domenica 26 gennaio 2020

LE ELEZIONI DI IERI

In altri momenti i risultati delle elezioni di ieri in Emilia Romaga e Calabria sarebbero stati considerati una grande vittoria del centro destra.
Alla vigilia del voto entrambe le regioni erano in mano al centro sinistra, l'Emilia è la regione rossa per eccellenza, da sempre governata da giunte di sinistra. Ebbene, in Calabria il centro sinistra subisce una autentica disfatta. In Emilia il candidato del centro sinistra vince bene ma non trionfa. A livello di voti per le singole liste il PD si conferma il primo partito della regione, ma è tallonato dalla lega; stesso discorso per le coalizioni. Solo in lieve vantaggio quella di centro sinistra. In altri tempi simili risultati sarebbero stati accolti a sinistra con autentica paura.
Ma non siamo in altri tempi, questo è il punto. E' inutile nasconderselo: la partita politicamente decisiva si giocava in Emilia Romagna. Salvini puntava a conquistare la regione rossa per eccellenza, convinto che se l'impresa gli fosse riuscita il governo avrebbe avuto i giorni contati. L'impresa non è riuscita e quella di ieri può essere considerata una battuta d'arresto per Salvini, e, più in generale, per il centro destra. Questo è innegabile.
Si tratta di una grande, storica, inversione di tendenza, come sembra credere, non so quanto in buona fede, qualcuno? NO, assolutamente NO.
Il fatto stesso che in una regione come l'Emilia, rossa per definizione, la coalizione di centro destra talloni da vicino quella di centro sinistra sta lì a dimostrare che se Zingaretti può tirare un sospiro di sollievo non ha motivo alcuno per abbandonarsi a facili trionfalismi. A livello nazionale lui ed il governicchio del signor Nulla, detto anche Giuseppe Conte, sono largamente minoritari; lo scampato pericolo in Emilia non cambia di certo questo dato fondamentale.

A proposito di governicchio: un dato importante delle elezioni di ieri è il crollo verticale, rovinoso, del M5S. Nel parlamento nazionale il M5S resta di gran lunga il primo partito, ma si tratta di un partito in pieno disfacimento. La sua forza nel paese è praticamente inesistente, come dimostrano invariabilmente TUTTE le tornate elettorali. In parlamento l'armata Brancaleone dei 5S è unita solo dall'istinto di sopravvivenza. Vogliono rimandare il più possibile le elezioni politiche perché sanno benissimo che queste segneranno la loro scomparsa. Se mi è concesso un paragone decisamente macabro, ricordano i condannati alla pena capitale che chiedono di continuo rinvii dell'esecuzione, perché, tutto sommato, è sempre meglio vivere qualche mese in più...
Ma, questo è il punto, un partito in simili condizioni può davvero fornire un valido sostegno al governicchio del signor Nulla? E' quanto meno lecito dubitarne. Un partito in pieno disfacimento è inevitabilmente soggetto a forti tendenze centrifughe. Come gli eserciti, anche in partiti in rotta sono colpiti dalle diserzioni. Pensare che un partito come i 5S, composto tra l'altro da persone di scarsa cultura politica, ne sia immune è del tutto irrealistico.
Le elezioni in Emilia non hanno segnato, quindi, la spallata che avrebbe dovuto far cadere il governo, per inciso, sono convinto che il governo non sarebbe caduto comunque, anche se il centro destra avesse conquistato l'Emilia. Ma non lo mettono neppure al sicuro, meno che mai lo blindano. Comunque... staremo a vedere.

Un'ultima considerazione riguarda il movimento delle “sardine”. In effetti le “sardine” hanno contribuito alla vittoria in Emilia di Bonaccini. Nulla invece la loro influenza in Calabria, a conferma del fatto che non si tratta di un movimento nazionale. In ogni caso, la loro mobilitazione contro la “marea nera”, i loro strilli contro il “mostro” Salvini sono stati un autentico richiamo della foresta che ha convinto molti elettori del PD, stanchi e delusi del loro partito, a tornare al voto. Sarà bene che il centro destra la smetta di sottovalutare questi signori, li affronti a viso aperto senza farsi intimorire dalle loro continue provocazioni. Le “sardine” sono oggi, coi resti dei 5S, quanto di peggio esiste sul mercato politico. Rappresentano l'ala più forcaiola, illiberale, totalitaria della sinistra italiana. Vanno combattute a viso aperto, a tutti i livelli, senza attestazioni di “simpatia” o di “comprensione”. Prima tutti, ma proprio tutti, lo capiscono, meglio è.

lunedì 13 gennaio 2020

ADDIO ROGER SCRUTON



E' morto Roger Scruton. Un filosofo, un filosofo VERO, uno dei pochi che oggi meritino davvero questo nobile appellativo.
Bellissima la sua “filosofia moderna, compendio per temi”, un viaggio, non cronologico ma tematico, da Cartesio ai nostri giorni nel corso del quale Scruton accompagna il lettore dentro ai grandi, eterni, problemi della riflessione filosofica. La verità, il significato, il linguaggio, la logica, l'essere, la possibilità della conoscenza, la moralità, la libertà ed il determinismo, l'amore ed il sesso, la vita e la morte.
Filosofia moderna compendio per temi” è un'opera “difficile”. Altre sono di più facile lettura, anche se mai superficiali, sempre profonde. “Guida filosofica per tipi intelligenti”, ad esempio, una sorta di sunto della “Filosofia moderna compendio per temi” e poi “Del buon uso del pessimismo”, “essere conservatore”, “l'occidente e gli altri”, “sulla natura umana”. Opere che tengono allenato il cervello e comunicano spesso all lettore un profondo, piacevolissimo senso di appagamento.

Come la scienza autentica la filosofia, la buona, sana filosofia, trova il difficile nel facile, scopre grandi problemi dietro a cose apparentemente banali. La mela di Newton, ad esempio. Nulla è tanto banale quanto una mela che cade dall'albero, ma dietro a quel cadere si cela un problema scientifico e filosofico enorme. Nel contempo la buona filosofia demistifica ciò che è solo apparentemente difficile. Dietro a tanti discorsi pseudo filosofici, a paroloni incomprensibili, a pagine illeggibili si celano molto spesso solo sciocche banalità che lo stile ermetico cerca abilmente di camuffare. Scruton ha denunciato più volte queste banalità pseudo profonde di tanti pseudo filosofi contemporanei. “I professori di discipline umanistiche” scrive nel Buon uso del pessimismo “impararono dai loro mentori francesi che esiste un modo di scrivere che sarà sempre considerato “profondo” solamente a patto che sia: A sovversivo e B incomprensibile”. Si tratta, scrive Scruton, di difese contro la verità. Si contrappone alla verità la banalità, debitamente resa ermetica. Vecchi trucchi.

Scruton era un conservatore. Non un reazionario, non un nemico del progresso. Conservatore non significa questo. E' conservatore chi capisce che i passi avanti si fanno nella continuità storica. La novità assoluta, lo stravolgimento di tutto non è progresso, è nichilismo, l'esatto contrario del progresso. Ed era un identitario. Non un uomo chiuso al dialogo, al confronto. Identitario non significa questo. E' identitario chi sa che ci si può confrontare con altri solo a partire da ciò che si è. La difesa della propria identità è la premessa di ogni dialogo e di ogni confronto. Lo smarrimento della identità al contrario annulla la possibilità stessa di entrambi. E', di nuovo, una forma di nichilismo.
Per queste posizioni Scruton è stato perseguitato dai sacerdoti del politicamente corretto. Presidente della commissione Building Better, il cui ruolo è quello di fare proposte per risolvere la crisi abitativa in Gran Bretagna, è stato estromesso dalla carica dopo che si era permesso di criticare il concetto di “islamofobia”, da lui correttamente definito un pretesto per impedire ogni critica all'Islam.
Eppure oggi parlano bene di lui, ipocritamente, anche coloro che del politicamente corretto hanno fatto una religione. Nulla di cui stupirsi. L'ipocrisia è per certi personaggi una seconda pelle.
Inutile però perdersi in polemiche con gente da poco. Roger Scruton ci ha lasciati, questa è la notizia davvero importante, e tristissima. Da oggi la cultura occidentale è molto più povera.

lunedì 6 gennaio 2020

IRAN E TOLLERANZA RELIGIOSA

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Una delle barzellette più esileranti che girano in questi giorni sui media ed in rete è quella che ci racconta di un Solaimani prode difensore dei cristiani e di un Iran tollerante nei confronti di ebraismo e cristianesimo.
In effetti Solaimani ha combattuto contro l'Isis, ma questo non fa di lui un nemico del fondamentalismo per il semplicissimo motivo che da sempre l'Islam è teatro di scontri fra opposti fondamentalismi. Se aver combattuto l'Isis fa di Solaimani un campione della tolleranza religiosa l'eliminazione di Ernst Rohm e delle camicie brune trasforma Hitler in un eroico oppositore del nazismo e la fucilazione di numerosissimi comunisti, staliniani compresi, fa di Giuseppe Stalin il leader dell'anticomunismo mondiale. Non sarebbe ora di piantarla con le idiozie?

Ma veniamo al punto più importante. L'Iran è davvero un paese tollerante nei confronti delle religioni non islamiche? Per verificarlo andiamo a vedere cosa dice la costituzione iraniana.
L'articolo 13 di detta costituzione sembra essere ispirato a principi di tolleranza, dice infatti:

“Gli Zoroastriani, gli Ebrei e i Cristiani sono le sole minoranze religiose riconosciute, ed entro i limiti della legge sono liberi di compiere i propri riti e cerimonie religiose, e nei contratti giuridici privati e nell’insegnamento religioso sono liberi di operare secondo le proprie norme”.

E' inquietante che ci si riferisca solo a tre minoranze religiose, zoroastriani, ebrei e cristiani, con esclusione, ad esempio, di buddisti ed induisti e val la pena di chiedersi quali diritti siano garantiti ai non credenti, ma non andiamo troppo per il sottile. Ebrei, cristiani e zoroastriani possono “compiere i propri riti”, “entro i limiti della legge”. L'occidentale politicamente corretto, amico dell'Iran ed ammiratore di Solaimani, ci ricorda che il richiamo ai limiti della legge è assolutamente ovvio: nessun rito religioso può essere contrario alla legge, in Iran come in Italia o in Gran Bretagna, quindi l'articolo 13 della costituzione iraniana dimostra che l'Iran è davvero laico e tollerante. Evviva!!!
Però... però viene spontanea una piccola domandina: di QUALE legge si tratta? Di una legge laica? Della legge di una stato che accetta la divisione fra sfera civile e sfera religiosa della vita sociale? Vediamo un po'....

L'articolo 1 della costituzione iraniana afferma:

“Lo Stato dell’Iran è una Repubblica Islamica che la nazione iraniana, sulla base della fede tradizionale nel governo della verità e della giustizia [rivelato] nel Corano, in seguito alla vittoria della Rivoluzione Islamica guidata dall’Ayatollah Al-Uzma lmam Khomeini, ha approvato con il Referendum Nazionale svoltosi il 10 e l’11 Farvardin 13581 (corrispondenti al 30 e 31 Marzo 1979)...”

Alla base dello stato e delle sue leggi sta quindi IL CORANO, e questo la dice lunga su quali siano i “limiti” che la legge impone all'esercizio di fedi diverse da quella islamica.
Per fugare ogni dubbio basta comunque leggere l'articolo 4 della Costituzione iraniana:

“Tutte le leggi civili, penali, finanziarie, economiche, amministrative, culturali, militari, politiche e di altro tipo, e tutte le normative, devono essere fondate sui precetti islamici. Il presente articolo si applica in modo assoluto e universale a tutti gli altri articoli della Costituzione come pure ad ogni altra norma e regola, e i giuristi islamici che compongono il Consiglio dei Guardiani sono giudici in questa materia.”

TUTTE le leggi, TUTTE le normative devono fondarsi su principi islamici. E questo precetto vale anche per tutti i restanti articoli della costituzione iraniana. E chi giudica se leggi, norme o addirittura articoli della costituzione sono davvero ben fondati su precetti islamici? Un consiglio di giuristi islamici!
Dunque, ebrei, cristiani e zoroastriani possono esercitare il proprio credo nei limiti di una legge che è integralmente e radicalmente una legge islamica, sotto il controllo di un consiglio di giuristi islamici! Cosa direbbero gli occidentali politicamente corretti se in Italia fosse consentito a musulmani o buddisti di ”esercitare i propri riti” entro i limiti di una legge integralmente e radicalmente basata sui testi sacri cristiani? Lascio immaginare...
La cosa è ancora più grave se si tiene conto del fatto che l'Islam è una religione totalizzante e totalitaria: riguarda cioè la vita degli esseri umani nella sua totalità Tutto, dai rapporti fra marito e moglie a quelli fra genitori e figli, dal cosa si mangia al come ci si veste, dalla speculazione filosofica allo sport ed al divertimento è sottoposto a regole molto rigide ispirate alla religione di stato. E queste regole riguardano non i soli musulmani ma tutti coloro che vivono in uno stato islamico, anche quelli che islamici non sono. Ai tempi della rivoluzione komeinista, su un aereo che sorvolava lo spazio aereo iraniano non si potevano servire alcoolici ai passeggeri, a tutti i passeggeri, non solo a quelli di fede musulmana. Non so se questa norma sia ancora in vigore, ma non credo sia oggi possibile ad una donna, sia o non sia questa di fede musulmana, di passeggiare in minigonna a Teheran. Nasrim Sotoude, avvocatessa iraniana che ha difeso donne "ree" di essersi tolte il velo è stata condannata, nel "tollerante" Islam a 38 anni di carcere e 148 frustate. Più tolleranti di così...

E' inutile continuare. La cosiddetta “tolleranza religiosa” in vigore in Iran altro non è che la tolleranza che si concede ai dhimmi. I dhimmi sono i sudditi non musulmani di uno stato governato dalla sharia, la legge islamica. Sulla base di un patto di protezione ai dhimmi è concesso di esercitare la propria fede. Spesso per questo “privilegio” i dhimmi erano costretti a pagare una tassa allo stato islamico, sempre dovevano e devono accettare una condizione sociale assolutamente subordinata. “Potete anche pregare il vostro Dio, ma non dovete far nulla che noi islamici possiamo ritenere “offensivo”, se osate farlo il patto di protezione si rompe e per voi sono guai”. Questa in soldoni la “tolleranza” nei confronti di "zoroastriani, cristiani ed ebrei". Val la pena di aggiungere che la condizione di dhimmi è sempre provvisoria. La teocrazia al potere può rompere il patto quando vuole, ovviamente.
Per molti occidentali “dialoganti” questa sarebbe una condizione di “tolleranza”! Pronti a sostenere le rivendicazioni dei musulmani che vivono in Italia quando si tratta di costruire nuove moschee questi signori neppure si chiedono se esistono, ad esempio, sinagoghe a Teheran o a Gaza, e come zoroastriani, cristiani ed ebrei possono “celebrare i loro riti” nella “tollerante” repubblica islamica iraniana.
E' tristissimo doverlo constatare: molti occidentali scambiano la dhimmitudine per tolleranza perché hanno acquisito essi stessi una mentalità da dhimmi.