sabato 17 ottobre 2015

CARTESIO E I GIORNALISTI POLITICAMENTE CORRETTI




I palestinesi hanno distrutto la tomba di Giuseppe a Nablus, luogo santo per gli ebrei. I media si sono affrettati a sottolineare che quel luogo è santo anche per i musulmani. Chissà se sono stati proprio i palestinesi a darlo alle fiamme...
Certi giornalisti occidentali ricordano a volte il Cartesio delle “meditazioni metafisiche”, meglio, lo ricorderebbero se non fosse per l'abisso che separa un grandissimo pensatore da insignificanti mezze cartucce.
Cartesio nelle “meditazioni” dubitava di tutto. Esiste il mondo esterno? Ci sono davvero corpi materiali? Ho un corpo? Si chiedeva, ed arrivava infine ad una fondamentale, indubitabile certezza: per quanti dubbi io possa avere, per dubitare devo pensare. Io penso, e se penso esisto. Cogito, ergo sum.
L'occidentale politicamente corretto, specie se giornalista, ha lui pure grandi dubbi. Davvero Al Qaeda ha fatto crollare le torri gemelle? L'Isis è davvero una organizzazione islamica? La tomba di Giuseppe sarà stata davvero bruciata dai palestinesi?
A differenza di quelli cartesiani i dubbi dell'occidentale politicamente corretto non sono affatto metafisici, sono squallidamente materiali, politici. A differenza di Cartesio la mezza cartuccia del giornalismo di regime non dubita di tutto. Dubita delle responsabilità palestinesi ma non delle “brutalità” israeliane, dubita della pericolosità del terrorismo fondamentalista, ma non della onnipotenza di CIA e Mossad. Il suo è un dubbio a mezzo servizio, utilitaristico, buono per la propaganda da quattro soldi.

Nella edizione on line del “Corriere” si può leggere: “Se l’incendio è stato intenzionale, è comunque un’offesa alle tre fedi, chiunque l’abbia provocato. Se è stato un palestinese, vuol dire che non ha letto il Corano.
Davvero magnifico! Tutti hanno visto non un palestinese ma numerosi giovanotti palestinesi lanciare bottiglie molotov sulla tomba e scontrarsi con militari israeliani, ma la cosa non basta a dissipare i dubbi! Forse i giovanotti erano agenti del Mossad travestiti, e comunque, di certo non avevano letto il Corano, quindi non erano buoni musulmani; un po' come dire che forse i brigatisti rossi non avevano letto il Capitale, quindi non erano buoni comunisti.
La tomba di Giuseppe è sacra anche all'Islam per il semplice motivo che l'Islam ha la pessima abitudine di far propri santi, profeti e, a volte, luoghi di culto di altre religioni. Per l'Islam Gesù è stato un profeta che ha anticipato, in maniera parziale ed imperfetta, Maometto, quindi anche Gesù era “islamico”. Aspetto di sentire qualche imbecille teorizzare che San Pietro è sacra agli islamici.
In una risposta all'indecente articolo un lettore della edizione on line del corriere ricorda che “non tutti i Musulmani credono che il culto dei santi sia sancito dal Corano, i fondamentalisti Sunniti ritengono sia una forma di idolatria e vogliono che le tombe siano distrutte”. Fa piacere constatare che c'è ancora chi ragiona, qui da noi. A parte le dispute teologiche comunque, è risaputo che i musulmani si massacrano spesso fra loro e non esitano, per massacrarsi, a far saltare moschee e propri luoghi di culto. In ogni caso dovrebbe essere chiaro a chiunque non abbia perso ogni capacità di pensare che, nella situazione di Israele e della “Palestina”, l'attentato alla tomba di Giuseppe è rivolto contro gli ebrei e solo loro.

Ma simili, miserabili, eventi empirici non dissipano i dubbi dei giornalisti occidentali politicamente corretti. Loro sono “cartesiani” (a metà, ovviamente). Loro dubitano, si pongono domande, approfondiscono. Tutto mi induce a pensare che io abbia un corpo, si diceva Cartesio, ma, posso esserne sicuro? Forse un genietto maligno mi inganna costantemente e mi induce a pensare il falso. Tutto fa pensare che i palestinesi di Hammas siano dei terroristi, dice il giornalista politicamente corretto, ma, posso esserne sicuro? Forse è tutto un inganno del Mossad. Tutto sembra chiaro. I musulmani sono pronti ad offendesi per una vignetta su Maometto, ma bruciano chiese e sinagoghe, profanano tombe, a volte fanno saltare in aria anche moschee della setta a loro avversa. Ma... posso essere certo di tutto questo? Non so, dubito. E, come Cartesio, superato il dubbio, arrivava ad una indubitabile certezza: penso, dunque esisto, anche il giornalista politicamente corretto arriva, dopo atroci dubbi, ad una unica, splendente, indubitabile certezza: “L'ISLAM E' UNA RELIGIONE DI PACE
Amen.

3 commenti:

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  2. Continuando le giocose disquisizioni filosofiche a proposito di questi braccianti della comunicazione di massa che hanno ceduto il cervello a delle narrazioni di interesse politico create con destrezza, tra cui alla "palestinian narrative",, possiamo dire che il dubbio cartesiano deve venir tosato e arginato dal rasoio di Occam proprio per evitare di fare supposizioni non sostenute da ulteriori prove. O, come dicono nel loro linguaggio assai pragmatico e diretto gli americani: quel che cammina come un'anatra, schiamazza come un'anatra, si presenta come un'anatra... e' un'anatra, fino a prova contraria...

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  3. D'accordo. E, per restare al nostro argomento, potremmo dire che tutto ciò che appare, si comporta, dice e pensa come un islamico è un islamico, fino a prova contraria. Si sente ripetere fino alla nausea che i terroristi ed i violenti non sarebbero veri islamici. Ammettiamolo pure, e allora? Il vero islam sarebbe buono, dolce e tollerante, ad essere intollerante, fanatico e violento sarebbe non l'ISLAM ma l'OSLAM. Benissimo, da ciò segue soltanto che noi dovremmo combattere contro l'intolleranza, la violenza ed il fanatismo di centinaia di milioni di OSLAMICI. La non violenza, la laicità e la tolleranza di qualche decina di migliaia di ISLAMICI non avrebbero conseguenza alcuna sulle nostre vite...

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