E' l'argomento principe degli
“intellettuali” politicamente corretti. “Ma come”, dicono
quando sono messi alle strette, “davvero potete credere che un
fenomeno epocale come le grandi migrazioni possa essere
affrontato distruggendo i barconi? Siamo di fronte ad eventi biblici
e voi chiedete più controllo alle frontiere? Non siete all'altezza
dei problemi”.
Dicono questo con aria corrucciata e severa ed
improvvisamente il loro avversario sembra diventare piccolo piccolo.
Da una parte profondi intellettuali che pensano alla grande,
dall'altra piccoli uomini preoccupati di inezie come l'occupazione,
la sicurezza, la diffusione della criminalità. Confrontarsi con tali
piccoli ometti terra terra appare quasi offensivo per le grandi
aquile del pensiero astratto.
A dire il vero però anche queste
aquile, non appena si debba passare dalle grandi proclamazioni alle
proposte concrete, abbassano di molto l'altezza dei loro voli,
diventano passerotti. In cosa si traducono i grandi pensieri sugli
eventi “biblici” ed “epocali”? Trasformare una vecchia
caserma in dormitorio, proporre ai cittadini italiani di “adottare
un migrante”, smistare un po' di “migranti” nei paesi
confinanti, dove tutti sembrano sordi alle esigenze che gli eventi
“epocali“ pongono ai maestri del pensiero. Quando ci si deve
misurare con la vile, prosaica realtà tutti volano basso, quale che
sia la portata “biblica” dei problemi.
Ma, tralasciamo le
facili polemiche. Dietro a tante parolone sugli eventi biblici ed
epocali si cela una concezione che raramente viene esplicitata, e non
a caso. Secondo questa concezione se un evento è “epocale” o
“biblico” non ci si può opporre ad esso, bisogna accettarlo.
Le “migrazioni sono un evento “biblico” quindi vanno
accettate; cercare di porre limiti e regole
sarebbe “inadeguato” alla ampiezza del fenomeno, un goffo
tentativo di opporsi all'inevitabile. Partiti da nobili
considerazioni sull'etica ed il “dovere della accoglienza” i
“grandi intellettuali” non fanno altro che riproporre il vecchio
determinismo metafisico. Non si tratta di una novità "epocale",
a pensarci bene.
Però, se davvero è scritto nel libro del
destino che migrazioni di portata “biblica” portino milioni, o
decine, o centinaia di milioni, di “migranti” sulle nostre coste,
allora nello stesso libro sono scritte anche le conseguenze
di un simile fenomeno. E si, perché i processi di immigrazione
incontrollata provocano reazioni, bibliche quanto i fenomeni contro cui sorgono. Se è inevitabile essere sommersi da una marea di
“migranti” sono inevitabili anche i fenomeni di rigetto, i
rigurgiti razzisti, gli scontri etnici e religiosi. Nell'ottica del
determinismo polemizzare contro chi si oppone alle “migrazioni” è
altrettanto inutile che il polemizzare contro chi le migrazioni le
favorisce. Tutto è scritto, quindi tutto resta come prima.
Ma, svolazzi metafisici a
parte, è proprio vero che un grande fenomeno, un fenomeno, usiamo
pure la parola, epocale è qualcosa che si può solo
accettare, che non può essere contrastato? La risposta è NO!
Il
nazismo è stato un fenomeno epocale ed ha causato sofferenze
bibliche a centinaia di milioni di esseri umani, ma non è vero che
la affermazione di Hitler fosse inevitabile, né è vero che il
secondo conflitto mondiale dovesse necessariamente scoppiare. Se le
potenze occidentali si fossero opposte risolutamente ad Hitler quando
questi era militarmente ancora debole la seconda guerra mondiale si
sarebbe potuta evitare, e con questa i circa 50 milioni (cifra,
questa si, biblica) di morti che ha causato. Considerazioni analoghe
possono farsi sull'esperienza storica del comunismo, altro evento
epocale che ha riguardato (ed in parte ancora riguarda) masse
sterminate di esseri umani, ed ha imposto a questi carestie,
migrazioni forzate, repressioni di portata biblica, ma la cui
affermazione non era affatto scritta nel libro del destino. Chiunque
conosca anche per sommi capi la storia della rivoluzione russa sa che
senza il ritorno di Lenin in patria nell'aprile del 1917 il
colpo di mano dell'ottobre non ci sarebbe stato, e tanto basta a
tacitare tutti i teorici della presunta “inevitabilità” dei
grandi eventi “epocali”.
Tutti coloro che nascono prima o
poi muoiono, questo è un fatto inevitabile. Però, una volta
stabilito che una persona prima o poi morirà non si è ancora detto
nulla di rilevante sulla sua
vita. Si può fare una analoga considerazione sugli eventi storici e
sociali. Esiste qualcosa, o molto, di inevitabile nella vita e nella
storia delle società, ma questo non riesce a darci conto delle loro
caratteristiche concrete.
Nel clima avvelenato che gravava
sull'Europa nel periodo fra le due guerre era in una certa misura
inevitabile il sorgere ed il diffondersi di ideologie totalitarie,
non era però inevitabile che i loro esponenti prendessero il potere
in paesi chiave del continente e precipitassero il mondo nella guerra
più distruttiva di tutti i tempi.
Allo stesso modo, che nel mondo
ci siano flussi migratori è un fatto inevitabile, come lo è che
questi assumano carattere più massiccio in un mondo globalizzato.
Questo però non ci dice ancora nulla o quasi sulle caratteristiche
di questi processi, sulla loro ampiezza, le loro conseguenze
politiche, economico sociali, culturali. Una cosa è accogliere
10.000 emigranti, altra cosa 100.000 clandestini,
altra cosa ancora 1.000.000 di “migranti”. Ed ancora: una
cosa è accogliere persone che condividono i valori fondanti della
nostra cultura, cosa del tutto diversa accoglierne altre che questi
valori detestano. Una cosa sono flussi migratori controllati,
sottoposti a filtri e limiti, altra cosa un esodo incontrollato, con
i paesi obiettivo dei flussi ridotti al ruolo di tassisti. Nessuna
persona di buon senso pensa che sia possibile bloccare i
flussi migratori, ma chiunque non sia accecato dalla ideologia
politicamente corretta si rende conto che è necessario controllarli
questi flussi, limitarne la portata, stabilirne modalità, tempi,
caratteristiche. Non affrontare tematiche di questo genere e
limitarsi a frasi ultra generiche sul carattere “biblico ed
epocale” delle migrazioni non vuol dire essere profondi, ma solo
affetti da stupidità ideologica.
Su un punto molti malati di
ideologia politicamente corretta hanno ragione: i processi migratori
in corso hanno, probabilmente, carattere epocale. Però, di nuovo,
dire che un processo è epocale significa dire poco o nulla sul
processo stesso. Un evento epocale è positivo o negativo?
Avrà conseguenze progressive o distruttive? Va assecondato
o contrastato, e come?
Questi sono i veri problemi, sui quali coloro che si riempiono la
bocca con le parole “biblico” o “epocale” non dicono mai
nulla. O, quando dicono qualcosa, cadono in puerili contraddizioni
con le stesse affermazioni da cui erano partiti.. Si, puerili
contraddizioni, perché, dopo aver detto che le “migrazioni” sono
eventi “biblici ed epocali”, quindi, per loro, inevitabili,
questi signori iniziano a rassicurare il popolo bue dicendo che tutto
sommato i “migranti” non sono poi tanto numerosi, che si tratta
di una “emergenza”, che col tempo tutto si normalizzerà e palle
di questo genere. Le visioni generali del mondo lasciano posto alla
propaganda spicciola, con le sue ridicole menzogne.
Personalmente
sono convinto che un esodo senza limiti, freni e controlli come
quello a cui stiamo assistendo non possa avere altro che conseguenze
profondamente negative. Non è solo destinato ad aggravare la crisi
economica che ci assilla, a creare gravissimi problemi di criminalità
e sicurezza. Alla lunga l'esodo che incombe su di noi è destinato a
mettere in crisi le fondamenta stesse della nostra cultura e della
nostra civiltà. Approfondire un simile tema è impossibile nei
limiti di questo piccolo scritto, quindi mi limito ad una sola,
brevissima, considerazione. Una cultura può integrare gradualmente
un numero limitato di nuovi venuti, ma non può integrare in breve
tempo enormi masse umane quasi sempre ostili ai suoi valori basilari.
Se poi questa cultura attraversa, come l'occidente sta attraversando,
una grave crisi di identità, se quasi si vergogna, come avviene, di
se stessa, un simile processo di integrazione è semplicemente
impossibile. Non voler porre limiti e controlli all'esodo,
limitarsi a blaterare idiozie sul suo carattere “biblico”
significa quindi, per essere chiari, dare per scontata la fine
della nostra civiltà. Un evento epocale, senza dubbio, ma
estremamente distruttivo, e niente affatto inevitabile. Siamo noi a
renderlo tale, col nostro buonismo stupido e nichilista.