giovedì 23 gennaio 2014

RUBY TER

Può un fatto di cui bisogna provare la natura criminosa diventare la PROVA che un certo crimine esiste? Poniamo che Tizio sia trovato in possesso di un coltello e che venga accusato di aver aggredito, con quel coltello, Caio. Non esistono prove che la aggressione ci sia stata, Caio NON riconosce in Tizio la persona che lo ha aggredito, Tizio non nega di essere proprietario del coltello ma afferma di non averlo mai usato per aggredire o minacciare nessuno. Eppure Tizio viene riconosciuto colpevole di aggressione e condannato; Caio viene a sua volta indagato per falsa testimonianza. La prova di tutto? Il coltello. Bisognava provare che il coltello era stato usato per aggredire qualcuno, invece la sua semplice esistenza “prova” che la aggressione c'è stata, anzi, “prova” anche qualcosa di più: la falsa testimonianza di Caio.

Il cavaliere elargiva soldi ad alcune ragazze belle e giovani, per la pubblica accusa queste donazioni erano ricompense per prestazioni sessuali. Occorreva dimostrare NON che ci fossero state delle elargizioni di denaro, questo era un fatto assodato, ma il CARATTERE di queste elargizioni. Per essere più precisi, bisognava PROVARE che il cavaliere aveva avuto relazioni sessuali a pagamento con UNA bella ragazza: la famosa “Ruby”, SOLO CON LEI la relazione sessuale a pagamento sarebbe stata “illegale”. Nel corso del processo non è emerso neppure uno straccio di prova che queste relazioni sessuali a pagamento ci siano state, una sola cosa è stata appurata: il cavaliere ha regalato dei soldi a Ruby, e la cosa non era mai stata in discussione. Però quei regali “provano” che esistesse una “attività prostitutiva” ed ora si vorrebbe che “provassero” anche qualcosa d'altro: le ragazze che hanno smentito la tesi della pubblica accusa hanno deposto il falso. Io ti do dei soldi e questo “prova” che tu hai avuto rapporti sessuali con me, se tu lo smentisci “prova” anche che tu hai testimoniato il falso. Tutto quadra vero? O... no?

Ma nel caso “Ruby ter” che è iniziato ieri c'è qualcosa di ancora più grave. Ad essere accusati di falsa testimonianza ci sono anche dei FUNZIONARI DI POLIZIA, persone di estrema correttezza a cui il cavaliere non ha mai dato neppure un centesimo. Insomma, io do soldi a Tizio e questo non solo “prova” che Tizio ha avuto con me dei rapporti sessuali, non solo “prova” che ha detto il falso quando ha negato questi rapporti, prova anche che il poliziotto Caio, dalle cui indagini non è emerso alcun elemento a sostegno della accusa, è nel mio “libro paga”.
Ma la cosa più grave di tutte è ancora un'altra. Ad essere indagati sono addirittura gli AVVOCATI. Un avvocato interroga privatamente dei testi? Questo fatto, del tutto legale, “prova” che l'avvocato ha “corrotto” i testi, si è messo d'accordo con loro per farli testimoniare il falso.
Siamo in una situazione allucinante. TUTTO CIO' CHE SMENTISCE LE TESI ACCUSATORIE DIVENTA IPSO FACTO “REATO”. La colpevolezza dell'imputato è dichiarata vera a priori, e tutto ciò che smentisce questa presunta “verità” viene considerato a sua volta criminoso. BERLUSCOINI E' COLPEVOLE PERCHE' I TESTI A SUA DIFESA MENTONO, I TESTI A DIFESA DI BERLUSCONI MENTONO PERCHE' BERLUSCOINI E' COLPEVOLE. Ridotta all'osso questa è la tesi che sta alla base dei processi “Ruby”.

C'era da immaginarselo che dopo l'accordo Renzi Berlusconi sulla riforma elettorale il can can giustizialista, ultimamente un po' attenuatosi, riprendesse l'antico vigore. Visto che neppure una condanna definitiva è riuscita a far fuori il cavaliere occorrono nuove condanne, nuovi processi, nuove inchieste. Il tutto sulle macerie di quello che forse è stato, ma oggi NON E' PIU', uno stato di diritto, mentre il paese va a picco, nel pieno di una crisi economica politica, sociale, culturale senza precedenti.
Peggio di così è impossibile.

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