domenica 3 maggio 2015

GLI ADORATORI DEL NULLA



In una democrazia liberale si puniscono le azioni, non le intenzioni, i fatti, non le parole, a meno che queste non si configurino come incitamento a delinquere o apologia di reato. Su questo siamo tutti d'accordo, ovviamente. La responsabilità giuridica è individuale e riguarda le opere, non le idee. Ma, vale lo stesso per la responsabilità politica e morale?
Quasi nessuno fra i vari, noiosissimi, commentatori dello scempio commesso a Milano il primo maggio ha messo in rilievo questa distinzione. Nei discorsi di molti, anzi, emergeva una diversa di distinzione: quella fra le idee (sic) dei no expo, che sarebbero quasi condivisibili, ed il loro comportamento, da condannare. Si tratta, a ben vedere le cose, di una versione riveduta e corretta della distinzione fra i “pacifici” manifestanti che sfilavano accanto ai teppisti, guardandoli e filmandoli, e quegli stessi teppisti. Chi sfascia le vetrine è un violento, che lo applaude e lo fotografa un pacifico manifestante. Certo, giuridicamente la posizione di chi brucia un'auto e quella di chi si limita a guardarlo sono diverse, ma, lo sono anche politicamente e moralmente?

Va detto con la massima chiarezza: esiste un nesso assai stretto fra l'ideologia dei fanatici violenti e la loro violenza fanatica. Un nesso probabilmente privo di conseguenze giuridiche, ma assai rilevante sul piano etico, culturale e politico.
Non è questa la sede per condurre analisi minimamente approfondite, ma un dato è possibile constatarlo: nella loro stragrande maggioranza i vari No Expo, No Tav, No Global eccetera non lo sanno, ma nei loro discorsi sono presenti temi e suggestioni che hanno caratterizzato tutto il pensiero rivoluzionario dell'occidente, da Rousseau a Marx, da Lenin a Guevara. Certo, si tratta di temi semplificati a volte fino all'inverosimile, con filosofie come il marxismo, discutibilissime ma degne di studio, ridotte ad una serie di slogan per minorati mentali. Così però va il mondo, purtroppo. Le analisi di Marx sul plusvalore si sono trasformate nell'invettiva contro la “finanza” e le “multinazionali” che inquinano, impoveriscono ed uccidono. Però un pallido riflesso dell'originale è presente nella deformazione. Soprattutto, esiste un legame ben preciso fra questa parodia di pensiero rivoluzionario e la violenza nichilista di chi lo professa. Contrapporre questa a quello è un errore gravissimo, ed un segno di viltà intellettuale.

L'ideologia dei vari NO (expo, Tav, Global eccetera) si può riassumere in tre parole: criminalizzazione, alienazione, nichilismo. Con tutta probabilità moltissimi dei manifestanti No Expo ed affini non conoscono il significato di queste parole, ciò non toglie che riassumano piuttosto bene il loro “pensiero” (sic) e la loro prassi.

Criminalizzazione.
Per i vari NO tutti i mali del mondo derivano dall'ingorda cupidigia di alcune classi sociali, addirittura di alcune aziende o di alcuni singoli capitalisti. Sarebbe vano cercare nei parti teorici (sic) dei vari esponenti del “movimento antagonista” una analisi minimamente approfondita del capitalismo come sistema, qualcosa di simile non dico al “Capitale” di Marx, ma anche solo a “l'imperialismo fase suprema del capitalismo” di Lenin, che pure è poco più di un libello propagandistico. Per i vari NO TUTTO, il mondo sarebbe nelle mani di un pugno di avidi briganti preoccupati solo di arricchirsi a danno della stragrande maggioranza del genere umano. Un manipolo di ladri e di mafiosi starebbe distruggendo il pianeta con tutti i suoi abitanti. Il pensiero può riposare tranquillo: non occorre studiare il funzionamento di un sistema economico, basta strillare contro i criminali che ci manipolano; questi sono i responsabili di tutto, dalla disoccupazione ai terremoti, un po' come gli “untori” di cui parla il Manzoni erano i responsabili della peste. Amen.

Alienazione.
Per gli “antagonisti” il mondo si divide, lo si è visto, in due campi contrapposti: un piccolo manipolo di criminali e la stragrande maggioranza del genere umano, oppressa, sfruttata, maltrattata da questi criminali. Però, anche a persone diversamente, molto diversamente, intelligenti come loro non può sfuggire una cosa: la stragrande maggioranza delle persone non condivide le loro analisi, meno che mai i loro comportamenti. Ci sono, è vero, in Italia e altrove, molte persone scontente di come vanno le cose, ma queste non si identificano affatto con i deliri di chi dice NO a tutto e anche i più arrabbiati con il “sistema” lo sono per motivi che poco o nulla hanno a che vedere con l'ideologia “antagonista”. Gli esseri umani in carne ed ossa vogliono un buon lavoro, un reddito decente, beni e servizi abbondanti e di buona qualità; sono preoccupati per una immigrazione clandestina che assomiglia ad una invasione e non amano i ragazzotti che passano la loro vita girando il mondo da un corteo all'altro. Gli antagonisti contrappongono le “masse” ad un pugno di criminali, ma le “masse” vere sono distanti anni luce da loro.
Per questo gli “antagonisti” le detestano, le famose “masse” a cui fanno sempre appello. I normali esseri umani sono per loro una sorta di fantasmi senz'anima; per usare una parola di cui certamente la maggioranza degli “antagonisti” non conosce il significato, sono degli alienati: uomini che hanno perso la loro umanità, non - uomini, poveri zombie che vagano per il mondo schiavi di falsi valori, false esigenze, falsi bisogni inculcati in loro dai criminali che dominano il mondo.
L'uomo normale ripete come un ebete ciò che vede alla TV, passa la vita al supermercato per comprare cose del tutto inutili, legge idiozie in cui crede ciecamente. E' un idiota tutto casa e ufficio, stadio ed expo, vive la vita fasulla che i “padroni del mondo” gli impongono di vivere. Gli unici a sfuggire a questo triste destino sono loro, ovviamente: gli alternativi. In un mondo di non - uomini loro sono gli unici esseri umani “autentici”, non condizionati da chi ha il potere di condizionare e dominare tutto. Gli alternativi non si fanno rincoglionire dai programmi televisivi, non credono alle menzogne globali dei signori della terra, hanno esigenze e bisogni autentici e non manipolati. Come fanno a sfuggire alla triste sorte che tocca invece a tutti gli altri? Si tratta forse di super uomini? A vederli ed a sentirli francamente non si direbbe, ma, tant'è, dobbiamo creder loro sulla parola.
 

Nichilismo.
NO Global, NO TAV, NO Terzo valico, NO Expo... Il NO è sempre lì, onnipresente. Un tempo si pensava che dire NO non bastasse. Non basta rifiutare qualcosa, occorre dire cosa in positivo si vuole al posto di ciò che si rifiuta. Ormai chi muove simili obiezioni alla valanga di NO che caratterizza le farneticazioni “antagoniste” viene guardato con aria di compatimento. “Il rifiuto è un valore!” replicano con foga i pochi “antagonisti” capaci di argomentare qualcosa. Il NO è qualcosa di positivo anche se è solo un NO, senza alcuna proposta, alcun SI.
Ancora una volta i ragazzotti tutti casa e corteo non inventano nulla di nuovo. Marx ha scritto ponderosi volumi di critica al capitalismo e solo poche striminzite paginette in cui cerca di dirci qualcosa sulla società perfetta destinata a sostituirlo. La “storia” avrebbe risolto il problema, inutile cercare di anticiparla, assicurava il barbone di Treviri. Lo si è visto, dopo, come la storia lo ha “risolto” il problema. E, dopo Marx, gli esaltatori del
NO si sono moltiplicati. I marxisti – freudiani della scuola di Francoforte hanno esaltato il pensiero negativo più o meno nello stesso periodo in cui Martin Heiddeger, che invece aderì al partito nazionalsocialista, definiva “autentico” il vivere – per – la – morte...
Lasciamo perdere. Parlare di Marx, Adorno ed Heidegger in un modestissimo scritto sui no - Expo è davvero esagerato. Questi telegrafici rimandi vogliono solo sottolineare quanto sia vasto il retroterra di certi slogan da minorati cui gli “antagonisti” ci hanno abituato.
Al di la di ogni rimando comunque, questo continuo richiamo al
NO ha un nome ben preciso: nichilismo. I vari teorici del NO sono i perfetti nichilisti di oggi. Se dovessero fare qualche proposta e se dovessero difenderla, la loro proposta, in un dibattito razionale i vari NO TUTTO sarebbero obbligati a fare i conti col vecchio, testardo, principio di realtà e tutta la loro desolante pochezza verrebbe allo scoperto. Si capirebbe allora che non basta strillare contro i “padroni del mondo” per costruire un mondo decente, e che non basta definire “alienati” gli esseri umani per risolvere i problemi da cui questi esseri umani sono assillati. E così i NO TUTTO li ignorano bellamente, i problemi degli esseri umani veri, e continuano a strillare contro i “padroni del mondo”, e non fanno proposta alcuna, a meno che non si vogliano scambiare per proposte dei volgarissimi slogan propagandistici. Ribellarsi è giusto affermava Mao Tze Tung, ed una canzone in voga negli anni 70 dello scorso secolo diceva: “distruggere Milano a volte è un po' più umano”. Ribellarsi per cosa? Per i Laogai e le decine di milioni di cadaveri che la follia maoista ha provocato? Distruggere Milano per cosa? Per far fallire l'Expo? Evviva la distruzione, evviva il nichilismo! Esaltiamo il grande nulla! Solo degli zombie alienati possono volere delle proposte positive!

Dovrebbe essere chiaro a questo punto perché il “pensiero” degli odierni “antagonisti” è strettamente collegato alla loro prassi delinquenziale. I loro nemici non sono dei semplici rivali politici, sono un branco di delinquenti, colpevoli dei più orrendi crimini. Ha senso chiedere che si combatta contro simili mostri in maniere “democratica” e non violenta? Se vedo un bruto che sta violentando ed uccidendo una bambina che faccio, discetto amabilmente con lui di etica kantiana? I nemici dei
NO TUTTO sono dei bruti che violentano ed il pianeta e l'umanità intera, vanno sconfitti, ad ogni costo. Che si debba o non si debba usare la violenza è per i NO TUTTO una scelta puramente tattica. La violenza va evitata quando può risultare controproducente, va perseguita negli altri casi. Se la loro analisi è giusta la la loro prassi è giustificata. Accettare, anche in parte, la prima, come fanno tanti giornalisti, e rifiutare la seconda è una pura idiozia.
Ma, gli altri? I proprietari della auto incendiate, i commercianti che si trovano con i locali devastati, i pacifici cittadini che hanno la sventura di vivere nei luoghi in cui i
NO TUTTO mettono in atto le loro macabre manifestazioni? Loro non fanno parte della banda di criminali che “dominano il mondo”. Come la mettiamo con loro?
La domanda non spaventa gli “antagonisti”. I pacifici cittadini, i commercianti, i proprietari delle auto sono individui “alienati” persone che danno più importanza alla loro casa, o alla loro auto, o al loro esercizio commerciale che alle sorti del pianeta. Non sono, in senso proprio, uomini, sono zombie consumisti che passano la loro grigia esistenza cercando di soddisfare i loro bisogni inautentici. Perché simili non – uomini andrebbero rispettati? Perché andrebbero rispettate le loro auto, i loro luoghi di lavoro, le loro case? L'odio misto ad aristocratico disprezzo che i
NO TUTTO provano nei confronti di coloro che conducono una dura, normale esistenza, i normali esseri umani che vanno tutti i giorni a lavorare e cercano faticosamente di migliorare la propria posizione, è agghiacciante. Ricorda altri odi, ed altri disprezzi che hanno letteralmente insanguinato il mondo. Esagero? Non credo, basta questa breve citazione di uno dei teorici della “decrescita felice”, Filippo Schillaci, per rendersene conto:
“Un treno carico di pendolari è uno degli spettacoli più deprimenti (…) una sfilata interminabile e cupa di volti resi inespressivi dalla monotonia, di un parlottare banale di calcio e di soldi (…) non di sorrisi, non di socialità, non di vita”. Ed ancora: “l'interminabile processione di signori Rossi che continuano a rimbalzare fra scrivania e supermercato, bistecca e televisore...” (Citato in: Luca Simonetti, Contro la decrescita, Longanesi 2014, pag. 133 – 134).
Non occorrono troppi commenti, basta chiedersi: sono
davvero uomini i pendolari dai volti inespressivi che parlano solo di soldi e partita e che passano la vita fra scrivania e supermercato? O non si tratta di sotto uomini, un po' come per qualcun altro erano sotto uomini i kulaki e gli ebrei?
Non è il caso di approfondire troppo il paragone, che del resto manca di riscontri visto che, per fortuna, i
NO TUTTO non hanno il potere. Una cosa però è certa, a questi ragazzotti poco importa delle esigenze dei normali esseri umani. Essere violenti nei loro confronti si può, anzi, si deve. E questa opzione violenta è perfettamente coerente con le loro analisi (sic) ed i loro valori (sic sic).

Tiriamo telegraficamente le somme. Contrapporre le teorizzazioni alle azioni dei
NO TUTTO ha senso dal punto di vista giuridico, ma non ne ha alcuno da quello politico, culturale e morale, esattamente come non ha senso politico culturale e morale contrapporre i manifestanti “bravi” ai teppisti. La violenza pratica degli “antagonisti” è diretta conseguenza delle loro teorizzazioni, del modo in cui considerano i rapporti sociali, i grandi problemi del pianeta, i normali esseri umani. Soprattutto è diretta conseguenza del loro nichilismo. I NO TUTTO, lo abbiamo già ricordato, non possono avanzare proposte positive perché ogni proposta positiva cozzerebbe contro i fondamenti stessi della loro ideologia, del loro modo di essere e sentire. Tutta la loro strategia si compendia così in una sola parola: NO. Ma il NO ha senso quando è un no determinato, un no a questo che implica un si a quello. Quando invece è rivolto a tutto e a tutti il no diventa puro nichilismo, esaltazione della distruzione, e nulla è tanto distruttivo quanto la violenza, la violenza cieca, indiscriminata, fine a se stessa.
Il vero obiettivo positivo dei
NO TUTTO è proprio questo: la distruzione per la distruzione. Ancora una volta nulla di nuovo: si tratta di ciò che da sempre perseguono i fanatici adoratori del nulla.

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