lunedì 14 dicembre 2015

LA TRUFFA DEL DOPPIO TURNO

Supponiamo che domani si voti in Italia col sistema elettorale a doppio turno alla francese. Supponiamo anche, per semplicità, che i distretti elettorali siano solo due e che si presentino alle elezioni tre partiti: il centro sinistra (CS), il centro destra (CD) ed il Movimento 5 stelle (M5S).
Al primo turno il centro sinistra vince alla grande in entrambi i distretti: nel distretto A si ha il seguente risultato:
CS: 40%
CD: 35%
M5S: 25%
Nel distretto B la vittoria del centro sinistra è ancora più netta:
CS: 48%
M5S: 30%
CD: 22%.
Sembra che per Renzi sia fatta, ma a questo punto CD e M5S hanno una gran trovata. Nel distretto A il M5S si ritira dalla competizione e fa convergere i suoi voti sul CD, nel distretto B il centro destra ricambia il favore: si ritira dalla competizione ed i suoi voti convergono sul M5S. Il risultato di questo giochetto è che il centro sinistra, malgrado sia il partito di gran lunga più votato, non ha nessuna rappresentanza parlamentare, mentre il centro destra ed il movimento 5 stelle, gli sconfitti, monopolizzano il parlamento.
Ipotesi fantasiose? No, è quello che è avvenuto in Francia. Il front di le Pen è il primo partito, la destra di Sarkozy ha subito una brutta sconfitta, il partito socialista un autentico tracollo elettorale, ma entrambi gli sconfitti governano un certo numero di regioni. I vincitori del Front invece non ne governano nessuna.

Il sistema a doppio turno è nella sua essenza truffaldino: permette, a volte addirittura richiede, alleanze elettorali fra partiti che nulla hanno in comune se non il desiderio di NON far vincere un certo altro partito. E' un sistema elettorale che favorisce le forze politiche caratterizzate dalla cultura del NO o, se vogliamo nobilitare le cose, del pensiero negativo. Quel pensiero cioè in cui il momento del rifiuto è prioritario rispetto a quello della proposta, la distruzione vale più della costruzione, demonizzare l'avversario è più importante che proporre agli elettori un credibile programma politico.
Non si tratta neppure, val la pena di sottolinearlo, di accordi caratterizzati dalla ricerca del meno peggio. Chi opta per il meno peggio opta comunque per un programma, un orientamento, mira al conseguimento, in positivo, di alcuni limitati obiettivi. Il seguace del pensiero negativo ha invece di mira un solo obiettivo, se così possiamo chiamarlo: distruggere un certo sistema, o, se non gli è possibile, un certo partito, o , se anche questo non gli è possibile, una certa persona, con qualsiasi mezzo. Quanto è avvenuto in Italia nei famosi venti anni di “berlusconismo” è indicativo a questo proposito.
Qualcuno potrebbe obbiettare che anche in un sistema elettorale maggioritario a turno unico sono possibilI le grandi ammucchiate finalizzate a sconfiggere una certa forza politica. Si, queste sono possibili anche in un sistema a turno unico, nessun sistema è perfetto, ma sono in primo luogo molto più difficili: ogni partito all'inizio mira ad essere LUI il primo nei vari distretti e nessuno sa se, in caso di sconfitta, si classificherà al secondo o al terzo posto. Inoltre nel sistema a turno unico le “ammucchiate”vanno fatte subito e vanno presentate da subito agli elettori per quello che sono. Per tornare all'esempio di prima, in un sistema a turno unico M5S e CD avrebbero dovuto fare sin dall'inizio un accordo elettorale, avrebbero dovuto cercare un minimo di convergenza su obiettivi e programmi. Se non lo avessero fatto gli elettori li avrebbero giudicati anche per questo.

In Francia Marine Le Pen è stata sconfitta non dai gollisti o dai socialisti ma dal sistema elettorale. Qualsiasi altro sistema la avrebbe vista autentica trionfatrice. Ed avrebbe rispecchiato, qualsiasi altro sistema, i sentimenti reali della maggioranza degli elettori francesi, le modifiche profonde in atto nell'opinione pubblica francese ed europea.
Il sistema a doppio turno no. Questo sistema truffaldino consente a vecchi rottami della politica di cantare vittoria anche se la loro presa sull'elettorato diventa ogni giorno più ristretta. La cosa grave è che anche l'Italia avrà, se le cose non cambiano, una simile legge elettorale, varata con la benedizione, fra gli altri, del vecchio, e ormai molto poco lucido, Silvio Berlusconi.
Non c'è davvero da stare allegri.

2 commenti:

  1. Unica scusante per il Cavaliere: approvò la legge elettorale quando il PDL era ancora il secondo partito. Oggi pare che sia terzo.O no?

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