venerdì 16 febbraio 2024

INNOCENZA O COLPEVOLEZZA DEI POPOLI

 

Lo si sente dire spesso: i popoli sono innocenti, non possono essere considerati responsabili delle nefandezze dei loro governi. Sembra una affermazione di buon senso, ma… le cose stanno davvero così?
I popoli non sono super persone, misteriose entità metafisiche che annullano le differenze individuali. Fanno parte di un popolo persone con idee, interessi, valori diversi, spesso profondamente diversi. In questo senso parlare di innocenza o colpevolezza dei popoli è completamente sbagliato, come sono sbagliati, anzi, criminosi i propositi di vendetta sui popoli per crimini e delitti commessi da una parte degli stessi. La responsabilità giuridica e morale è sempre individuale, questo è uno dei principi base della nostra civiltà cui è bene attenersi, sempre.
Però i popoli esistono. Non come super persone ma come entità collettive, insiemi di esseri umani uniti da un linguaggio, una storia, una tradizione, usi, costumi, abitudini. E capita a volte che queste entità collettive si ammalino, facciano proprie ideologie assassine o portino alle estreme conseguenze gli aspetti negativi di ideologie, fedi religiose, modi di vedere il mondo. Certo, queste malattie dell’anima non riguardano mai tutti i membri di un certo popolo, cultura o fede, ne possono infettare però settori estremamente ampi, sua pure in maniera differenziata. Non tutti i tedeschi erano nazisti, né tutti i tedeschi che simpatizzavano per il nazismo erano equiparabili ai criminali che conducevano gli ebrei alle camere a gas, tuttavia l’ideologia criminale del nazismo infettava in profondità il popolo tedesco. Durante la notte dei cristalli c’erano i criminali che spaccavano le vetrine dei negozi retti da ebrei, c’era chi applaudiva, chi si voltava dall’altra parte, chi non approvava ma taceva, chi infine si opponeva, ma si trattava di esigue minoranze. Il popolo tedesco era ammalato di nazismo, questo non lo rendeva tutto egualmente responsabile dei crimini nazisti, ma lo esponeva comunque alle conseguenze della malattia che lo aveva travolto.

Il punto è proprio questo: le vendette a danno dei popoli sono inammissibili ma questo non implica che i popoli non debbano mai subire le conseguenze delle loro scelte collettive, sia pure non unanimi.
Moltissimi tedeschi hanno appoggiato Hitler. La gran maggioranza di loro ha finto di non vedere le persecuzioni cui il tiranno nazista sottoponeva gli ebrei e non solo loro. Masse enormi di tedeschi hanno applaudito freneticamente quando le armate naziste hanno conquistato la Polonia, la Francia, l’Ucraina. Poi le cose sono cambiate ed il popolo tedesco ha dovuto patire sofferenze enormi. Sarebbe stato giusto chiedere ai nemici della Germania nazista di non attaccarla perché i loro attacchi coinvolgevano inevitabilmente anche persone che nulla avevano fatto di male? Dal fatto che un popolo non debba subire vendette collettive deriva che lo stesso popolo possa evitare di essere coinvolto nelle conseguenze delle politiche che una sua parte importante ha comunque avallato? Basta fare la domanda per avere la risposta, credo.
Si possono fare considerazioni simili riguardo a quanto sta avvenendo oggi a Gaza.
Non tutti i palestinesi sono terroristi, è vero, però una parte cospicua dei palestinesi approva gli atti dei terroristi, li incoraggia, li applaude. Altri fingono di non vedere, altri ancora, pochi probabilmente, sono in disaccordo ma non possono opporsi. Dopo gli attentati dell’undici settembre a Gaza sono stati in moltissimi a festeggiare, lo stesso è avvenuto dopo il 7 ottobre. Questo non rende collettivamente “colpevoli” i palestinesi, non li deve esporre a vendette collettive, ma non può neppure esonerarli dal subire le conseguenze di una politica che tanti di loro hanno avallato.
E’ bene saperlo: quando parti importanti di un popolo avalla ideologie assassine e quando queste ideologie assassine si traducono in concrete azioni criminali tutto il popolo interessato ne subisce le conseguenze, purtroppo.
Questo è uno dei motivi più importanti per opporsi con tutte le forze alle ideologie assassine. Sempre, a tutti i livelli. Dovrebbero pensarci bene gli intellettuali, veri o presunti, che per le ideologie assassine hanno una incredibile, e vomitevole, simpatia.

mercoledì 14 febbraio 2024

lunedì 5 febbraio 2024

LO STUPRO DI CATANIA

 

In occasione dello stupro di Catania è ricominciata la solita, asfissiante polemica sulle generalizzazioni. “Dal fatto che sette ragazzi egiziani commettono uno stupro non si può dedurre che tutti gli egiziani siano stupratori, chi lo sostiene è un razzista” ha detto qualcuno. Cosa rispondere a questa constatazione, tanto vera quanto banalmente ovvia?
Procedo per punti.
1) E’ verissimo che sarebbe una idiozia affermare che siccome sette egiziani hanno commesso uno stupro tutti gli egiziani sono stupratori, penso infatti che nessuna persona sensata sostenga una tesi tanto assurda. Però… però chi oggi strilla contro simili generalizzazioni ha sostenuto ieri generalizzazioni ancora più assurde. Un mascalzone uccide la fidanzata e per questo io dovrei vergognarmi di essere maschio. Ce le ricordiamo simili generalizzazioni? Per molti che oggi strillano quelle erano lecite…
2) In realtà non si tratta di generalizzare o meno, di dare giudizi sommari su interi popoli. Si tratta di valutare certe culture diffuse in zone assai estese del pianeta, culture che considerano la donna che non accetta certi canoni di morale sessuale poco meno che una prostituta. Queste culture esistono e sono largamente egemoni in determinati paesi. Affermarlo non vuol dire essere “razzisti”, altrimenti sarebbe “razzista” ogni analisi dei fenomeni sociali e culturali, visto che ogni fenomeno sociale e culturale riguarda in maniera differenziata i vari paesi del mondo. Sarebbe “razzista” affermare che la mafia è un fenomeno storicamente siciliano (il che NON vuol dire che tutti i siciliani siano mafiosi) o che nella cultura confuciana le donne avevano un ruolo particolarmente subordinato (dal che non deriva che tutti i cinesi opprimano le donne).
3) Soprattutto lo stupro di Catania riguarda la politica delle porte aperte alla immigrazione clandestina. E’ ovvio che NON tutti i migranti sono degli stupratori, ma è altrettanto ovvio che se si permette a chiunque di entrare in Italia senza filtri, limiti e controlli, se si fanno entrare masse di disperati, tra l'altro senza essere in grado di offrir loro un lavoro ed una esistenza decenti, si creano inevitabilmente situazioni di degrado in cui non è un caso che avvengano episodi come quello di Catania. Accusare di “razzismo” chi sostiene cose simili è solo un ridicolo tentativo di nascondere una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
4) Il modo migliore per alimentare il razzismo è proprio quello di negare la gravità della situazione, dire che “tutto va bene”, alimentare la melassa buonista sul dovere alla accoglienza illimitata, ripetere palle sul fatto che tutte le culture sono egualmente buone, con l’esclusione, ovviamente, della NOSTRA cultura. A tirarla troppo la corda si spezza, ed allora emergono davvero, purtroppo, cose molto, molto brutte.

domenica 4 febbraio 2024

FRA FILOSOFIA E POLITICA

 

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