venerdì 6 novembre 2015

IL PROFESSOR BOERI E LE PENSIONI

Il presidente dell'INPS, professor Tito Boeri è un implacabile nemico di quelle che per lui sono “pensioni d'oro”.
Pensioni d'oro, un'altra espressione linguistica creata al puro scopo di ingannare la gente. Sarebbero infatti “d'oro” le pensioni al di sopra dei 3.500 euro mensili lordi, insomma, le pensioni che assicurano al pensionato un livello di vita decente. Ma, a parte ogni considerazioni sul livello di vita di chi percepisce pensioni oltre questa soglia, è fin troppo chiaro ciò che persegue chi le definisce “d'oro”. Il pensionato che gode di una pensione decente è un privilegiato che dovrebbe costantemente scusarsi per il solo fatto di non essere alla fame e che è doveroso taglieggiare quando si va a caccia di soldi, per i più svariati motivi.
Poco tempo fa il professor Boeri aveva proposto di tagliare le pensioni di chi decide di andare a vivere all'estero, ma le sue parole erano state accolte da un imbarazzato silenzio. Ora tira fuori dal cappello un'altra brillantissima idea. Occorre, dice il professore, garantire un reddito di almeno 500 euro mensili agli “over 55”  che abbiano perso il lavoro. Come finanziare questo reddito? Elementare, tagliando le “pensioni d'oro”. Chi supera i 5.000 euro mensili lordi dovrà versare un contributo si solidarietà, alle pensioni fra i 3.500 ed i 5.000 euro mensili lordi sarà eliminata la indicizzazione. Non si tratta di una manovra per far cassa, ha detto il professor Boeri ma di una proposta che mira alla equità. Commoventi parole.
Il professor Boeri ha, come tutti, il diritto di avere le sue idee su cosa sia o cosa non sia equo. Ma il professore va ben oltre. Lui ha una sua idea di equità ed intende realizzarla. Come? Mettendo le manine nelle tasche della gente. Per lui è “iniquo” che qualcuno goda di una pensione superiore ai 3500 euro mensili lordi e cosa fa? Gli porta via una parte dei suoi soldi. Un po' come se io avessi una certa idea di cosa sia la carità, poi andassi da Tizio, e gli dicessi, pistola in pugno: “dammi i soldi che hai in tasca, io li distribuirò ai poveri perché si tratta di un atto molto caritatevole”. Tutti sono bravi ad essere pieni si caritatevole amore per il prossimo. Con i soldi degli altri.

Qualcuno potrebbe obiettare che la proposta del professore non fa altro che ricondurre al sistema contributivo pensioni calcolate invece secondo il sistema retributivo. Però è notorio che dietro a pensioni di 3.500 euro mensili lordi ci sono, nella stragrande maggioranza dei casi, decenni di contribuzioni. Il professore chiede di toccare proprio quelle pensioni che più di tutte si avvicinano al sistema contributivo. Personalmente penso che le pensioni dovrebbero essere calcolate in base ai contributi versati, ma questo dovrebbe valere per tutti, con esclusione delle pensioni minime. Negli stati di diritto le leggi hanno la pessima abitudine di essere uguali per tutti. Non si fa una legge per Tizio, un'altra per Caio ed un'altra ancora per Sempronio. Non si distribuisce denaro a certe categorie, di cui magari si aspira al voto, togliendolo ad altre, che pure quel denaro se lo sono onestamente guadagnato lavorando. Se passa un simile andazzo si apre la porta ad ogni abuso. Chiunque può finanziare le proprie clientele semplicemente colpendo strati sociali che hanno la sfortuna di essere poco numerosi e quindi scarsamente rilevanti ai fini elettorali.
Soprattutto, è intollerabile che politici ed alti burocrati considerino “cosa loro” le pensioni degli italiani. Le pensioni sono salario differito, risparmio dei lavoratori, denaro di cui questi si privano oggi per avere un reddito domani. Qualcuno finge di non capire questa verità elementare e pensa di finanziare con i soldi dei pensionati ogni idea stramba che gli viene in mente.

Ma, si potrebbe obiettare, e i disoccupati? Non è equo, non è umano dare la mano a chi ha perso il lavoro, specie se ha una età che rende difficile il suo reinserimento sul mercato?
Chi perde il lavoro non va lasciato solo, questo è ovvio, appunto per questo esistono gli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione. Ma è fin troppo chiaro che non sarà un reddito garantito di 500 euro mensili a risolvere i problemi: non si vive con 500 euro mensili. Il problema di chi perde il posto di lavoro si risolve non elargendo elemosine sine die ma creando posti di lavoro. Gli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione vanno bene come misure temporanee che permettano a chi ha perso il lavoro di tirare avanti nell'attesa di essere reinserito, ma non possono in alcun modo sostituire il lavoro. Il dramma della disoccupazione può essere risolto, o reso meno grave, solo se l'economia riparte, e a questo fine non servono interventi demagogici, ma riduzione della pressione fiscale, snellimento della burocrazia, eliminazione di molte delle regole e divieti che, letteralmente, impediscono alla gente di lavorare. Pensare che proposte come quella del professor Boeri, di fatto una legalizzazione del furto ai danni di chi ha lavorato, possano indurre la gente a lavorare ed a investire è semplicemente folle.

Il professor Boeri non è parlamentare, nessuno lo ha votato. Non è ministro, non fa parte di un governo che abbia ottenuto la fiducia del parlamento. E' un alto burocrate che dirige un grosso ente pubblico. Suo compito dovrebbe essere quello di gestire l'ente di cui è presidente, punto e basta.
Invece non si stanca di fare autentiche proposte di legge, cosa che non ha nulla a che vedere con la carica che ricopre.
E' questo l'italico andazzo. Negli stati di diritto le leggi le fa il parlamento e solo il parlamento. In paesi giuridicamente civili sindacati ed associazioni di categoria, magistrati ed alti burocrati neppure si sognano di proporre al governo questa o quella legge. In questi paesi un alto burocrate può al massimo, come privato cittadino, avere certe idee su questa o quella legge, e votare di conseguenza. In Italia invece sindacati e magistrati, alti burocrati ed associazioni di categoria si sentono investiti del compito di “contribuire” alla formazione delle leggi e premono spesso e volentieri sul parlamento a questo fine. Una situazione al limite della costituzionalità.
In un altro paese un burocrate che, come il professor Boeri, si divertisse a sfornare progetti di legge sarebbe esonerato dal suo incarico. In Italia invece, c'è da scommetterci, nessuno manderà a casa il benemerito professore. Potrà continuare a percepire la sua retribuzione, d'oro.

2 commenti:

  1. Sei un grande, sono contento di aver scoperto il tuo blog

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  2. Sei un grande, sono contento di aver scoperto il tuo blog

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