crisi economica che ci assilla, a creare gravissimi problemi di criminalità e sicurezza. Alla lunga l'esodo che incombe su di noi è destinato a mettere in crisi le fondamenta stesse della nostra cultura e della nostra civiltà. Approfondire un simile tema è impossibile nei limiti di questo piccolo scritto, quindi mi limito ad una sola, brevissima, considerazione. Una cultura può integrare gradualmente un numero limitato di nuovi venuti, ma non può integrare in breve tempo enormi masse umane quasi sempre ostili ai suoi valori basilari. Se poi questa cultura attraversa, come l'occidente sta attraversando, una grave crisi di identità, se quasi si vergogna, come avviene, di se stessa, un simile processo di integrazione è semplicemente impossibile. Non voler porre limiti e controlli all'esodo, limitarsi a blaterare idiozie sul suo carattere “biblico” significa quindi, per essere chiari, dare per scontata la fine della nostra civiltà. Un evento epocale, senza dubbio, ma estremamente distruttivo, e niente affatto inevitabile. Siamo noi a renderlo tale, col nostro buonismo stupido e nichilista.

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