Lo si sente ripetere sempre più
spesso, una sorta di ritornello: “gli attentato di Parigi sono
diretti contro l'Islam”. Cosa vuol dire una simile
affermazione? Val la pena di esaminarla con un minimo di attenzione,
e da diversi punti di vista.
Le culture ed i singoli.
Molti
lo affermano: “volete negare che moltissimi musulmani siano brave
persone? Davvero potete pensare che siano tutti terroristi
assassini?”
Non ho alcuna difficoltà ad ammettere che esistono
molti musulmani che sono ottime persone. Però, il problema non sono
le singole persone, sono le caratteristiche generali, collettive di
una religione e di una ideologia, di un movimento sociale e
politico.
Dal fatto che un certo movimento politico abbia certe
caratteristiche non
deriva che tutti i
suoi seguaci abbiano tutte
quelle caratteristiche, o le abbiano nella stessa forma
in cui queste si presentano nella teoria e nella prassi collettiva di
quel del movimento.
Il comunismo predicava la guerra di classe, ma
molti elettori e militanti del vecchio PCI erano persone
assolutamente pacifiche. Hitler voleva l'eliminazione fisica di tutti
gli ebrei, ma molti tedeschi che si fecero abbagliare dalla sua
ideologia malata sarebbero inorriditi alla vista di un campo di
sterminio. L'Islam, tutto l'Islam,
considera la donna alla stregua di serva domestica, ma di certo molti
mariti musulmani hanno un autentico rapporto d'amore con le loro
mogli, non le maltrattano e le rispettano. Il passaggio
dall'universale al particolare non è mai
automatico, passa sempre attraverso quel prisma a mille facce che è
l'uomo, il singolo, irripetibile essere umano.
Il mondo è
pieno, addirittura traboccante, di felici incoerenze, per fortuna. E'
per questo motivo, sia detto di passata, che in occidente si
considerano reati i fatti,
non le teorizzazioni,
le azioni, non le
intenzioni.
Quindi,
se la affermazioni secondo cui “gli attentati di Parigi
sono diretti contro l'Islam” vuol
significare che simili attentati danneggiano anche molte brave
persone di fede musulmana, questa è vera.
Vera, ma assolutamente banale,
priva di peso e rilevanza politica.
Le
caratteristiche generali
Molti
musulmani sono ottime persone quindi, ma questo non conta nulla
quando si deve valutare non la singola persona ma l'Islam in quanto
religione e movimento politico. E' vero, il fatto che l'Islam sia una
religione aggressiva e violenta non implica che il signor Alì,
musulmano, sia necessariamente una persona violenta ed aggressiva,
però vale anche il contrario. L'indole pacifica del signor Alì non
ci può spingere a considerare l'Islam una “religione di pace”.
Per giudicare una religione o un movimento politico-ideologico
accorre valutare le sue caratteristiche generali, la sua teoria e la
sua prassi collettive. E' vero che molti tedeschi sarebbero
inorriditi alla vista dei campi di sterminio, ed è anche vero che
chi gettava gli ebrei nei forni era tutto sommato una minoranza. Ma è
l'azione di questa minoranza, non il silenzio della maggioranza,
quella che esprime le caratteristiche profonde, essenziali del
nazismo.
L'Islam è una religione aggressiva, intollerante, che
mira alla conversione forzata degli “infedeli”. Per l'Islam
l'infedele è una persona dai diritti dimezzati; al massimo può
adorare, in silenzio, il suo Dio, ma non può propagandare la sua
fede, difenderla pubblicamente. In tutto
l'Islam la apostasia è un reato punibile con la morte.
In occidente i mussulmani sono attivissimi nel reclamare i propri
diritti. Vogliono costruire moschee, aprire centri di cultura
islamica, diffondere il proprio credo. Ma chi si azzardasse di aprire
un circolo culturale laico in un paese musulmano passerebbe orribili
quarti d'ora. Tutto questo la dice lunga, mi pare, sulla “tolleranza”
del “vero islam”, quello che gli occidentali “buoni”
contrappongono al fondamentalismo.
In tutto l'Islam
la donna è in una condizione, per usare un eufemismo, di totale
inferiorità sociale. Poligamia, imposizione del velo, o peggio del
burka, ripudio delle mogli, fustigazione o lapidazione delle
adultere... è inutile ripetere cose risapute. Tutto
l'Islam inoltre non riconosce la distinzione fra potere politico e
potere religioso, la differenza fra peccato e reato. L'evangelico:
“date a cesare ciò che è di Cesare, date a Dio ciò che è di
Dio” è profondamente estraneo alla cultura islamica, a tutta
la cultura islamica. Non a caso chi ha cercato di riformare in senso
laico e moderno qualche paese islamico si è scontrato duramente con
le autorità religiose, basti pensare all'Iran dello scià o alla
Turchia di Ataturk.
E' inutile dilungarsi, le caratteristiche
generali della cultura e della religione islamica sono distanti anni
luce da quelli che per noi sono, o dovrebbero essere, valori
irrinunciabili: libertà personale, democrazia, pluralismo, laicità
dello stato, parità di diritti e doveri fra i sessi. E questo riguarda
l'Islam in quanto
tale, non qualche sua frazione
fondamentalista.
Per venire al dunque, se la affermazione: “gli
attentati di Parigi sono diretti contro l'Islam”
vuol dire che tali attentati sono diretti contro i principi ed i
valori su cui l'Islam si basa, questa è palesemente falsa.
I terroristi assassini condividono i valori, o i disvalori, che sono
propri di tutto l'Islam, al massimo si differenziano perché vogliono
che questi valori (o disvalori) vengano applicati in maniera più
ampia, radicale e sistematica. Una pura differenza quantitativa che
non cambia la sostanza delle cose.
Ideologie e realpolitik
Molti
stati islamici sono alleati dell'occidente e collaborano lealmente
con questo nella lotta al terrorismo, dicono in tanti. E' lecito
avere dubbi sulla lealtà di certi alleati, ma nella sostanza questa
affermazione è vera. Cosa significa però? Solo che esiste la
realpolitik e che questa è praticata anche dalle teocrazie
islamiche. Paesi come il Pakistan o l'Arabia Sauidita collaborano
con l'occidente per motivi economici, diplomatici, geopolitici, non
certo perché i loro regimi siano qualitativamente diversi e meno
oppressivi rispetto a quelli di altre teocrazie islamiche.
L'occidente dal canto suo può far bene a collaborare, a volte, con
tali stati. La realpolitik esiste, ed esistono le necessità
economiche e gli equilibri diplomatici. Ma si
commetterebbe il più grave degli errori se si facessero passare
stati con cui a volte si è quasi costretti a collaborare come
esempi di un Islam diverso, aperto, tollerante, moderato. Per fare
solo un esempio: forse (FORSE)
può essere giusto cercare di coinvolgere l'Iran nella lotta contro
l'Isis, ma sarebbe un errore criminale dimenticare quello che
realmente è l'Iran: una teocrazia aggressiva ed intollerante, un
paese i cui governanti negano pubblicamente l'olocausto, in cui vige
la lapidazione delle adultere ed in cui, poco tempo fa, una donna è
stata impiccata per aver ucciso un uomo che tentava di stuprarla. Un
paese, ed è questa la cosa più grave, che cerca di dotarsi
dell'arma atomica e che, se riuscisse nel suo intento, potrebbe
usarla contro Israele. E' questo l'Islam moderato di cui in tanti
parlano? O è lo il Pakistan? Un paese alleato dell'occidente, ma in
cui il fondamentalismo ha assunto forme assolutamente rivoltanti,
basti pensare al divieto di istruzione imposto alle bambine.
Quindi,
per non dilungarsi a ripetere cose conosciute, se l'affermazione:
“gli attentati di Parigi sono diretti contro l'Islam”
vuol significare che questi
attentati sono rivolti anche
contro gli stati islamici che in qualche modo collaborano con
l'occidente, questa è vera solo nel senso che i
fondamentalisti assassini rifiutano qualsiasi tipo di collaborazione
con l'occidente corrotto e corruttore.
E' invece del tutto falsa
se vuole significare che fra il terrorismo assassino e il regime di
alcuni stati islamici “collaborazionisti” esistano serie
differenze di qualità. Per tagliagole dell'Isis come per i mullah
iraniani è del tutto giusto che, ad esempio, le adultere vengono
lapidate. Le differenze fra loro riguardano solo gli equilibri ed i
giochi diplomatici.
Lotte intestine
Le
ideologie assolutiste e totalitarie, le religioni intolleranti, i
fondamentalismi fanatici di ogni tipo tendono sempre,
inesorabilmente, a scindersi in gruppi e gruppetti in lotta spietata
fra loro. La storia del cattolicesimo nella sua fase assolutista ed
intollerante è storia di scismi ed eresie, e di guerre di religione
estremamente cruente. Solo dopo un lungo e faticoso percorso storico
il cattolicesimo si è emancipato da questi gravissimi difetti.
Per
entrare in campo (falsamente) laico, la storia del movimento
comunista, in tutte le sue esperienze, è una terrificante sequela di
scissioni e di contrasti politici risolti a suon di plotoni
d'esecuzione. Stalin prima elimina politicamente Trotzskj, lo farà
fuori con circa dieci anni di ritardo. Poi inizia la lotta contro
Zinov'ev, Kamenev, Radek, Bukarin. Una volta eliminati i vecchi
oppositori il georgiano attacca i suoi stessi seguaci: fa
assassinare, fra molti altri, il suo fido Kirov e prende pretesto
dalla sua morte per condurre purghe spietate. In Cina le cose non
andranno diversamente. Lotte fra Mao e Liu Shao Chi, poi fra Mao e
Lin Pio, poi i moderati eliminano la “banda dei quattro”, vedova
di Mao compresa. Altrove si ripetono, in piccolo, le stesse
esperienze.
Anche il nazismo ha avuto le sue brave, anche se meno
prolungate, lotte intestine, basti pensare alla notte dei lunghi
coltelli ed alla eliminazione di Ernest Rohm, vecchio cane da guardia
di Hitler, da parte del suo "fuhrer". Per farla breve, tutte le
dittature totalitarie, le fedi e le ideologie intolleranti sono
caratterizzate da guerre interne, spesso estremamente sanguinose.
La
cosa non deve stupire. Le religioni fanatiche e le ideologie
totalitarie non possono tollerare il minimo dissenso. Non sono in
grado di gestirlo, il dissenso; nulla è più lontano dalla loro
teoria e dalla loro prassi quanto la concezione di una società in
cui diverse idee, interessi, valori possano confrontarsi civilmente e
pacificamente. Ogni dissenso diventa quindi scisma ed ogni scismatico
rappresenta il male assoluto. Non solo, più un dissidente è
ideologicamente vicino alla ideologia ufficiale più viene odiato dai
suoi sacerdoti. Stalin poteva accordarsi con Hitler ma doveva
uccidere Trotskji.
L'Islam non fa differenza. Come tutte le
fedi assolutiste, totalitarie ed intolleranti tende a dividersi in
gruppi che lottano fra loro con tanta maggior veemenza quanto più
sono ideologicamente vicini. Oggi l'Islam è l'unica religione scossa
da lotte intestine sanguinosissime, che nulla hanno da invidiare alle
guerre di religione che in un passato ormai abbastanza remoto hanno
lacerato la cristianità.
Se quindi la affermazione: “gli
attentati di Parigi sono diretti contro l'Islam” intende
riferirsi al fatto incontestabile che oggi nel mondo moltissimi
musulmani vengono ammazzati da altri musulmani, questa non è né
vera né falsa, ma priva di senso. Queste
uccisioni infatti di per se non possono dimostrare né la verità né
la falsità della affermazione di cui ci stiamo occupando.
Dire
che il terrorismo è anti islamico perché spesso fra le sue vittime
ci sono degli islamici è un po' come dire che Stalin era
anticomunista perché ha fatto uccidere, oltre a svariati milioni di
normali esseri umani, anche un buon numero di comunisti, addirittura
di comunisti stalinisti,
o che le guerre di religione erano dirette contro la religione perché
facevano scorrere a fiumi il sangue dei religiosi. Simili
affermazioni non sono proposizioni a cui sia possibile assegnare un
valore di verità, sono stronzate
che volutamente prescindono da ogni legame con la verità.
Trasformare Hitler in un antinazista perché ha eliminato le
nazistissime camicie brune, o Mao in anti maoista perché ha fatto
fuori il suo fedelissimo Lin Piao, significa spogliare il nazismo ed
il comunismo maoista delle loro reali peculiarità. Ogni tiranno che
uccide i suoi complici o i suoi possibili rivali sarebbe un nemico
della tirannia, ma in questo modo il concetto stesso di tirannia
perde ogni determinazione: tutti sono suoi nemici perché tutti
partecipano alle sue lotte intestine. Il fatto fondamentale che
queste lotte intestine siano componente essenziale
di ogni tirannia scompare, e con lui scompaiono gli obiettivi, le
caratteristiche, i fini dei presunti “nemici” di un regime
tirannico.
Lo stesso accade con l'Islam. Ad ogni attentato
qualcuno afferma con aria seria che si tratta di un attacco al “vero
islam” perché fra le vittime ci sono anche degli islamici. Però
le caratteristiche di questo “vero Islam” sempre sotto attacco
non emergono mai. Non
emergono mai esempi positivi, né a livello teorico né, tanto meno,
pratico di questa “autentica” religione islamica. Il famoso
“Islam moderato” che da oltre quattordici anni, per la precisione
dall'undici settembre 2001, viene opposto al fondamentalismo non ha
leader che lo rappresentino, una teoria che esponga le sue idee, uno
stato in cui si incarni, una prassi a cui far riferimento. Gli unici
suoi testimoni sono i corpi massacrati di esseri umani di fede
mussulmana uccisi da altri uomini della stessa fede. E' molto poco
come testimonianza, un po' come se i cadaveri di Trotskji o di
Bucharin fossero eletti a testimoni di un “comunismo di tipo
nuovo”, qualitativamente diverso da quello di Stalin, Mao o Pol
Pot.
Contorcimenti
Ogni
volta è, più o meno, lo stesso spettacolo. C'è un attentato,
subito si levano alte grida di condanna, poi la condanna inizia ad
attenuarsi. Qualcuno dice: “sono stati provocati”, altri
aggiungono: “si tratta di casi isolati, di azioni folli di
squilibrati”, altri ancora avanzano l'ipotesi di qualche diabolico
complotto della CIA e del Mossad. La maggioranza però sostiene che i
terroristi non sono il vero islam, anzi, il vero Islam è l'obiettivo
autentico dalle loro azioni. E così ci troviamo di fronte allo
spettacolo spettrale di un “vero” mondo islamico che tutti i
giorni è aggredito da islamici che non sono veri islamici, o in cui
è in corso una autentica epidemia di follia, o che è oggetto di
continue intollerabili provocazioni, o, ancora, di diabolici
complotti.
La cosa è molto strana, perché nel mondo ci sono
tante religioni che non subiscono una sorte così avversa. Come mai
nel mondo ci sono tanti falsi islamici che attaccano il vero islam e
non si trovano invece almeno alcuni falsi buddisti che attaccano il
“vero buddismo”? E perché tutti i complotti della CIA e del
Mossad sono rivolti sempre e solo contro l'Islam e non contro il
taoismo? Ed ancora, perché le epidemie di follia non colpiscono gli
ebrei, oltre che gli islamici? E come mai ad essere “offesi” e
“provocati” sono sempre gli islamici e non i cattolici o i
protestanti, o magari gli scintoisti?
Da moltissimo tempo dietro
ad ogni guerra, ogni attentato, ogni orgia di sangue c'è sempre la
stessa religione: l'Islam, questa è la realtà.
Una realtà che
molti occidentali non vogliono
vedere. Preferiscono inventare entità misteriose, come l'Islam
moderato ed i “falsi islamici”; immaginano diabolici complotti,
moltiplicano fino al ridicolo gli “episodi isolati”, considerano
“provocazioni” azioni che per noi sono da secoli espressione di
diritti. Come lo
shakespeariano re Lear chiudono gli occhi e si tappano bocca ed
orecchie pur di ignorare una verità che è ormai sotto gli occhi di
tutti: l'Islam fondamentalista ha dichiarato guerra
all'occidente e l'Islam cosiddetto moderato è del tutto incapace di
contrastarlo.
Negare la
realtà non vuol dire eliminarla, vuol dire solo subirne tutte le
tragiche conseguenze.
Esattamente ciò che sta avvenendo.