Il signor Vauro Senesi ha fatto gli
auguri di buon compleanno a Silvio Berlusconi con una vignetta.
Raffigurava una bella merda adornata da una candelina e da un
biglietto di auguri. Beh... almeno questo signore non è stato
ipocrita. Però, guardando quella vignetta non ho potuto fare a meno
di pensare a quanto siamo superficiali, noi che affibbiamo ai tipini
come Vauro l'appellativo di “buoni”.
Si, c'è ironia in quell'appellativo, ma non solo. Molti considerano tipi come Vauro davvero “buoni”. Scioccamente, ingenuamente buoni, ma “buoni”. La loro bontà è irrealistica, utopica, basata su analisi del tutto sbagliate del mondo, ha conseguenze tutt'altro che buone, ma è, in fondo, davvero tale. Si tratta di persone che davvero amano la “povera gente”, che sono sinceramente colpite dalle sofferenze degli emarginati e degli “ultimi”.
Si tratta di una visione falsa delle cose. Bisogna ristabilire la verità: questi signori non sono affatto “buoni”, da nessun punto di vista. Non amano la povera gente, non sono colpiti dalle sofferenze degli “ultimi”. Il punto di riferimento di questa gente non sono gli esseri umani in carne ed ossa, coi loro problemi, le loro sofferenze, la loro emarginazione. No, il punto di riferimento dei finti buoni politicamente corretti non è l'uomo, è l'ideologia. A persone come Vauro, Dario Fo o Niki Vendola, non interessano le umane sofferenze, ma una certa visione del mondo. Non pensano agli esseri umani, ma all'uomo nuovo, trasfigurato, radicalmente rinnovato; la realizzazione della loro ideologia malata.
Vauro collaborò col “Manifesto” quando il “quotidiano comunista” esaltava la Cina di Mao. E militò nel “partito dei comunisti italiani”, una minuscola formazione politica che guardava con simpatia a quel grande lagher a cielo aperto che è la Corea del Nord. Da dal canto suo Dario Fo affiancava alla esaltazione di Mao quella di Stalin.
Ormai le cose si sanno. L'esperimento maoista costò alla Cina numerose decine di milioni di cadaveri (si parla di settanta, ottante milioni di vittime). Il solo “gran balzo in avanti” provoco sette,otto milioni di morti fra i contadini; le vittime della “grande rivoluzione culturale proletaria” sono ancora in larga misura sconosciute. Dal canto suo la politica agraria di baffone Stalin fece morire, letteralmente, di fame milioni di contadini e, globalmente considerato, il comunismo staliniano costò al popolo sovietico dai venti ai venticinque milioni di vite umane. Non lo afferma Donald Trump, ma Roy Medvedev, uno storico sovietico che poteva esser definito politicamente un "revisionista gorbacioviano”. La povera gente in Cina ed in Russia erano i contadini cui le brigate del partito strappavano sino all'ultimo chicco di grano o di riso, gli intellettuali che finivano nei gulag o nei laogoai per aver sussurrato una parola sgradita, gli operai costretti a lavorare in condizioni servili, gli innumerevoli deportati obbligati a costruire opere tanto faraoniche quanto inutili (altro che ponte sullo stretto) praticamente a mani nude. In Cambogia la “povera gente” era costituita dagli abitanti delle città, strappati alle loro case e spediti a morir di fame in campagna, costretti a demenziali lavori forzati agricoli.
Ed oggi, in medio oriente, la “povera gente” è costituita dalle donne fustigate o lapidate, o costrette a vivere nei sacchi, dagli apostati decapitati, dai poeti condannati a morte, dai cristiani crocifissi o dalle donne vendute come schiave. Ma questa massa enorme di umanità sofferente non commuove i “buoni”. Quando si ricordano loro le vittime del fondamentalismo islamico questi angeli della bontà non trovano nulla di meglio che tirare fuori le “crociate” o il colonialismo. A parte il fatto che anche gli islamici non erano niente male come conquistatori, cosa dovremmo dire se inglesi e francesi rinfacciassero oggi agli italiani le conquiste di Caio Giulio Cesare? Ma i "buoni" non si spacano la testa con la storia ed il buon senso; le immani tragedie umane del fondamentalismo islamico lasciano indifferenti tutti coloro che sono pronti a piangere amare lacrime se un soldato israeliano uccide un palestinese, per impedirgli di accoltellare un innocente passante.
E, se gli si parla delle numerose decine di milioni di morti causati a livello mondiale dal comunismo i "buoni" non piangono, non si impietosiscono, non fremono di indignazione. Alzano gli occhi al cielo, sospirano, infine sussurrano che “per fare la frittata occorre rompere le uova”. Ecco, gli esseri umani, le persone, sono come le uova, che bisogna rompere, se si vuol fare una bella frittata. E se qualche decennio dopo tutti, più o meno, si accorgono che la frittata non è poi venuta troppo bene, che forse era meglio non romperle, quelle povere “uova”, di nuovo sussurrano che “si, si sono commessi errori, ma... chi non commette errori”?
Ammazzare esseri umani in quantità industriale equivale a “rompere delle uova” o a commettere qualche “innocente errore”. Questa è l'ideologia di coloro che erroneamente si definiscono “buoni”, questo il loro amore per la “povera gente”.
I “buoni “ politicamente corretti non sono mossi da amore per il popolo, simpatia per la “gente comune”. Disprezzano il popolo. Detestano il modo di vivere della gente comune, considerano indecenti i gusti e le debolezze delle persone normali.
Il loro amore va tutto all'immagine falsa che si sono fatta del popolo, della gente, dell'uomo. E' un "amore" identico a quello degli inquisitori che bruciavano i corpi degli eretici per salvarne le anime. Amano un idolo, una idea astratta e sono pronti ad applaudire chi sacrifica a questo idolo centinaia di migliaia, milioni, decine di milioni di vite umane. Per questo sono seguaci di alcune delle più sanguinarie ideologie della storia. E nulla scuote le loro miserabili certezze.
Non meritano neppure l'odio delle persone intelligenti. Solo il loro, il nostro, profondissimo disprezzo.
Si, c'è ironia in quell'appellativo, ma non solo. Molti considerano tipi come Vauro davvero “buoni”. Scioccamente, ingenuamente buoni, ma “buoni”. La loro bontà è irrealistica, utopica, basata su analisi del tutto sbagliate del mondo, ha conseguenze tutt'altro che buone, ma è, in fondo, davvero tale. Si tratta di persone che davvero amano la “povera gente”, che sono sinceramente colpite dalle sofferenze degli emarginati e degli “ultimi”.
Si tratta di una visione falsa delle cose. Bisogna ristabilire la verità: questi signori non sono affatto “buoni”, da nessun punto di vista. Non amano la povera gente, non sono colpiti dalle sofferenze degli “ultimi”. Il punto di riferimento di questa gente non sono gli esseri umani in carne ed ossa, coi loro problemi, le loro sofferenze, la loro emarginazione. No, il punto di riferimento dei finti buoni politicamente corretti non è l'uomo, è l'ideologia. A persone come Vauro, Dario Fo o Niki Vendola, non interessano le umane sofferenze, ma una certa visione del mondo. Non pensano agli esseri umani, ma all'uomo nuovo, trasfigurato, radicalmente rinnovato; la realizzazione della loro ideologia malata.
Vauro collaborò col “Manifesto” quando il “quotidiano comunista” esaltava la Cina di Mao. E militò nel “partito dei comunisti italiani”, una minuscola formazione politica che guardava con simpatia a quel grande lagher a cielo aperto che è la Corea del Nord. Da dal canto suo Dario Fo affiancava alla esaltazione di Mao quella di Stalin.
Ormai le cose si sanno. L'esperimento maoista costò alla Cina numerose decine di milioni di cadaveri (si parla di settanta, ottante milioni di vittime). Il solo “gran balzo in avanti” provoco sette,otto milioni di morti fra i contadini; le vittime della “grande rivoluzione culturale proletaria” sono ancora in larga misura sconosciute. Dal canto suo la politica agraria di baffone Stalin fece morire, letteralmente, di fame milioni di contadini e, globalmente considerato, il comunismo staliniano costò al popolo sovietico dai venti ai venticinque milioni di vite umane. Non lo afferma Donald Trump, ma Roy Medvedev, uno storico sovietico che poteva esser definito politicamente un "revisionista gorbacioviano”. La povera gente in Cina ed in Russia erano i contadini cui le brigate del partito strappavano sino all'ultimo chicco di grano o di riso, gli intellettuali che finivano nei gulag o nei laogoai per aver sussurrato una parola sgradita, gli operai costretti a lavorare in condizioni servili, gli innumerevoli deportati obbligati a costruire opere tanto faraoniche quanto inutili (altro che ponte sullo stretto) praticamente a mani nude. In Cambogia la “povera gente” era costituita dagli abitanti delle città, strappati alle loro case e spediti a morir di fame in campagna, costretti a demenziali lavori forzati agricoli.
Ed oggi, in medio oriente, la “povera gente” è costituita dalle donne fustigate o lapidate, o costrette a vivere nei sacchi, dagli apostati decapitati, dai poeti condannati a morte, dai cristiani crocifissi o dalle donne vendute come schiave. Ma questa massa enorme di umanità sofferente non commuove i “buoni”. Quando si ricordano loro le vittime del fondamentalismo islamico questi angeli della bontà non trovano nulla di meglio che tirare fuori le “crociate” o il colonialismo. A parte il fatto che anche gli islamici non erano niente male come conquistatori, cosa dovremmo dire se inglesi e francesi rinfacciassero oggi agli italiani le conquiste di Caio Giulio Cesare? Ma i "buoni" non si spacano la testa con la storia ed il buon senso; le immani tragedie umane del fondamentalismo islamico lasciano indifferenti tutti coloro che sono pronti a piangere amare lacrime se un soldato israeliano uccide un palestinese, per impedirgli di accoltellare un innocente passante.
E, se gli si parla delle numerose decine di milioni di morti causati a livello mondiale dal comunismo i "buoni" non piangono, non si impietosiscono, non fremono di indignazione. Alzano gli occhi al cielo, sospirano, infine sussurrano che “per fare la frittata occorre rompere le uova”. Ecco, gli esseri umani, le persone, sono come le uova, che bisogna rompere, se si vuol fare una bella frittata. E se qualche decennio dopo tutti, più o meno, si accorgono che la frittata non è poi venuta troppo bene, che forse era meglio non romperle, quelle povere “uova”, di nuovo sussurrano che “si, si sono commessi errori, ma... chi non commette errori”?
Ammazzare esseri umani in quantità industriale equivale a “rompere delle uova” o a commettere qualche “innocente errore”. Questa è l'ideologia di coloro che erroneamente si definiscono “buoni”, questo il loro amore per la “povera gente”.
I “buoni “ politicamente corretti non sono mossi da amore per il popolo, simpatia per la “gente comune”. Disprezzano il popolo. Detestano il modo di vivere della gente comune, considerano indecenti i gusti e le debolezze delle persone normali.
Il loro amore va tutto all'immagine falsa che si sono fatta del popolo, della gente, dell'uomo. E' un "amore" identico a quello degli inquisitori che bruciavano i corpi degli eretici per salvarne le anime. Amano un idolo, una idea astratta e sono pronti ad applaudire chi sacrifica a questo idolo centinaia di migliaia, milioni, decine di milioni di vite umane. Per questo sono seguaci di alcune delle più sanguinarie ideologie della storia. E nulla scuote le loro miserabili certezze.
Non meritano neppure l'odio delle persone intelligenti. Solo il loro, il nostro, profondissimo disprezzo.
Roy MEDVEDEV non Medved,lo so che ha la disgrazia di avere lo stesso cognome della "protesi" do PUTIN (DI CUI VAURO È AMMIRATORE) però...
RispondiEliminaUn pò come i giovani 'black lives matter', come i 'balck blocks' e come i 'SJWs'. A loro interessa l'ideologia, il 'poverinismo'.
RispondiEliminaA loro le donne musulmane non interessano, sia per colpa delle convertite nostrane, sia per colpa delle femministe radicali che, pur atee, indossano il niqab (in Inghilterra parte delle niqabbate sono infatti ateissime femminazi, ma l'ideologia dietro al niqab resta la stessa presente nell'islam). Loro si preoccupano della coscia fuori, del centimetro di pelle in più, il bello è che sono anni che le donne occidentali, o meglio, le donne dei paesi non islamici, si vestono ANCHE così.
'per fare la frittata occorre rompere le uova' ma allora esiste anche in italiano? Tempo fa un cretino di questi (sostenitore dell'isis pur essendo un non musulmano) mi ha detto la stessa cosa (in inglese) quando gli ho citato i genocidi e il vandalismo di cui quelli dell'isis si macchiano.
Poi non dimentichiamolo, i buoni (o meglio dire i buonisti) vivono per lo più nelle ville, senza considerare che se arriva il comunismo, quelle ville il governo gliele porta via, se arriva l'islam magari quelle ville se le potranno tenere, ma dovranno rinunciare alla porchetta. alla musica, ai loro amati libri sinistroidi (potranno leggere solo il corano) e forse dovranno rifare il bagno per orientarlo nel modo giusto verso la mecca.
Ho sempre sostenuto che alle famose due cose infinite di Einstein ne va aggiunta una terza: la perfidia dei buoni di professione.
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