mercoledì 17 gennaio 2018

ARISTOTELE, LE DEFINIZIONI, LE RAZZE


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Aristotele afferma che per definire un ente occorre individuare il genere prossimo e la differenza specifica. “L'uomo è un animale razionale”. In questa definizione il termine “animale” designa il genere prossimo, quello “razionale” la differenza specifica. L'uomo ha ciò che caratterizza gli animali (la sensibilità e la capacità di muoversi) ed in più la razionalità, la capacità di pensiero astratto e di linguaggio simbolico.
Ciò che in certe definizioni è genere prossimo diventa in altre differenza specifica. Ad esempio si può definire “animale” un essere vivente dotato di sensibilità e mobilità. “Animale” era genere prossimo nella definizione di uomo ma per definirlo a sua volta occorre trovare un altro genere prossimo, “vivente” in questo caso, ed un'altra differenza specifica che lo distingua, in quanto animale, dal genere dei viventi (la sensibilità per Aristotele).
In Aristotele molte definizioni classificano gli enti come superiori ed inferiori nella scala dell'essere. “Animale” è ontologicamente più elevato di “vivente” perché l'animale ha le caratteristiche tipiche dei viventi ed in più altre caratteristiche (la sensibilità e la mobilità) che sono monopolio degli animali. L'uomo a sua volta ha le caratteristiche tipiche dei viventi e degli animali ed in più la razionalità. Si colloca in questo modo ad un livello ontologicamente più elevato rispetto alle piante ed agli animali.

A questo punto ci si può chiedere: questa distinzione gerarchica caratterizza tutte le possibili definizioni? La risposta è NO.
Proviamo a definire in termini aristotelici “europeo”. Potremmo definirlo come uomo che è nato e vive in Europa. In questo caso “uomo” indica il genere prossimo e “nato e vivente in Europa” la differenza specifica. Ma questa differenza specifica non colloca gli europei in una posizione superiore rispetto agli altri uomini. In questo caso ciò che è essenziale nell'uomo è dato non dalla differenza specifica ma dal genere prossimo. La differenza specifica aggiunge una particolarità importante per la definizione ma ininfluente per la collocazione in una gerarchia ontologica. Dicendo: “Tizio è un uomo biondo” definisco Tizio in base al genere prossimo (uomo) ed alla differenza specifica (biondo), ma l'essere biondo non rende Tizio gerarchicamente superiore a Caio, scuro, e Sempronio, castano. Le particolarità accidentali di Tizio, Caio e Sempronio servono a definirli senza collocarli in alcuna gerarchia ontologica.
Allo stesso modo dire che i quadrupedi sono animali con quattro zampe definisce certi animali senza collocarli in una scala gerarchica più o meno elevata. Ciò che è ontologicamente rilevante ai fini della posizione nella gerarchia dell'essere è definito, di nuovo, dal genere prossimo (animale) non dal fatto di essere bipedi o quadrupedi.
Considerazioni simili si possono fare per le razze. Un nero è un uomo dalla pelle nera. La differenza specifica (la pelle nera) definisce il nero senza però togliere od aggiungere nulla alla sua essenzialità umana. Il nero è uomo quindi gode delle caratteristiche essenziali degli esseri umani: è vivente, animale e razionale come tutti gli uomini. L'avere la pelle nera lo differenzia dagli altri uomini per certe sue caratteristiche accidentali, esattamente come l'avere la pelle bianca contribuisce a definire altri uomini per le loro caratteristiche accidentali.

L'idea che per non essere razzisti si debba negare l'evidenza, cioè che esistono razze umane è, come si vede, priva di qualsiasi fondamento. Come sono prive di fondamento molte considerazioni “scientifiche” che si portano a sostegno di tale idea. Ad esempio che le differenze genetiche fra individui sono in media più rilevanti di quelle che differenziano gruppi razziali. E' vero, la differenza fra me e Leonardo da Vinci, entrambi bianchi, entrambi italiani, è molto più ampia di quella che mi differenzia da un uomo dalla pelle nera. Ma questo dimostra solo che il razzismo è privo di basi scientifiche, non che le razze non esistono. Le differenze individuali sono più rilevanti di quelle etnico razziali, quindi non esiste una gerarchia etnico razziale fra gli esseri umani, ma da questo non discende che non esistano razze ed etnie. La piccola differenza che c'è fra me ed un uomo dalla pelle nera è quella che determina il fatto che i miei figli non avranno la pelle nera ed i suoi si. Questo non da luogo ad alcuna gerarchia ontologica? Certo, ma... su questo siamo perfettamente d'accordo!
Sarebbe bello se si riuscisse a parlare di questi argomenti con spirito laico!

8 commenti:

  1. Apprezzabile il tuo commento, caro Giovanni. Ma non credi che questo stare eternamente sulla difensiva, questo dover giustificarsi difronte a certe "accuse", questo consentire che siano sempre loro a stabilire l'argomento della discussione, in fondo faccia comodo ai sinistronzi e finisca col fare il loro gioco? Che poi in fondo è quello che vogliono. Non pretendo di avere ragione, ma io, di fronte a certe accuse, li lascerei abbaiare alla luna. Ciao.

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    1. Non si fa per convincere gli idioti, ma per dare un termine di confronto a chi, per età o per mancanza di strumenti, può avere bisogno di un aiuto a riflettere. E questo splendido pezzo di Giovanni sarà presente nel mio prossimo post.

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    2. Cara Barbara,trovo un po' stonata la tua risposta. Sarà che alla mia età le facoltà mentali incominciano ad indebolirsi...Con immutata stima...

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    3. Evidentemente devo avere le facoltà mentali indebolite anch'io, perché non ho mica capito.

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    4. Non intendo "interpretare" il pensiero di nessuno, ma forse (lo sottolineo: FORSE) Ezio ha pensato che quando tu hai parlato di "rispondere agli idioti" ti riferissi al suo intervento. Sinceramente credo che ti riferissi invece a coloro che sanno parlare solo per slogan, e certamente Ezio è ban lontano da una simile categoria di persone. Ma, lo ripeto, si tratta di un mio parere. Capita a tutti, a volte, di fraintendersi.

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    5. Rispondevo al suo "li [i sinistronzi] lascerei abbaiare alla luna": vale invece la pena di controbattere argomentando "per dare un termine di confronto" ecc.

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    6. Prendo per buone e valide le risposte. Un abbraccio a Giovanni ed uno (ma questo vale di più) a Barbara, anche perché leggere i loro post, ogni giorno o quasi, è uno dei pochi piaceri della vita.

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  2. Non sai quanto piacere mi facciano le tue prole, Barbara. Per un semplice motivo: alcuni fra i più convinti sostenitori della tesi secondo cui le razze non esistono e da del "razzista" a chi sostiuene il contrario sono... ebrei! Capisco che il termine "razza" possa apparire quasi intollrabile ad un ebreo, ma, a parte il fatto che gli ebrei NON sono una razza, mi lascia molto perplesso vedere persone intelligenti, sostenitrici di Israele, sposare le posizioni di chi di Israele è da sempre nemico. A volte è strano il mondo...

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