Disturbato mentale, islamista,
radicalizzato, fanatico. In se questi termini non hanno nulla
di politicamente corretto. Non sono, per capirci, orribili neologismi
tipo “femminicidio” o “sindaca”.
Questi ed altri termini entrano però a pieno titolo nel vocabolario del politicamente corretto per l'uso che se ne fa. E da tempo questo uso è uno solo: evitare di pronunciare una parola proibita: islamico.
La polizia arresta un giovane islamico che si apprestava a compiere un massacro? Il giovane islamico si trasforma immediatamente in giovane radicalizzato. Radicalizzato in che senso, il seguito a quali suggestioni intellettuali, a quali frequentazioni? Mistero. Tizio è un bravo ragazzo, tutto casa e lavoro, poi, chissà perché, si “radicalizza” e fa fuori una cinquantina di persone. Il fatto che fosse un islamico di stretta osservanza, che frequentasse quotidianamente la moschea non ha rilevanza alcuna, ovviamente. Gli islamici sono, per definizione, moderati, lui invece si è stranamente “radicalizzato”. Punto.
Un signore si fa esplodere in una pizzeria, uccidendo un sacco di gente. L'Isis rivendica l'attentato. Stavolta è più difficile non tirare in ballo l'Islam. Così questo signore viene definito “islamista”.
“Islamista” vuol dire, a rigore, esperto, studioso di Islam, così come “latinista” significa studioso della lingua latina e “medievalista” studioso del medio evo. Bisognerebbe usare il termine “islamico” ma questo è proibito, o meglio, può essere usato solo in locuzioni del tipo: "islamico moderato” o “Islamico perfettamente integrato”. Se si parla invece di Caio, un signore islamico che si è fatto esplodere in una pizzeria, il termine “islamico” scompare. Caio diventa uno studioso dell'Islam, un “islamista”, appunto.
Il telegiornale del mattino da notizia dell'ennesimo attentato islamico. Un giovanotto lancia un camion sulla folla gridando “Allah u akbar” e sparando all'impazzata. Forse è di fede musulmana, afferma il solerte annunciatore televisivo, ma non è questa la causa del suo “folle gesto”. Si tratta infatti di un “disturbato mentale”. Pensate, da bambino ha dovuto subire a scuola episodi di bullismo. Povero innocente! Un suo compagno di banco una volta lo ha preso a pugni, un altro gli ha detto: “stronzo”. Lui, venti anni dopo, fa fuori non i vecchi compagni di scuola, ma decine di persone che abitano a centinaia di chilometri di distanza, da quella scuola. Stranezze. L'Islam non c'entra nulla, ovviamente.
C'è stato un attentato in Francia. “La polizia sta indagando”, cinguetta una giovane annunciatrice televisiva. “Non si hanno ancora certezze, ma si sospetta che l'attentato sia di matrice fanatica”, aggiunge.
MATRICE FANATICA, si proprio così. A piazzare la bomba in una discoteca sono stati dei “fanatici”. Che tipo di fanatici? Forse erano dei tifosi incazzati perché l'arbitro ha negato un rigore alla loro squadra, o forse dei fanatici del rock, o della disco music... tutto è possibile. Tutto tranne una cosa: che i “fanatici” fossero dei FANATICI ISLAMICI. Questo è da escludere, perché, lo sanno tutti, gli islamici sono “moderati” e l'islam è una “religione di pace”.
Insomma, tutto va bene pur di non usare le parolacce: ISLAM o ISLAMICO. Queste non possono essere accostate a massacri, attentati, sgozzamenti, bombe umane. Queste piacevolezze riguardano dei disturbati mentali, o dei fanatici, o dei radicalizzati. Al massimo possono riguardare degli studiosi dell'Islam, degli “islamisti”. MAI, in nessun caso possono riguardare l'Islam e gli islamici.
E chi ha qualche leggerissimo dubbio in proposito è, per definizione, un “razzista islamofobo” che “semina odio”.
AMEN.
Questi ed altri termini entrano però a pieno titolo nel vocabolario del politicamente corretto per l'uso che se ne fa. E da tempo questo uso è uno solo: evitare di pronunciare una parola proibita: islamico.
La polizia arresta un giovane islamico che si apprestava a compiere un massacro? Il giovane islamico si trasforma immediatamente in giovane radicalizzato. Radicalizzato in che senso, il seguito a quali suggestioni intellettuali, a quali frequentazioni? Mistero. Tizio è un bravo ragazzo, tutto casa e lavoro, poi, chissà perché, si “radicalizza” e fa fuori una cinquantina di persone. Il fatto che fosse un islamico di stretta osservanza, che frequentasse quotidianamente la moschea non ha rilevanza alcuna, ovviamente. Gli islamici sono, per definizione, moderati, lui invece si è stranamente “radicalizzato”. Punto.
Un signore si fa esplodere in una pizzeria, uccidendo un sacco di gente. L'Isis rivendica l'attentato. Stavolta è più difficile non tirare in ballo l'Islam. Così questo signore viene definito “islamista”.
“Islamista” vuol dire, a rigore, esperto, studioso di Islam, così come “latinista” significa studioso della lingua latina e “medievalista” studioso del medio evo. Bisognerebbe usare il termine “islamico” ma questo è proibito, o meglio, può essere usato solo in locuzioni del tipo: "islamico moderato” o “Islamico perfettamente integrato”. Se si parla invece di Caio, un signore islamico che si è fatto esplodere in una pizzeria, il termine “islamico” scompare. Caio diventa uno studioso dell'Islam, un “islamista”, appunto.
Il telegiornale del mattino da notizia dell'ennesimo attentato islamico. Un giovanotto lancia un camion sulla folla gridando “Allah u akbar” e sparando all'impazzata. Forse è di fede musulmana, afferma il solerte annunciatore televisivo, ma non è questa la causa del suo “folle gesto”. Si tratta infatti di un “disturbato mentale”. Pensate, da bambino ha dovuto subire a scuola episodi di bullismo. Povero innocente! Un suo compagno di banco una volta lo ha preso a pugni, un altro gli ha detto: “stronzo”. Lui, venti anni dopo, fa fuori non i vecchi compagni di scuola, ma decine di persone che abitano a centinaia di chilometri di distanza, da quella scuola. Stranezze. L'Islam non c'entra nulla, ovviamente.
C'è stato un attentato in Francia. “La polizia sta indagando”, cinguetta una giovane annunciatrice televisiva. “Non si hanno ancora certezze, ma si sospetta che l'attentato sia di matrice fanatica”, aggiunge.
MATRICE FANATICA, si proprio così. A piazzare la bomba in una discoteca sono stati dei “fanatici”. Che tipo di fanatici? Forse erano dei tifosi incazzati perché l'arbitro ha negato un rigore alla loro squadra, o forse dei fanatici del rock, o della disco music... tutto è possibile. Tutto tranne una cosa: che i “fanatici” fossero dei FANATICI ISLAMICI. Questo è da escludere, perché, lo sanno tutti, gli islamici sono “moderati” e l'islam è una “religione di pace”.
Insomma, tutto va bene pur di non usare le parolacce: ISLAM o ISLAMICO. Queste non possono essere accostate a massacri, attentati, sgozzamenti, bombe umane. Queste piacevolezze riguardano dei disturbati mentali, o dei fanatici, o dei radicalizzati. Al massimo possono riguardare degli studiosi dell'Islam, degli “islamisti”. MAI, in nessun caso possono riguardare l'Islam e gli islamici.
E chi ha qualche leggerissimo dubbio in proposito è, per definizione, un “razzista islamofobo” che “semina odio”.
AMEN.
Altre volte i muslims diventano 'nazisti', 'hitleristi' o 'fans di breivik'. Magari c'è un dettaglio in più. Hanno capelli biondi e occhi azzurri (ovviamente queste sono false descrizioni. In Svezia i politicamente corretti già usano false immagini segnaletiche).
RispondiEliminaDisturbato mentale è bruttissimo. Propongo di sostituirlo con "diversamente equilibrato" (qualcuno può forse negare che un suo equilibrio lo abbia?
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