lunedì 28 dicembre 2020

SUL VACCINO

Lo dico subito: mi farò vaccinare, sono favorevole al vaccino e sono convinto che questo vada somministrato su base rigorosamente volontaria. Nelle righe che che seguono cercherò di argomentare pacatamente questa mia posizione prendendo in esame le obiezioni che è possibile avanzare.

Avallare la politica di Conte?

Qualcuno forse pensa che essere favorevoli al vaccino voglia dire avallare la politica di Conte e del suo governo di cialtroni. Sono in totale dissenso.
In primo luogo si è favorevoli o contrari a qualcosa indipendentemente dal fatto che altri siano contrari o favorevoli alla stessa cosa. L'argomento “ad personam” è logicamente insostenibile. Di certo non sosterrò che due + due fa cinque solo perché Conte (forse) sostiene che fa 4.
In secondo luogo, NON è vero che Conte ed i sui compari abbiano puntato molto sul vaccino. Ad aver spinto al massimo per vaccino è stato il presidente Trump, accusato dai media di regime di essere un “negazionista”. I paesi che per primi sono arrivati al vaccino sono stati gli USA di Trump e la Gran Bretagna di un altro “negazionista”: Boris Johnson. Mentre Conte trasformava il vaccino in nuova fiaccola olimpica, facendolo trasportate dal Belgio sino a Roma su un camioncino scortato da auto della polizia, negli USA, Gran Bretagna ed Israele venivano vaccinate centinaia di migliaia di persone. Da un lato becera propaganda, dall'altro lavoro serio.

Si è arrivati troppo alla svelta al vaccino.

Veniamo agli argomenti seri. In effetti il vaccino è stato raggiunto in tempi molto brevi. Ma la fretta era imposta da una situazione che stava diventando, e diventa, ogni giorno più insostenibile. Si può negare questo solo sostenendo che la pandemia non esiste. Una tesi difficilmente sostenibile, a mio modesto parere. Certo, c'è chi ha sfruttato e sfrutta la pandemia per propri scopi, la Cina soprattutto; ma denunciare chi sfrutta la pandemia non equivale a dire che questa sia una invenzione o un trucco. Negli USA la pandemia ha reso possibile la truffa del voto postale ma questo non vuol dire che il Covid 19 sia una invenzione di Joe Biden...

La fretta rende insicuro il vaccino.

Può essere, ma sinceramente non lo credo troppo. Esistono leggi, controlli, protocolli. E prima ancora esiste il mercato con le sue leggi non scritte. Se il vaccino dovesse nuocere in maniera grave alla salute di chi se lo fa iniettare le conseguenze sarebbero devastanti per le cause farmaceutiche che lo hanno commercializzato, oltre che per i governi che lo hanno autorizzato. L'idea che chi vende qualcosa lo faccia fregandosene delle sue possibili conseguenze dannose è tipica di chi considera il mercato una sorta di arena in cui vari soggetti fanno a gara nell'imbrogliarsi a vicenda. Si tratta di una idea molto ingenua, non solo perché esistono le leggi, ma anche perché chi imbroglia di solito è espulso dal mercato. Esistono, a mio parere, buoni motivi per credere a chi afferma che il vaccino è stato testato in maniera rigorosa.

Non conosciamo gli effetti a lunga scadenza.

Questa affermazione può essere interpretata in due modi: in maniera “forte” o in maniera “debole”.
Interpretata in maniera debole la affermazione si rifà a quanto detto nei punti precedenti sulla rapidità con cui si è arrivati al vaccino. Il fatto che si arrivi rapidamente alla scoperta di un farmaco non vuol dire che il farmaco non possa essere sicuro. Si possono fare controlli rigorosi anche in tempi stretti.
Interpretata in maniera forte la affermazione è non solo vera, ma inconfutabile. E' però priva di conseguenze pratiche.
In realtà noi non non conosciamo le conseguenze a lunga scadenza di
nulla. Logicamente è indimostrabile che il mondo sia retto da alcune fondamentali regolarità. Lo ha argomentato a suo tempo in maniera perfetta David Hume: nulla ci assicura che il domani sia simile all'oggi. La regolarità del mondo è il presupposto di ogni pensiero, discorso ed azione, ma è un presupposto indimostrabile: è un dato della ragione e, prima ancora, della vita e dell'agire umani. Si cerchi di dimostrarlo e ci si avvita in inestricabili circoli viziosi, si provi a farne a meno e tutto diventa impossibile. Logicamente nulla ci assicura, diceva Hume, che se una madre getta suo figlio dalla finestra questo precipiti al suolo invece di rimanere sospeso a mezz'aria. Però, aggiungeva il filosofo scozzese, le madri non gettano i figli dalla finestra. E fanno bene...

Le case farmaceutiche mirano al profitto...

Certo, le case farmaceutiche mirano al profitto, come mirano al profitto le fabbriche di mobili, le case editrici, le imprese di pulizie, banche, assicurazioni ed imprese automobilistiche, aeronautiche o agro alimentari. E allora?
Non c'è niente di male nel profitto. E' perfettamente normale che chi intraprende una attività economica lo faccia in vista di un'utile. Può pensare il contrario solo chi detesta l'economia di mercato. Tipico a questo proposito l'atteggiamento di Bergoglio che sembra avere un'unica preoccupazione: che il vaccino venga gestito in un'ottica “di mercato”. Il vaccino sarà commercializzato a prezzi ridotti, questo è certo, ma le case farmaceutiche ne trarranno comunque un profitto, diretto o indiretto. Questo può scandalizzare solo chi ama i totalitarismi più o meno teocratici e detesta le società libere e pluraliste, quelle all'avanguardia nella ricerca medica.

Sappiamo poco del vaccino

E' vero, sappiamo poco del vaccino, come sappiamo poco o nulla di moltissime cose che ci circondano ed usiamo tutti i giorni.
In una società basata sulla divisione del lavoro ognuno di noi ha a che fare con cose di ogni tipo di cui sa solo che possono essergli utili in determinate circostanze della vita. Questo vale per i medicinali come per i cibi, per gli elettrodomestici come per i mezzi di trasposto. Uno dei presupposti affinché una società pluralista ad economia di mercato possa funzionare è la diffusione della fiducia, oltre, ovviamente, alla presenza di leggi che tutelino la sicurezza di ognuno. Non sono obbligato a conoscere il funzionamento di un aereo se decido di fare un viaggio, né la formula chimica di un formaggio quando lo mangio. Anche se i burocrati della UE hanno diffuso l'ideologia della “informativa” non perdo ore cercando di capire le formule chimiche che fanno bella mostra di se sulle etichette di alcuni farmaci o generi alimentari. Preferisco fidarmi di medici e farmacisti, piloti d'aereo e lavoratori dei caseifici. Questo non mi impedisce, a volte, di informarmi su alcuni prodotti che acquisto, mi evita però di diventare un maniaco e mi rende più facile la vita.

Volontario o obbligatorio?

Sono contrario ad ogni forma, più o meno velata o mascherata di obbligatorietà del vaccino.
Imporre un vaccino a persone adulte vuol dire di fatto sottoporle ad un trattamento sanitario obbligatorio e questo lede in maniera gravissima una fondamentale libertà personale sancita e dalla costituzione. Un trattamento sanitario obbligatorio può essere deciso solo da un giudice
caso per caso e riguardare singole persone, non interi gruppi o, peggio ancora, l'intera popolazione di un paese. La obbligatorietà del vaccino sarebbe incostituzionale e tanto dovrebbe bastare per escluderla dalle opzioni possibili.
Del resto, se Tizio è vaccinato ha poco o nulla da temere da Caio che vaccinato non è; perché allora obbligare Caio a vaccinarsi? Si potrebbe obiettare che Caio, non vaccinato, potrebbe infettarsi, poi venire a contatto ed infettare a sua volta persone che, pur volendolo, non hanno potuto per i più svariati motivi, sottoporsi a vaccino. E nessuno ha libertà di infettare altri. Il discorso sembra sensato, ma non lo è.
Quali e quante possibilità ci sono che un caso simile si verifichi? Caio dovrebbe infettarsi, poi venire a contatto con persone che volevano vaccinarsi ma non lo hanno potuto fare ed infettare a sua volta queste. A loro volta queste dovrebbero subire danni gravi dall'infezione, finire in terapia intensiva o addirittura morire. Teniamo conto che il tasso di mortalità del covid è inferiore all'uno per mille; la mancata vaccinazione di alcuni a
Quante persone farebbe davvero correre un rischio grave?
Dietro al discorso sulla possibilità che i non vaccinati infettino altri sta la pretesa assurda del “
rischio zero”.Tutti devono vaccinarsi perché non deve esistere possibilità alcuna che qualcuno possa infettare qualcun altro. Ma, ragionando in questo modo, io dovrei sottopormi a continui esami medici perché mentre guido la mia auto potrei avere un malore, investire ed uccidere qualche passante. Si potrebbero fare molti esempi simili. Se messa in atto l'ideologia del rischio zero renderebbe impossibile la vita degli esseri umani e aumenterebbe in maniera esponenziale proprio i rischi. Detto per inciso, l'ideologia del rischio zero dà ragione proprio a chi rifiuta i vaccini perché spaventato dai loro possibili rischi... un cane che si morde la coda.
Infine chi sostiene l'obbligatorietà del vaccino potrebbe difenderla con l'argomento della “immunità di gregge”. Solo se in moltissimi si vaccinano è possibile raggiungere tale immunità, si sostiene. Argomento ragionevole, certo... ma... ma se un popolo non vuole essere immune lo si può obbligare ad esserlo? Non credo proprio. Se a livello di massa la salute non è sentita come un valore nessuna forza al mondo può può imporla a milioni di persone.
Del resto, siamo tanto sicuri che la salute non sia considerata un valore dalla stragrande maggioranza della popolazione? Io sono convinto del contrario. Se invece di fare terrorismo sulla obbligatorietà od organizzare ignobili sceneggiate propagandistiche le autorità facessero un lavoro serio di diffusione della cultura scientifica molti problemi sarebbero risolti.
Ma è possibile pensare che i seguaci della piccola Greta possano favorire una rigorosa divulgazione scientifica? Ad essere anni luce lontani dalla scienza autentica sono proprio loro...

E tanto può bastare.

 

2 commenti:

  1. la pfister nel suo "bugiardino" dice che osservato il comportamento e la reaxzione dei suoi 18mila volontari-cavie presi tra africa, sudamerica europa e usa, solo 45 giorni..... ti bastano ??? per sapere tutto sul vaccino?? a me il numero 45 giorni fa paura... mancano ancora a tutt'oggi le risposte di circa il 20% dei volontari...cioè la pfister mette in commercio un preparato che si fonda sui risultati di circa l'80% dei volontari??? sai che basta un 1 o 2 percento dei 20 mancanti per annullare tutto??? ... la pfister fa pagare salatissimo il vantaggio che si trae vaccinandosi...si passa dal 99, o6% di chi no fa niente e a costo zero al 99, 95 % di chi si fa vaccinare...ma a costi altissimi.... il vaccino pfister non è adatto e non è stato provato su persone con età superiore mi pare ai 65 o 70 anni...per la pfister costoro non esistono, come non esistono esperienze della pfister su persone di età inferiore ai 16 anni,,,... tiu va tutto bene ??? la pfister sconsiglia vivamewnte di farsi il vaccino se si è immonodeptressi o si è donne incinta o se si hanno malattie in atto.... infine su deviono fare 2 iniezioni obbligatoriamente, pena la decadenza degli effetti..e la protezione comincia ad agire 8 giorni dopo il richiamo, e dura 6 mesi..poi ci si attacca al tram... ti va tutto bene?? vaccinati !!!

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  2. Sull'ultima parte avrei qualche obiezione: la mortalità è bassissima sulle persone in condizioni normali, ma su immunodepressi e immunosoppressi la mortalità di qualunque infezione è altissima. E sinceramente non so quanto sia valido il paragone col malore in auto: per poter guidare siamo obbligati a controlli periodici per tutto ciò che è prevedibile, e se risulti sano, un malore è imprevedibile, mentre la possibilità di contagiare se non sei vaccinato è tutt'altro che imprevedibile, e dato che in media il 90% dei contagiati è asintomatico, e almeno per qualche giorno anche gli asintomatici sono sicuramente contagiosi, la possibilità che ti ritrovi ad ammazzare qualcuno non è poi così remota, e sinceramente, trattandosi di qualcosa, ripeto, di ampiamente prevedibile, non sono molto sicura che questo sia un diritto.
    Per quanto riguarda i tempi, sembra che molti dimentichino una cosa fondamentale: per condurre una sperimentazione serve non solo un sufficiente numero di volontari, ma anche una sufficiente quantità di esposizione al contagio; in passato non era mai capitato che una sperimentazione venisse condotta nel bel mezzo di un'epidemia: in questo momento sei esposto al contagio a ogni passo che fai, vale a dire che hai più esposizioni al contagio in un giorno che nelle precedenti sperimentazioni in un anno. Le ciance sui tempi brevi sono del tutto prive di senso.

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