mercoledì 14 gennaio 2015

ELEGGANO PURE CHI GLI PARE!



Non perderò certo il sonno pensando a chi sarà il nuovo capo dello stato. Non ci vuol molto a capire che il problema non è chi sarà capo dello stato, ma la struttura costituzionale del nostro povero paese.
La costituzione designa il capo dello stato come figura di “arbitro imparziale” e “simbolo della unità nazionale”, ma gli assegna poteri che vanno bel al di la di questa funzione. La presidenza di Giorgio Napolitano ha dimostrato come il capo dello stato possa, senza infrangere alcuna norma costituzionale, condizionare in maniera pesantissima la vita politica del paese. Se il capo dello stato è un “arbitro imparziale” si tratta di un arbitro assai strano, che partecipa attivamente al gioco, con la maglietta di una delle squadre in campo.
Comunque, fino a che è stata in vigore nel paese una legge elettorale proporzionale esisteva almeno una certa armonia fra le funzioni ed i poteri del capo dello stato e l'alternarsi delle maggioranze parlamentari. Tutta la struttura istituzionale italiana è disegnata sul proporzionale. Il popolo elegge i parlamentari e questi poi formano una maggioranza che sostiene un governo. Il capo dello stato presiede ed indirizza il sapiente gioco dei dosaggi e degli equilibri politici. Ma da quando il proporzionale è stato abbandonato per forme più o meno spurie di maggioritario il paese vive in una autentica situazione schizofrenica. Si fanno le primarie, si designano i “candidati premier”, si parla di elezione diretta del capo del governo e si mantiene intatta una struttura istituzionale basata sul proporzionale. La costituzione dice chiaramente che il presidente del consiglio non è eletto, in nessun modo, dal popolo, ma nominato dal capo dello stato, però, ad ogni tornata elettorale, tutti si interrogano su chi sarà il candidato premier per questa o quella forza politica. Una situazione assolutamente ridicola.

Chi sarà il nuovo capo dello stato? Non lo so e, francamente, mi interessa poco saperlo. Certo, se venisse eletto un giustizialista forcaiolo o un teorico dell'Islam “religione di pace” sarebbe una autentica sciagura; penso a nomi come Gino Strada, Dario Fo, Stefano Rodotà o, la peggiore di tutti, Laura Boldrini. Però, a parte queste ipotesi estreme e, tutto sommato, poco probabili, non è che fra gli altri papabili ci siano molte differenze. Il nuovo capo dello stato sarà una mezza figura, perché fra i papabili ci sono solo mezze figure, sarà probabilmente un fazioso, anche se nel discorso di insediamento cercherà di apparire “moderato” ed “aperto a tutte le istanze”. Di certo non riuscirà a traghettare il paese fuori dalla crisi, perché ci vuole ben altro.
Quindi, eleggano pure chi gli pare.
Amen.

PS.
Il nuovo capo dello stato sarà eletto da un parlamento in cui un partito, il PD, detiene una maggioranza “bulgara” grazie ad una norma dichiarata incostituzionale. Una situazione kafkiana, indegna di un normale paese occidentale, e forse strana anche per numerosi paesi che proprio occidentali non sono. Sentir parlare, in un simile paese, di “sacralità delle istituzioni” o di “maestà della legge” produce un leggero senso di nausea...

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