mercoledì 5 febbraio 2025

PONTI A CORRENTE ALTERNATA

 

Non entro nel merito della proposta di Trump di trasferire gli abitanti di Gaza in Egitto e Giordania, il minimo che si possa dire al momento è che non sembra un obiettivo troppo realistico, mi limito a spendere qualche parola sulle reazioni indignate di alcuni a questa proposta.
“Deportazioni di massa!” hanno strillato molti, “Si vogliono allontanare i palestinesi dai luoghi in cui vivono” hanno aggiunto profondamente commossi. E poi il gran finale: “ponti non muri, coesistenza, pace, amore!”.
Che bello!
Ricordiamo cosa avvenne nel 2005 quando Sharon consegnò Gaza ai palestinesi? A Gaza vivevano molti ebrei, esattamente come moltissimi arabi vivono in Israele, godendo di tutti i diritti fondamentali. Quando la striscia fu ceduta ai palestinesi i suoi abitanti ebrei dovettero andarsene. Le loro case vennero distrutte o occupate dai nuovi venuti, i loro averi furono trasportati via o divennero oggetto di saccheggio, le sinagoghe vennero smantellate, nei cimiteri i morti furono disseppelliti, le salme trasferite in Israele per evitare che diventassero oggetto di profanazione. Allora nessuno parlò di ”deportazioni di massa”, tacquero quelli che continuamente ripetono “ponti non muri, coesistenza, accoglienza, dialogo, inclusione, amore” Si può coesistere con tutti, amare tutti, includere tutti, integrarsi con tutti ma NON con gli ebrei israeliani. L’esodo forzato degli ebrei da Gaza fu accolto dai “dialoganti” come un passo avanti verso la pace. Poi Gaza , in nome della pace, è diventata una enorme base da cui per 20 anni sono partite infami azioni terroristiche.
E oggi? Oggi gli stessi che accolsero con favore l’esodo degli ebrei da Gaza reagiscono con “orrore” alla proposta che i palestinesi reduci dalla guerra invece di tornare a case spesso distrutte a Gaza vengano accolti in Egitto o in Giordania, che, per chi non lo sapesse, è a tutti gli effetti uno stato palestinese. Insomma, prima strillano “ponti non muri”, si dimenticano dei “ponti” quando sono gli ebrei a dover lasciare le loro case salvo poi tornare ai “ponti” quando si propone che gli sfollati palestinesi vadano in Egitto o in Giordania invece che a Gaza. Sono per i ponti... a corrente alternata.
E tutti ripetono “due stati” dimenticando che nessuna forza politica palestinese vuole i “due stati”. Quello che vogliono è la distruzione dello stato di Israele.
Altro che “ponti non muri”!

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