domenica 23 luglio 2017

A PROPOSITO DI SICCITA'

Scrive Orlando Figes ne “La tragedia di un popolo”, Oscar Mondadori 2016:
“Nell'estate del 1891, dopo dodici mesi di disastri meteorologici, i contadini della regione del Volga si trovarono ad affrontare la fame. (…) I semi piantati nell'autunno precedente non avevano avuto neppure il tempo di germogliare prima che li ghermisse il gelo e la neve, così preziosa per la protezione delle pianticelle in pieno inverno (…) era stata scarsa. La primavera aveva portato con se bufere di vento secco che avevano tramutato l'humus in polvere, spazzandolo via e, infine, la lunga estate asciutta era cominciata già ad Aprile: a Carycin non si era avuta pioggia per novantasei giorni consecutivi (…) Entro l'autunno la carestia minacciava ormai diciassette province, dagli Urali al mar nero, per una superficie grande due volte l'intera Francia e destinata a dar da vivere a trentasei milioni di persone.”
La carestia fu seguita da epidemie e causò la morte di oltre mezzo milione di persone. Il governo zarista si dimostrò inetto ed assolutamente incapace di far fronte all'emergenza. Con la carestia del 1891 iniziò così ad allentarsi il rapporto di fiducia fra le masse contadine e la famiglia imperiale.
Eppure quella tragedia appare quasi poca cosa di fronte ad altri flagelli che si abbatterono sulle campagne russe dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi. Le carestie del 1921 23 e del 1928 29 causarono milioni di morti. La loro causa fu solo in minima parte la siccità. Il numero mostruoso di vittime è tutto da addebitarsi alla politica delle requisizioni messa in atto da Lenin prima e da Stalin poi che lasciarono i contadini letteralmente senza un chicco do grano.

Qualche piccola considerazione.
Periodi di siccità ce ne sono sempre stati, anche in epoche e paesi in cui l'effetto serra doveva essere assai meno grave di oggi.

Le chiacchiere intorno alle “origini strutturali” della scarsa pioggia che ci affligge in questi giorni sono, appunto, solo chiacchiere. Tra l'altro l'estate più calda degli ultimi tempi in Italia resta quella del 2003, anche se i media parlano delle temperature di questi giorni come le più elevate degli ultimi 200 ANNI.

Se invece di sparare cifre a caso i media informassero il popolo bue sullo stato miserevole degli italici acquedotti farebbero, appunto, informazione e non propaganda ideologica.

Il presidente Trump ha affermato di volersi defilare dagli accordi di Parigi ed il governatore del Lazio Zingaretti subito gli addebita la responsabilità della siccità in … Italia! Questo PRIMA ANCORA che gli Usa si siano effettivamente defilati da tali accordi. Tutto da ridere... o da piangere.
In ogni caso, signor Zingaretti, se lei ama cercare responsabili umani per i danni delle siccità ha ben altre tragedie a cui far riferimento. Peccato però che non riguardino l'attuale presidente degli Stati Uniti ma il "paese del socialismo", quello in cui fino a ieri credevano alcuni dei suoi amici...


Speriamo che piova e che la si smetta con questa lagna! Però... a pensarci bene, non è improbabile che se qualche forte acquazzone dovesse rovinare le vacanze a qualcuno cominceranno di nuovo gli strilli sui mutamenti climatici. Infatti è bene che piova, ma leggermente, solo sui campi coltivati, preferibilmente di notte.

1 commento:

  1. Parlando di pioggia, solo 3 anni fa (cioè in pieno, diciamo, global warming), ho goduto di una bella estate stile inglese (la cosa non mi è dispiaciuta). Il sole era merce rara.

    Qui da me piove abbastanza, più volte a settimana. Eppure si parla di siccità.

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