mercoledì 1 febbraio 2017

AMERICA SEMPRE ACCOGLIENTE?

Fra le tante, numerosissime, palle che i media di regime ci propinano tutti i santi giorni una è particolarmente clamorosa. Il famoso decreto di Trump, si dice, avrebbe interrotto brutalmente la secolare politica di accoglienza che caratterizza gli Stai Uniti d'America. L'America sarebbe sempre stato un paese super accogliente, avrebbe sempre aperto le porte a tutti, senza restrizione alcuna. Poi è arrivato il lupo cattivo, razzista ed islamofobo, e ha vietato l'ingresso negli Stati Uniti a tanti pacifici ed amichevoli musulmani. Che orrore!
Le cose però stanno in maniera leggermente diversa.
E' vero, gli Stati Uniti hanno spesso e volentieri favorito l'immigrazione. Lo hanno fatto per il semplicissimo motivo che sono un vastissimo paese di immigrati, spesso bisognoso di forza lavoro. Questo però non vuol dire che abbiano
sempre lasciate spalancate le porte di casa, al contrario.
Fino al 1875 negli USA non ci furono leggi che limitavano l'immigrazione, a partire da quell'anno vennero varati provvedimenti miranti a regolamentare i flussi migratori. E, attenzione, alcuni di questi provvedimenti discriminavano gli immigrati in base al
paese di provenienza. Nel 1882 venne varata una legge che di fatto chiudeva le porte del paese alla mano d'opera cinese, con esclusione dei lavoratori particolarmente qualificati. Il motivo è semplice: negli Stati Uniti c'era all'epoca una forte disoccupazione e i cinesi si accontentavano di salari estremamente bassi sottoponendo la mano d'opera locale ad una concorrenza insostenibile.
Nel corso della seconda guerra mondiale circa 110.000 giapponesi che vivevano negli Stati Uniti, compresi coloro che avevano la cittadinanza americana ed erano quindi americani a tutti gli effetti, furono internati. A quei tempi era presidente degli USA
Franklin Delano Roosvelt, autentica icona dei liberal. Sempre nel corso del secondo conflitto mondiale era assolutamente impossibile per i tedeschi entrare negli Stati Uniti. Fu impossibile farlo anche a numerosi ebrei tedeschi, loro si autentici profughi in fuga dalle persecuzioni.
Nel corso della guerra fredda l'ingresso negli Stati Uniti fu vietato ai
comunisti, come ben si sa. Era impossibile ai comunisti anche assumere la cittadinanza americana. Nessun presidente, compresa l'altra icona liberal: John Fitzgerald Kennedy, modificò le cose. Solo nel 1993 la corte suprema giudicò parzialmente incostituzionale la legge che istituiva simili proibizioni che vennero quindi superate. Si potrebbe continuare, ma penso possa bastare.

Non voglio dilungarmi nel merito di queste misure. Sarebbe fin troppo facile concludere, come qualcuno di certo farà, che tutto questo dimostra la natura irrimediabilmente autoritaria degli Stati Uniti d'America. In realtà tutti gli stati, compresi quelli democratici, hanno adottato, in momenti diversi della loro storia, provvedimenti di questo tipo, che vanno giudicati in maniera differenziata, inserendo ognuno nel proprio contesto.
Sottoporre i giapponesi ad internamento nel corso del secondo conflitto mondiale è stata di certo una misura esagerata ed ingiusta, ma è difficile sostenere che non ci fosse alcun motivo di sospetto nei confronti della comunità nippo americana. Respingere gli ebrei tedeschi è stato criminale, del tutto normale invece bloccare altri, improbabili, immigrati tedeschi. Quanto ai comunisti, escluderli dalla possibilità di entrare negli USA ed anche di ottenere la cittadinanza è stato profondamente illiberale, ma come dimenticare che in almeno tre occasioni (blocco di Berlino, guerra di Corea e crisi dei missili a Cuba) la guerra fredda fra USA e URSS fu ad un passo dal trasformarsi in guerra nucleare?
Se poi confrontiamo gli stati democratici con altri, spesso molto amati da chi contesta gli Stati Uniti, anche le misure più discutibili prese da questi ci appaiono come per incanto super garantiste e liberali. Da paesi come l'URSS e la Cina di Mao era difficilissimo entrare e quasi impossibile
uscire. La Corea del Nord è oggi una sorta di grande carcere, nel senso letterale del termine; agli israeliani, o anche a chi abbia solo visitato Israele, è negato l'ingresso in moltissimi paesi arabi. Per questo non marciano però i baldi contestatori del presidente Trump.
Non intendo proseguire nelle considerazioni polemiche. Mi interessa solo sottolineare  tre cose.

 Primo. Gli stati democratici hanno tutto il diritto di tutelare la propria sicurezza anche controllando in maniera differenziata i flussi migratori. Possono sbagliare nel farlo, mettere in atto misure inutili, inadeguate o francamente ingiuste, ma è semplicemente ridicolo opporre a queste misure l'astratto richiamo ai sacri principi, del tutto avulso da ogni valutazione sulla realtà concreta in cui questi operano. E' giusto poter viaggiare, entrare in paesi stranieri, ma è altrettanto giusto che questi si tutelino adeguatamente da possibili nemici. E, se dai viaggi e turismo passiamo alle emigrazioni per lavoro, è assolutamente normale che gli stati decidano quanti e quali immigrati possono accettare e che, in linea di massima, preferiscano fare entrare persone loro vicine piuttosto che appartenenti a  culture ostili. 
Secondo. In un momento come l'attuale, caratterizzato dalla aggressione planetaria dell'integralismo islamico all'occidente e da guerre civili infinite interne all'Islam, l'esigenza di tutelare le proprie frontiere è più viva che mai. 
Terzo. La leggenda di una America sempre accogliente, aperta a tutti, tollerante con tutti, senza eccezione alcuna e rovinata oggi da quel lupo cattivo che sarebbe Trump, è, appunto, una leggenda, meglio, una PALLA propagandistica che i pennivendoli dei TG di regime continuano a raccontarci tutti i giorni.
E tanto basta.











3 commenti:

  1. America accogliente? ma quando mai? Io ho sempre sentito immigrati italiani che dicevano 'In America ti accolgono se tu mostri di meritartelo, rispettando leggi, usi, costumi e lavorando'. L'accoglienza cieca piace solo a svedesi, italiani e politici di sinistra.

    E per i paladini dei 'poveri negretti' sulla base della razza, l'America ha chiuso le porte anche ai biondi, come si legge qui. Non è una questione di razza (che poi l'islam non è neanche una razza) ma è una questione di sicurezza. In Giappone chi si ostina ad indossare il niqab o il burqa non entra.

    So che spesso i migliori paesi nella gestione sia dei profughi che dei clandestini sono quelli africani, solo che nessuno li prende ad esempio perchè 'sono paesi del terzo e del quarto mondo'. Eppure spesso leggo che fanno bene il loro lavoro, meglio di molti paesi del primo mondo.

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  2. Ho letto il testo integrale del tanto criticato ordine esecutivo di trump. ordine che dubito che qualcuno degli opinion leader a la page abbia fatto.
    in soldoni , la parola religione entra qui:
    "The United States cannot, and should not, admit those who do not support the Constitution, or those who would place violent ideologies over American law. In addition, the United States should not admit those who engage in acts of bigotry or hatred (including “honor” killings, other forms of violence against women, or the persecution of those who practice religions different from their own) or those who would oppress Americans of any race, gender, or sexual orientation."
    qui

    "is further directed to make changes, to the extent permitted by law, to prioritize refugee claims made by individuals on the basis of religious-based persecution, provided that the religion of the individual is a minority religion in the individual’s country of nationality."

    e basta. Non capisco quindi dove sia la tanto deprecabile discriminazione religiosa. Mi pare ragionevole che a parità di condizioni un perseguitato religioso abbia più diritto di uno non perseguitato a chiedere l' asilo.Inoltre i 7 paesui scelti da trump sono gli stessi 7 a cui Obama con una circolare interna del 2011 ( resa nota solo ora) rese molto più difficile avere il visto. Inoltre bloccò tutti i profughi iracheni per qualche mese. I detrattori dicono : obama aveva ragione di farlo, Trump no. Al che si può rispondere che prevenire è meglio che curare. Ma in fin dei conti è anche inutile discutere con gente che vive per partito preso....

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  3. Ora si spiega tutto.

    Odumbo 'faceva bene' perchè 'era di sinistra'. Quando a farlo è uno di destra, le cose cambiano

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