giovedì 9 luglio 2015

UN EVENTO PICCOLO, MA SIGNIFICATIVO

Lo dico sinceramente: ritengo un fatto di scarsa importanza la condanna di Berlusconi per la presunta compra vendita di voti. E' una condanna che non aggiunge nulla di sostanziale alla vicenda giudiziaria del cavaliere, sarà probabilmente modificata in appello o in Cassazione o, più probabilmente, finirà in prescrizione. Politicamente ha effetti molto limitati. La cosiddetta “Europa” sta crollando, migliaia di clandestini arrivano tutti i giorni sulle nostre coste, abbiamo l'Isis alle porte di casa, la crisi economica è tutt'altro che superata. Chi, in una simile situazione, pensasse di fare dell'antiberlusconismo (come, sul lato opposto, del berlusconismo) un'arma di lotta politica sarebbe del tutto fuori strada.
Val la pena però di spendere due parole su questo fatto perché è un'ulteriore spia dello stato comatoso del paese e della sua giustizia.

Che non ci fossero PROVE della compravendita è assodato, direi: l'unica “prova” erano le dichiarazioni di De Gregorio, cioè di una persona inaffidabile per sua stessa ammissione. Il punto però non è questo. Il vero punto è: che tipo di crimine è mai la “compravendita di voti”?
Detto alla buona da un non tecnico del diritto: pagare qualcuno per fargli commettere un atto lecito può essere considerato un reato? Se io pago Tizio per fargli commettere un atto vietato dalla legge commetto a mia volta un reato, è ovvio, ma se lo pago per fargli commetter un atto che la legge non vieta posso essere incolpato di qualcosa? Un esempio classico è dato dalla prostituzione. I rapporti sessuali fra adulti consenzienti non costituiscono un reato, quindi non è reato pagare una persona per avere con questa rapporti sessuali, né è reato accettare tale pagamento. Certo, la cosa è moralmente assai discutibile, degna, se vogliamo, di riprovazione sociale, ma nelle democrazie liberali il reato non coincide col peccato. Nei paesi civili dell'occidente si punisce lo sfruttamento, a volte il favoreggiamento, della prostituzione, oltre, ovviamente, alla prostituzione minorile, ma la prostituzione in quanto tale non è un reato.
Considerazioni analoghe possono farsi sulla compravendita di voti in parlamento. Si tratta di un atto politicamente e moralmente riprovevole, ma, visto che è del tutto lecito votare a favore o contro questo o quello, non si vede come possa essere considerato un reato. Del resto, se davvero si volesse combattere il fenomeno della compravendita di voti, basterebbe adottare un piccolo provvedimento: se un parlamentare cambia schieramento si indicono immediatamente nel suo collegio nuove elezioni: il parlamentare è obbligato a spiegare agli elettori il perché del cambio di casacca e gli elettori decidono, il tutto senza inventarsi reati ridicoli e senza scomodare la magistratura. Elementare Watson!

Secondo problema: cosa costituisce pagamento di un voto? Un certo parlamentare riceve un milione di euro per votare in un certo modo, è stato pagato, è chiaro. Ma, se invece di ricevere un milione di euro riceve una poltrona di ministro o di sottosegretario non si ha egualmente pagamento? Oggi il governo Renzi si regge sui voti di parlamentari votati a suo tempo nel Pdl, gente che stava con Berlusconi e che nessuno ha mai votato pensando che finisse per appoggiare un governo a guida PD. Alcuni di questi parlamentari hanno avuto, grazie al loro appoggio al governo Renzi, lucrose poltrone di ministro o sottosegretario; tutti comunque, cambiando schieramento, hanno evitato nuove elezioni che li avrebbero probabilmente cacciati dal parlamento e privati di ricche prebende. In questo caso c'è stata o non c'è stata compravendita di voti? Ragionando come fa certa gente si potrebbe sostenere che Angelino Alfano ha abbandonato il suo padrino politico, Silvio Berlusconi, in cambio della lucrosissima carica di ministro dell'interno. Non dico che questo sia vero, ma sospettarlo sarebbe lecito. Resta da aggiungere che pagare un voto con una poltrona danneggia i cittadini molto di più che pagarlo per contanti. Usare una carica che interessa la vita di milioni di cittadini per comprare voti è assai peggio che pagare “cash” eventuali parlamentari poco onesti.

L'Italia è in una situazione disastrosa dal punto di vista economico, sociale e culturale. Ed è anche un paese in cui di fatto la democrazia quasi non esiste più. A suo tempo un governo regolarmente eletto è stato fatto cadere da pressioni internazionali che nulla avevano a che fare con i nostri meccanismi istituzionali. Dopo la sua caduta si sono succeduti tre governi non votati da nessuno. In parlamento il PD gode di una larga maggioranza grazie ad una legge elettorale dichiarata incostituzionale e questa stessa maggioranza ha imposto a tutti il nuovo capo dello stato. La corruzione, quella vera, dilaga a tutti i livelli e coinvolge in pieno il partito che orgogliosamente dice (o diceva) di avere le “mani pulite”. Parlare in un paese simile di “legalità” è assurdo. Viviamo in una situazione che è di illegalità dichiarata. Cercare di nascondere tale stato di cose resuscitando la lotta al mostro di Arcore è solo un tentativo goffo di mistificazione. Goffo, e votato al fallimento.

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