martedì 19 gennaio 2016

I "MIGRANTI" E LE NOSTRE PENSIONI

I migranti ci pagheranno la pensione. Lo si dice sempre più spesso e lo ripete con grande insistenza la signora presidente della camera.
Il ragionamento è più o meno questo: “Il sistema pensionistico prevalente in Europa è a ripartizione. I contributi versati da coloro che lavorano non vengono accumulati per pagare le loro pensioni, servono invece a pagare quelle di chi è già pensionato. La popolazione europea però è sempre più vecchia; a fronte di un numero sempre minore di giovani che lavorano sta un numero sempre crescente di pensionati. Se non si immettono forze nuove, giovani, sul mercato del lavoro alla lunga diventerà impossibile pagare le pensioni a tutti gli anziani. Da qui la necessità di aprire le porte dei nostri paesi ai giovani migranti. Loro ci salveranno”
Regge un simile discorso? Vediamo.

In primo luogo si tratta di un discorso fortemente estrapolazionista. Si esaminano certe tendenze in atto oggi e le si proietta in un futuro indeterminato. “Visto che oggi i tassi di natalità e di mortalità sono del tot per cento”, si dice, “nel 2050 il rapporto fra giovani ed anziani in Europa sarà di tot”. Però, chi dice che il tasso di natalità di oggi resterà invariato per oltre 30 anni? Nessuno può dirlo. Facendo ardite estrapolazioni gli “esperti” del club di Roma pronosticarono, negli anni 70 dello scorso secolo, l'esaurimento di quasi tutte le principali materie prime e fonti di energia entro il 2000. Si è visto come sono andate le cose. Ragionando in maniera estrapolazionista si dovrebbe concludere che l'età della pietra è finita quando si sono esaurite le pietre, un po' semplicistico vero?
Inoltre, per seguire gli estrapolazionisti sul loro terreno, in base ai loro discorsi dovremmo concludere che l'immissione dei migranti può solo ritardare il tracollo. Una tendenza di lungo periodo, questa si abbastanza confermata dai fatti, mostra che col crescere del benessere si riduce il tasso di natalità. Se questo provoca gli effetti devastanti di cui si parla, l'arrivo dei giovani migranti, può solo posticipare la fine di venti o trenta anni. In ogni caso c'è poco da stare allegri, almeno per i prossimi secoli!
Lasciamo perdere le previsioni secolari! La riduzione del tasso di natalità è in realtà una buona notizia. E' incredibile che i tanti che piangono per la “sorte del pianeta” non si pongano neppure il problema se questo può reggere una popolazione indefinitamente crescente. Certo, in occidente la contrazione della natalità è stata eccessiva, ma pensare che il rimedio consista nell'immettere masse sterminate di migranti nei nostri sistemi economici e sociali è leggermente folle.

Veniamo al punto centrale. E' vero che l'immissione di quote sempre crescenti di giovani migranti nelle nostre società salverà il sistema pensionistico? La risposta è NO. Per poterci pagare domani la pensione i giovani “migranti” che arrivano oggi sui barconi devono trovare un lavoro, produrre, guadagnare, pagare i contributi pensionistici. Ad essere decisiva non è la mera presenza nel nostro paese di tanti giovani, ma la capacità del sistema economico di assorbirli, farli diventare produttori efficienti. Ora, non occorre un dottorato in economia per rendersi conto che nessun sistema economico è in grado di assorbire una massa indefinitamente crescente di forza lavoro. A maggior ragione non è in grado di assorbire masse crescenti di giovani del tutto privi di specializzazione, dequalificati, che ignorano la lingua del paese in cui vivono. Il nostro sistema economico è già caratterizzato da una elevatissima disoccupazione giovanile, ci vuole proprio un ottimismo esagerato per pensare che possa dare lavoro ad un numero imprecisato di nuovi giovani venuti.
Ragionando come fanno alcuni si potrebbe ipotizzare che se arrivassero in Italia dieci milioni di giovani “migranti” le casse dell'INPS si riempirebbero di soldi dall'oggi al domani! Le cose stanno invece in maniera diametralmente opposta. I nuovi venuti non trovano, in gran maggioranza, lavoro o trovano al massimo lavori dequalificati, scarsamente produttivi quando non collegati ad attività criminali. Si forma così una gran massa di persone che non producano ma consumano, ovviamente. Chi paga i consumi di queste persone? Semplice, il sistema dello stato sociale, spesso proprio l'INPS. I pochi italiani che lavorano devono  mantenere non solo i pensionati ed i giovani italiani senza lavoro, ma anche i giovani migranti, anche loro senza lavoro. Tutto questo blocca lo sviluppo ed impedisce l'assorbimento nel mercato del lavoro delle nuove generazioni, in un pericolosissimo circolo vizioso. Altro che “migranti” che ci pagheranno le pensioni! Sono i lavoratori italiani che pagano, spesso, vitto ed alloggio ai “migranti”!
Tutto questo senza contare le difficoltà inevitabilmente destinate a caratterizzare la convivenza fra persone di culture diverse, portatrici di valori, modi di vivere, usi ed abitudini spesso incompatibili fra loro e destinati a pesare, e molto, negli stessi rapporti di lavoro.

A suo tempo la tanto contestata legge Bossi Fini prevedeva che potessero entrare in Italia solo quelle persone che avevano un contratto di lavoro. Si cercava di stabilire un equilibrio fra nuovi venuti e possibilità di assorbimento da parte del sistema produttivo. In una simile impostazione del problema aveva senso parlare di futuro contributo dei migranti al mantenimento del sistema pensionistico. Ma la Bossi Fini è stata massacrata e sostituita dalla attuale politica delle porte aperte a tutti, senza limiti né filtri. E gli stessi che la hanno massacrata cianciano di “migranti che ci pagheranno le pensioni”! Ridicolo!
Ultima considerazione. Chi ha detto che il sistema pensionistico debba per sempre essere a ripartizione? Un sistema a ripartizione può reggere solo se si conserva indefinitamente un certo rapporto fra popolazione attiva e popolazione in pensione. Ma è proprio la invariabilità di un simile rapporto ad essere quanto mai improbabile. Invece di invocare l'arrivo dei migranti per salvare la baracca del sistema a ripartizione varrebbe la pena di fare un pensierino sul sistema a capitalizzazione. O no?

1 commento:

  1. Non facciamoci soverchie illusioni. I sinistri sono insuperabili nell'arte della mistificazione. Se dicono che i migranti ci pagheranno le pensioni, così sarà, almeno nell'opinione comune. La realtà sarà diversa? Tanto peggio per la realtà...

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