venerdì 27 ottobre 2017

NOVE PUNTI, SCONTATI, SU ISRAELE

Le menzogne su Israele sono numerosissime e costantemente ripetute ed amplificate dai media. Vengono addirittura raccontate ai ragazzini delle scuole medie i cui testi di storia e geografia sono spesso autentici libelli propagandistici.
Ad Israele si muovono molte accuse, ma
TUTTE sono riconducibili ad una: la sua esistenza. Israele sarebbe nato dal furto di terra perpetrato dagli ebrei ai danni dei palestinesi. E' quindi la sua ESISTENZA ad essere in discussione. Tutte il resto: i “territori”, il “muro”, le presunte “atrocità” deriva da questa colpa originaria: Israele esiste, ma non dovrebbe esistere. Quindi qualsiasi cosa faccia è, per definizione, sbagliata. E qualsiasi cosa facciano ii suoi nemici è, sempre per definizione, giusta o quanto meno giustificabile.
Val la pena quindi di puntualizzare alcune cosette, rapidamente e per punti.


1) Quando i primi coloni ebrei si unirono in Palestina agli ebrei da tempo già residenti in quella terra,
NON esisteva alcun stato palestinese. Non a caso, visto che uno stato palestinese non è MAI esistito.
2)
NON è mai esistito, prima della creazione di Israele, neppure un MOVIMENTO NAZIONALE palestinese. L'organizzazione per la liberazione della Palestina nasce nel 1964, sedici anni dopo la nascita dello stato di Israele. Prima non esisteva alcun movimento che mirasse alla fondazione di uno stato palestinese.
3) Gli ebrei
NON hanno rubato la terra ai palestinesi ma la hanno da loro COMPRATA.
4) La risoluzione ONU che diede vita ad Israele dava vita anche ad uno stato arabo in Palestina. Furono gli stati arabi,
non i palestinesi, a rifiutare quella risoluzione che dava attuazione allo slogan, oggi molto ripetuto, “due popoli due stati”.
5) I famosi “territori” furono occupati dagli israeliani al termine della guerra dei sei giorni, nel 1967. Quella guerra fu combattuta da Israele contro una coalizione di numerosi stati arabi. Il suo antefatto fu il blocco dello stretto di Tiran messo in atto dall'Egitto. Scopo dichiarato degli stati arabi coalizzati era di cancellare lo stato ebraico dalla faccia della terra.
6) Definire territori “occupati” Gaza o la Cisgiordania è quindi un po' come definire “territorio occupato” la penisola d'Istria, o, perché no, il Nuovo Messico. Ciò nonostante Israele restituì al suo più potente nemico di allora, l'Egitto, la penisola del Sinai, in cambio del semplice
riconoscimento diplomatico. Da allora è stata pace fra Israele ed Egitto.
7) Israele è da tempo disponibile a concedere ai Palestinesi il controllo della Cisgiordania e di Gaza, anzi, ha già di fatto ceduto loro questi territori. Perché questi possano diventare uno stato palestinese a tutti gli effetti occorre che i palestinesi riconoscano de iure e de facto Israele per quello che è: lo stato degli ebrei. Ma è proprio questo che i palestinesi non intendono fare, al di la di generiche e fumose frasi propagandistiche.
8) I palestinesi pretendono che rientrino in Israele i famosi profughi, cioè coloro che hanno preferito fuggire dallo stato ebraico in seguito alle varie guerre. Questi profughi sono cresciuti a dismisura nel tempo. I palestinesi sono infatti gli unici a potersi passare lo status di profugo da padre a figlio. In ogni caso, se i profughi dovessero rientrare in Israele gli ebrei si troverebbero in minoranza nel loro stato. E' logico che rifiutino una simile prospettiva.
9) Israele è lo stato che ha dato rifugio e protezione al popolo più perseguitato della storia. Coloro che sono contro la sua esistenza e rifiutano nel contempo di definirsi “antisemiti” hanno mai pensato a cosa succederebbe agli ebrei israeliani se il loro stato cessasse di esistere?

Si potrebbe continuare, ma può bastare, penso. Purtroppo queste cose, note a chiunque abbia un minimo di conoscenza della storia, sono ignote al grande pubblico. Cui i media presentano solo lacrimevoli e faziosi servizi sulle “atrocità” israeliane.

7 commenti:

  1. Solo un paio di appunti. Quelli che hanno comprato deserti paludi e pietraie e li hanno trasformati in campi prati giardini boschi e città, in ebraico si chiamano chalutzim, pionieri: io lo preferirei a coloni.
    Oltre a precisare che l'organizzazione per la liberazione della Palestina è nata sedici anni dopo la nascita di Israele, io preciserei anche che è nata tre anni PRIMA della cosiddetta occupazione di Giudea, Samaria e Gaza: l'unico territorio occupato da Israele, in quel momento, era lo stato di Israele, giusto perché sia ben chiaro qual è lo scopo dell'oganizzazione e che cosa, esattamente, vogliono "liberare".
    A proposito dei cosiddetti profuhi, non solo il loro status è ereditario, ma anche la definizione di profughi ha, per loro, caratteristiche uniche al mondo: mentre tutti gli altri profughi sono persone che hanno dovuto lasciare lo stato in cui sono nati, lo status di profugo palestinese è stato conferito a chiunque avesse risieduto lì per due anni al momento della nascita dello stato di Israele, quindi nel novero rientrano i moltissimi arrivati dai Paesi arabi circostanti (come dimostrano i cognomi della maggior parte dei palestinesi) per usufruire delle condizioni di vita create dai pionieri ebrei; rientrano i pendolari che erano lì per la stagione di lavoro e se ne sono semplicemente tornati a casa loro; rientrano quelli che dal territorio israeliano si sono spostati in Cisgiordania, ossia in un villaggio distante una dozzina di chilometri da quello in cui stavano prima, caratterizzato dalla stessa lingua, religione e cultura, usanze. Ci sarebbe da aggiungere che la 194 - la risoluzione Onu che in uno dei suoi 15 articoli (l'undicesimo) si occupa dei profughi, dovrebbe in teoria riguardare il milione circa di profughi ebrei (profughi veri, questi), fuggiti dai Paesi arabi in cui vivevano da centinaia, e in qualche caso anche da un paio di migliaia di anni (quelli scampati ai massacri), più o meno coi vestiti che avevano addosso e lasciandosi indietro terreni per un'estensione totale pari a cinque volte ilt erritorio dello stato di Israele. Profughi per i quali nessuno si è mai sognato di pretendere risarcimenti.

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    1. Giustissime le tue precisazioni. Anche io ho avuto esitazioni ad usare il termine "coloni", anche se sarebbe ora di smetterla di demonizzare tutto ciò che in un modo o nellpaltro sa di "colonico".
      Posso postare il tuo commento fra quelli comparsi su FB? A proposito, tu sei in FB? E' possibile chiederti l'amicizia? La cosa mi farebbe iacere, seguo il tuo blog e lo trovo molto interessante.

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    2. No, non sono su FB, anche se ci entro a sbirciare con qualche trucco.
      Naturalmente puoi riprendere tutto quello che vuoi, soprattutto se serve a fare informazione.

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    3. A proposito: non ricordo più con quale nome sei su FB.

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  2. Siete 2 grandissimi, Giovanni e Barbara!

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