mercoledì 20 maggio 2020

RENZI O IL POTERE FINE A SE STESSO


Un anno di Renzi premier, ecco le foto "migliori"


Se ad un talk show partecipano Gad Lerner o Laura Boldrini io so in anticipo, più o meno, cosa diranno su un determinato argomento, e so anche che sarò in radicale dissenso con quanto diranno.
Se a partecipare è invece Matteo Renzi le cose cambiano. E' possibile che il leader di Italia viva dica cose molto diverse da quelle che io mi aspetto. E francamente non so se sarò o meno d'accordo con lui.
Una cosa però la so: non esisterà alcun legame fra ciò che Matteo Renzi dirà e ciò che farà. In Renzi le parole sono completamente separate dalle cose. Non si tratta, sia ben chiaro, del famoso “mare” che si estende fra il dire ed il fare e che rende molto difficile, a volte quasi impossibile, realizzare i propri propositi. Renzi quel mare non cerca neppure di attraversarlo. Dopo aver strillato che intende affrontare le onde dell'oceano cambia strada e si avvia di buon passo verso la montagna. E' fatto così...

Per Renzi i discorsi e gli impegni programmatici contano meno di zero. Disse che non sarebbe mai diventato presidente del consiglio senza passaggio elettorale, poi lo divenne grazie ad una manovra tutta interna al suo partito. Rassicurò Letta, poi lo pugnalò alle spalle. Sui migranti è passato dallo slogan “aiutiamoli a casa loro” al sostegno dello ius soli e delle sanatorie. Raggiunse un accordo con Berlusconi e poi si unì a quanti lo cacciarono dal parlamento. Promise a tutti che avrebbe abbandonato la politica se avesse perso il referendum, eppure è ancora qui. Si è detto convinto che Salvini non ha mai commesso alcun reato ma ha votato per la autorizzazione a procedere. Ieri ha sommerso di critiche pesantissime Bonafede, poi gli ha rinnovato la fiducia. Si potrebbe continuare.
Non si tratta, dovrebbe essere chiaro, di un semplice “cambiare idea”. Solo i cretini non cambiano mai idea. Cambia idea chi riflette sulle proprie idee, ne esamina la coerenza, l'accordo o il disaccordo con determinati valori, le confronta con la realtà ed infine, se si convince che sia giusto farlo, le cambia. E se le cambia dice chiaramente che le ha cambiate, e spiega il perché del cambiamento. Cambiare idea vuol dire essere intellettualmente onesti. Per Renzi il discorso è completamente diverso: lui non cambia idea, semplicemente non dà alcun valore alle idee. Le idee non sono per Renzi degli impegni da cercare quanto meno da mantenere. Sono solo degli strumenti per realizzare ciò che davvero gli sta a cuore: il potere. Non il potere per realizzare idee, progetti, programmi, ma idee, progetti, programmi per ottenere il potere.

Da un certo punto d vista Renzi è un bolscevico, un autentico leninista. Come Lenin ed i bolscevichi Renzi fa propri dei programmi non tanto per realizzarli quanto per i vantaggi che agitarli gli può dare in termini di potere. Con una differenza essenziale però nei confronti dei bolscevichi. Questi erano fanaticamente legati ad una idea guida, meglio, ad una fede che orientava tutta la loro azione. L'agitare strumentalmente programmi e parole d'ordine serviva ai seguaci di Lenin per raggiungere il potere e mettere in atto il sogno, meglio, l'incubo, della torsione a 180 gradi dell'uomo e della società. In Renzi non c'è, ovviamente, questo fanatismo inseme grandioso e criminale. Il potere per lui non è lo strumento per un rivolgimento radicale, e terrificante, del mondo. E' solo e semplicemente potere. Presenza forte nelle istituzioni, nei consigli di amministrazione, capacità di stare sempre e comunque a galla, di essere sempre al governo anche se pochi, pochissimi ormai lo votano. Lenin ed i bolscevichi erano fanatici che facevano paura. Non solo ai borghesi. Fecero paura, terrorizzarono, i contadini, il ceto medio, gli intellettuali, gli operai. Renzi non è un fanatico, solo un uomo dalla “ambizioni piccole”, per usare una espressione di Gramsci. Non fa paura a nessuno, al massimo può far rabbia il suo agitarsi per stare sempre a galla, il sostenere costantemente tutto ed il contrario di tutto per qualche poltrona in più.

Prima ancora che rabbia però il “renzismo” suscita disprezzo e, a volte, una certa pena.
Renzi è tutto ciò che la politica, intesa in senso nobile, non deve, non dovrebbe essere. Molti hanno i suoi stessi difetti, in tutti gli schieramenti. In molti antepongono i giochetti di potere, la lotta per le poltrone ad ogni altra considerazione. Basta guardare ai “grillini”, letteralmente terrorizzati dalla prospettiva di perdere lo scranno parlamentare, per rendersene conto. La politica non è un gioco da educande, lo sappiamo bene e chi si fa illusioni in proposito è uno sciocco. Ma in Renzi gli aspetti deteriori della politica raggiungono la loro forma chimicamente pura. In lui l'amore per le poltrone non si combina con la passione politica, si identifica con questa. E' davvero un guaio che quest'uomo da poco abbia ancora un ruolo non secondario nella politica italiana.

2 commenti:

  1. Ultimamente si sta mostrando anche peggio dei grillini.
    I grillini davvero cambiano idea ogni 5 minuti manco fossero adolescenti in preda agli ormoni, mentre Renzi agisce lucidamente, addirittura dicendo una cosa mentre ne fa un'altra.

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  2. Ho l'impressione che tu sia stato fin troppo generoso con il bullo fiorentino...Uomini come lui, purtroppo, giustificano il disprezzo profondo che molti avvertono per tutto ciò che ha a che fare con la politica esercitata in modo deteriore e osceno.

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