Lo dico subito: mi farò vaccinare,
sono favorevole al vaccino e sono convinto che questo vada
somministrato su base rigorosamente volontaria. Nelle righe che che
seguono cercherò di argomentare pacatamente questa mia posizione
prendendo in esame le obiezioni che è possibile avanzare.
Avallare
la politica di Conte?
Qualcuno forse pensa che essere
favorevoli al vaccino voglia dire avallare la politica di Conte e del
suo governo di cialtroni. Sono in totale dissenso.
In primo luogo
si è favorevoli o contrari a qualcosa indipendentemente dal fatto
che altri siano contrari o favorevoli alla stessa cosa. L'argomento
“ad personam” è logicamente insostenibile. Di certo non sosterrò
che due + due fa cinque solo perché Conte (forse) sostiene che fa 4.
In secondo luogo, NON è vero che Conte ed i sui compari
abbiano puntato molto sul vaccino. Ad aver spinto al massimo per
vaccino è stato il presidente Trump, accusato dai media di regime di
essere un “negazionista”. I paesi che per primi sono arrivati al
vaccino sono stati gli USA di Trump e la Gran Bretagna di un altro
“negazionista”: Boris Johnson. Mentre Conte trasformava il
vaccino in nuova fiaccola olimpica, facendolo trasportate dal Belgio
sino a Roma su un camioncino scortato da auto della polizia, negli
USA, Gran Bretagna ed Israele venivano vaccinate centinaia di
migliaia di persone. Da un lato becera propaganda, dall'altro lavoro
serio.
Si è arrivati troppo alla svelta al vaccino.
Veniamo agli argomenti seri. In effetti il vaccino è stato
raggiunto in tempi molto brevi. Ma la fretta era imposta da una
situazione che stava diventando, e diventa, ogni giorno più
insostenibile. Si può negare questo solo sostenendo che la pandemia
non esiste. Una tesi difficilmente sostenibile, a mio modesto parere.
Certo, c'è chi ha sfruttato e sfrutta la pandemia per propri scopi,
la Cina soprattutto; ma denunciare chi sfrutta la pandemia non
equivale a dire che questa sia una invenzione o un trucco. Negli USA
la pandemia ha reso possibile la truffa del voto postale ma questo
non vuol dire che il Covid 19 sia una invenzione di Joe Biden...
La
fretta rende insicuro il vaccino.
Può
essere, ma sinceramente non lo credo troppo. Esistono leggi,
controlli, protocolli. E prima ancora esiste il mercato con le sue
leggi non scritte. Se il vaccino dovesse nuocere in maniera grave
alla salute di chi se lo fa iniettare le conseguenze sarebbero
devastanti per le cause farmaceutiche che lo hanno commercializzato,
oltre che per i governi che lo hanno autorizzato. L'idea che chi
vende qualcosa lo faccia fregandosene delle sue possibili conseguenze
dannose è tipica di chi considera il mercato una sorta di arena in
cui vari soggetti fanno a gara nell'imbrogliarsi a vicenda. Si tratta
di una idea molto ingenua, non solo perché esistono le leggi, ma
anche perché chi imbroglia di solito è espulso dal mercato.
Esistono, a mio parere, buoni motivi per credere a chi afferma che il
vaccino è stato testato in maniera rigorosa.
Non
conosciamo gli effetti a lunga scadenza.
Questa
affermazione può essere interpretata in due modi: in maniera “forte”
o in maniera “debole”.
Interpretata in maniera debole la
affermazione si rifà a quanto detto nei punti precedenti sulla
rapidità con cui si è arrivati al vaccino. Il fatto che si arrivi
rapidamente alla scoperta di un farmaco non vuol dire che il farmaco
non possa essere sicuro. Si possono fare controlli rigorosi anche in
tempi stretti.
Interpretata in maniera forte la affermazione è
non solo vera, ma inconfutabile. E' però priva di conseguenze
pratiche.
In realtà noi non non conosciamo le conseguenze a lunga scadenza di nulla.
Logicamente è indimostrabile che il mondo sia retto da alcune
fondamentali regolarità. Lo ha argomentato a suo tempo in maniera
perfetta David Hume: nulla ci assicura che il domani sia simile
all'oggi. La regolarità del mondo è il presupposto
di ogni pensiero, discorso ed azione, ma è un presupposto
indimostrabile: è un dato della
ragione e, prima ancora, della vita e dell'agire umani. Si cerchi di
dimostrarlo e ci si avvita in inestricabili circoli viziosi, si provi
a farne a meno e tutto diventa impossibile. Logicamente nulla ci
assicura, diceva Hume, che se una madre getta suo figlio dalla
finestra questo precipiti al suolo invece di rimanere sospeso a
mezz'aria. Però, aggiungeva il filosofo scozzese, le madri non
gettano i figli dalla finestra. E fanno bene...
Le
case farmaceutiche mirano al profitto...
Certo, le case farmaceutiche mirano al profitto, come mirano
al profitto le fabbriche di mobili, le case editrici, le imprese di
pulizie, banche, assicurazioni ed imprese automobilistiche,
aeronautiche o agro alimentari. E allora?
Non c'è niente di male
nel profitto. E' perfettamente normale che chi intraprende una
attività economica lo faccia in vista di un'utile. Può pensare il
contrario solo chi detesta l'economia di mercato. Tipico a questo
proposito l'atteggiamento di Bergoglio che sembra avere un'unica
preoccupazione: che il vaccino venga gestito in un'ottica “di
mercato”. Il vaccino sarà commercializzato a prezzi ridotti,
questo è certo, ma le case farmaceutiche ne trarranno comunque un
profitto, diretto o indiretto. Questo può scandalizzare solo chi ama
i totalitarismi più o meno teocratici e detesta le società libere e
pluraliste, quelle all'avanguardia nella ricerca medica.
Sappiamo
poco del vaccino
E'
vero, sappiamo poco del vaccino, come sappiamo poco o nulla di
moltissime cose che ci circondano ed usiamo tutti i giorni.
In
una società basata sulla divisione del lavoro ognuno di noi ha a che
fare con cose di ogni tipo di cui sa solo che possono essergli utili
in determinate circostanze della vita. Questo vale per i medicinali
come per i cibi, per gli elettrodomestici come per i mezzi di
trasposto. Uno dei presupposti affinché una società pluralista ad
economia di mercato possa funzionare è la diffusione della fiducia,
oltre, ovviamente, alla presenza di leggi che tutelino la sicurezza
di ognuno. Non sono obbligato a conoscere il funzionamento di un
aereo se decido di fare un viaggio, né la formula chimica di un
formaggio quando lo mangio. Anche se i burocrati della UE hanno
diffuso l'ideologia della “informativa” non perdo ore cercando di
capire le formule chimiche che fanno bella mostra di se sulle
etichette di alcuni farmaci o generi alimentari. Preferisco fidarmi
di medici e farmacisti, piloti d'aereo e lavoratori dei caseifici.
Questo non mi impedisce, a volte, di informarmi su alcuni prodotti
che acquisto, mi evita però di diventare un maniaco e mi rende più
facile la vita.
Volontario o obbligatorio?
Sono
contrario ad ogni forma, più o meno velata o mascherata di
obbligatorietà del vaccino.
Imporre un vaccino a persone adulte
vuol dire di fatto sottoporle ad un trattamento sanitario
obbligatorio e questo lede in maniera gravissima una fondamentale
libertà personale sancita e dalla costituzione. Un trattamento
sanitario obbligatorio può essere deciso solo da un giudice caso
per caso e riguardare
singole persone, non
interi gruppi o, peggio ancora, l'intera popolazione di un paese. La
obbligatorietà del vaccino sarebbe incostituzionale e tanto dovrebbe
bastare per escluderla dalle opzioni possibili.
Del resto, se
Tizio è vaccinato ha poco o nulla da temere da Caio che vaccinato
non è; perché allora obbligare Caio a vaccinarsi? Si potrebbe
obiettare che Caio, non vaccinato, potrebbe infettarsi, poi venire a
contatto ed infettare a sua volta persone che, pur volendolo, non
hanno potuto per i più svariati motivi, sottoporsi a vaccino. E
nessuno ha libertà di infettare altri. Il discorso sembra sensato,
ma non lo è.
Quali e quante possibilità ci sono che un caso
simile si verifichi? Caio dovrebbe infettarsi, poi venire a contatto
con persone che volevano vaccinarsi ma non lo hanno potuto fare ed
infettare a sua volta queste. A loro volta queste dovrebbero subire
danni gravi dall'infezione, finire in terapia intensiva o addirittura
morire. Teniamo conto che il tasso di mortalità del covid è
inferiore all'uno per mille; la mancata vaccinazione di alcuni a
Quante persone
farebbe davvero
correre un rischio grave?
Dietro al discorso sulla possibilità che i non vaccinati
infettino altri sta la pretesa assurda del “rischio
zero”.Tutti devono vaccinarsi
perché non deve esistere possibilità alcuna che qualcuno possa
infettare qualcun altro. Ma, ragionando in questo modo, io dovrei
sottopormi a continui esami medici perché mentre guido la mia auto
potrei avere un malore, investire ed uccidere qualche passante. Si
potrebbero fare molti esempi simili. Se messa in atto l'ideologia del
rischio zero renderebbe impossibile la vita degli esseri umani e
aumenterebbe in maniera esponenziale proprio i rischi. Detto per
inciso, l'ideologia del rischio zero dà ragione proprio a chi rifiuta
i vaccini perché spaventato dai loro possibili rischi... un cane che
si morde la coda.
Infine chi sostiene l'obbligatorietà del
vaccino potrebbe difenderla con l'argomento della “immunità di
gregge”. Solo se in moltissimi si vaccinano è possibile
raggiungere tale immunità, si sostiene. Argomento ragionevole,
certo... ma... ma se un popolo non vuole essere immune lo si può
obbligare ad esserlo? Non credo proprio. Se a livello di massa la
salute non è sentita come un valore nessuna forza al mondo può può
imporla a milioni di persone.
Del resto, siamo tanto sicuri che la
salute non sia considerata un valore dalla stragrande maggioranza
della popolazione? Io sono convinto del contrario. Se invece di fare
terrorismo sulla obbligatorietà od organizzare ignobili sceneggiate
propagandistiche le autorità facessero un lavoro serio di diffusione
della cultura scientifica molti problemi sarebbero risolti.
Ma è
possibile pensare che i seguaci della piccola Greta possano favorire
una rigorosa divulgazione scientifica? Ad essere anni luce lontani
dalla scienza autentica sono proprio loro...
E tanto può
bastare.