mercoledì 2 ottobre 2013

CHE BRUTTA GIORNATA

Chi dice che "bisogna tener separate le vicende giudiziarie e l'azione di governo" dice una stronzata colossale. Sono VENTI E PIU' anni che giustizia e politica sono in Italia strettamente legate fra loro. Tangentopoli è stata una "personale vicenda giudiziaria di Craxi e di pochi altri"? La distruzione del più vecchio partito italiano e del partito che, bene o male, ha governato l'Italia per quasi mezzo secolo è stata una vicenda giudiziaria da non confondere con la politica? E' una "personale vecenda giudiziaria" l'"attenzione" che da quasi 20 anni la magistratura dimostra per Berlusconi, e che ha portato il leader del centro destra a sostenere oltre 35 PROCESSI? Non ha nulla a che vedere con la politica il fatto che la stragrande maggioranza delle inchieste abbiano riguardato partiti dell'area del centro destra e che le poche inchieste a carico di uomini della sinistra si siano svolte, e si svolgano, in maniera super garantista, senza grancasse mediatiche? Certo, IN QUESTO MODO dovrebbero svolgersi TUTTE le inchieste, ma in Italia la discrezione c'è solo, casualmente, sui MILIARDI del MONTEPASCHI.

Letta ce l'ha fatta e il cavaliere ha subito la sua prima sconfitta POLITICA. Ormai manca, direi, della lucidità necessaria per continuare a lottare, meglio farebbe, a 77 anni, a passare la mano.
Si può dire che chiunque, nelle sue condizioni, mancherebbe di lucidità. E vero, ma qui non si tratta di assolvere o condannare qualcuno, solo di valutare quali possibilità di successo abbia la sua ulteriore permanenza in politica. Mi sembra che oggi siano vicine allo zero, purtroppo.

Il cavaliere è stato sconfitto perché tradito da una parte dei suoi, si potrebbe dire. Ammettiamolo pure. Resta il fatto che un buon leader deve sapere di che pasta è fatto il suo partito, esattamente come un buon generale deve sapere di che pasta sono fatti i suoi ufficiali, prima di ingaggiar battaglia. La pasta di cui è fatto il pdl non è di prima qualità, occorre ammetterlo una volta per tutte.

Gli scissionisti, o semi scissionisti, del Pdl hanno fatto, più o meno, il seguente ragionamento: "Il nostro leader è stato oggetto di una aggressione giudiziaria ingiusta, però la crisi è sempre più grave, la priorità è fronteggiarla. Fra la difesa di un leader ingiustamente condannato e la salvezza dell'economia noi scegliamo, a malincuore, la seconda opzione". Si tratta di una posizione ragionevole. Solo, parte da una premessa sbagliata. E la premessa sbagliata è che il governo Letta possa davvero far fronte in maniera adeguata alla crisi economica. Questo non è avvenuto e non avverrà. Letta si muove entro i limiti invalicabili che gli sono stati imposti dall'"Europa" a guida tedesca, non può ridurre seriamente la spesa pubblica senza scatenare la reazione del sindacato e delle componenti più "sinistre" del suo partito. Può solo aumentare la pressione fiscale. La crisi continuerà ad aggraversi, Letta o non Letta, sia o non sia Berlusconi senatore, sia o non sia Berlusconi libero o in galera. Purtroppo.

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