lunedì 25 settembre 2023

CONTE ED I CONTI PUBBLICI

Giuseppe Conte continua imperterrito a sostenere che grazie al superbonus lo stato avrebbe guadagnato un sacco di soldi e, di conseguenza, sarebbe migliorata la situazione dei conti pubblici.
Insomma, per il signor Conte se io regalo soldi al primo che passa accresco il saldo del mio conto corrente. Sarebbe davvero bello se una cosa simile potesse accadere: tutti diventeremmo ricchi in men che non si dica.
Facili ironie a parte, e tralasciando ogni considerazione sulle cifre, facciamo uno sforzo e vediamo di prendere sul serio le sciocchezze che il signor Giuseppe Conte non si stanca di ripetere. Su cosa si basa, a livello di teoria economica, il suo, si fa per dire, “ragionamento”? Più o meno su questo. Il superbonus, ha rilanciato l’edilizia, sostenuto l’occupazione quindi fatto aumentare il totale delle tasse pagate dai cittadini. Questi maggiori introiti avrebbero superato le perdite derivanti dai regali che lo stato ha graziosamente concesso a chi volesse ristrutturare la propria abitazione, quindi migliorato la situazione dei conti pubblici.
Questa tesi è valida a livello teorico ed è supportata da dati empirici seri? La risposta non può essere che un rotondo NO. Poniamo che lo stato regali 100 ai proprietari di immobili che intendono fare lavori di ristrutturazione. Questi pagano 100 alle ditte che compiono i lavori, le ditte pagano tasse per 20. Bastano questi conti da quattro soldi per vedere che il giro si conclude per lo stato con una perdita di 80. Perché l’operazione si concluda con un guadagno per lo stato occorrerebbe che le tasse sui lavori superassero il 100%, cosa impossibile, almeno per ora.
Tutti sanno che grazie al superbonus sono lievitati in maniera enorme i costi dei prodotti per l’edilizia. Se il “ragionamento” di Conte fosse corretto anche questo avrebbe migliorato i conti pubblici perché avrebbe fatto salire gli introiti da imposte indirette. Insomma: lo stato mi regala 10 per comprare cemento… il prezzo del cemento sale a 20., lo stato mi regala altri 10, compro il cemento, spendo 20 e pago 5 di IVA… Per Conte tutto questo giro non si conclude per lo stato con una perdita di 15 ma con un guadagno. Ridicolo.
Ma c’è dell’altro da aggiungere, e si tratta della cosa più importante di tutte. Se si regalano soldi a chi vuole ristrutturare casa aumentano di certo i lavori nel settore edile, quindi i salari e la domanda globale. Ma esiste un incremento di produzione totale a fronte di questo aumento della domanda? Cosa hanno prodotto le ditte edili? Forse beni destinati ad essere acquistati sul mercato? No, hanno prodotto tanti bei cappotti termici che faranno felici i proprietari delle abitazioni ma che nessun muratore, nessun lavoratore potrà mai acquistare sul mercato. A fronte di un aumento della domanda non c’è un corrispondente aumento dei beni disponibili per l’acquisto e questo provoca non aumento di ricchezza ma inflazione. Un keynesiano potrebbe rispondere che l’aumento della ricchezza è garantito dal famoso “moltiplicatore degli investimenti”, ma i rivali di Keynes hanno più volte messo in rilievo che il moltiplicatore molto spesso non è in grado di garantire un aumento della produzione proporzionale alla crescita della domanda e lo stesso Keynes ricorda che tale moltiplicatore si esaurisce e che occorrono nuove iniezioni di liquidità per impedire tale esaurimento. Cosa ha in mente il signor Conte? Nuovi superbonus si auto, elettrodomestici e vacanze al mare?
Questo a livello teorico. A livello empirico le affermazioni di Conte hanno forse dei riscontri positivi? Di nuovo la risposta è NO. Conte, con un gioco delle tre carte degno degli illusionisti da strapazzo, attribuisce al superbonus l’incremento del PIL verificatosi nel 2021 rispetto al 2020. Dimentica di ricordare che il 2020 è stato l’anno del covid, con le chiusure generalizzate moltissime attività produttive. E’ chiaro che se riaprono fabbriche ed uffici chiusi o a che per molti mesi hanno lavorato a ritmo ridotto il PIL schizza verso l’alto. Per Conte questo sarebbe un risultato positivo del superbonus. Da nobel per l’economia!
Inutile procedere...

 

venerdì 15 settembre 2023

CRISI MIGRATORIA, GOVERNO ED OPPOSIZIONI

Bisogna dire le cose come stanno: la situazione degli sbarchi rischia di finire fuori controllo. Molti che hanno votato centro destra sono decisamente arrabbiati con la Meloni che una volta diventata capo dell’esecutivo si sarebbe scordata degli impegni presi col corpo elettorale.
Sinceramente queste critiche mi sembrano ingenerose. La Meloni ha finora cercato di gestire la crisi puntando sulla diplomazia. Da un lato ha spinto perché l’Europa si facesse carico della difesa dei propri confini esterni (cosa radicalmente diversa dalla tanto declamata “redistribuzione” dei migranti), dall’altro ha cercato accordi con gli stati del nord Africa perché collaborassero coi paesi europei per bloccare le partenze. Era questa la sostanza del famoso blocco navale di cui molti lamentano la mancata applicazione. Non si trattava di un blocco unilaterale ma di una azione di contrasto alle partenze attuata collaborando con gli stati del nord Africa.
Bisogna però dire che questa azione sta dando scarsi o nulli risultati. L’Europa ha preso impegni a parole ma, come al solito, ,le parole non si sono trasformate in fatti. La UE è bravissima quando si tratta di imporre auto elettriche o cappotti termici, del tutto inerte quando si tratta di gestire le crisi migratorie.
In ogni caso, il governo deve reagire. Se l’Europa non fa nulla l’Italia agisca da sola, o con la collaborazione dei paesi mediterranei: Spagna e Grecia. Se gli stati del nord Africa non sono in grado di bloccare le partenze si dia loro una mano, motovedette e guardia costiera ci sono anche per questo. Così NON si può andare avanti: nessun paese può reggere l’impatto di una immigrazione clandestina fuori controllo. Ogni paese ha il diritto ed il dovere di difendere i propri confini, se non lo fa cessa di essere un paese, diventa una terra di nessuno. Se in Italia possono entrare tutti, senza limiti, vincoli e controlli l’Italia cessa di esistere.
Ciò detto sul governo val la pena di aggiungere una breve considerazione sull’atteggiamento delle opposizioni.
Per anni hanno detto che i migranti erano preziose risorse, hanno ripetuto fino alla noia che i nuovi arrivati ci avrebbero pagato le pensioni. Hanno aggiunto che eravamo moralmente obbligati ad accogliere TUTTI. Sulla base di questi assunti hanno letteralmente spalancato le porte del paese alla immigrazione clandestina,
e ora cosa fanno? Strillano che la situazione migratoria è fuori controllo, si lamentano dei troppi sbarchi e puntano l’indice accusatore contro il governo.
Il più solerte è, ancora una volta, il signor Giuseppe Conte.
A suo tempo questo signore fu decisivo per mandare a processo Salvini, all’epoca dei fatti suo ministro dell’interno, “reo” di aver ritardato di qualche giorno lo sbarco di un centinaio, circa di migranti.
Oggi quello stesso Giuseppe Conte è l’uomo che più di tutti abbaia per denunciare il numero eccessivo di sbarchi a Lampedusa. Siamo fuori da ogni decenza.
Il fatto che in momenti gravi come quello che stiamo vivendo le persone per bene debbano essere infastidite dai latrati di personaggi come Conte è indice di quanto grave sia la decadenza politica della nostra povera Italia.