lunedì 5 febbraio 2024

LO STUPRO DI CATANIA

 

In occasione dello stupro di Catania è ricominciata la solita, asfissiante polemica sulle generalizzazioni. “Dal fatto che sette ragazzi egiziani commettono uno stupro non si può dedurre che tutti gli egiziani siano stupratori, chi lo sostiene è un razzista” ha detto qualcuno. Cosa rispondere a questa constatazione, tanto vera quanto banalmente ovvia?
Procedo per punti.
1) E’ verissimo che sarebbe una idiozia affermare che siccome sette egiziani hanno commesso uno stupro tutti gli egiziani sono stupratori, penso infatti che nessuna persona sensata sostenga una tesi tanto assurda. Però… però chi oggi strilla contro simili generalizzazioni ha sostenuto ieri generalizzazioni ancora più assurde. Un mascalzone uccide la fidanzata e per questo io dovrei vergognarmi di essere maschio. Ce le ricordiamo simili generalizzazioni? Per molti che oggi strillano quelle erano lecite…
2) In realtà non si tratta di generalizzare o meno, di dare giudizi sommari su interi popoli. Si tratta di valutare certe culture diffuse in zone assai estese del pianeta, culture che considerano la donna che non accetta certi canoni di morale sessuale poco meno che una prostituta. Queste culture esistono e sono largamente egemoni in determinati paesi. Affermarlo non vuol dire essere “razzisti”, altrimenti sarebbe “razzista” ogni analisi dei fenomeni sociali e culturali, visto che ogni fenomeno sociale e culturale riguarda in maniera differenziata i vari paesi del mondo. Sarebbe “razzista” affermare che la mafia è un fenomeno storicamente siciliano (il che NON vuol dire che tutti i siciliani siano mafiosi) o che nella cultura confuciana le donne avevano un ruolo particolarmente subordinato (dal che non deriva che tutti i cinesi opprimano le donne).
3) Soprattutto lo stupro di Catania riguarda la politica delle porte aperte alla immigrazione clandestina. E’ ovvio che NON tutti i migranti sono degli stupratori, ma è altrettanto ovvio che se si permette a chiunque di entrare in Italia senza filtri, limiti e controlli, se si fanno entrare masse di disperati, tra l'altro senza essere in grado di offrir loro un lavoro ed una esistenza decenti, si creano inevitabilmente situazioni di degrado in cui non è un caso che avvengano episodi come quello di Catania. Accusare di “razzismo” chi sostiene cose simili è solo un ridicolo tentativo di nascondere una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
4) Il modo migliore per alimentare il razzismo è proprio quello di negare la gravità della situazione, dire che “tutto va bene”, alimentare la melassa buonista sul dovere alla accoglienza illimitata, ripetere palle sul fatto che tutte le culture sono egualmente buone, con l’esclusione, ovviamente, della NOSTRA cultura. A tirarla troppo la corda si spezza, ed allora emergono davvero, purtroppo, cose molto, molto brutte.

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