martedì 2 gennaio 2018

METEO E CLIMA

E' stata una delle ultime polemiche anti Trump del 2017.
Gli Stati Uniti sono colpiti da una eccezionale ondata di freddo ed il presidente si è lasciato andate ad una battuta ironica sul “riscaldamento globale”. Apriti cielo! “Nuova gaffe di Trump” hanno cinguettato, o latrato, dai teleschermi annunciatori ed annunciatrici.
Poi, la spiegazione “scientifica”. “Il presidente confonde clima e meteo”, hanno annunciato con aria saccente.
Ma che bravi! Non bisogna confondere clima e meteo, cioè l'andamento di lungo periodo del tempo atmosferico e le sue variazioni di breve periodo. Profondissima considerazione, che però sono proprio i sostenitori del “riscaldamento globale” a violare di continuo. Basta infatti un acquazzone particolarmente violento, o un paio di mesi secchi, o una estate più calda del solito per sentirli strillare che la “umana follia” ha condotto il pianeta “sull'orlo dell'abisso”.
Il presidente Trump, con la sua battuta ha in realtà ignorato la differenza fra clima e meteo assai meno di quanto non lo faccia la propaganda martellante sul riscaldamento globale. Trump non è partito da un evento meteorologico per teorizzare il raffreddamento del pianeta, si è limitato a dire che l'ondata di gelo che attanaglia gli Stati Uniti contrasta con la pevisione di un irreversibile riscaldamento della terra. Una affermazione difficilmente contestabile. Sono i media invece che si servono di eventi meteorologici per cercare di convincere il popolo bue che il nostro pianeta sta diventando una palla rovente, che fra breve molte città saranno sommerse dalle acque e via dicendo.

Del resto, se la teoria del riscaldamento globale antropico si rivelasse vera nella sua versione più catastrofista, quella propagandata dai media, a scomparire dovrebbe essere precisamente la differenza fra clima e meteo.
Se il clima globale del pianeta cambia in maniera catastrofica sono proprio le differenze meteorologiche di breve periodo a perdere di importanza. Se per incanto la terra si allontanasse dal sole di milioni di chilometri il suo raffreddamento renderebbe irrilevanti le differenze fra estate ed inverno. Lo stesso avverrebbe nel caso di un avvicinamento al sole. Su Mercurio fra un gran caldo sempre. Al tempo delle grandi glaciazioni le differenze fra estate ed inverno erano molto ridotte, non a caso. Continuare a terrorizzare la gente con la prospettiva di un radicale e catastrofico mutamento CLIMATICO e poi, a fronte di un inverno piuttosto rigido, tirar fuori l'argomento della differenza fra clima e meteo non è intellettualmente onesto.
Questo al di fuori di ogni considerazioni scientifica sul “riscaldamento globale”. Quale che sia la validità delle ricerche scientifiche serie sull'argomento, è del tutto evidente che il modo con cui i media lo trattano ed i politici lo usano non ha con la scienza assolutamente nulla da spartire.

2 commenti:

  1. Per me è il solito ciclo terrestre.
    Una cosa che i fanatici del clima omettono sono le eruzioni vulcaniche. Perchè, si sa da sempre, i vulcani, in particolare quelli esplosivi (Etna), quelli con VEI alto (Agung e Eyjafjallajökull) o quelli vivaci (Stromboli) sono i più grandi inquinatori della Terra grazie all'anidrite carbonica e al materiale piroclastico rilsciato nell'atmosfera. E fanno parte di madre natura, quindi non possiamo farci nulla. Ma non è politicamente corretto prendersela con 'i coni ardenti'.

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  2. IL riscaldamento globale di questi ultimi anni è un fatto incontestabile, l' allarmismo conseguente invece è completamente privo di fondamento.
    Vogliamo ricordare le previsioni di Al Gore che aveva previsto la fine del mondo entro il 2016? Perchè nessuno gliene rende conto ora?
    Oltretutto alcuni binomi alla base della teoria catastrofistica sono veramente senza senso ; ad esempio, l'assioma aumento di C02= desertificazione.
    Senza tener conto che l' aumento di CO2 aumenta invece la crescita delle piante, che all' epoca dei dinosauri c'era più CO2 di adesso e i mondo non mi sembra fosse desertico.
    Ora non dico che dobbiamo inquinare a piede libero, ovvio. Ma quando si decidono delle priorità si deve avere ben chiaro il quadro scientifico complessivo, prima di impegnare miliardi di dollari in interventi di dubbia effiacia e di far delocalizzare fabbriche nel terzo mondo ( lasciandole libere di inquinare di più).

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