domenica 21 luglio 2013

LA DITTATURA IDEOCRATICA




L'occidente in generale e l'Italia in particolare rischiano di trasformarsi in ideocrazie. L'ideocrazia è, molto semplicemente, la dittatura di un'idea, meglio, di una ideologia. Un insieme di idee, concezioni del mondo, valori con i relativi, e collegati, interessi, vengono presentati come qualcosa di assoluto e le idee, concezioni del mondo, valori, interessi diversi vengono, nella migliore delle ipotesi, ostracizzati, presentati come sintomo di bieco egoismo, grettezza, avidità, nella peggiore, criminalizzati.
Tizio afferma che numerosi aspetti della cultura islamica sono incompatibili con la democrazia e la libertà personale, che usi e costumi largamente diffusi nei pesi islamici sono offensivi per la dignità della donna (e quindi anche per quella dell'uomo). Subito c'è chi lo definisce “razzista”, “guerrafondaio”, “xenofobo”. E questo nel migliore dei casi. Nel peggiore rischia di vedersi trascinato davanti ai giudici con l'accusa di “oltraggio alla religione islamica” o di “incitamento all'odio razziale”.
Caio è un medico e pubblica su una rivista scientifica un articolo in cui sostiene che l'omosessualità è una malattia, qualcosa che non va represso ma curato. Si tratta di una sua idea, certo discutibile. Ma non viene discussa, viene letteralmente sommersa da invettive. Caio è un “omofobo”, una persona intollerante, nemica dei diritti dei gay. Da quel momento intorno a lui si crea il vuoto. La stessa cosa succede a Sempronio, un religioso che
sostiene che la omosessualità sia un peccato. Le sue dichiarazioni non innestano alcun dibattito etico o teologico, solo un uragano di insulti, magari qualche denuncia penale.

Denuncia penale. Si, perché nei paesi ideocratici tutto ciò che contraddice il paradigma dominante diventa, o rischia di diventare, crimine. La differenza fra idea e insulto, libera espressione del pensiero e incitamento a compiere delitti è stata nei fatti cancellata. Cancellata nel senso che qualsiasi idea, valore, concezione del mondo non gradita ai sacerdoti della nuova religione politicamente corretta viene assimilata all'insulto, diventa incitamento a delinquere. E si creano nuove tipologie di reato, nuove leggi estremamente vaghe, che lasciano al magistrato una libertà di perseguire i cittadini praticamente illimitata.
Cosa è “oltraggio alla religione islamica”? Cosa costituisce “incitamento all'odio razziale”? Affermare che lapidare una adultera è una barbarie può essere interpretato come “oltraggio alla religione islamica”, e così lo interpretano molti fondamentalisti, ed anche molti occidentali loro amici; pretendere che vengano fissati limiti rigorosi alla immigrazione viene da molti considerato “incitamento all'odio razziale”, si potrebbe continuare.

Oltre che le idee sono i comportamenti ad essere nel mirino delle vestali del politicamente corretto. Queste non si limitano a stabilire quali idee, valori, interessi siano “progressisti” e quali invece “biecamente reazionari”, stabiliscono anche quali stili di vita siano accettabili e quali no. La libertà della donna è, ad esempio, un valore fondamentale della nostra civiltà. E libertà vuol dire possibilità di scegliere, di decidere che fare della propria vita. I sacerdoti del politicamente corretto pongono però limiti ben precisi a questa libertà. Alcune scelte sono “
davvero” libere, altre lo sono solo “apparentemente”, e chi le compie in realtà non è libero, subisce, a livello più o meno inconscio, i condizionamenti del sistema di controllo autoritario borghese, maschilista, razzista, e chi più ne ha, più ne metta.
Se una ragazza si fa fotografare a seno nudo per pubblicizzare la Coca Cola diventa immediatamente “complice” di chi vuole “mercificare” il corpo della donna (le vestali del politicamente corretto odiano le merci ed il denaro, anche se hanno un sacco di soldi). Se una donna si sposa e rinuncia al suo lavoro per fare la madre e la casalinga, la sua scelta di vita diventa oggetto delle critiche più feroci: una donna simile ha “interiorizzato” la cultura del pene ed è diventata un pilastro del
potere “fallocratico” dominante. Se invece un'altra donna, ad esempio una tale che si chiama Rosy Bindi, rinuncia a sposarsi, ad avere dei figli ed anche ad avere rapporti sessuali perché nulla deve disturbare la sua impavida militanza politica, questa scelta viene applaudita come davvero libera, come esempio di liberazione femminile. Passare la vita a discutere di “governi del cambiamento” e “rimpasti”, “regole per le primarie” e “rapporti coi bersaniani” è cosa molto più nobile che allevare ed educare dei marmocchi.
Tutti i comportamenti umani che possano in qualche modo essere assimilati alla voglia di far carriera, o di migliorare individualmente la propria condizione economica, o che abbiano rapporti col mercato, lo scambio, il denaro sono guardati con sospetto, se poi ad avere rapporti, anche lontani, col mercato ed il denaro sono comportamenti legati al sesso scatta subito l'accusa di prostituzione o “favoreggiamento della prostituzione”. Una ragazza che subisce il fascino di un uomo ricco e potente è subito assimilata ad una prostituta, con questo ragionamento sarebbero “prostitut
e/i” ogni donna, od ogni uomo, che contraggano un matrimonio di interesse. Se una bella fanciulla partecipa a delle cene che si concludono con uno strip, o se magari durante la cena bacia il fallo di una statuetta di legno, l'organizzatore delle cene è condannato per “favoreggiamento”. E' tale il furore ideologico, che l'organizzazione di tali mostruose “orge” viene punita più di una rapina o di uno stupro. Per aver partecipato a qualcuna delle “cene di Arcore” Emilio Fede si è beccato SETTE ANNI di galera, in primo grado. Michele Misseri, se ne è beccati OTTO per OCCULTAMENTO DI CADAVERE. Quello che conta non è la gravità del presunto “delitto”, no, è la conformità  o meno del “delitto” alle regole del politicamente corretto. Se un certo comportamento viola queste regole non solo è assimilato al crimine, ma è gravato dalla più pesante delle circostanze aggravanti: il crimine di lesa ideologia.

La ideocrazia che minaccia come un cancro l'occidente e l'Italia in particolare non è però qualcosa di unitario ed internamente coerente, non assomiglia in questo alla ideocrazia comunista che ha oppresso per decenni centinaia di milioni di esseri umani. E' costituita da un insieme di idee, valori, comportamenti abbastanza slegati, a volte addirittura in contraddizione fra loro. Così, le femministe oltranziste abbandonano molto del loro furore anti maschilista se ad essere maschilista è un nostro “fratello mussulmano”, coloro che si indignano per i presunti (
PRESUNTI E NON PROVATI) rapporti sessuali fra Berlusconi ed una diciassettenne non hanno nulla da dire sui matrimoni combinati nel mondo islamico, sulle bambine di dodici anni date dai genitori in spose a mariti di cinquanta, sessanta o più anni. Esattamente come esistono le aggravanti per lesa ideologia esistono le attenuanti per “appartenenza a cultura non occidentale”. Se a commettere azioni criminose è qualcuno che fa parte di culture, o gruppi sociali considerati rivali della decadente civiltà occidentale, il loro crimine si trasforma in una “comprensibile”, anche se “non condivisibile”, manifestazione di protesta. Il signor Kabobo ha fatto fuori a picconate in testa quattro innocenti cittadini italiani. Cosa molto brutta, è vero, ma... sotto sotto, i veri colpevoli siamo noi, noi razzisti, xenofobi, egoisti che non abbiamo accolto come meritava il buon Kabobo. Chi non si adegua alla ideocrazia è colpevole di tutto, anche dei crimini di coloro che, senza tanti giri di parole, si dichiarano nostri implacabili nemici.

La dittatura ideocratica è la più radicale, illimitata, crudele delle dittature. La dittatura di un gruppo sociale che mira a difendere con ogni mezzo i propri interessi trova dei limiti precisamente nell'esistenza di tali interessi: un proprietario di schiavi, per fare un esempio estremo, ha interesse a mantenere in vita le persone di “sua” proprietà, la loro morte lo danneggerebbe. Chi è fanaticamente convinto di una certa ideologia non indietreggerà invece di fronte a nulla pur di mettere in atto ciò in cui crede ciecamente. I Khmer rossi di Pol Pot fucilavano gli “intellettuali”, in realtà chiunque avesse un titolo di studio o addirittura sapesse leggere e scrivere, in quanto “nemici di classe”. Una simile follia aveva, fra le altre cose, conseguenze economiche devastanti, ma questo non interessava minimamente i fanatici che “governavano” la “Kampucea democratica”. Ed ancora, in molti paesi islamici la maggior parte delle donne è di fatto relegata in una condizione servile, ciò ha conseguenze economiche molto negative, ma non impensierisce minimamente i fanatici del fondamentalismo. Chi governa in nome di una idea sottratta a qualsiasi critica e verifica si fa guidare da una sola cosa: il suo fanatismo, non è minimamente interessato alle conseguenze del suo agire.

Certo, in occidente il potere ideocratico non è, oggi, assoluto. La democrazia è ancora viva nei paesi occidentali, non è morta neppure in Italia. Però, anche da noi, è un potere che diventa ogni giorno più ampio, sottile pervasivo. Corrompe le istituzioni, trasforma la giustizia in una barzelletta, o in un dramma, si insinua sottilmente nei rapporti umani, inquina profondamente il linguaggio; qualcuno ha notato che sorge un nuovo termine politicamente corretto più o meno una volta la mese? Quando mai una persona normale era definita “normodotata” fino a una decina di anni fa?
Ogni persona di buon senso, non importa se di “destra” o di “sinistra” ha il dovere etico di opporsi alla barbarie ideocratica che rischai di sommergerci. Fin che siamo in tempo.

martedì 16 luglio 2013

LA SINISTRA ITALICA ED IL SESSO

 

Quando parla di sesso e di sessualità la sinistra italiana, o quanto meno una sua parte consistente, sembra in preda ad attacchi di schizofrenia acuta.
Da un lato esaltano la transessualità, le nozze gay, con adozione di figli compresa, la “genitorialità sociale”, la coppia aperta, la fecondazione in provetta, e chi più ne ha, più ne metta. Nulla che mi scandalizzi, sia ben chiaro, solo... penso si tratti di argomenti che meriterebbero un minimo di riflessione approfondita. D'altro lato tuonano se vedono esibite un paio di tette in un cartellone pubblicitario, si scagliano contro i concorsi di bellezza, vorrebbero leggi contro la “mercificazione” del corpo della donna, non accorgendosi, per inciso, che se “mercificazione” esiste questa riguarda anche il corpo dell'uomo. Insomma, molti esponenti della sinistra riescono ad essere nel contempo, libertini e talebani, un bell'exploit, non c'è che dire.
Ma si tratta in fondo di un paradosso solo apparente. La chiave di tutto sta nella parolina “mercificazione”. Per larga parte della sinistra italica la parola “merce” è ancora una specie di insulto. Tutto ciò che è oggetto di scambio, compravendita è per definizione quasi infetto. Quindi, se Tizio, maschio, decide di diventare femmina e si fa costruire un simulacro di sesso femminile, siamo di fronte ad un a scelta di libertà. Se invece Laura sfila in bikini al concorso di miss Italia siamo di fronte alla “mercificazione” del suo corpo, alla proposizione di un “modello di vita” alienato e degradante. E, naturalmente, a decidere quali modelli di vita siano “accettabili” e quali invece “degradanti”, quali comportamenti siano “scelte libere” e quali invece “indotti in noi dal sistema”, saranno le vestali della nuova morale: gli intellettualini disorganici della moderna sinistra italica, i tipetti come Laura Boldrini, per intenderci. Malgrado parli tanto di laicismo la sinistra italiana, almeno nella sua maggioranza, NON E' AFFATTO LAICA. Purtroppo...

sabato 13 luglio 2013

ATTACCHI ALLE LIBERTA', DI TUTTI





Il PD sta preparando una legge sulla incompatibilità. Incompatibilità fra cosa? Pare si tratti della incompatibilità fra l'essere azionista di controllo di una grande azienda e la carica di deputato. Sia ben chiaro, già esiste la incompatibilità fra il ruolo di parlamentare e quello, ad esempio, di amministratore di grandi aziende; non a caso Berlusconi a suo tempo si dimise da tutti gli incarichi in Mediaset. Ora sembra si voglia vuol far passare la incompatibilità fra l'essere deputato ed il possedere azioni che permettano il controllo di una azienda. Se le cose stanno davvero così, a parte l'ovvia difficoltà connessa al determinare quando un azionista è “di controllo”, la proposta del PD, stabilisce di fatto la incompatibilità fra la carica di deputato ed il ruolo di imprenditore. Si tratta di una palese violazione del principio della uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge: si può essere eletti solo se non si ha una certa posizione in campo economico, Lenin docet...
Dicono che in questo modo si evita che un deputato grande azionista possa usare la sua carica istituzionale a propri fini. Ma, chiunque può usare una carica istituzionale a propri fini. Un deputato eletto nella tal circoscrizione può cercare di privilegiare i “suoi” elettori e un deputato di provenienza sindacale può cercare di far passare una legge che favorisca il sindacato. Un deputato professore universitario può cercare di agevolare la sua categoria, altrettanto può fare un parlamentare che fino a ieri era magistrato, e che magari tornerà ad esserlo domani. E poi, perché colpire solo i grandi azionisti? Se Tizio possiede milioni di euro in BTP non potrebbe cercare di usare la sua carica di deputato per favorire l'ascesa dei corsi dei suoi titoli? E se Caio è possessore di molte obbligazioni di una certa azienda non potrebbe fare lo stesso? Insomma, per evitare che qualcuno usi la carica di parlamentare a fini privati si dovrebbe... abolire la carica di parlamentare. Esiste già il reato, mi pare, di interesse privato in atto pubblico. Si persegua chi utilizza a fini privati il seggio parlamentare, senza fare a pezzi il principio della uguaglianza di tutti di fronte alla legge!

I grillini insistono. Vogliono che le reti Mediaset siano oscurate.
La loro pretesa è priva di fondamento giuridico, ma, anche ammettendo,
per pura comodità di ragionamento, che davvero Mediaset mancasse di qualche autorizzazione, chi ha detto che una azienda non in regola con la normativa vigente debba essere distrutta? Nei paesi civili eventuali irregolarità vengono punite con multe, magari molto salate, non certo con la distruzione di una grande azienda. Ma a questi nuovi Robespierre le eventuali (molto eventuali) sanzioni amministrative non basterebbero, loro vogliono che Mediaset venga distrutta, punto e basta.
A loro non interessa nulla che in Mediaset lavorino migliaia di persone, e che milioni di esseri umani seguano i programmi Mediaset. Meno ancora gliene frega che Mediaset sia una azienda quotata in borsa, che moltissimi piccoli risparmiatori abbiano azioni Mediaset in portafoglio, che le azioni Mediaset siano in molti fondi comuni ed anche in fondi pensione. Vogliono che Mediaset sia oscurata, così potranno apparire, soprattutto alla componente più forcaiola del PD, come i campioni mondiali di “caccia al cavaliere”. Il prossimo passo potrebbe essere la richiesta di passaggio delle reti Mediaset ai centri sociali ed ai comitati dei 5 stelle. Così avremo uno splendido esproprio proletario ed una informazione corretta, obiettiva e veritiera. Lin Piao avrebbe gradito.

Sarà un caso ma certi personaggi propongono
sempre leggi che limitano le libertà di tutti. La legge sulla “incompatibilità” colpirebbe, se approvata nei termini di cui si è detto, non solo i grandi azionisti ma tutti coloro che vorrebbero votarli, è un attacco a chi vota oltre che a chi è votato. La pretesa di oscurare Mediaset colpisce milioni di cittadini che vorrebbero continuare a guardare certi programmi televisivi. Si tratta, per i super intellettuali di certa sinistra, di cittadini di serie B, no, di serie Z, imbecilli lobomotizzati di cui si può benissimo non tener conto. E' fondato un sospetto che se certi figuri fossero liberi di agire senza che nessuno li contrastasse farebbero a pezzi quel po' di democrazia che ancora esiste in Italia?

giovedì 11 luglio 2013

STRONZATE



Harry Frankfurt

Mediaset è da venti anni sotto la lente dei PM, ha subito innumerevoli controlli, perquisizioni, è stata al centro di numerose inchieste, figuriamoci se è ABUSIVA! Figuriamoci se in VENTI ANNI i PM non se ne sarebbero accorti! Anche chi, come me, non conosce la normativa sulle TV capisce subito che l'ultima uscita dei “grillini” è solo una emerita STRONZATA. Si, una stronzata nel senso che dà al termine il filosofo statunitense Harry Frankfurt: “totale indifferenza per la verità, mancanza di interesse per come stanno le cose”.
Ed in effetti questa è oggi la situazione del “dibattito” (sic) politico in Italia. Esiste da parte di molti una volontà di colpire comunque l'avversario (il nemico), un odio cattivo, rancoroso, violento che hanno perso ormai ogni legame con la verità. Fra le stronzate che dice Grillo, e non solo lui, ed i fatti non esiste alcun legame ormai, neppure il legame che coi fatti intrattiene, deve intrattenere, il mentitore. Si, perché il mentitore deve tener conto della verità per poter mentire, Grillo no. Non ha interesse alcuno per la verità, vuole solo conquistare spazio mediatico ed attaccare il nemico, tutto il resto gli è totalmente indifferente, ed è totalmente indifferente a tanti, troppi altri che gli assomigliano.
E la stessa indifferenza riguarda non dico la logica e l'intelligenza ma il normale buon senso. Come si possa chiedere insieme l'abbattimento del debito ed il reddito di cittadinanza, lo sviluppo economico e il blocco di tutte le grandi opere, come sia possibile appoggiare i referendum radicali sulla giustizia e far la concorrenza ad Ingroia quanto a giustizialismo forcaiolo, definire Berlusconi un criminale peggio di Al Capone e poi invitarlo a lasciare il paese (quindi a farla franca), sono misteri insolubili per quello che Hegel definiva il “comune intelletto umano”.
Ormai siamo alla rissa, allo scontro fine a se stesso, alla volontà pervicace di colpire, costi quel che costi, fregandosene della verità, e della logica, e del buon senso. Soprattutto, fregandosene del paese, e dei suoi sventurati abitanti.

martedì 9 luglio 2013

30 LUGLIO

Fissata per il 30 luglio la udienza della cassazione per i diritti Mediaset. In Italia i processi durano decenni, ma se c'è di mezzo Berlusconi viaggiano a velocità prossime a quella della luce. Forse sbaglio, SPERO DI SBAGLIARE, ma ho la sensazione che stavolta arriverà la mazzata finale. Finalmente gli eroici difensori della legge avranno partita vinta! Il mostro finirà in galera! Giustizia sarà fatta!
Ora molti cominceranno a dire che una cosa sono i processi, altra cosa il governo, che bisogna rispettare la magistratura, che si deve avere fiducia nella giustizia, eccetera eccetera. Tutte cose ragionevoli in un paese normale, ma L'ITALIA NON E' UN PAESE NORMALE. In nessun paese dell'occidente la magistratura ha distrutto una intera classe politica, in nessun paese dell'occidente, e forse, del mondo, un politico è stato perseguitato da inchieste a raffica, decine di processi, decine o centinaia di migliaia di intercettazioni. Solo persone in malafede o assolutamente stupide possono confondere il “caso Berlusconi” con un normale caso giudiziario.
Cosa deve fare il cavaliere, se arriverà una condanna? I casi sono due, a mio parere.
Se è stanco, non ha voglia di continuare ad impegnarsi in politica, LASCI L'ITALIA. Può farlo, forse i suoi stessi nemici sperano che lo faccia, forse lo sperano anche molti magistrati. Raggiunga una bella isola tropicale e passi il resto dei suoi giorni lontano dall'Italia, magari scriva le sue memorie, e si tolga molti sassolini dalle scarpe. Personalmente mi permetto di consigliargli questa soluzione.
Se invece ha voglia di continuare a lottare non cerchi scappatoie, grazie, ricoveri in infermeria, misure alternative al carcere e cose simili. SI FACCIA METTERE IN GALERA e da lì, dal CARCERE, diventi prova vivente della assoluta ingiustizia che caratterizza il nostro sistema.
Quanto al Pdl, beh, se accettasse senza batter ciglio una sentenza di condanna definitiva, sarebbe MORTO come partito. La misura minima dovrebbe essere l'abbandono dei lavori parlamentari, meglio ancora le dimissioni in massa dei deputati. Dubito che faranno una cosa simile: le prebende parlamentari fanno gola a molti. In questo caso... continuino pure a sedere in parlamento, il giorno delle elezioni la gran maggioranza dei loro elettori andrà a spasso, lontano dalle cabine elettorali.

lunedì 8 luglio 2013

PAPA FRANCESCO



Con tutto il rispetto, perché dobbiamo chiedere perdono ai “migranti” per le morti in mare? Sono loro che vogliono venire da noi, violando le nostre leggi e le nostre regole, noi li soccorriamo quando le carrette su cui si imbarcano vanno a fondo, perché dovremmo essere in qualche modo responsabili dei loro morti?
Dobbiamo chiedere perdono perché non siamo più poveri, o non lo siamo come loro lo sono? Ma, anche noi eravamo poveri, siamo riusciti a sollevarci col lavoro, la ricerca, la capacità di investire, rischiare. Non si esce dalla povertà grazie agli aiuti dei più fortunati o alla loro generosa “accoglienza”. Ce lo ricordano i cinesi, gli indiani, i coreani, tutta gente che si è sollevata, o si sta sollevando, in gran parte con le proprie forze, da una condizione di miseria abbruttente.
Ed ancora, se la povertà è un valore, se si parla sempre dei “poveri” come se fossero i depositari dei valori più sacri, che senso ha lottare contro la povertà, invitare la gente a “pentirsi” per il fatto che questi “privilegiati della miseria” esistono?
Non mi piace la mistica della povertà su cui sempre insiste papa Francesco, e trovo assai discutibile il tentativo di avallarla, questa mistica, con piccoli gesti simbolici, il rifiuto della croce d'oro sostituita da una più modesta croce in ferro battuto, ad esempio, come se un simile gesto risolvesse anche uno solo dei drammatici problemi della miseria. Non mi piace infine il clamore dei media intorno al nuovo papa, sempre presentato come il grande innovatore, e quasi contrapposto a papa Benedetto che invece avrebbe vivacchiato senza innovare nulla.
Un'ultima considerazione. Gli stessi che tuonano contro il papa quando parla di matrimonio fra uomo e donna o critica l'omosessualità, sono pronti a presentare come verità indiscutibili le parole del papa sui “migranti”. Perché ci devono essere in giro tanti ipocriti?