Giusto costruire seguendo norme anti
sismiche, giusto investire nella sicurezza. Non è giusto invece far
credere alla gente che si potrebbe facilmente trasformare un
terremoto in qualcosa di inoffensivo. Non è giusto ignorare che il
patrimonio edilizio si è costruito in Italia nel corso di secoli e
NON PUO' quindi essere “a norma”, a meno che non lo si
voglia azzerare, o che si voglia imporre ad ogni proprietario di un
immobile una spesa di circa 50.000 euro per “ristrutturazioni
sismiche” la cui efficacia è da dimostrare e che magari fra una
decina d'anni potrebbero rivelarsi obsolete. E si, anche la
tecnologia anti sismica si evolve e ciò che oggi è considerato
“sicuro” potrebbe non esserlo fra dieci anni. Che fare?
Ristrutturazioni decennali?
La scrittrice Dacia Maraini ha affermato che in Giappone non sono mai crollati palazzi in seguito a terremoti. Si, ha detto proprio così nel corso dell'ennesimo dibattito televisivo sul terremoto.
Peccato che nel 2011 un terremoto – maremoto abbia fatto in Giappone circa 19.000 vittime.
Né questo è stato l'unico evento disastroso che il Giappone ha dovuto subire.
Nel 1995 il terremoto di Kobe uccise 6.434 persone e distrusse 249.180 edifici.
Nel 2003 una serie di terremoti colpì il Giappone. Non ci furono morti, ma i danni sfiorarono i 300 milioni di dollari.
Si potrebbe continuare. Il Giappone si è dotato di una normativa anti sismica rigorosa e questo ha ridotto di molto sia i morti che i danni materiali. Ciò non toglie che anche in quel paese a volte gli edifici crollino, purtroppo.
La “Repubblica” riporta oggi le dichiarazioni del procuratore di Trani. “Nelle case crollate c'era più sabbia che cemento”. Può darsi che sia vero, però... però il terremoto è avvenuto tre giorni fa e sono ancora in corso le ricerche di eventuali sopravvissuti. Qualcuno mi spiega in base a cosa è stata fatta una affermazione tanto perentoria? Si sono esaminate le abitazioni crollate? Si sono fatte analisi dei detriti? Oppure che le case fossero fatte di sabbia è un a priori, un punto fermo da cui partire, da assumere come vero indipendentemente da ogni verifica ed ogni prova?
A volte mi sembra di essere nella Milano degli “untori” magistralmente descritta dal Manzoni.
Un altro sapientone ha affermato che i danni dei terremoti derivano tutti dal “saccheggio del territorio”. Che l'Italia, almeno in certe sue regioni, sia il regno dell'abusivismo è verissimo, c'è solo da chiedersi perché mai lo si scopra solo in occasione dei terremoti. Ma ridurre tutto al “saccheggio del territorio” è una idiozia. Amatrice è un borgo medioevale, quindi di che “saccheggio” stiamo parlando? Di quello avvenuto svariati secoli fa? Non sarebbe meglio collegare il cervello prima di parlare?
Ultima considerazione. Per costruire un immobile ci vogliono in Italia un sacco di permessi. Una volta ultimati i lavori ci sono dei controlli prima che venga rilasciato il decreto di abitabilità. Se sono state commesse irregolarità non sarebbe il caso di scoprirle SUBITO, magari mentre i lavori sono in corso? Non è molto difficile controllare se si sta costruendo un immobile con sabbia o cemento, in fondo. Invece no, l'immobile viene costruito, ha tutti i permessi ed autorizzazioni del mondo, poi venti anni dopo crolla ed allora iniziano le indagini per “disastro colposo”...
La scrittrice Dacia Maraini ha affermato che in Giappone non sono mai crollati palazzi in seguito a terremoti. Si, ha detto proprio così nel corso dell'ennesimo dibattito televisivo sul terremoto.
Peccato che nel 2011 un terremoto – maremoto abbia fatto in Giappone circa 19.000 vittime.
Né questo è stato l'unico evento disastroso che il Giappone ha dovuto subire.
Nel 1995 il terremoto di Kobe uccise 6.434 persone e distrusse 249.180 edifici.
Nel 2003 una serie di terremoti colpì il Giappone. Non ci furono morti, ma i danni sfiorarono i 300 milioni di dollari.
Si potrebbe continuare. Il Giappone si è dotato di una normativa anti sismica rigorosa e questo ha ridotto di molto sia i morti che i danni materiali. Ciò non toglie che anche in quel paese a volte gli edifici crollino, purtroppo.
La “Repubblica” riporta oggi le dichiarazioni del procuratore di Trani. “Nelle case crollate c'era più sabbia che cemento”. Può darsi che sia vero, però... però il terremoto è avvenuto tre giorni fa e sono ancora in corso le ricerche di eventuali sopravvissuti. Qualcuno mi spiega in base a cosa è stata fatta una affermazione tanto perentoria? Si sono esaminate le abitazioni crollate? Si sono fatte analisi dei detriti? Oppure che le case fossero fatte di sabbia è un a priori, un punto fermo da cui partire, da assumere come vero indipendentemente da ogni verifica ed ogni prova?
A volte mi sembra di essere nella Milano degli “untori” magistralmente descritta dal Manzoni.
Un altro sapientone ha affermato che i danni dei terremoti derivano tutti dal “saccheggio del territorio”. Che l'Italia, almeno in certe sue regioni, sia il regno dell'abusivismo è verissimo, c'è solo da chiedersi perché mai lo si scopra solo in occasione dei terremoti. Ma ridurre tutto al “saccheggio del territorio” è una idiozia. Amatrice è un borgo medioevale, quindi di che “saccheggio” stiamo parlando? Di quello avvenuto svariati secoli fa? Non sarebbe meglio collegare il cervello prima di parlare?
Ultima considerazione. Per costruire un immobile ci vogliono in Italia un sacco di permessi. Una volta ultimati i lavori ci sono dei controlli prima che venga rilasciato il decreto di abitabilità. Se sono state commesse irregolarità non sarebbe il caso di scoprirle SUBITO, magari mentre i lavori sono in corso? Non è molto difficile controllare se si sta costruendo un immobile con sabbia o cemento, in fondo. Invece no, l'immobile viene costruito, ha tutti i permessi ed autorizzazioni del mondo, poi venti anni dopo crolla ed allora iniziano le indagini per “disastro colposo”...
Quello che ho detto a mia mamma esattamente la settimana scorsa, la differenza tra italia e Giappone è che in italia si costruiscono case in pietra da millenni, mentre in Giappone, fino agli anni 50 circa, le case erano fatte in materiali leggeri (legna, carta di riso), probabilmente erano anche veloci da costruirre, ma poi, con l'industrializzazione, le esigenze sono diventate diverse, ed allora il problema terremoti è stato preso in considerazione.
RispondiEliminaMa una casa fatta di sabbia non crollerebbe senza bisogno del terremoto?
Il saccheggio del territorio non c'entra, è gente che non sa come si formano i terremoti, dove e a causa di che cosa che non si trova in superficie, ma a molti chilometri sotto i nostri piedi