venerdì 19 dicembre 2014

DUE STATI CHE NON ESISTONO

La autorità palestinese afferma, qualche volta, di "acccettare", bontà sua, di “riconoscere” lo stato di israele; lo fa anche se è alleata di Hammas, che di riconoscimento di Israele non vuole neppur sentire parlare.
Però cosa chiede la autorità palestinese in cambio del "riconoscimento" di israele?
1) Israele dovrebbe tornare ai confini del 1967.
Quei confini sono indifendibili, da quei confini i “razzi giocattolo” di Hammas colpirebbero facilmente Tel Aviv. La autorità palestinese è alleata di Hammas che bombarda quotidianamente Israele e pretende, “in cambio” del riconoscimento che Israele accetti confini che lo farebbero facile bersaglio dei razzi di Hammas. Davvero una proposta interessante.
2) Israele dovrebbe accettare che i “profughi” palestinesi rientrassero in massa nello stato ebraico.
E' un po se la Francia dicesse all'Italia: “io ti riconosco, ma tu devi accettare che in Italia entrino tutti i francesi che vogliono”. Insomma, se vuoi essere riconosciuto devi rinunciare ad ogni controllo sui flussi immigratori, sei OBBLIGATO ad accogliere tutti. Se Israele accettasse una simile proposta si trasformerebbe prima o poi in uno stato palestinese. Ecco come intendono i palestinesi "moderati" il famoso principio "due popoli due stati": ci deve essere uno stato palestinese e in più Israele deve diventare a sua volta palestinese. Davvero bravi!
3) La capitale della “Palestina” dovrebbe essere Gerusalemme, città santa per l'Islam.
Nel Corano si cita Gerusalemme un paio di volte, Gerusalemme è città santa per cristiani ed ebrei; lo è anche per gli islamici solo perché questi hanno la pessima abitudine di considerare “santa” più o meno ogni grande città che in passato hanno conquistato.

Se la autorità palestinese vuole uno stato palestinese questo deve comportarsi da stato. Deve ad esempio accettare che siano gli altri stati a regolare i loro flussi immigratori, far si che la gran maggioranza dei suoi abitanti lavorino in patria, smettere di dipendere per il consumo di energia da un altro stato, darsi una sua moneta che i mercati potranno valutare adeguatamente, avere un suo esercito regolare. Soprattutto deve rispettare gli altri stati, conscio che se non lo fa può subire le loro sacrosante ritorsioni. I palestinesi per ora vogliono un loro stato, ma di fatto vivono come una provincia autonoma di Israele, lavorano in Israele, usano la moneta israeliana, dipendono da Israele per le forniture di gas, acqua ed energia elettrica. Troppo comodo!

Tutte queste cosette i paesi della UE fanno finta di ignorarle, infatti hanno votato per il riconoscimento della “Palestina”, mentre la corte europea cancellava Hammas dalla lista dei gruppi terroristi.
La loro cecità è pari solo alla loro malafede. Per fortuna gli israeliani sanno combattere, e se ne fregano delle decisioni di un parlamento che non conta nulla. In fondo la UE è uno stato inesistente, non stupisce che abbia “riconosciuto” un paese inesistente.

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