lunedì 30 aprile 2018

LUIGI DI MAIO


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I grillini lo hanno ripetuto sino alla nausea: gli eletti non devono tradire gli elettori. Hanno addirittura proposto il vincolo di mandato: se un parlamentare è eletto in un certo partito non può, una volta ottenuto il posto, cambiare schieramento.
Poi il signor Di Maio ha fatto di tutto per convincere Salvini a rompere l'alleanza di centro destra. Dimenticando che Salvini si è presentato agli elettori come membro di quella alleanza e se la avesse rotta avrebbe fatto proprio ciò che il M5S per anni ha indicato come un peccato mortale.
Con Salvini gli è andata male; e non poteva andare diversamente, perché è buffonesco pretendere di discutere con qualcuno ponendogli la precondizione di rompere coi suoi alleati.
Allora il signor Di Maio si è rivolto al PD. Il M5S ha per anni definito il PD non un partito che porta avanti una politica inaccettabile, questo rientra nella normale dialettica democratica. No, lo ha definito un partito di farabutti, venduto alle oscure forze della finanza (ebraica?). Del resto è QUESTA la caratteristica dei 5S. Non hanno rivali ma nemici e neppure nemici politici. I loro nemici sono semplicemente dei criminali, criminali comuni. Si tratti del PD, di FI o di altri il risultato non cambia, sempre di mascalzoni si tratta. Non a caso il re dei giustizialisti forcaioli, il “giornalista” (si fa per dire) Marco Travaglio, è fra i principali sostenitori del M5S.
Ma,visto che si deve cercare di fare un governo, il signor Di Maio ha messo da parte le vecchie “divergenze” ed ha lanciato accorati appelli al PD. Ha sostituito il vecchio programma con una sequela di ovvie banalità (lotta alla povertà, trasparenza, no agli sprechi) e su questa ha cercato di agganciare quel partito. Ha blaterato patetiche scemenze sulla differenza fra “alleanza” e “contratto di programma” e, in un momento di inarrivabile creatività, ha addirittura tirato fuori dal cilindro il conflitto di interessi, cosa ridicola in un momento in cui Berlusconi non può neppure diventare parlamentare. Ma a Di Maio questo non basta più. Chi possiede una TV non può fare politica, anche se neppure si candida alle elezioni. Potrebbe comunque usare le sue TV per “influenzare il voto”. Seguendo una simile “logica” (si fa per dire) si dovrebbe interdire a chi segue la politica l'uso di Internet o chiedere che chi supera un certo reddito sia escluso dal diritto di voto: potrebbe usarlo per difendere i suoi interessi finanziari! Potranno votare solo i nullafacenti. In questo caso il M5S otterrebbe il 90% dei suffragi!

Il signor Di Maio ha strillato queste idiozie senza sosta. Mirava a sollecitare il ventre molle del PD, è chiaro. E ha trovato in quel partito molte orecchie attente, non a caso. Perché il PD è pieno di gente che con i grillini ha molto in comune: dal giustizialismo forcaiolo al misticismo ecologico, dalla antipatia, o peggio, per Israele alla vicinanza con l'ideologia gender.
Ma gli è andata di nuovo male. Perché nel PD c'è ancora gente, a cominciare da Matteo Renzi, occorre riconoscerglielo, in grado di capire che fare da stampella al M5S distruggerebbe il partito.
Poi sono arrivati gli elettori che hanno inferto al M5S due sonore batoste in Molise ed in Friuli. E così il buon di Maio saltella, insulta, minaccia, strilla e strepita.
Il fatto è che Luigi Di Maio in realtà ha un ruolo che non gli spetta. Non è il leader dei 5 stelle, non ha fondato lui il movimento e non è lui a guidarlo. E' una mezza figura, un ometto alle prese con cose più grandi di lui.
Senza voler essere troppo polemici, una nullità. Che però abbiamo rischiato di trovarci presidente del consiglio. Il rischio è superato? Non lo so. Forse si andrà di nuovo a votare e le cose potranno cambiare. Ma il rischio di essere governati da personaggi come Di Maio persiste. Purtroppo.

venerdì 20 aprile 2018

LA SVOLTA


trump kim Jong Un incontro maggio


Qualcuno lo ricorda? Per mesi i “giornalisti” (si fa per dire) hanno strillato contro la politica di Trump nei confronti della Corea del nord. Le “esibizioni muscolari” del presidente americano rischiano di far precipitare il mondo in una guerra, hanno strillato. Altri hanno ironizzato sulle battute di Trump a proposito della potenza dei missili americani, cercando di interpretarle alla luce della psicanalisi freudiana.
Tutti o quasi hanno apparentemente messo sullo stesso piano Trump e Kim Joung Un, presentandoli come due pazzoidi con la mania della guerra. In realtà i due non venivano affatto posti sullo stesso piano. Il vero obiettivo degli strali dei “progressisti” non era il dittatore nord coreano, da loro tollerato per decenni, ma il presidente degli Stati Uniti.
Ora la svolta. La Corea del nord si dice intenzionata a piantarla con gli esperimenti nucleari ed intende addirittura firmare il trattato di pace con la Corea del sud. Un fatto storico che, se davvero dovesse concretizzarsi, metterebbe fine ad uno dei più vecchi  contenziosi della storia e spegnerebbe un focolaio di tensione potenzialmente devastante.
Se l'accordo ci sarà, il condizionale è d'obbligo quando c'è di mezzo un tipetto come Kim Joung Un, il presidente americano potrà dire di essere riuscito laddove tutti i suoi predecessori hanno miseramente fallito. Le “esibizioni muscolari” e le battute a sfondo freudiano hanno avuto successo laddove le chiacchiere hanno fallito, per decenni.
Non è vero che belare è sempre la strategia vincente. Senza lasciarsi andare ad azioni sconsiderate è bene, a volte, “mostrare i muscoli”, far capire a chi pensa di poter fare tutto ciò che vuole che non gli conviene tirare troppo la corda. Questo vale per la Corea del nord. Può valere anche per la Siria.
Certo, nulla è deciso. Possono esserci sorprese, Il dittatore nord coreano è imprevedibile, ma, al momento, sembra che una svolta sia davvero possibile e questo è, comunque, un evento la cui importanza gli stessi rivali del presidente dovrebbero riconoscere.
Personalmente trovo patetici i democratici americani (ed i loro amici europei) che di fronte ad una situazione come quella che stiamo vivendo si dilettano col Russiagate o le excort russe. Se vogliono davvero battere Trump dovrebbero cercare di darsi una politica, smettendola di cercare rivalse giudiziarie alle proprie sconfitte elettorali e politiche. Non credo lo franno. Il gossip, le inchieste fondate sul nulla o le battute ironiche sembrano essere, per loro, la via più facile. Peccato che non conduca da nessuna parte.

venerdì 13 aprile 2018

SIRIA

L'attacco c'è stato ed è facile immaginare le reazioni di molti.
Ricominceranno le discussioni infinite sul diritto internazionale, le armi di distruzione di massa eccetera. E risorgerà il mai sopito antiamericanismo italico, trasversalmente diffuso.
Certo, la situazione in Siria è complicata, ed ogni mossa può rivelarsi sbagliata.
Certo, la politica americana in medio oriente non è stata affatto esente da di errori, tutto è discutibile e criticabile, ovviamente.
Ma da questo a trasformare gli USA in “criminali aggressori”, Assad in un “moderato”, il terrorismo islamico in una “creazione degli USA e di Israele" e l'Iran in una sorta di democrazia liberale ce ne corre.
Al di la delle disquisizioni giuridiche il problema della Siria è semplice. E' accettabile che Assad si rafforzi e che suo tramite si accresca la presenza militare dell'Iran in Siria, ai confini di Israele e ad un passo da casa nostra? Io credo che questa prospettiva sia molto pericolosa. L'Iran mira a diventare potenza egemone nel mondo arabo e usa a questo fine il più vecchio ed efficace strumento che le varie teocrazie islamiche conoscano: l'attacco ad Israele, il tentativo di indebolirlo prima e di cancellarlo poi. Una simile strategia non è pericolosissima solo per Israele, lo è per tutti noi, malgrado gli isterismi anti israeliani di una parte importante della pubblica opinione occidentale.
Certo, combattere Assad è a sua volta pericoloso. Il leader siriano non è affatto un pacifista moderato. Ha da sempre legami strettissimi coi terroristi di Hammas ed Hezbbollah, ha trasformato il Libano in una mezza colonia siriana, minaccia costantemente Israele. Ma molti, forse la maggioranza, dei suoi nemici sono  ancora peggio di lui. Ed indebolire Assad potrebbe favorirli, creando in Siria una situazione incontrollabile. Da qui le difficoltà, e la necessità di muoversi con la massima attenzione.
Francamente, stando alle notizie della prima ora, mi pare che l'attacco americano tenga conto di queste difficoltà. Sembra, almeno per ora, un attacco mirato, limitato; un avvertimento, non una dichiarazione di guerra al regime siriano.

Molti però non faranno considerazioni simili e daranno sfogo, c'è da scommetterci, all'anti americanismo più bieco. E fra questi ci saranno, (scommettiamo?) proprio coloro che in questi giorni hanno strillato più forte contro Assad. I vari Saviano, Boldrini, Litizzetto che si sono fatti fotografare con le mani sul volto in segno di “protesta” contro Assad. Questi personaggi strillano contro le armi chimiche al solo scopo di alimentare una propaganda falsamente “umanitaria”. Il loro obiettivo non è battere Assad o i terroristi dell'Isis, ma di accogliere quantità potenzialmente infinite di migranti. Per certi pacifinti terrorismo, tiranni pseudo laici, teocrazie oscurantiste non si devono combattere. Misure economiche, politiche o militari contro di loro sono atti “imperialisti”. No, si deve reagire alla barbarie con l'accoglienza indiscriminata. Grandiosa politica!

Ultima telegrafica considerazione. Molti già urlano contro la “guerra in Siria”, come se la guerra in Siria fosse iniziata stanotte, come se la Siria non fosse in guerra da circa sette anni! Secondo fonti del governo siriano l'attacco americano ha causato tre feriti. Finora la guerra civile in Siria ha provocato dai due ai trecentomila morti. Ma ad essere sotto accusa è, tanto per cambiare, l'imperialismo americano!

domenica 1 aprile 2018

L'ITALIA ACCETTEREBBE...?

L'Italia accetterebbe di essere definita "entità chitarra mandolino"?
Israele è definito da quasi tutti gli stati arabo islamici “entità sionista” (e per loro il termine "sionista" è un insulto sangunoso).

Accetterebbe di non vedersi riconosciuto il diritto ad esistere da parte di altri stati?
Quasi tutti gli stati arabo islamici negano ad Israele il diritto di esistere.

Accetterebbe di sentir dire da tanti finti amici “l'Italia ha il diritto di esistere, ma deve capire le ragioni di chi tale diritto lo nega”?
Tanti finti amici di Israele continuano a dire che ha si il diritto di esistere, ma la deve smettere di “discriminare” coloro che questo diritto lo negano.

L'Italia ha circa 60 milioni di abitanti. Accetterebbe di accogliere 50 milioni di presunti profughi?
Israele, con sei milioni di abitanti, dovrebbe accettare di accogliere nei suoi confini cinque milioni di “profughi” palestinesi.

L'Italia accetterebbe che decine migliaia di francesi manifestassero ai suoi confini e  cercassero di forzarli?
Decine di migliaia di palestinesi cercano di forzare i confini dello stato ebraico.

Se in Italia ci fossero scontri fra manifestanti e forze dell'ordine accetterebbe che su tali scontri indagasse una “commissione imparziale” dell'ONU?
Israele deve fronteggiare in questi giorno un autentico assalto alle sue frontiere e dovrebbe accettare la commissione di inchiesta di un organismo che emette un giorno si e l'altro pure condanne nei suoi confronti.

L'Italia accetterebbe di considerare “profughi” i figli ed i nipoti di persone che oltre settanta anni fa la hanno abbandonata?
I palestinesi sono gli unici al mondo a tramandarsi lo status di profugo di padre in figlio.

Accetterebbe di essere considerata “stato apartheid” perché circonda con barriere di cemento piazze e centri commerciali? E mette posti di blocco al fine di controllare possibili terroristi?
Da sempre Israele è tormentato dal terrorismo ma ogni misura che prende per combatterlo è considerata da “stato apartheid”.

Accetterebbe di non poter ospitare manifestazioni culturali e sportive perché boicottata?
Questo avviene regolarmente per Israele.

Accetterebbe di dover subire lanci di razzi ed essere condannata se risponde?
Questo avviene regolarmente per Israele.

Si potrebbe continuare. Quello che è fantapolitica per tutti gli stati del mondo è normalità per Israele.

CON ISRAELE SENZA SE E SENZA MA!