venerdì 27 maggio 2016

PRINCIPI ED ISTINTI

Cosa consente un minimo di convivenza civile in un qualsiasi tipi di società? Fondamentalmente due ordini di fattori.
In primo luogo la diffusione a livello di massa di alcuni elementari principi etici. La stragrande maggioranza degli esseri umani considera sbagliato scippare una vecchietta o violentare una bambina, o uccidere un uomo per impossessarsi dei suoi beni. Anche chi compie azioni di questo tipo sa, nel suo intimo, che sono sbagliate. Se simili principi non fossero largamente diffusi la società si sfalderebbe. Se la gran maggioranza delle persone considerasse giusto l'omicidio nessun dispiegamento di forze di polizia potrebbe impedirlo, gli stessi poliziotti, o molti di loro, sarebbero dei potenziali criminali, pronti ad usare a fini ignobili le armi in loro possesso. La repressione del crimine è efficace quando il crimine resta una eccezione, ampia magari, diffusa, ma sempre eccezione.

Ma la convivenza civile non si basa solo su alcuni diffusi ed elementari principi etici. Prima ancora di questi valgono quelli che potremmo considerare degli istinti pre morali, addirittura pre sociali.
Esco per strada e passeggio tranquillamente. Non penso neppure che qualcuno mi aggredisca assolutamente senza motivo, mi spari e mi uccida senza avere nei miei confronti il minimo motivo di ostilità. Qualcuno mi può aggredire perché vuole derubarmi, o perché ha avuto con me un alterco anche per motivi banali, o ancora perché vuole violentare la signora che passeggia insieme a me. Se sono aggredito ci devono essere dei motivi, ignobili, futili quanto si vuole ma reali, qualcosa che mi riguarda direttamente, in prima persona. Uccidere od aggredire persone a caso è un comportamento non a caso definito folle e riguarda, meglio, riguardava, fasce estremamente minoritarie di esseri umani.
A maggior ragione questo tipo di comportamento è, meglio era, considerato improbabile se si pensa che può avere conseguenze distruttive per chi lo mette in atto. Chi aggredisce può sempre trovare la persona“sbagliata” e finire all'ospedale o all'obitorio. In ogni caso rischia di essere arrestato e di farsi un bel po' di galera. Tutti o quasi gli esseri umani desiderano conservarsi in vita ed in buona salute. Possono rischiare, è vero, la vita e l'incolumità fisica ma devono avere qualche motivo par farlo. Che Tizio rischi la propria incolumità, sia addirittura disposto a morire, solo per aggredire, senza ragione alcuna, Caio sembra qualcosa di assolutamente irrazionale, quindi estremamente improbabile.

La diffusione di alcuni principi etici elementari e di alcuni altrettanto elementari istinti pre etici consente alla società di non sfaldarsi, garantisce la convivenza civile. Quando faccio un prelievo al bancomat posso anche dare un'occhiata in giro per vedere se c'è nei dintorni qualche persona sospetta, ma sono, tutto sommato, relativamente sicuro che l'operazione si concluderà senza incidenti. Se passeggio per strada non penso che qualche sconosciuto mi spari, meno ancora che si uccida se questo è necessario ad uccidere me.
Ebbene, la diffusione del fondamentalismo islamico mette radicalmente in crisi questi pilastri elementari della convivenza civile. Per un fondamentalista se io sono un “infedele” nessun vincolo etico vale a mia tutela. Derubare ed uccidere sono cose sbagliate, ma se riguardano un “infedele” diventano automaticamente giuste. Sparare sulla gente a caso, morire pur di uccidere sconosciuti, sono comportamenti folli che acquistano però la loro, demenziale, razionalità se finalizzati al trionfo della “vera fede”. Il terrorista che si fa esplodere per uccidere gente a casaccio non sa nulla delle persone che moriranno insieme a lui. Molte delle sue vittime potrebbero essere addirittura dei “fedeli” come lui, altre potrebbero provare simpatia per le sue idee. Tutto questo non conta. Le persone, le loro idee, i loro interessi, la loro vita concreta scompaiono. Uccidere è utile al trionfo della "vera fede", quindi bisogna uccidere, punto e basta.

Solo dei pazzi malati di ideologia possono non vedere come la diffusione del fondamentalismo assassino distrugga le basi stesse di ogni tipo di civile convivenza. Un tempo eventi sportivi o religiosi, feste popolari o concerti non ponevano grossi problemi di sicurezza. Viaggiare in treni ed aerei, entrare in un metrò o in uno stadio erano cose praticamente normali. Anche negli anni di piombo, quando agiva il terrorismo assassino delle BR, ad essere posti sotto tutela erano gli obiettivi politici. Ora tutto è radicalmente diverso. Nulla è più sicuro perché la logica folle dei fondamentalisti islamici vede in tutto un possibile obiettivo. Parlare di integrazione, civile convivenza, ponti e non muri, in una simile situazione è un puro non senso, un belare ridicolo.
Ogni giorno che passa la vita nelle nostre società diventa più rischiosa. E le nostre autorità, si proprio loro, quelle che scovano ovunque rischi sempre nuovi, continuano a dirci, cou un sorrisino ebete stampato in volto che “non bisogna avere paura”. Perché, scusate, non dovremmo averne?

2 commenti:

  1. Gli effetti del "brain washing" e della dipendenza patologica che ne deriva sono, in gran parte, da studiare. Personalmente pongo l'accento su livelli di aggressività (al servizio dell'oggetto di dipendenza)maggiori rispetto all'uomo comune e di un tipo, per una persona un po' più sana, impensabile. Il kamikaze islamico, per molti aspetti, non è molto differente dal soldato nazista che massacrava popolazioni inermi, sentendosi pienamente giustificato dal fatto di "obbedire agli ordini".

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  2. Più vado avanti e più mi rendo conto che l'islam può considerarsi, senza alcun dubbio, un anomalia.

    Perchè se pensi a tutte le culture esistenti, islam a parte, non esistono culture basate sulla pervaricazioni sugli altri, che vedono le manifestazioni d'ira (ergo - pestare i piedi per terra, insultare, minacciare di morte ecc) come un segno di maturità anzichè come un segno di insicurezza. Esistono culture con usi e costumi barbari, ma neppure gli appartenenti a queste culture pensano che sia giusto imporre la loro cultura ad altri. Se per qualche ragione si trovano a dover vivere in ambienti diversi dal loro, si adattano.

    Fino a circa 5 anni fa, consideravo quella islamica una cultura come un'altra, ma notavo sempre più spesso il silenzio dei musulmani quando capitava il terrorismo. Quando ci furono gli scandali della pedofilia nella Chiesa, i cristiani sono stati vocali a riguardo, gli unici che tiravano scuse a mo ti taqiyya islamica erano i diretti interessati.
    Mentre i muslims tutti zitti, e se chiedevi loro qualcosa era tutto un 'ma però gli USA/Israele/le colonie/le crociate' e talvolta anche 'la Cina/il Giappone', così sono andata a fare ricerche nei loro siti, ma anche in siti pubblici (youtube, facebook ecc) dove in discussioni aperte trovi anche post di musulmani. Un tripudio di minacce di morte, atteggianemti poco chiari, accuse, giustificazioni ecc...'
    Se parlano, non condannano i terroristi a prescindere, invece dicono cose tipo 'Le vere vittime sono i musulmani/ora tutti ci odieranno ecc...'
    Poi ci sono i buonisti che a tutto questo scusano con 'hanno paura/i musulmani sono più introversi' o i muslims stessi che dicono 'che dobbiamo fare per voi? Bere/fumare? Mangiare il maiale? Diventare gay?' perchè così pensano di farci sentire in colpa, quando in occidente, come ovunque i gay sono una minoranza e chi non lo è non è obbligato ad esserlo, la carne di maiale non tutti la mangiano, poichè ci sono i vegetariani o le persone aderenti a religioni tipo l'ebraismo, e bere fumare non lo fanno tutti, è un uso e costume ma non è una legge.

    Riguardo al terrorista che coinvolge altri musulmani, in uno dei loro forum una volta ho letto di una tipa che ha posto questa domanda 'che succede se uccidi uomini, donne e bambini musulmani?' e l'imam di turno ha risposto qualcosa tipo 'automaticamente sono considerati martiri ed in paradiso vengono ricompensati. L'uccisione di innocenti sono incidenti di percorso che possono capitare, e bisogna accettarlo se si vuole diffonrere l'islam.

    Nemmeno i nazistelli ed i comunistelli arrivano a questi livelli.

    Quando ci sono stati gli attentati a parigi, la cosa che mi ha fatto più schifo è vedere le maestre far scrivere ai bambini del'asilo biglietti dove dicevano di non aver paura dell'isis. Ma a me sinceramente, lo sfruttamento di bambini a scopi di propaganda politica da fastidio (anche al di fuori dell'ambito terrorismo, un pò come quando Veltroni ha fatto un video con bambini che parlavano di economia).


    Il papa di sicuro è pronto a convertirsi all'islam non appena il califfo gli busserà alle porte del suo 'palazzo reale', Ecco quello che penso di Bergoglio.

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