lunedì 28 dicembre 2015

ISTERISMI GOEBBELSIANI




 
Numeri

In questi giorni ogni mattina, appena accendiamo quella scatola malefica che si chiama televisore, un accigliato annunciatore o una graziosa annunciatrice ci ammoniscono: “Il mondo è sull'orlo del baratro, l'aria delle grandi città irrespirabile”. Poi arriva l'esperto di turno e ci annuncia, non si capisce bene se trionfante o profondamente triste, che i decessi per tumore sono destinati ad accrescersi del diciotto, venti per cento in seguito alle poveri sottili. Il cittadino giustamente si spaventa. Coi tumori non si scherza ed un una percentuale del 20% è semplicemente spaventosa. Anche io, che alla salute ci tengo ma non sono un fanatico del salutismo, quando ho sentito un numero simile mi sono preoccupato, non tanto per me che sono un vecchierello, ma per i miei figli, e mio nipotino. Poi ho cercato di fare una cosa oggi sempre meno di moda: pensare.
Cosa significa di preciso che i decessi per tumore causato da polveri sottili sono destinati ad aumentare del 18%? Vediamo un po'. Nella provincia di Milano nel 2010 morivano di tumore 8,8 persone ogni 10.000. Per semplificare i calcoli ipotizziamo che ne morissero 10 e che l'incremento dei tumori sia pari al 20%. Tradotto in cifre assolute questo significa che l'incremento dei decessi per tumore sarà minore alla due unità ogni 10.000 abitanti. La cifra è comunque preoccupante, ma non tale da giustificare le campagne allarmistiche che ci martellano in questi giorni.
Qualcuno può considerare troppo rassicuranti questi numeri. Tutti più o meno abbiamo sentito fior di “esperti” che ci dicevano, ad esempio, che le donne hanno una possibilità del 20% di contrarre il cancro al seno. Cifre spaventose, che incutono giustamente allarme e paura. Ma, di nuovo, cosa significa di preciso un simile dato? Significa che una donna, nel corso di tutta la sua vita, ha il 20% di possibilità di contrarre un tumore al seno. Una quarantenne con una speranza di vita residua pari a 40 anni avrà ogni anno una probabilità di contrarre il tumore al seno pari allo 0,5%. Di nuovo, una cifra preoccupante, ma che non giustifica allarmismi isterici.

Gli allarmismi isterici invece sono all'ordine del giorno, sui media ed in rete. Milano è presentata come una sorta di camera gas, una trappola mortale per i suoi sventurati abitanti. Le cose però stanno diversamente. Secondo dati Istat, controllabili in rete, nel 2010 la vita media a Milano era pari a 80,1 anni per gli uomini e 85,2 per le donne, superiore sia alla media nazionale che a quella del nord Italia. Purtroppo non dispongo di dati più recenti ma non credo che lo smog nel capoluogo lombardo fosse nel 2010 molto minore di quello attuale. Dal 2004 al 2010 la vita media a Milano è aumentata di 1,7 anni per gli uomini e di 0,8 per le donne. La mortalità per tumore è scesa nello stesso periodo fino ai già menzionati 8,8 decessi ogni 10.000 abitanti rilevati nel 2010, con una contrazione della mortalità di 2,8 punti per gli uomini e di 0,5 per le donne. Tutto va bene allora? NO, ovviamente. Solo, si tratta di dati che non quadrano con gli strilli isterici di questi giorni.

Si possono fare considerazioni analoghe per l'Italia, recentemente condannata dalla UE per l'elevata mortalità derivante dalle polveri sottili. Nel 2005 la speranza di vita in Italia era di 78,1 anni per gli uomini e 83,7 per le donne. E' passata nel 2011 rispettivamente a 79,4 e 84,5. Non vi sono sostanziali differenza fra nord e sud. Per farci un quadro più preciso, val la pena di ricordare che la speranza di vita alla nascita nel nostro paese era di 35,4 anni nel 1880, 42,8 nel 1900, 54,9 nel 1930, 65,5 nel 1959. Insomma, le città sono camere a gas, siamo colpiti da alluvioni, desertificazioni, caldo soffocante e gelo polare, terremoti, maremoti, uragani, tifoni e bombe d'acqua mentre in passato, quando la follia umana era meno grave, tutte queste brutte cose non c'erano affatto. Però, viviamo sempre più a lungo. Molto, molto strana la cosa!


Grullerie

“Non esistono fatti, solo interpretazioni” ebbe a dire Friedrich Nietzsche. Beppe Grillo, probabilmente, di Nietzsche sa solo che aveva un gran bel paio di baffi, però si attiene al suo detto. Chi se ne frega dei dati quando possiamo “interpretarli” come cavolo ci pare? Ogni dato può essere correlato con qualsiasi altro, basta volerlo. Studiando le statistiche, potremmo rilevare che negli Usa nel corso del 2015 sono diminuiti, insieme, il consumo di burro ed il numero dei divorzi. Cosa ci vieta di collegare le due cose? Un seguace delle diete vegane potrebbe affermare che abolire il burro dalla lista degli alimenti rinforza la stabilità delle famiglie...
Secondo dati Istat il 2015 dovrebbe chiudersi in Italia con 68.000 morti in più rispetto al 2014: 566.000 rispetto a 498.000. I dati non sono ancora definitivi e gli statistici dell'Istat si guardano bene dall'indicare le cause del fenomeno, ma Grillo non ha dubbi: il maggior numero di decessi è certamente dovuto alle polveri sottili. Il tasso di mortalità dovrebbe essere dell'11% nel 2015, era stato del 10,3 nel 2012 e del 10,1 nel 2013. L'incremento dell'anno che sta per concludersi potrebbe essere un normalissimo picco statistico o la naturale conseguenza dell'invecchiamento della popolazione. Tutti dobbiamo morire, prima o poi, ed è chiaro che se le nascite si contraggono e la popolazione globale invecchia il numero complessivo dei decessi è destinato ad aumentare. Ma a Grillo tutto questo non interessa. La colpa di tutto è del “modello di sviluppo”, dell'insensato consumismo che i “poteri forti” ci hanno imposto. E può far si che numeri gli diano ragione: se debitamente torturati i numeri dicono quello che noi vogliamo. Non esistono fatti, solo interpretazioni...


Limiti

Quando sento parlare delle conseguenze nefaste del fatto che il livello dello smog superi certi limiti mi viene in mente un gran bel racconto di fantascienza dello scrittore americano Robert Sheckley.
Un giovane idealista è alla ricerca di un pianeta in cui sia stata stata realizzata la società perfetta. Qualcuno gli dice che questo paradiso esiste: è un pianeta chiamato Tranai. Il giovanotto parte e raggiunge il pianeta. Qui è accolto dal sindaco della capitale che gli racconta come tutto su Tranai sia tanto bello. In particolare gli assicura che su questo paradiso quasi non esiste delinquenza e che i pochi malfattori sono sempre assicurati alla giustizia. Naturalmente su Tranai i processi sono rapidi e non esistono errori giudiziari. Nessun innocente viene mai condannato, chi è punito è sempre colpevole. Ad un tratto il sindaco smette di parlare, si alza, afferra un fucile appeso al muro, va alla finestra, spara ad un passante e lo uccide. Il giovanotto è sbigottito. “Ma, cosa fate?” chiede.
“Nulla di grave”, risponde il sindaco, “ho eseguito una sentenza, ho ucciso un criminale.”
“Ma... mi dicevate che non ci sono criminali su Tranai”, replica il giovane idealista.
“No”, ribatte il sindaco, “vi solo ho detto che sono pochi”.
”D'accordo, ma...il processo?”.
“Ve lo ho detto che su Tranai i processi sono molto brevi...”
“Ma... e se quel tale era innocente?”
“Questo è assolutamente impossibile”
“Perché mai?”
“Su Tranai esiste una legge che stabilisce che chiunque venga ucciso come criminale è automaticamente colpevole”.

Ecco, certi discorsi sui livelli stabiliti dalla UE mi ricordano il racconto di Sheckley. Se il livello delle polveri supera un tot che gli euroburocrati, nella loro infinita saggezza, hanno stabilito, le polveri diventano automaticamente la causa di tutti i mali del mondo. Un po' come dire che chi beve mezzo bicchiere di vino è per definizione ubriaco. Qualsiasi discorso sui danni dello smog, pure realissimi, che parta da simili presupposti non ha nulla a che vedere con la scienza.



Ideologismi

Non vorrei essere frainteso. Il problema dell'inquinamento, specie nelle grandi città è reale; quanto al cancro, penso siano in pochi ad essere più sensibili di me al tema della lotta contro questo orribile male. Ho conosciuto persone stroncate da tumori ed alcune mi erano molto vicine; so bene quali e quante sofferenze provochino. Nulla però è tanto stupido, controproducente e dannoso quanto affrontare questi temi in maniera sensazionalistica ed ideologica. Alcuni sembrano provare un sadico piacere alle notizie cattive che riguardano l'inquinamento e la salute. Per qualcuno lo smog sarebbe facilmente eliminabile se solo noi fossimo un po' meno “folli” o se le “multinazionali” non tramassero nell'ombra per farci ammalare. Le cose invece sono leggermente diverse.
Nessuno oggi è disposto a rinunciare alla fetta di benessere che siamo riusciti a conquistarci. E ci sono ottime ragioni per non rinunciarci. Non si viveva affatto meglio, né più a lungo, quando di notte le città erano avvolte nelle tenebre o quando solo i più ricchi potevano vivere in ambienti malamente riscaldati; o quando il parto era per le donne un rischio mortale o la maggioranza dei bambini moriva nel primo anno di vita. Non si viveva neppure, in quei tempi qualcuno felici, in un mondo meno inquinato. Anche oggi fiumi e laghi sono molto più inquinati in Africa che in Europa, anche se molti fingono di non saperlo. Siamo riusciti a migliorare, faticosamente, il nostro tenore di vita, ma questo comporta inevitabilmente dei costi. Li comporta perché il mondo in cui viviamo non è fatto per noi, non si adegua automaticamente ai nostri desideri. Quindi, se vogliamo riscaldarci, viaggiare, viver in case illuminate, non annegare nei rifiuti, campare più a lungo, dobbiamo lavorare, produrre, consumare energia e questo ha dei costi, crea problemi.
Problemi da risolvere uno per uno, con spirito pragmatico e concreto, senza svolazzi ideologici nel regno dell'utopia. E senza ridicoli sensazionalismi, senza martellare la gente con una propaganda isterica degna di Joseph Goebbels. Qualcuno oggi cerca di creare una psicosi di massa, e con questa la falsa impressione che la fine del mondo sia dietro l'angolo. Non so se lo faccia per interesse, stupidità, ignoranza, fanatismo ideologico. Di certo in questo modo non si risolve alcun problema. Nè in Italia nè altrove.

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