venerdì 12 maggio 2017

IL "CASO" SERRACCHIANI

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L'esponente del PD Debora Serracchiani è oggetto di una autentica, incivile aggressione solo perché ha detto che se commesso da un “richiedente asilo” uno stupro, sempre odioso, è particolarmente grave. In questo caso allo stupro si aggiunge infatti l'ingratitudine, la aggressione implicita nei confronti del paese a cui stai chiedendo accoglienza.
E' fin troppo facile ricordare alla signora Serracchiani che il suo partito ha responsabilità gravissime nella gestione, meglio, non gestione, dei flussi migratori. Ma non credo sia questa l'occasione per fare simili sacrosante considerazioni. Quale che sia la scarsa simpatia che si può provare nei confronti di questa signora, colpevolmente lasciata sola dal suo partito, credo valga invece la pena di spendere due parole in sua difesa.

Sulle esternazioni della signora Serracchiani si possono fare considerazioni a tre diversi livelli.

A livello giuridico si può ricordare ai suoi critici il punto 11 bis dell'articolo 61 del codice penale. Questo articolo parla delle circostanze aggravanti ed al punto 11 bis mette fra tali circostanze “l'avere il colpevole commesso il fatto mentre si trova illegalmente sul territorio nazionale”.
Quanti parlano di “razzismo” chiedano quindi a gran voce la abolizione di questo punto, oppure stiano zitti. Anche dal punto di vista strettamente legale i loro schiamazzi sono privi di fondamento.

A livello morale è fin troppo evidente che fare del male a chi ti ha aiutato è qualcosa di particolarmente odioso. Rubare in casa di chi ti ha dato ricovero è peggio che rubare al primo che passa. Mordere la mano di chi ti cura è moralmente più riprovevole che aggredire chi si disinteressa a te. E' un fatto assolutamente intuitivo, un bambino è in grado di comprenderlo benissimo. Solo gli esponenti della sinistra chic non lo capiscono, o fingono di non capirlo.

A livello politico generale infine è fin troppo chiaro che la politica delle porte aperte alla immigrazione selvaggia favorisce il crearsi e l'ampliarsi di fasce sempre più estese di illegalità. Il numero dei crimini commessi da stranieri giunti clandestinamente in Italia è percentualmente molto più alto di quello commesso da italiani. Questo non perché gli italiani siano "razzialmente migliori” degli stranieri, ma perché flussi migratori incontrollati creano situazioni sociali in cui il crimine attecchisce con maggiore facilità. A questo si aggiunge, riguardo agli stupri, il fatto che la gran maggioranza dei migranti appartiene ad una cultura che considera “troie” degne di essere violentate tutte le donne che non vivono chiuse in sacchi neri e si permettono di passeggiare in jeans o addirittura in minigonna. Solo persone molto stupide o molto in malafede possono non vedere cose simili.

Qualcuno ricorda la notte di san Silvestro del 2015 a Colonia? In quella occasione centinaia di ragazze vennero pesantemente molestate da “migranti”, molte furono addirittura violentate. Quei fatti furono tenuti a lungo nascosti. Tempo dopo qualcuno disse che “uno stupro dura cinque minuti, il razzismo tutta la vita”.
E la colpevole, criminale reticenza a render noti episodi di aggressione compiuti da “richiedenti asilo” si diffonde ogni giorno di più in Europa. Spesso la polizia invita ragazze molestate a non presentare denuncia, i media non dicono nulla sulla nazionalità di chi compie, o cerca di compiere, uno stupro. Molto spesso non informano affatto il popolo bue su episodi di stupro. Su tutto prevale la preoccupazione di “non alimentare il razzismo”. E non ci si rende conto, fra le altre cose, che proprio questo è il modo migliore per alimentarlo, il razzismo.
La sinistra al caviale non vuole vedere la realtà. Si è inventata un islam laico e democratico, sogna una integrazione senza frizioni fra “vecchi e nuovi italiani”, favoleggia di “dialogo” fra femministe in mini e donne in burka... e chiude gli occhi di fronte al mondo. Sostituisce il mondo vero con la sua immagine ideologica: visto che la realtà non quadra con la melassa radical chic... al diavolo la realtà.
E se qualcuno che ha ancora conservato un minimo di buon senso si azzarda a fare considerazioni di semplice buon senso scatta la gogna. Le urla di indignazione raggiungono il cielo, gli strilli “razzista, razzista”!!! coprono ogni voce, ogni appello alla ragione.
Da vomitare!


3 commenti:

  1. Il problema di fondo per me nasce tra l'altro dall'aver creato una narrazione posticcia, secondo cui i mali dei paesi poveri verrebbero da imperdonabili colpe storiche di noi "Occidentali", un debito che non scadrebbe mai e di dimensione arbitraria.
    Se imbottiscono la testa dei nostri figli dell'idea che noi siamo i cattivi e ci meritiamo qualunque disgrazia come punizione, come possiamo pensare che chi arriva ragioni diversamente? "No, guarda, il nostro privilegio è solo apparente, in realtà dovresti evitare di parlare di colpe collettive, e comunque dovresti convincerti che chi ti dice che sei una vittima e lui è il carnefice, in realtà ha torto nel darsi torto da solo, e tu invece che pretendere riparazioni dovresti darti da fare per arrivare con le tue gambe al suo livello di civiltà"...

    E' logico che in questa prospettiva l'aggravante legata all'accoglienza viene vista come minimo come una pesantissima attenuante dovuta a vecchi conti da pareggiare. Uno si sente in ragione a disprezzarci, e giornalisti e giudici gli confermano il pregiudizio... che ci aspettiamo?

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  2. Mi sorprende che hanno condannato alla gogna pure lei che è di sinistra.

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  3. Vorrei segnalare che la corte di cassazione ha segato il punto 11 bis del 61cp. Quindi non si può usare come aggravante.
    ... ogni commento sulla solerzia della mnagistratura in certi casi è superfluo...

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