mercoledì 30 maggio 2018

DEBITO E SOLDI "BRUCIATI"

Tutti sono diventati esperti in finanza e discettano in maniera eruditissima di mercati e debito. Ma molti dicono un sacco di scemenze. Senza pretendere di dare lezioni a nessuno, né di fare un quadro esaustivo ed organico della situazione, mi limito ad esaminarne un paio.

In borsa si crea o si brucia ricchezza?

In borsa si “brucia” ricchezza, dicono in molti. Ieri in borsa sono stati “bruciati” tot miliardi di euro, affermano con viso sgomento commentatori e commentatrici dei vari TG.
E' una scemenza. In borsa non si brucia, come non si crea, nessuna ricchezza, per il semplice motivo che la borsa è un gioco a somma zero. I prezzi dei beni esprimono sempre dei valori relativi. Le variazioni dei prezzi cambiano le relazioni quantitative fra i beni, ma non incidono sulla quantità globale di questi. Poniamo che tutta la ricchezza di un paese sia costituita da quattro paia di scarpe e da un abito e che la relazione sia: 4 paia di scarpe = un abito. Tizio possiede le Scarpe e Caio l'abito. Se il valore dell'abito, per un qualsiasi motivo, scende ed il rapporto diventa, poniamo: un abito = due paia di scarpe, la ricchezza totale non cambia: sarà sempre costituita da 4 paia di scarpe e da un abito. Nella nuova situazione però se Tizio e Caio si scambiano i loro beni, Tizio (che possedeva 4 paia di scarpe) avrà un abito e due paia di scarpe, Caio (che possedeva l'abito) avrà due paia di scarpe. Non si è creato ne bruciato assolutamente nulla, sono solo cambiate le relazioni di valore fra i beni e questo ha prodotto una diversa distribuzione della ricchezza.
In borsa avviene esattamente lo stesso. Poniamo che tutta la ricchezza di un paese sia rappresentata da una azione e da 100 euro (che rappresentano a loro volta tot unita della merce X). Il valore della azione è pari a 100 euro. Tizio ha l'azione e Caio i 100 euro. Poniamo che Il valore della azione scenda da 100 a 10 euro. Se Tizio e Caio scambiano i loro beni Tizio avrà 10 euro mentre Caio avrà l'azione e 90 euro. Come si vede non si è “bruciato” nulla, come non si creerebbe nulla se il valore della azione risalisse da 10 a 90 euro. E se il valore della azione sale da 100 a 110? In quel caso o al crescere di questo valore fa seguito un aumento della produzione di beni e servizi oppure lo stesso aumento è solo un fattore inflattivo.
Si crea ricchezza quando si producono beni e servizi, si brucia ricchezza quando si distruggono beni e servizi, in concreto quando chiudono le fabbriche e si smette di lavorare e produrre. Le altalene in borsa modificano solo il valore relativo dei beni fra loro, senza creare o distruggere nulla.
Questo vuol dire che ce ne possiamo fregare dell'andamento delle borse? Assolutamente NO. L'andamento delle borse è importante. Un buon andamento delle borse, quando non si tratta di bolle speculative, è indice e specchio di un buon andamnto della economia reale. I crolli di borsa a loro volta possono avere conseguenze gravissime, ma NON perché in borsa si crei o si distrugga ricchezza. I crolli di borsa sono un fenomeno molto preoccupante per due motivi:
Primo: perché producono importanti modifiche nella distribuzione della ricchezza, con gravi, a volte gravissime, conseguenze sociali ed economiche.
Secondo, perché possono minare la fiducia del pubblico nelle istituzioni finanziarie, mettere in crisi il sistema creditizio ed impedire alle aziende di reperire i capitali necessari alla produzione. In questo senso la borsa influisce sulla creazione e sulla distribuzione della ricchezza.

E' ipotizzabile una economia priva di indebitamento?

Poniamo che dall'oggi al domani tutte le banche chiedano ai loro debitori di saldare i conti. Quasi nessuno sarebbe in grado di restituire quanto gli è stato prestato, il sistema collasserebbe. Se una banca presta 10 alla impresa X quel 10 si trasforma immediatamente in salari, materie prime, macchine. Solo alla fine del processo produttivo il 10 avrà assunto di nuovo forma monetaria, ma a quel punto l'impresa avrà avuto in prestito un altro 10, a sua volta ritrasformato in salari, impianti, materie prime. La attività economica è sempre sbilanciata verso il futuro, è sempre in qualche modo non in equilibrio quindi sempre caratterizzata da indebitamento. Ipotizzare una economia priva o quasi di indebitamento, o con l'indebitamento ridotto entro formulette rigide, è semplicemente una idiozia. E al UE dà mostra di essere maestra in tale idiozia.
Il vero problema non è la osservanza di certe regole o di certi parametri. Il vero problema è il rapporto fra indebitamento ed attività produttiva. Se i soldi presi in prestito si trasformano in salari, macchine, materie prime e da tutto ciò nasce ricchezza l'indebitamento non è un problema, al contrario, se invece vengono sperperati in bagordi si, lo è. E questo indipendentemente dal rispetto o meno di certi parametri.

Come si sa il fido in conto corrente è una delle più diffuse forme tecniche di finanziamento delle imprese. Poniamo che l'impresa X abbia un fido in CC di 100. Lo utilizza. Oggi è esposta per a 50, domani l'esposizione scende a 40, dopodomani sale e 99, fra una settimana raggiunge addirittura 110. Fra un mese rientra a 80.
Prendiamo ora in esame l'impresa Y. Ha un fido in CC di 100. Lo utilizza e la sua esposizione si situa al livello 90. E tale resta con scarsi movimenti.
Quale fra X ed Y è l'impresa “virtuosa”?
Se prendiamo in considerazione i parametri dovremmo dire: la Y, che non ha mai sconfinato. Invece l'impresa virtuosa è la X. Perché la X movimenta il credito, il che vuol dire che investe, produce, affronta difficoltà ma opera per creare ricchezza. L'impresa Y non fa nulla di tutto questo. Spende, chissà come, gran parte del fido concessole e poi se ne sta buona e tranquilla. Un buon direttore di banca dovrebbe convocare l'amministratore di Y e chiedergli spiegazioni.

Gli euroburocrati invece non hanno queste preoccupazioni. Chiedono che vengano rispettai i parametri e se ne fregano della crescita. L'importante è che certe formulette non siano messe in discussione. Poi, se dietro a tali formulette c'è una economia ingessata, imprese strangolate dal fisco, disoccupati, gente disperata, chi se ne frega? L'importante è arginare il “populismo”.
Molti sapientoni che impazzano nella UE, ed in Italia, non potrebbero dirigere neppure la più piccola filiale della più modesta delle banche!

lunedì 28 maggio 2018

LA CRISI


Risultati immagini per mattarella foto

Molti ricordano, in queste ore convulse, che già in passato il presidente della repubblica non aveva accettato alcuni ministri proposti dal presidente del consiglio incaricato. E' vero, ma non si trattava in quei casi di veti di carattere politico. Ad essere in discussione era lo spessore di certi personaggi, la loro credibilità ed adeguatezza a coprire certe cariche, la presenza di procedimenti penali a loro carico. In tutto questo la politica entrava, ovviamente, ma solo, per così dire, in maniera trasversale, indiretta. Nel caso di Savona NO. Il suo nominativo è stato respinto in base a motivazioni chiaramente, esplicitamente politiche, provenienti, forse, dall'estero. Savona è stato rifiutato per le posizioni da lui assunte in passato sull'euro, giudicate inaccettabili. Ma... ma anche Salvini ha fatto spesso e volentieri dichiarazioni euroscettiche, la Lega nel suo insieme ha assunto posizioni fortemente euroscettiche. Ragionando come certi fans  del presidente Mattarella si dovrebbe arrivare alla conclusione che uomini della lega non possono far parte del governo, anzi, che la lega non ha diritto di governare, MAI. Non lo avrebbe anche se ottenesse il 90% dei voti. Tutto questo è, anche lontanamente, compatibile coi principi di una democrazia liberale? Direi propri di no. Anche i più innamorati dell'euro ammettono, credo, che la moneta Europea non rappresenta Dio in terra. Un tempo l'Italia aveva la lira, la ha abbandonata per entrare nell'euro, quindi si può cambiare moneta senza per questo essere accusati di blasfemia e bruciati sulla pubblica piazza. Abbandonare l'euro sarebbe un errore, una catastrofe, provocherebbe la fine del mondo? Forse, ma il punto non è questo. Il punto è: se ne può discutere o si tratta di un argomento tabù? Chi si permette di dubitare della magnificenza dell'Euro conserva i diritti politici o diventa politicamente un paria? Tutto qui.

Che le motivazioni di Mattarella siano interamente politiche lo ha in fondo confermato lo stesso presidente nel suo messaggio di ieri alla nazione. Fra le varie altre cose il presidente ha detto infatti che respingendo Savona si è posto l'obiettivo di tutelare i risparmi degli italiani. Tutelare i risparmi degli italiani è un nobile obiettivo, ma è per intero un obiettivo POLITICO. Stabilire in che modo tutelare questi risparmi è una scelta politica. Competono al capo dello stato simili scelte? Può porsi simili obiettivi? Fanno parte delle prerogative che la costituzione gli assegna?
L'articolo 87 della costituzione stabilisce quali sono le prerogative del capo dello stato:

Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale.
Può inviare messaggi alle Camere
Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione
Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo .
Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti
Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.
Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato .
Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere
Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere
Presiede il Consiglio superiore della Magistratura.
Può concedere grazia e commutare le pene.
Conferisce le onorificenze della Repubblica

E' fin troppo chiaro: il capo dello stato non ha potere di indirizzo politico. Non può averlo proprio in quanto rappresenta l'unità nazionale. Chi dirige politicamente un paese non rappresenta l'unità nazionale precisamente perché compie scelte, mette in atto, nel rispetto delle minoranze e dei fondamentali diritti dei cittadini, la politica di una maggioranza, quindi di una parte, del paese.

La vicenda del contrasto Mattarella – lega, 5S pone anche un altro interrogativo. Il presidente della repubblica può, ovviamente, avanzare eccezioni sulla lista dei ministri, proporre modifiche, indicare nomi alternativi. Si solito se ne discute e si arriva ad una mediazione. Ma nel caso in cui questa mediazione si riveli impossibile, a chi spetta l'ultima parola? I militanti del PD non hanno dubbi, meglio, non li hanno oggi, visto che al colle siede un presidente da loro scelto. Quando era presidente Francesco Cossiga l'allora PCI non esitò a scatenare contro il capo dello stato una incredibile campagna diffamatoria, con tanto di cortei e cartelli “Kossiga vattene” esposti in strade e piazze. Dicevo, i miltanti del PD non hanno dubbi: in caso di contrasto insanabile l'ultima parola spetterebbe al capo dello stato. Ma, se così fosse, si potrebbe allegramente rinunciare alla farsa delle consultazioni: il governo lo potrebbe fare il presidente della repubblica, punto e basta, forse si potrebbe anche rinunciare a quella cosa dispendiosa che sono le elezioni. I fans di Mattarella dimenticano una cosa elementare: il governo che esce dal lavoro congiunto di capo dello stato e presidente incaricato deve ottenere la fiducia delle camere. Se il capo dello stato, cui per alcuni spetterebbe l'ultima parola, imponesse i suoi nomi il governo NON avrebbe la fiducia ed il paese resterebbe ingovernabile a tempo indeterminato. Sarebbe una situazione costituzionalmente normale? Mi sembra lecito dubitarne.

Ieri era possibile la formazione di un nuovo governo, buono o cattivo che fosse (personalmente lo ritenevo assai più cattivo che buono, ma questo conta poco). Il capo dello stato ha impedito che questo governo si formasse e pare voglia mandare alle camere un governo che non avrebbe, salvo incredibili sorprese, alcuna possibilità di ottenere la fiducia. Mattarella ha preferito, pare, un governo privo della maggioranza ad uno che la maggioranza la aveva. In questo modo il paese precipita in una crisi verticale destinata ad influenzare pesantemente la borsa ed i mercati. Il tutto in nome della “difesa dei risparmi”. Con tutta la buona volontà del mondo è' molto difficile, a mio parere, difendere una scelta simile.

mercoledì 16 maggio 2018

IPOCRITI!

Gli ipocriti di mezzo mondo parlano di “reazione sproporzionata” di Israele riferendosi ai fatti di Gaza.
Tre ragazzi grandi e grossi, armati di bastoni, asce e coltelli cercano di sfondare la porta di casa mia. E' fin troppo chiaro che vogliono farmi a pezzi. Io ho una pistola, sparo e ne uccido uno. La mia è stata una “reazione sproporzionata”?
Difendere molti chilometri di confine non è come impedire ad un corteo di percorrere una certa via o di entrare in una certa piazza. Strade e piazze possono essere difese da poliziotti in assetto antisommossa, chilometri di confine NO. Se qualcuno pensa che i confini di Israele possano essere difesi coi lacrimogeni ed i manganelli dagli attacchi di decine di migliaia di fanatici armati è un imbecille o è in malafede. Propendo per la seconda ipotesi, senza escludere che sia entrambe le cose.
I terroristi di Hammas mirano a DISTRUGGERE ISRAELE, punto e basta. Chi oggi condanna Israele perché avrebbe “ecceduto” sia, per una volta, onesto. Dica chiaramente che Israele NON DEVE ESISTERE!!! Perché QUESTO è il punto, non gli “eccessi”, non i territori, non il muro, non i “profughi”, non l'ambasciata americana.
Israele non deve esistere, quindi
ogni suo atto di difesa è, in quanto tale, sempre sproporzionato, anzi,criminale. Israele non deve esistere, quindi fanno benissimo i miliziani di Hammas a cercare di forzare i suoi confini, a lanciare razzi contro le sue città, a scavare gallerie, organizzare attentati, sgozzare a caso suoi cittadini, farsi esplodere in ristoranti e discoteche. Per sintetizzare: Israele non deve esistere quindi ogni attacco ad israele, anche il più repellente, è comunque giustificato, ed ogni atto che Israele compie per difendersi, anche il più ragionevole, è comunque privo di giustificazioni. Questa la situazione, che nessuno può ignorare. Gli ipocriti che firmano appelli contro Israele, compresi quegli "intellettuali" ebrei che sparano veleno contro lo stato che agli ebrei ha dato rifugio e protezione per la prima volta in 2.000 anni, abbiano il coraggio di dire, anche loro, che Israele non deve esistere. Non si rifugino dietro a fumosi discorsi sulla capitale, le reazioni spropositate o i "territori".
Chi invece pensa che Israele ha diritto di esistere cerchi di non farsi travolgere dalla canea antisemita. Se uno stato ha diritto di esistere ha anche DIRITTO DI DIFENDERSI. Nessuno stato al mondo accetterebbe che migliaia di scalmanati forzino i suoi confini. Israele ha diritto di non accettarlo. Perché è uno STATO SOVRANO, come tutti gli altri.
E tanto basta.






giovedì 3 maggio 2018

LA ABBIAMO SCAMPATA BELLA!

La abbiamo scampata bella!
L'accordo fra PD e M5S era POSSIBILE, eccome!
Era possibile perché, al di là delle parole e della propaganda, ci sono importanti punti in comune nel bagaglio ideologico dei due partiti (ammesso che il M5S possa considerarsi un partito).
Il giustizialismo forcaiolo, il misticismo ecologico, il buonismo accogliente, l'ideologia gender, le simpatie assistenzialiste, un certo antiamericanismo, combinato con la forte antipatia, o peggio, nei confronti di Israele sono largamente presenti , in misura diversa a seconda dei casi, sia nel M5S che nel PD, o almeno in certe sue componenti importanti.
Se così non fosse non si capirebbe perché mai non personaggi folcloristici come Emiliano, o patetici ectoplasmi come Cuperlo, ma persone serie come Fassino siano arrivate a proporre una sorta di “nuovo polo strategico” fra PD e M5S al fine di ricostruire in Italia il bipolarismo. Non una alleanza per fare alcune cose insomma, ma una autentica convergenza strategica, in vista addirittura di una unificazione. Mica da ridere!
Se a questo aggiungiamo l'incredibile capacità dei grillini di cambiate idee e programmi dalla sera alla mattina, il terrore del  voto anticipato ed il desiderio di non perdere poltrone e potere possiamo renderci conto di quanto sia stata vicina la prospettiva di un bel governo Di Maio, sostenuto da PD e LeU, magari con Emiliano ministro dell'ambiente, Laura Boldrini sottosegretario alla giustizia ed Emma Bonino ministro degli esteri.
Terribile vero? Si, terribile, mostruoso. Ma possibile. Possibile ieri e, forse, anche domani.
Al peggio non c'è mai fine.