domenica 15 marzo 2020

GUERRA

Imporre di fatto il coprifuoco a 60 milioni di italiani è una misura di guerra. E va bene, siamo in guerra, quali che possano essere dubbi e perplessità dobbiamo accettarlo.
Però... però quando nel 1941 gli Stati Uniti, una democrazia liberale quindi, ad economia di mercato, quando, dicevo, gli Stati Uniti entrarono in guerra dalle catene di montaggio delle fabbriche americane cominciarono ad uscire carri armati, cannoni, caccia bombardieri, in quantità sempre crescenti.
Siamo in guerra contro il virus, ci rammenta Giuseppe Conte, e ci parla, scimmiottando Churchill, della nostra “ora più buia”.
Ma dalle fabbriche italiane non escono mascherine, tamponi, guanti di lattice, ventilatori, gel disinfettante. Tutte queste cose mancano o sono gravemente insufficienti. Produrre mascherine in fondo è più facile che produrre carri armati o caccia bombardieri, ma in Italia in questo momento tragico le mascherine sono quasi introvabili. Quanto ai ventilatori il governo ha provveduto il 9 MARZO (in piena crisi, NON PRIMA) ad indire una gara semplificata di APPALTO (si, appalti in tempo di guerra!!!) per averne una certa quantità.
Ed ancora, riusciamo ad immaginare la Gran Bretagna che nel 1940, in piena battaglia d'Inghilterra, fa sbarcare sulle proprie coste centinaia di persone provenienti dall'Europa occupata dai nazisti?
In Italia è avvenuto questo. In piena emergenza sanitaia ci sono stati due sbarchi di navi ONG e risorse preziose sono state utilizzate per mettere in quarantena i migranti. Gli sbarchi si sono drasticamente ridotti perché sono i migranti a non gradire più l'Italia. Fuggono da nuove Shoah, ironizzo ovviamente, ma temono il coronavirus...
Ed ancora, riusciamo ad immaginare un paese in guerra che chiede a qualche autorità sovranazionale il permesso per indebitarsi? Che non decide in TOTALE autonomia quanto e come spendere per combattere la sua guerra?
Ho la sensazione che qualcuno, in questa guerra, sia meritevole di corte marziale.

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