venerdì 7 marzo 2025

OTTO MARZO

 

Otto marzo, festa della donna, prepariamoci alla vuota esibizione di oceani di vana retorica.
Si parlerà tanto, giustamente, di diritti delle donne e questa NON sarà vana retorica, ma, possiamo scommetterlo, ci saranno tante dimenticanze oggi, otto marzo.
Non si parlerà oggi di Nasrin Sotoudeh, avvocatessa iraniana condannata a 33 anni di carcere e 148 frustate per aver difeso i diritti umani e in primo luogo i diritti delle donne iraniane, non se ne parlerà oggi come ieri non si è parlato di Asia Bibni, donna pakistana condannata all’impiccagione perché “bestemmiatrice”, in realtà perché cristiana. Non si parlerà delle ragazze iraniane stuprate e uccise dalla polizia morale perché “ree” di non indossare correttamente il velo islamico, non si parlerà delle donne israeliane violentate, sgozzate, sventrate dai tagliagole di Hamas il 7 ottobre, non si parlerà delle donne costrette a vivere in quei sacchi che sono i burka, di quelle che non possono viaggiare da sole, o che devono recarsi al mare vestite di tutto punto per non”provocare” i loro uomini. Di queste donne, di queste centinaia di milioni di donne non si parlerà oggi, possiamo esserne certi.
In compenso si spenderanno fiumi di retorica per condannare un “patriarcato” che in occidente per fortuna o non esiste o è in assoluto declino.
Detto questo, e valeva la pena di dirlo, BUON OTTO MARZO a tutte le amiche.

domenica 2 marzo 2025

L'UCRAINA E L'ITALIA

 

Il modo in cui la politica italiana reagisce alla crisi ucraina è deprimente.
Nella maggioranza la lega si riscopre filo russa e rilancia, ormai priva di remore, il discorso sulla “pace”. Pace, parola ormai abusata che per molti è l’equivalente di “resa”. In fondo ci vuole poco, anzi, pochissimo per ottenere la “pace”: basta permettere agli aggressori di fare ciò che vogliono. Se nel settembre del 1939 Francia e Gran Bretagna non avessero dichiarato guerra alla Germania dopo che questa aveva invaso la Polonia ci sarebbe stata la “pace”…
Facile no?
Se la maggioranza piange l’opposizione non ride, al contrario.
Tutti nell’opposizione strillano contro Trump, però 5 Stelle e Verdi - sinistra continuano a proporre ciò che da sempre hanno proposto: la fine degli aiuti militari all’Ucraina , anche loro vogliono la “pace”. Dicono che Trump e sporco, brutto e cattivo ma vogliono si faccia esattamente la stessa cosa che Trump minaccia di fare: stop alle armi all’Ucraina. Se avessero un minimo di onestà intellettuale e di capacità di pensiero logico Conte, Fratojanni e Bonelli dovrebbero dichiararsi d’accordo con Trump. Però pretendere pensiero logico e onestà intellettuale da tipi simili è come chiedere la verginità a dive e divi del porno...
E il PD? Il PD è contro Trump, con l’Europa e sostiene l’Ucraina, però… però è fieramente avverso ad una Europa "guerriera"! Come sostenere l’Ucraina? Elementare, si fa una bella manifestazione di piazza con tanti palloncini colorati, si firmano tante belle mozioni e si chiede che la Meloni riferisca in parlamento! La Meloni deve riferire in parlamento in Italia su ciò che fa Trump negli USA. Tutto da ridere.
L’unica posizione seria in questo manicomio e proprio quella della Meloni. La Meloni è l’unica a non usare la crisi ucraina per bassi scopi di politica interna, si rende benissimo conto che un occidente diviso fra Europa e America è votato alla sconfitta e cerca di mediare. Mira probabilmente a portare tutti a un negoziato che non si identifichi con una resa. Operazione difficile, destinata forse al fallimento ma che appare in questo bruttissimo momento come l’unica che dei politici degni di questo nome possano, anzi, debbano tentare.
Il resto è tutta propaganda da quattro soldi.

giovedì 27 febbraio 2025

MAGISTRATURA E POLITICA

 

La magistratura è uno dei tre poteri dello stato, affermano orgogliosamente i magistrati. Veramente la costituzione parla di “ordine” riferendosi alla magistratura, ma questi in fondo sono solo dettagli. La magistratura gestisce il potere giudiziario, giustamente autonomo dagli altri, peccato però che ieri i rappresentanti di questo potere abbiano scioperato come fossero dei lavoratori qualsiasi. Qualcuno riesce a immaginare uno sciopero dei ministri o del presidente della repubblica? O un sindacato dei parlamentari?
Lasciamo perdere. I magistrati affermano che la riforma in discussione in parlamento vorrebbe sottoporre i PM al controllo del potere politico. Che dire di questa affermazione?
In primo luogo che NON è vera, la riforma non prevede nulla di simile e tanto basterebbe a troncare ogni discussione.
In secondo luogo, chi lo ha detto che chiunque abbia compiti di indagine non deve esser sottoposto ad alcun controllo d parte dell’esecutivo? La autonomia della magistratura riguarda la funzione giudiziaria, interessa chi giudica ed emette sentenze, non chi indaga. La polizia dipende dal ministero dell’interno, i carabinieri da quello della difesa, questo sarebbe “incostituzionale”?
Ma anche questi sono dettagli, in fondo. Quello che i magistrati scioperanti fingono di dimenticare è questo: in costituzione la autonomia della magistratura estesa ai PM aveva un importante, fondamentale correttivo: la immunità parlamentare. E’ cosa brutta subordinare i magistrati al potere politico, ma è altrettanto brutto vedere dei magistrati che usano il loro enorme potere per attaccare il potere politici. La magistratura NON deve essere politicizzata, e questo vale in due sensi: non deve essere controllata dall’esecutivo ma non deve nemmeno cercare di sostituirsi all’esecutivo, o, peggio, al legislativo. A questo serviva l’immunità parlamentare: impedire l’uso politico della giustizia. Per inciso la immunità parlamentare è prevista, in forme diverse, in TUTTI i paesi civili dell’occidente, vale anche per i parlamentari europei.
Sappiamo tutti come sono andate le cose: l’immunità parlamentare è stata abolita al tempo di tangentopoli, in seguito ad una devastante ondata di giustizialismo forcaiolo, questo ha consentito alla magistratura di intervenire in maniera pesantissima nelle vicende politiche del paese, qualcosa senza riscontro in occidente.
Spero che il governo non ceda e che la riforma della magistratura vada in porto. Ne abbiamo bisogno tutti, a partire dai numerosissimi magistrati degni di questo nome.

sabato 22 febbraio 2025

DIFFERENZE

 

Fosse ardeatine: basta pronunciare queste due parole per sentirsi pervasi da sentimenti di orrore e sacrosanta indignazione morale. Però la strage delle fosse ardeatine almeno una vaga spiegazione, NON giustificazione, la ha avuta: si è trattato di una rappresaglia, della reazione brutale, barbara, ad una azione di guerra partigiana. I massacri perpetrati da Hamas il 7 ottobre non hanno neppure questa parvenza di misera spiegazione. I massacri del 7 ottobre non sono stati una rappresaglia, la risposta barbara a qualche azione militare israeliana, si è trattato di una mattanza completamente gratuita.
Se un paragone si può fare è solo quello con le stragi di di ebrei condotti alle camere a gas, massacrati NON per qualche esigenza bellica ma solo, unicamente perché ebrei.
A dire il vero esiste una differenza fra i massacri di ebrei perpetrati dai nazisti e quelli messi in atto da Hamas: i nazisti cercavano di nascondere i loro crimini. I nazisti non nascondevano il loro ributtante antisemitismo, non nascondevano le violenze, le discriminazioni, le persecuzioni contro gli ebrei ma cercarono di nascondere l’immenso crimine della Shoah. Nei primi tempi i massacri indiscriminati di ebrei ebbero alcune conseguenze negative sul morale dei soldati tedeschi che li perpetravano: fu necessaria una azione di forte propaganda per convincerli ad abbandonare ogni remora morale per trasformarsi in criminali privi di ogni sentimento umano. Con Hamas anche questo scompare. I tagliagole di Hamas non nascondono i loro crimini, li esaltano, mettono in atto macabre cerimonie in cui li mostrano trionfanti al mondo, circondati da folle plaudenti.
Certo, fra le stragi del 7 ottobre e la Shoah esiste una enorme differenza quantitativa. I nazisti massacravano gli ebrei a centinaia di migliaia, milioni, I tagliagole di Hamas devono accontentarsi delle centinaia, al massimo delle mihgliaia, ma questo è dovuto al fatto che oggi gli ebrei NON si fanno massacrare, rispondono colpo su colpo, sono in grado di prendere a sonori calci nel deretano chi cerca di sterminarli. Proviamo a pensare a cosa succederebbe se per sciagura hamas vincesse... Per fortuna questo non è possibile, non lo è perché oggi esiste lo stato di Israele, ed esiste la IDF perfettamente in grado di difenderlo.
Per fortuna, degli israeliani e NOSTRA.

BAMBINI

 

“Sono morti moltissimi bambini palestinesi” ho letto in rete, e di solito frasi di questo tipo sono accompagnate da cifre assolutamente inattendibili. Lasciamo perdere le cifre, un solo bambino morto è uno di troppo, e concentriamoci sulle cose importanti. Non ho difficoltà a credere che nel corso dei combattimenti a Gaza siano morti fra i civili palestinesi anche molti bambini. Questo forse mette sullo stesso piano i soldati della IDF e i tagliagole di Hamas? Assolutamente NO!!!
Dal punto di vista etico i civili, bambini compresi, morti nel corso della battaglia di Berlino, nell’aprile - maggio del 1945 sono sullo stesso piano degli assassinati nei campi di sterminio nazisti?
Basta fare la domanda per avere la risposta e la risposta e NO!!!
Se in una città molto popolosa infuria una battaglia, se chi difende la città non si cura di tutelare i civili, ma piazza postazioni di artiglieria accanto a scuole, asili e ospedali, se invece di far evacuare i bambini li manda addirittura a combattere, se tutto questo avviene è chiaro che le perdite civili, bambini compresi, sono molto alte. Ma una cosa sono le morti innocenti risultato dell’infuriare di una battaglia, cosa completamente diversa l’omicidio deliberato, programmato, estraneo a ogni logica militare, di civili e soprattutto di bambini. I morti nei campi di sterminio nazisiti non sono stati la conseguenza tragica di qualche battaglia ma il risultato di una politica criminale di sterminio programmato. Gli israeliani caduti il 7 ottobre non sono le vittime collaterali di qualche combattimento ma di una deliberata volontà omicida. I due bambini i cui poveri corpi sono stati restituiti in questi giorni non sono povere vittime di guerra: sono stati volutamente strangolati dopo essere stati rapiti. Chi non vede la differenza fra le due cose è solo un imbecille o un malato di ideologia anti semita in perfetta malafede.
Non val la pena di aggiungere altro. Per chi sa pensare le mie considerazioni sono superflue, per gli altri inutili.

venerdì 21 febbraio 2025

FACILE E IPOCRITA

 

Pare che dagli esami del DNA risulti che uno dei cadaveri restituiti ieri dai tagliagole da Hamas agli israeliani non sia della madre dei bambini, pure trucidati. La povera donna deve essere stata ammazzata in precedenza, se ne è perso il corpo, così i tagliagole hanno restituito il povero corpo di un’altra persona.
Cosa dire di cose simili? Semplicemente una cosa: i tagliagole devono essere ELIMINATI, totalmente, a qualsiasi costo. Chiedo a tutti quelli che ripetono sino alla noia “due popoli due stati”: accetteremmo che, ad esempio, fra Piemonte e Lombardia esistesse un piccolissimo stato da cui partissero quotidianamente missili contro città e paesi di Piemonte e Lombardia? Un piccolissimo stato trasformato in base per continue azioni terroristiche? Un piccolissimi stato covo di stupratori assassini che prendono in ostaggio donne, vecchi e bambini? Un piccolissimo stato i cui abitanti applaudono freneticamente ogni volta che un lombardo o un piemontese vengono sgozzati?
Una cosa è Hamas altra cosa i palestinesi potrebbe dire qualcuno, ma, a parte il fatto che una guerra NON è una operazione di polizia, in una guerra si deve sconfiggere il nemico, non assicurare alla giustizia dei malviventi, in guerra NON è assolutamente possibile colpire solo i “cattivi” della parte avversa, a parte tutto questo, siamo poi tanto sicuri che esista una differenza assoluta, radicale, fra hamas e i palestinesi di Gaza, e non solo? Pensiamo davvero che Hamas sia una sorta di fungo velenoso nato sul nulla? Le cose non stanno così purtroppo. Hamas gode di un fortissimo sostegno popolare, lo dimostrano anche i macabri spettacoli messi in scena in questi giorni. Le strade di Gaza si sono riempite di una folla festante la sera dell’undici settembre 2001 come in quella del 7 ottobre 2023. Certo, non tutti i palestinesi amano Hamas, ma di certo la ama la loro stragrande maggioranza. Certo, in guerra occorre fare di tutto per minimizzare le morti dei civili, ma questo non può, non deve diventare un ostacolo che impedisca a chi la guerra la combatte di raggiungere i propri obiettivi sacrosanti.
Facile, troppo facile a chi vive nella pace raccomandare “moderazione” a chi da 78 anni vive in guerra, circondato da nemici implacabili che gli negano il più elementare dei diritti: quello di ESISTERE.
Facile, troppo facile e terribilmente ipocrita.

martedì 18 febbraio 2025

BARBARIE LINGUISTICA

 

Ormai il giochetto è chiaro: per i talebani del politicamente corretto ogni parola, ogni discorso, ogni enunciato deve tener conto di tutti e deve farlo in maniera chiara, esplicita. L’inno di Mameli sarebbe “sessista” perché parla di “fratelli” e non di “sorelle”, come è sessista la dichiarazione dei diritto dell’uomo perché si riferirebbe, appunto, agli uomini e non alle donne. Poco importa per questi personaggi che nell’inno di Mameli e nella dichiarazione coi termini “fratelli” e “uomo” ci si riferisca alla totalità degli italiani e del genere umano, donne comprese. Perché usare il maschile quale termine generalizzante? Domandano a muso duro i talebani del politicamente corretto. Semplice, perché così si è evoluto il linguaggio. Un linguaggio non è una invenzione di alcuni burocrati, non scaturisce da qualche riunione di “esperti” politicamente corretti: è il risultato di un lungo processo molecolare, di molteplici adattamenti del parlare che solo a posteriori viene ripulito e sistematizzato in norme dai linguisti. Elementare direi…
Non per i nuovi guru però. Per loro occorre specificare, includere tutto, sempre e se il linguaggio che le persone normali parlano non si presta a una simile operazione… al diavolo le persone normali e… al diavolo il linguaggio.
Peccato però che in questo modo la comunicazione linguistica diventi impossibile.
Facciamo un esempio. L’introduzione di un comizio politico di sinistra.
Siamo a Genova, nella centralissima Piazza De Ferraris. L’oratore sale sul palco ed esordisce così: “cittadini genovesi, amici e compagni…”
Alt! Fermi tutti! Siamo di fronte a una valanga di discriminazioni, al tradimento della inclusività.
Perché “cittadini e non cittadine, compagni e non compagne, amici e non amiche?
Cambiamo l’introduzione:
“Cittadini e cittadine genovesi, amici e amiche, compagni e compagne...”
Alt! Fermi Tutti (tutte) ci sono altre odiose discriminazioni, altra mancanza di inclusività.
Perché mai fermarsi ai cittadini e alle cittadine, ai compagni e alle compagne? Non ci sono omosessuali, lesbiche, trans, non binari fra i compagne e le compagne?
Cambiamo di nuovo l’introduzione:
“Cittadini, cittadine, gay, lesbiche, trans, non binari genovesi, amici, amiche gay, lesbiche, trans, non binari, compagni e compagne gay, lesbiche, trans, non binari...”
Così va bene? Neppure per sogno! In piazza non ci sono mica solo i genovesi, ci sono anche i napoletani, i milanesi, i migranti eccetera. L’introduzione dovrà essere cambiata per tener conto anche di loro se no si discrimina perbacco!
L’esausto oratore dovrà quindi dire:
“Cittadini, cittadine, gay, lesbiche, trans, non binari genovesi, amici, amiche, gay, lesbiche, trans, non binari, compagni, compagne, gay, lesbiche, trans, non binari, migranti, milanesi, napoletani, sardi, siciliani, filippini, sud africani eccetera…”
E così via, praticamente all’infinito. Cosa bisogna fare per essere “inclusivi” e non “discriminare”!
Sarcasmo a parte, il politicamente corretto è una autentica aggressione al linguaggio, rende impossibile il linguaggio sensato, comprensibile. E col linguaggio rende impossibile il pensiero.
Nelle intenzioni dei talebani del politicamente corretto il linguaggio cessa di essere strumento di espressione e comunicazione di pensieri, sensazioni, sentimenti per trasformarsi in una meccanica ripetizione di slogan idioti: la negazione, appunto del pensiero.
Vanno combattuti, a tutti i livelli, senza se e senza ma.