lunedì 10 dicembre 2018

DIRITTI DELL'UOMO

Oggi si celebrava il settantesimo anniversario della dichiarazione ONU dei diritti dell'uomo e ovviamente i vari TG ci hanno sommerso di mielosa retorica buonista.
Nessuno, mi pare, si è degnato di ricordare al popolo bue che un gran numero di paesi islamici
non ha firmato la dichiarazione di 70 anni fa e che nel 1981 questi pasi hanno aderito alla dichiarazione islamica dei diritti dell'uomo, alquanto diversa da quella del 1948.
Ecco alcuni parti di di questa dichiarazione.

 

Articolo 4 – diritto alla giustizia.
1) Ogni individuo ha diritto di essere giudicato in conformità alla
Legge Islamica e che nessun'altra legge gli venga applicata...

Viene sancita la superiorità della legge islamica sulle leggi secolari dei vari stati. Attenzione, non si tratta di una superiorità
etica, si tratta di una superiorità giuridica, inerente il diritto positivo. Siamo fuori, come si vede, da qualsiasi concezione laica dello stato e della legislazione.
 

Articolo 5 – diritto ad un processo giusto.
1) L'innocenza è condizione originaria:
«Tutti i membri della mia Comunità sono innocenti, a meno che l'errore non sia pubblico»

Qui si riconosce la presunzione di innocenza, limitata però ai “membri della comunità".

2) Nessuna accusa potrà essere rivolta
se il reato ascritto non è previsto in un testo della Legge islamica... 
4) In nessun caso potranno essere inflitte pene più gravose di quelle previste dalla Legge islamica per ogni specifico crimine: «Ecco i limiti di Allah, non li sfiorate»

Di nuovo, alla base di tutti c'è la legge islamica. L'uomo ha certi diritti non in quanto uomo ma in quanto fedele di una certa religione. La cosa è comprensibile perché per gli islamici ognuno di noi è, in origine, islamico...

Una simile impostazione ha ricadute pesantissime per ciò che riguarda la libertà di pensiero, di parola e di religione. A questo proposito, la dichiarazione ONU del 1948 afferma:
“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti”.

La dichiarazione islamica invece afferma:


Art.12 - Il diritto alla libertà di pensiero, di fede e di parola
1) Ogni persona ha il diritto di pensare e di credere, e di esprimere quello che pensa e crede, senza intromissione alcuna da parte di chicchessia,
fino a che rimane nel quadro dei limiti generali che la Legge islamica prevede a questo proposito. Nessuno infatti ha il diritto di propagandare la menzogna o di diffondere ciò che potrebbe incoraggiare la turpitudine o offendere la Comunità islamica. 

Libertà, si, ma entro i limiti dell'Islam...
Non a caso nei pesi musulmani la apostasia è non un peccato ma un reato. La stessa distinzione fra reato e peccato è rifiutata nell'Islam.

 

Art. 19 diritto di fondare una famiglia.
1) Il matrimonio, nel quadro islamico, è un diritto riconosciuto a ogni essere umano. È la via che la Legge islamica ha riconosciuto legittima per fondare una famiglia, assicurarsi una discendenza e conservarsi casti... Ognuno degli sposi ha dei diritti e dei doveri nei confronti dell'altro che la legge islamica ha definito con esattezza: «
Le donne hanno dei diritti pari ai loro obblighi, secondo le buone convenienze. E gli uomini hanno tuttavia una certa supremazia su di loro» (Cor., II:228). Il padre deve provvedere all'educazione dei figli, da un punto di vista fisico, morale e religioso, in conformità alla fede e alla sua Legge religiosa. Egli ha la responsabilità di scegliere la direzione che vuole dare alla loro vita: «Ognuno di voi è un pastore; ognuno di voi è responsabile del suo gregge» …

Le donne
non hanno gli stessi diritti e doveri degli uomini, ma diritti pari ai loro obblighi. Quali? Quelli ce a legge islamica stabilisce. E' il padre ad avere il compito di educare i figli, solo lui, il padre...
Non solo, l'educazione che il padre, e solo lui, ha il dovere di dare ai figli è oltremodo autoritaria. Non si tratta di favorire lo sviluppo itellettuale e morale dei figli, ma di decidere la "direzione" delle loro vite, in conformità, ovviamente della legge islamica.
Proviamo ad immaginare cosa direbbero gli educatori e le femministe occidentali se un qualsiasi stato occidentale dovesse adottare simili norme...

Non è il caso di continuare. Ho fatto un po' di copia – incolla per evidenziare che la dichiarazione islamica dei diritti dell'uomo ha poco a che vedere con quei diritti che per noi sono fondamentali ed inalienabili.
Ma questo non preoccupa più di tanto i “giornalisti” che oggi ci hanno parlato di libertà, democrazia, diritti. Nessuno si è ricordato in questa giornata di Asia Bibi, la povera cristiana pakistana che malgrado una tardiva assoluzione (dopo nove anni di carcere) rischia ancora la vita.
Le “giornate mondiali”, i “ricordi”, le “commemorazioni” sono ormai solo l'occasione di una melensa, insopportabile, nauseante retorica.





1 commento:

  1. A volte si fa retorica dell'ambiente, oggi era la buona occasione di far retorica con i diritti umani. Questo mentre i paesi islamici, come sempre, non li rispettano.

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